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Autore: Everyone_need_pizza    08/08/2014    2 recensioni
Emma si strinse nel giubbino cercando di riscaldarsi e cercó nella borsa la sua sciarpa rossa, la stava sfilando, quando un'altra raffica di vento la prese alla sprovvista e le fece scivolare la sciarpa dalle mani, imprecando si voltò per rincorrerla
"fa che non cada nel fiume, fa che non cada nel fiume"
Si ritrovò a pensare la ragazza mentre cercava di fermare la sciarpa in fuga pestandola, ce l'aveva quasi fatta, quando una raffica di vento la fece gonfiare e volare verso la ringhiera
"NO"
Urló Emma, ma una mano l'aveva afferrata in tempo, fece vagare i suoi occhi sul viso del suo salvatore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma stava seduta dietro al bancone della biblioteca, come faceva tre volte a settimana da li a quattro anni, a leggere un nuovo romanzo che avrebbe finalmente tolto dalla sua lunghissima lista, amava leggere, moltissimo, tanto che quando aveva sentito il suo professore borbottare che non ne poteva più di rimanere ogni pomeriggio nella biblioteca della scuola e che voleva chiedere al preside di chiuderla alla fine dell orario di lezione, e di non tenerla più aperta il pomeriggio, si era sentita mancare, non potevano, quel posto era il suo rifugio, ci passava un sacco di tempo, e lo passava divinamente, circondata da libri di ogni tipo e genere che emanavano lo stesso inebriante profumo, in quel posto ci stava veramente bene, ormai poteva dire di conoscere a memoria ogni scaffale presente in quella grande stanza, si muoveva perfettamente a suo agio e con passo sicuro tra le alte librerie, sapeva perfettamente dove trovare quello che cercava, senza esitazione, semplicemente era il suo "habitat" ideale, silenzioso, poco popolato e dove tutti si facevano i cazzi propri. Il giorno seguente a quello in cui aveva per sbaglio origliato il discorso del prof, e dopo aver valutato l'idea che le era balenata in mente quella stessa sera, andò da Mr Smith e si propose di aiutarlo nei pomeriggi, si propose di stare anche tutti i giorni della settimana pur di non vedere quel posto chiudere, ma il professore sorridendole gentile le aveva risparmiato un paio di giorni, ne avevano parlato con il preside, un omino baso panciuto e con un paio di baffi che si strofinava quando pensava a qualcosa, proprio come in quel momento

“quindi signorina lei vorrebbe tenere la biblioteca?”

Emma annuì impercettibilmente

“e come mai se posso saperlo?” alzò lo sguardo e dietro un paio di lenti spesse vide molta curiosità negli occhi dell uomo di fronte a lei

“bhè, è un posto che mi piace molto, e poi è comodo per studiare o per svagarsi”

non sapeva come rispondere, e nervosa si stava torturando le mani

“capisco, bhe allora non ci vedo nulla di male, mi sembra una persona affidabile signoria, si faccia dare una copia delle chiavi dal bidello, comincerà già da domani”

non poteva crederci, aveva acconsentto, alzò gli occhi azzurri pieni di gratitudine verso il preside e sbiascicando un ringraziamento era uscita da quell' ufficio leggera e sorridente, andò dal bidello che le consegnò le chiavi, le raccomandò di tenere la sala pulita e di ricordarsi di chiudere le finestre prima di andarsene, ma la ragazza non prestava molta attenzione a quello che le stava dicendo, era invece presa a fantasticare sul suo nuovo “lavoro”.
Erano le tre e mezza di pomeriggio e lei era arrivata ad un punto cruciale, quando un rumore improvviso la fece saltare, alzò lo sguardo e vide niente meno che Zayn Malik, il capitano della squadra di qualcosa, barra più figo dell'istituto, davanti a lei che le porgeva un libro di letteratura, scrutandola con quegli occhi caramello, che facevano impazzire tutto il popolo femminile esistente, e riusciva anche a capire perchè, prese il volume rosso e incollando lo sguardo al pc annotò che lo aveva preso in prestito

“ti interessano molto i miti greci, è già la terza volta che lo prendi”

disse sovrappensiero la mora fissando lo schermo e inserendo gli ultimi dati, ma quando si ricordò chi aveva davanti smise di respiare, COSA? Cosa diamine le era saltato in mente? Lei, una semplice ragazzina che si metteva a parlare a Zayn Malik, ma cristo che cosa aveva in testa, perchè non aveva un filtro testa bocca? Si maledì immediatamente per quella frase appena detta, lui non era una persona “normale”, no lui era il ragazzo più in vista che quello stupido istitutto avesse, e non poteva fare dono della sua parola a chiunque; era molto vanitoso, ma poteva permetterselo, era tremendamente bello, alto fisico asciutto, capelli neri, alzati in un ciuffo sempre perfetto e due occhi meravigliosi, che passavano dal nero al caramello sciolto e quegli occhi, che metà istituto avrebbe voluto avere addosso, ora la stavano scrutando in malo modo

“perchè non ti fai i cazzi tuoi?”

eccola la risposta gentile del ragazzo, certo, era anche visto come Dio in terra, ma l'educazione porco cane,

“io...ehm...”

“perchè lei, Malik, a differenza delle troie che ti fai ogni sacrosanto giorno, non ha la lista di cazzi da farsi”

sospirò di sollievo quando vide comparire la testa rossa tinta della sua amica che si avvicinò al bancone superando Zayn e lasciando un bacio sulla guancia a Emma, poi prese il libro che la mora aveva ancora tra le mani e sbattendolo poco gentlmente sul petto del moro aggiunse con un sorriso fintissimo

“ora puoi anche andare”

e facendo volteggiare i capelli gli diede le spalle e appongiandosi coi gomiti al bancone diede una bella visuale del suo sedere al moro, che dopo aver indugiato con lo sguardo si avviò verso la porta e uscì.

"lascialo perdere quello là è solo un coglione"
Emma sorrise a Roxy che la stava leggendo con quegli occhioni castani in cerca di dispiacere o tristezza, ma la ragazza era tranquilla, veramente, in fondo non si aspettava una risposta decente, lui era Zayn Malik, e lei bhe era lei, era tutta presa dai sui pensieri che si ridestó solo quando la rossa le passó una mano davanti agli occhi per riacquistare la sua attenzione
"cazzo ma mi ascolti?"
Sbottó quando Emma tornó a dare le dovute attenzioni alla sua amica che la guardava contrariata, cercando di assumere un'espressione arrabbiata, ma quando Emma le sorrise non potè non fare altretanto e sospirare
"comunque, mia regina del mondo dei sogni, ti ho chiesto cosa facciamo stasera"
Roxy fece quella domanda arricciandosi una ciocca di capelli perfettamente pettinati che le arrivavano alle spalle, il che significava che aveva in mente qualcosa, ed era più che certa che quel qualcosa non le sarebbe piaciuto, ma in fondo la speranza è l'ultima a morire quindi provó
"un filmetto da me? Ho il gelato"
La rossa si sistemó le pieghe della minigonna, molto mini, della divisa di cheerleader che portava ogni giorno a scuola, tutto pur di non affrontare lo sguardo di Emma, che sapeva sfruttare bene i suoi occhioni blu per manovrare le persone
"ci sarebbe una festa"
Abbozzó Roxy, spiando la reazione dell amica da sotto la frangia, che non tardó ad arrivare, infatti un'espressione schifata si dipinse sul volto chiaro contornato da capelli neri come la pece.
"eddai Emma vieni con me"
"no, assolutamente no! Non mi trascinerai in una delle tue feste piene di fighette mezzenude e ragazzi che ci provano con chiunque, no!"
"ma..."
Provó ancora Roxy, ma un' occhiata gelida della mora la bloccò, sapeva che era irremovibile, e ogni sforzo sarebbe stato vano, dispiaciuta la ragazza salutó l'amica con un bacio veloce sulla guancia e con la testa china si avvió verso l'uscita per tornare a casa. Emma non si perse un solo movimento di Roxy e si ritrovó a maledirsi per averle risposto cosí male, in fondo erano già tante le volte in cui le proponeva di uscire a una festa, ma lei rifiutava sempre, mentre Roxy era sempre disponibile a rintanarsi in casa con lei a guardare film o ad ascoltarla per ore mentre parlava di serie tv di cui lei non aveva neanche presente il titolo, ma cavoli lo sapeva che non era prettamente un' "animale sociale" lei, preferiva i posti silenziosi e più intimi rispetto a case piene zeppe di carne umana sudata che si strusciava addosso a chiunque.

Le cinque arrivarono in un baleno e posando il romanzo in borsa, Emma si diresse a controllare che non ci fosse più nessuno in biblioteca e poi si avvió alla porta con le chiavi in mano, anche quel giorno era finito e poteva tornare a casa a riposarsi.
Cominció a camminare verso la fine del viale per poi svoltare a destra verso il ponte, si stava sistemando le cuffiette dell i-pod per tenersi un po' di compagnia durante il viaggio, poi prese il cellulare e mandó un messaggio a Roxy per avvisarla che quella sera sarebbe andata con lei alla festa, una raffica di vento la colpí facendola rabbrividire, Emma si strinse nel giubbino cercando di riscaldarsi e cercó nella borsa la sua sciarpa rossa, la stava sfilando, quando un'altra raffica di vento la prese alla sprovvista e le fece scivolare la sciarpa dalle mani, imprecando si voltò per rincorrerla
"fa che non cada nel fiume, fa che non cada nel fiume"
Si ritrovò a pensare la ragazza mentre cercava di fermare la sciarpa in fuga pestandola, ce l'aveva quasi fatta, quando una raffica di vento la fece gonfiare e volare verso la ringhiera
"NO"
Urló Emma, ma una mano l'aveva afferrata in tempo, fece vagare i suoi occhi sul viso del suo salvatore, ma avrebbe preferito non farlo quando si trovó Zayn davanti a lei sorridente e con in mano la sua amata sciarpa, lei era come pietrificata e dovette concentrarsi per continiare a respirare normalmente, il moro intanto si stava avvicinando con passo sicuro a lei, indossava un paio di jeans chiari che gli fasciavano le gambe magre, una maglietta bianca che con il vento aderiva al ventre piatto del ragazzo e un giubbino di pelle nero, per completare il quadro, il ragazzo aveva tra le dita una sigaretta che dopo aver avvicinato alle labbra un'ultima volta buttó a terra
"questa penso sia tua"
"ehm...si, grazie"
Emma era rossa in viso, e tremendamente a disagio, cavoli, ma con tutti quelli che poteva incontrare proprio lui?! Ma era proprio sfortuna allora, una figuraccia con lui quel pomeriggio non era abbastanza, chiunque avesse scritto il suo destino era stato veramente stronzo, titubante allungó il braccio verso quello del moro e prese la sciarpa dalle sue mani, facendole sfiorare, la ragazza non aveva il coraggio di guardalo in faccia, cosí mentre si avvolgeva la sciarpa al collo, preferí studiare attentamente l'asfalto e trovare una scusa per scappare dallo sguardo perforante del moro
"bhe...grazie...io.....ci vediamo a scuola"
Bisbiglió quelle parole e fece per riprendere la strada di casa quando sentí la voce di Zayn
"no, aspetta"
Emma si voltó e rimase interdetta quando vide la scena che le si parava davanti, questa volta era lei a fissare insistentemente il ragazzo mentre questo teneva lo sguardo incollato al pavento, era curioso, Zayn era in imbarazzo? Nessuno, nemmeno lei ci avrebbe mai creduto se non fosse che ce l'aveva davanti
"ecco, io...volevo"
Cazzo balbettava pure, no, lui non poteva essere lo stesso ragazzo strafottente che vedeva tutti i giorni passare per i corridoi
"io volevo chiederti scusa per come ti ho ripsposto oggi, ma sai..."
Doveva avere un'espressione veramente buffa, perchè quando moro alzó lo sguardo si interruppe e cercó di trattenere una risata, Emma se ne accorse e sentendo avvampare le guance cercó di nascondersi il più possibile nella sciarpa
"tranquillo,non c'è problema"
Cercó di tagliare corto quella discussione, era tutto cosí irreale, non era possibile, il moro davanti a lei si grattó la nuca indeciso su cosa fare
"no, non va bene, sono stato maleducato, e mi spiace"
Emma a quelle parole sgranó gli occhi sorpresa, poi lui alzó lo sguardo nel suo e inchiodó la mora, voleva scappare via lontano da quel ragazzo, ma cavoli i suoi occhi la tenevano incollata al pavimeto e non riusciva neanche a ragionare lucidamente, non poteva far altro che bearsi di quegli occhioni e di tutte le sfumature oro vicino alla pupilla, non si accorse che il moro si era avvicinato fino a quando dovette inclinare di molto il collo per guardarlo in faccia, vista la differenza di statura
"ti offrirei una cioccolata, ma devo scappare, ma mi sdebiteró" e dopo averle sistemato un angolo della sciarpa le passó accanto e sparí mescolandosi alla folla di gente, lasciando la ragazza incredula ancora ferma sul marciapiede.
Con una scossa si ridestó e facendosi forza sulle gambe tremanti si avvió verso casa, con non pochi pensieri per la testa, prese le chiavi e aprí il portone blu del suo appartamento e quando constató che sua mamma non era ancora tornata, si accasció sul divano, ma il suo riposo fu breve, mon ebbe nemmeno il tempo di chiudere gli occhi che il cellulare squillò e il nome di Roxy lampeggiava sullo schermo.
Mezz' ora dopo, quando chiuse la chiamata, Emma si trovó a correre in bagno per farsi una doccia, doveva ancora prepararsi per la festa, mentre l'acqua si scaldava chiamò sua mamma per avvisarla della festa, poi prese l'intimo e l'accappatoio per poi buttarsi a lavarsi e riempire il bagno di vapore e profumo alla lavanda del suo bagnoschiuma, uscita si avvolse nell accappatoio e dopo essersi asciugata infiló l'intimo e si mise una crema per il corpo sempre alla lavanda, una volta finito, frizionó i capelli con un asciugamano e mise la schiuma per farli arricciare, poi con la felicità di un topo morto si mise il vestito che le aveva consigliato,o meglio obbligato a mettere, Roxy mentre erano al telefono, poi si truccó e in fine mise le sue scarpe col tacco nere, non che uniche.

Infiló in una piccola pochette nera cellulare documenti e qualche banconota, poi si guardó allo specchio, il vestito viola le fasciava il corpo snello, le spalline formavano una bella scollatua, ma nulla di eccessivo, in vita aveva una cinturina nera e poi il vestito le scendeva aderente sui fianchi, le zeppe nere slanciavano la sua figura, anche se cominciavano già a farle male, i capelli erano semi raccolti in modo da non finirle in faccia e nascondere il trucco nero che le incorniciava gli occhi azzurri, sentí il campanello suonare, scese le scale cercando di non uccidersi su quei trampoli e poi uscí di casa afferrando un giacchino nero dall attaccapanni, avviandosi verso la macchina della sua amica
"wooow che figaggine"
Esclamò Roxy, vestita di tutto punto, un vestito nero molto attillato, e molto corto, le avvolgeva il corpo e sulla schiena aveva una profonda scollatura morbida, aveva numerosi braccialetti che tintinnavano ad ogni suo movimento sul braccio destro e le scarpe oro anche quelle e ovviamente altissime
"e dove le hai nascoste fin ora quelle gambe bellezza?"
Roxy scoppió nella sua solita risata vedendo lo sguardo omicida della mora
"pensa a guidare e sta zitta"
Le rispose, anche se aveva un gran sorriso stampato in faccia, non trovarono traffico e dopo dieci minuti stavano già parcheggiando
"siamo arrivate"
E come si faceva a non accorgersene? Erano in strada e la musica si sentiva benissimo, chissà che mal di testa le sarebbe venuto, prese un respiro profondo e dopo aver dato un'ultima occhiata alla casa si diresse verso l'ingresso seguendo Roxy che camminava decisa sul vialetto salutando tutti e facendo girare numerosi ragazzi che la guardavano quasi sbavando, entrarono nel salotto e la musica altissima perforó i timpani della mora, che si guardó in torno e, si, era cone immaginava, al centro del salotto cera la pista da ballo in cui i ragazzi si strusciavano su tutti e le ragazze ballavano in modo osceno, per fortuna ai lati della stanza c'erano due divani, ancora vuoti
"vuoi da bere?"
Roxy le si era avvicinata all' orecchio per parlarle e lei annuí,un po' di alchool nelle vene le avrebbe fatto più che bene, e entrambe si avviarono in cucina, il tavolo e i piani di lavoro erano pieni di bottigli di qualsiasi tipo e forma
"birra?"
Le chiese la rossa porgendole una lattina, ma lei rifiutò, scrutó le varie bottiglie presenti, poi le si illuminarono gli occhi quando in un'angolo notó una bottiglia nera, si avvicinó con gli occhi a cuoricino e la afferró, si giró per prendere un bicchiere, ma notó che Roxy era scomparsa, si affacció dalla porta della cucina e vide la sua chioma rossa al centro della pista, mentre ballava con Mark il capitano di qualcosa, sapeva che la rossa lo stava puntando da un po' quindi augurandole buona fortuna rientró in cucina. La musica era veramente alta e c'era un caldo soffocante, si era decisa a andare in salone e provare a divertirsi, ma l'unica cosa che era riuscita a fare era stata diventare tutt' uno con il muro, dato che di ballare non se ne parlava e i divani erano stati occupati da coppiette per pomiciare; i piedi le facevanp un male cane e la testa le pulsava, quindi tornò in cucina dove afferró un bicchiere e recuperó la bottiglia nera dal frigo in cui l'aveva riposta e aprendo la porta finestra uscí sul piccolo giardino sul retro, prese un respiro profondo e osservò il cielo nuvoloso, finalmente aria fresca, poi stando attenta a dove metteva i piedi si sedette sui gradini del portico e si versó un'abbondante dose di liquore alla liquirizia facendosi cullare dal caldo dolce che le riempiva la gola ad ogni sorso; era già al terzo bicchierino quando sentí dei passi dietro di lei, non se ne preoccupó molto, vedendo solo lei chiunque fosse sarebbe tornato dentro, e si stupí quando vide quel qualcuno sedersi accanto a lei, alzó lo sguardo per associare a quei pantaloni neri un volto, e si stupí quando vide Zayn intento a accendersi una sigaretta
"pensavo fossi sola,invece vedo che hai buona compagnia" ammiccó il moro in direzione della bottiglia che la ragazza teneva in mano
"bhe io...”

Abbassó lo sguardo imbarazzata non sapendo cosa rispondere, vedendola in difficoltà il moro rise
"non preoccuparti non c'è niente di male, e comunque hai buon gusto"
Lei arrossí ancora
"ne vuoi un goccio?"
Chiese nel panico, non sapendo cosa rispondere al ragazzo, ma da quando tutta questa confidenza poi?!
"volentieri"
Il moro le sorrise e prese la bottiglia che Emma gli stava porgendo, poi con naturalezza le sfilò il piccolo bicchiere di vetro dalle mani e lo riempî di liquido nero per poi buttarlo giù in un solo sorso, tutto sotto lo sguardo attento della ragazza che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, poi lui si voltó verso di lei sorridendole e le restituí il bicchiere poggiando poi la bottiglia tra di loro, seguirono minuti interminabili, in cui ognuno era assorto dai suoi pensieri, poi la mora, con coraggio, si voltó verso il ragazzo e proruppe
"come mai sei qui?"
Zayn non si mosse, rimase per qualche secondo a guardare il cielo, poi prendendo una nuova sigaretta e accendendola rispose
"Lucy mi ha invitato e sono venuto, mi piacciono le feste"
Lei lo guardó strano, ma poi insistette
"no, non qui alla festa ma qui, qui fuori con..."
Non finí la frase, non ne aveva il coraggio, ma fu sorpresa quando il moro guardandola rispose
"te"

lei lo guardó mentre faceva un tiro dalla sigaretta e tornava a guardare il cielo sospirando
"non lo so neanche io, so solo che non voglio stare dentro con tutta quella gente, ma qui fuori a guardare il cielo in silenzio"
La mora fu sorpresa dalla risposta, non pensava che Zayn fosse una persona capace di mettere più di due parole sensate in una frase, ma doveva ricredersi
"ah...ma...se vuoi rimanere qui, io posso andare e..."
Fece per alzarzi,barcollando per colpa dell'alchool che cominciava a fare essetto, non voleva disturbarlo, ma lui le poggió una mano sul ginocchio e la fissó sorridendole
"hey, con qui fuori, intendevo anche te Emma"
Emma, a sentirgli pronunciare il suo nome un brivido le aveva percorso la schiena, facendole rizzare i peli sulla nuca, wow suonava cosí maledettamente bene detto da lui, si sistemó meglio sedutta e lui le sorrise mostrando una dentatura perfettamente dritta e bianca che risaltava con la carnagione olivastra, lo osservó ed era proprio un bel sorriso, ma non di convenienza, come quello che aveva di solito stampato in faccia, no questa volta era un sorriso dolce, sincero, che non gli aveva mai visto, ma era decisamente il migliore, di rimando lei sorrise timida, e notó solo in quel momento che lui aveva ancora la mano poggiata al suo ginocchio e che non aveva intenzione di toglierla, anzi si mise a carezzarle la pelle candida con il pollice ancora in silenzio
"e se ti chiedessi di andare a ballare?"
Emma lo guardó strano, poi scosse la testa
"era quello che speravo"
Poi in uno scatto il moro annulló le distanze fra loro e si impossessó delle labbra della ragazza, all inizio non rispose, troppo incredula e sorpresa, poi si lasció andare e assecondó i movimenti del moro, era un bacio calmo, le labbra dei due si sfioravano, quelle carnose di lui accarezzavano quelle fini di lei, fino a quando lui spingendo la testa di lei verso la sua e mordendole il labbro inferiore chiese di avere di più, le sue labbra non gli bastavano più, voleva approfondire quel bacio che gli stava dannatamente piacendo, lei non glielo negó e schiuse le labbra rosa lasciando che le loro lingue si incontrassero cominciando prima a accarezzarsi, e poi una vera e propria lotta di cui il premio non era ancora stato definito, ma nessuno dei due voleva cedere, i loro corpi aderivano quasi completamente ma i ragazzi non ne avevano abbastanza di quel contatto, infatti entrambi attiravano l'altro a sè come se potesse scomparire, avevano i respiri corti, ma nessuno dei due voleva interrompere quel contatto, ma furono costretti per riprendere aria, le loro labbra si staccarono, ma non si allontanarono molto, infatti il moro teneva la mora tanto vicina che le loro labbra si sfioravano
"devo ancora offrirti una cioccolata io, non pensare di sfuggirmi dopo stasera"
Lei sorrise a questa affermazione e senza pensarci due volte riavvicinó le sue labbra a quelle del moro, voleva sentire ancora le sue labbra sulle sue, il suo sapore di tabacco mischiarsi col suo, la sua lingua muoversi con la sua, il bacio di prima era stato bellissimo, ma non ne aveva avuto abbastanza, così coinvolse nuovamente il moro in un bacio che lasciò entrambi senza fiato.

  
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