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Autore: sakura18    08/08/2014    0 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ciao a tutti ho un "annuncio" da fare. il 5 settembre partirò per il giappone e starò là per 13 giorni quindi non riuscirò a pubblicare il capitolo 14. sono già abbastanza avanti con il capitolo, quindi lo pubblicherò fine settembre/inizio ottobre scusate per il futuro ritardo, spero che avrete la pazienza di aspettare. ok... mmm sì penso di aver detto tutto, vi lascio con la lettura. ciao! ci risentiamo più avanti byby! :)  
 

Tredici
Terrificante

 
 
vanessa
 
   -signorina Vanessa, ne abbiamo catturati due- David e un altro servo tenevano due angeli con mani e ali legate. Perfetto, mi avvicinai a dare un occhiata alle prede, gli girai intorno e accarezzai le ali. Presi fra le dita una piuma e la staccai con forza. L’angelo si lamentò dal dolore e nel punto che avevo staccato la piuma fuoriuscì una gocciolina di sangue. La leccai, mmh delizioso.
   -hai fatto un ottimo lavoro, David e come ricompensa puoi prenderti quello- gli spinsi l’altro angelo contro il mio servo e iniziò a mangiare, non prima di avermi ringraziata. Alzai il mento di questo uccellino e gli piantai i denti nel suo collo. Sentì il suo sangue scendermi in gola. Così buono, dolce, il sangue può buono che ci sia. Questo era sangue puro, nessuna traccia di oscurità. Potevo sentire il sapore della gentilezza e della purezza. Lo prosciugai fino in fondo e lo lasciai cadere a terra senza vita. Mi ripulì.
   -hai scelto proprio bene oggi. Devi procurartene altri se dobbiamo lottare contro i licantropi.- David si inchinò e si congedò. “hey, Rosy, sto vendendo a prenderti!”
 
 
Hiroki
 
   Mi aveva perdonato, mi aveva perdonato davvero! “sono il ragazzo più felice al mondo” mi ritrovai a pensare sempre alla stessa frase, ero talmente felice che Rosy mi abbia perdonato che non riuscivo a dormire. Sorridevo come un idiota, ma un idiota felice. Mi rigirai e rigirai, ma vedevo solo il suo sorriso e prima che me ne accorsi si fece mattina e come ogni mattina mi toccò andare a scuola. Le lezioni finirono in fretta ed era già ora di pranzo. Andai in mensa.
   Quando mi misi a cercare il tavolo dove c’erano gli altri angeli, Francesca, Giulia e Valentina mi catturarono e mi portarono contro la mia volontà al loro tavolo.
   -hey, mi fate male! Posso venire anche da solo insieme a voi, mica scappo!- niente da fare, mi lasciarono solo quando mi sedetti.
   -ora dicci: dov’è Rosy?- mi accigliai. E ora cosa potevo dire? sono le sue amiche, dovrebbero sapere la verità, però… bisogna mantenere il segreto, per la nostra incolumità. Non potevo di certo spifferare a loro che Rosy era diventata un licantropo, verrebbero a sapere anche di me e dopo anche di tutti gli altri. No! Assolutamente no, non lo dirò mai, neanche se sono le sue amiche.
   -non lo so. Suo padre l’ha trasferita in un'altra scuola migliore di questa, io la vedo solo di pomeriggio e di sera qualche volta.- ci saranno cascate? Speriamo proprio di sì.
   -bugiardo!- Giulia batté le mani sul tavolo con forza e si alzò in piedi. Aveva un’espressione mai vista sul suo volto gentile. Che cos’era? Cosa nascondeva? Si accorse di quello che aveva fatto e fece una risatina nervosa mettendosi a sedere. -he! He! Scusate, è che non accetto il fatto che Rosy abbia cambiato scuola, così, su due piedi, senza dirci niente. Non risponde neanche alle chiamate e nemmeno ai messaggi e quando andiamo a casa sua non c’è mai nessuno. Mi sto preoccupando, tutte ci stiamo preoccupando.- ah! Ora capisco la sua reazione di prima, per un attimo sembrava che volesse attaccarmi e farmi sputare fuori la verità a forza di torture. Tutte le altre annuirono a quello appena detto da Giulia.
   -beh anche io sono preoccupato. La vedo pochissimo e sembra stia bene. Appena la vedrò vi darò notizie. Ok?- acconsentirono tutte, così mi alzai e raggiunsi il mio tavolo. Fiù, per un attimo ho avuto paura di Giulia. Mi rallegrai pensando che stasera vedrò Rosy.
 
 
Rosy
 
    -i vampiri si riconoscono subito. Primo: hanno un odore davvero tremendo, come di cadavere putrefatto. Più il vampiro è vecchio più puzza. Secondo: dall’aspetto. Il vampiro ha la pelle pallida, più del normale, come una bambola di ceramica. Loro possono nascondere il loro vero colore degli occhi e i denti, ma non fatevi ingannare, annusate bene. Le streghe e gli angeli, invece, è impossibile riconoscerli. Non li si riconosce nemmeno dall’odore, ma non importa, l’importante è poter riconoscere i vampiri. Questo è tutto! vi ho torturato molto oggi visto che era l’ultima lezione. Da oggi vi allenerete e basta, io vi aiuterò. Potete andare. Ciao!- che lezione straziante, abbiamo dovuto ascoltare come uccidere un vampiro, come uccidere un licantropo e altre cose che non avrei la forza di ricordare.
   In mensa c’era una strana agitazione, lo sentivamo tutti e per istinto ci mettemmo in allerta, non potevo annusare o ascoltare come gli adulti, ma avevo una buona vista –non ‘ che me faccia un gran ché, ma meglio di niente- mangiammo sempre guardando in giro, per cogliere un cambiamento in qualcuno di noi. Chissà gli adulti che odori sentono in questo momento, non vedevo l’ora di avere le loro stesse capacità.
   Appena finimmo andammo a cambiarci, oggi sarà una giornata speciale. Allenamento fuori dalla palestra. Mi abbracciai per riscaldarmi le braccia. Durante la notte fece una bufera e ora era tutto coperto di neve, aveva nevicato talmente tanto che mi arrivava alle ginocchia, facevo fatica a camminare figuriamoci ad allenarmi. Un impresa impossibile.
   -bene ragazzi, trasformatevi- trasformarci? E perché? Nessuno chiese niente e obbedimmo e ci trasformammo. Appena diventai lupo mi guardai intorno, c’erano lupi grigi, lupi neri, lupi bianchi e marroni. Luna era -come sempre- molto bella. Aveva il manto nero con le zampe bianche e una riga bianca che partiva dalla punta del naso fino in mezzo alle orecchie. Lei mi guardò e scodinzolò. Anche gli altri avevano delle macchie di altri colori e sfumature, erano tutti bellissimi. Io ero l’unica ad avere il manto rosso con la zampa destra bianca, il sottopelo nero e una macchiolina bianca nel centro del petto. Davanti a noi non c’era più Marco, ma al suo posto ora c’era un enorme lupo grigio, al suo fianco un altro lupo altrettanto grande, ma leggermente più basso e più snello e con il manto tra il biondo e il bianco. Quella dovrebbe essere Angel.
   “i giorni passati vi siete allenati quando eravate esseri umani. oggi vi allenerete da lupi. E ora cominciate a correre!” anche se non aveva aperto la bocca per parlare, sentì lo stesso la sua voce nella mia testa. iniziammo a correre. Era una bellissima sensazione sentire la neve sotto le zampe –anche se la neve mi arrivava quasi a metà zampa – correre in branco, tutti insieme è ancora più bello, la parte “brutta” potevo vedere e sentire i pensieri degli altri. Guardando i loro pensieri andai a sbattere contro un albero. Marco venne vicino a me e mi aiutò a rialzarmi, scossi la testa per togliermi la neve dalla testa e appena mi voltai, vidi Marco ringhiarmi contro con i denti scoperti e il pelo e coda dritti. Io appiattì le orecchie, abbassai la testa e misi la coda tra le zampe e raggiunsi gli altri. Appena mi allontanai un po’ da lui, raddrizzai la testa, le orecchie e la coda. Questo è il potere del capobranco? Non mi piace per niente. intravidi Luna in mezzo al branco, accelerai per raggiungerla, mi feci largo fra i lupi e finalmente la raggiunsi.
   “che è successo?”
   “niente. sono andata a sbattere contro un albero e Marco mi ha sgridata ringhiandomi contro” dentro la testa sentì delle risate di altri lupi che non conoscevo, insieme a quella di Luna. Quei lupi ci raggiunsero.
   “hai sbattuto davvero contro un albero? Ha! Ha!” che nervoso, non mi conoscono neanche e avevano il coraggio di prendermi in giro? Sentì che Infondo non lo aveva detto con cattiveria.
   “già, mi ero distratta, vedevo davanti agli occhi un pensiero di un altro e a quanto pare quel lupo aveva la strada libera senza alberi” i due lupi erano più bassi di me di cinque centimetri. Uno era un maschio –quello che parlava con me- e l’altro era una femmina dal manto bianco con sfumature nere intorno al collo e schiena. Il maschio aveva il manto marrone scuro.
   “ti sei fatta male?” era stata la femmina a parlare questa volta. Potevo sentire la sua preoccupazione. Scossi la testa.
   “no niente. ho la testa dura” sentì una punta di divertimento che proveniva verso di lei. Forte questa cosa di sentire cosa provavano gli altri lupi.
   “sei divertente. Io sono perla e lui è mio fratello Andrea” Andrea quindi aveva una sorella? Ma.. io e Luna non eravamo le uniche femmine in classe? Me ne sarò dormita una?
   “piacere, io sono Rosy e lei è Luna” corremmo insieme fin ché non finimmo l’allenamento. Marco ci portò fuori dal bosco dove eravamo partiti. Ora dovevamo lottare. Sarà ancora più pericoloso per noi avendo come unica arma i denti. La neve si colorerà di rossa. Marco e Angel fecero le coppie, Luna combatté contro Perla e io mi ritrovai un lupo dal manto nero carbone con occhi gialli. Bello era bello, ma faceva paura, appiattì le orecchie e feci dei passi indietro per la paura. No! Non devo tirarmi indietro. Mi ripresi e gli andai incontro, ci girammo intorno ringhiandoci contro.
   “non ho intenzione di perdere contro di te” gli dissi. Lui ringhiò ancora più forte, per farmi capire che lui era più forte di me.
   “neanche io”  rispose. Molto bene, lo attaccai alla gola e lui girò il collo e mi morse. Avevo sbagliato punto, mollai la presa e riprendemmo a girarci attorno. Questa volta non dovevo sbagliare, dovevo morderlo nel punto che non può girare la testa. Gli andai addosso, lui si alzò sulle zampe e lo imitai, non era più alto di me, cercai di morderlo nel muso, ma lui si spostava sempre, tornammo sulle quattro zampe, questa volta senza girarci intorno. Ci attaccammo subito. Facemmo molti rumori spaventosi, ci rivoltammo uno sopra l’altro in continuazione. Mi fece andare a sbattere contro un albero, mi scappò un lamento di dolore. Mi rialzai subito e continuammo la lotta. Non perderò mai contro di lui. Lo morsi svariate volte al collo facendolo sanguinare e ovviamente anche lui riuscì a mordermi le zampe e il collo. La neve intorno a noi era rossa.
   Dopo alcuni minuti individuai il punto esatto e ne approfittai. Non si accorse che aveva lasciato via libera al punto e lo morsi stringendo bene i denti. Lui guaì  forte. Era insopportabile, ma alla fine smise di lottare e si accasciò a terra, io lasciai la presa e lo guardai, avevo vinto. Marco venne verso di noi, sentivo quello che provava, era scioccato.
   “se questo era un combattimento vero, lo avresti ucciso. Brava Rosy, sei molto brava a lottare.” Scodinzolai involontariamente e appena me ne accorsi, smisi. Continuammo fin ché non diventò buio.
    Finalmente potevamo riposare. Io e Luna eravamo in camera, stese sul letto. Era stato un allenamento durissimo, le braccia mi facevano male, le gambe non le sentivo più, avevo ossa rotte, morsi e lividi. Per lo meno sarei guarita in poche ore. Solo un paio di ore. Non avevamo nemmeno la forza di parlare, ma sarà sempre così? Ogni giorno, ogni giorno sarà un allenamento sfiancante.
   Quando mi stavo per addormentare, sentì bussare alla finestra. Dolorante, provai ad alzarmi. Mi feci cadere a terra e pian, piano mi alzai appoggiandomi al letto. buttai un occhio a Luna. Dormiva già profondamente. Andai alla finestra e l’aprì facendo attenzione a non fare troppo rumore. Vidi Hiroki atterrare sulla ringhiera, mi spostai per farlo entrare.
   -scusa, non sono riuscito a venire prima- scossi la testa. Era buio fitto dentro la stanza, riuscivo a vederlo perfettamente, come se il sole stesse tramontando. Era vestito con una felpa blu e dei jeans bianchi con scarpe nere. La felpa era una di quelle con i cappuccio. Aveva i capelli tutti spettinati dal vento.
   -stai bene? L’addestramento è stato duro?- posò lo sguardo sul mio braccio, lo nascosi dietro la schiena. Questo braccio, lo sentivo ancora sanguinare. Lui mi si avvicinò e mi prese la mano delicatamente, la tirai indietro, non volevo che guardasse la ferita, mi scappò un espressione dolorante. Lo lasciai fare. Alzò la manica della maglia, ecco, ora la ferita era scoperta, sanguinava ancora molto. Ci era andato pensante quel licantropo. Hiroki mise la mano sopra alla ferita, senza toccarla e vidi una luce bianca provenire dalla sua mano, una luce lieve, ma visibile abbastanza bene con i miei occhi.
  
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