08/08/2014
2 recensioni“You told me yes
You held me high
And I believed when you told that lie
I played soldier, you played king
And struck me down, when I kissed that ring
You lost that right, to hold that crown
I built you up, but you let me down
So when you fall, I'll take my turn
And fan the flames
As your blazes burn”
Di più ancora avrei sofferto nel notare
che cupo t’atteggiavi a grande uomo
poiché il solo da cui tanto distanziavi
ero io, per il motivo che costrinse
tanti uomini ed eserciti al ritiro,
e i sospiri a fuoriuscire dalle labbra.
Nascosto mi tenevi, e spaventato
persistevi ad affermare che nessuno,
nessuno c’era di più forte del “più grande”,
soprannome tanto al lungo accarezzato,
da essere infine tramutato
in una condizione di armonia
fasulla;
e tu, grande bugia,
sorridesti nel constatare lieto
il mio ritardo nel trovare il mio talento
con amarezza, tristezza e passo lento,
scoperto grazie a chi, di cose sai, ne ha viste,
e riconosce i geni
al primo colpo, come fossero veleni,
da rimuovere dal corpo in tutta fretta.
Ed io geniale sono, tu lo sai,
di quel mio tanto desiderato dono
tu l’uso più comune ne facesti: nasconderlo per la falsa convinzione
che se mai nessuno se ne fosse accorto,
la chance avresti avuto di mostrarti
e seppellirmi al mondo eternamente;
d’altro canto, seppellito ti sei detto
non appena il nome “re” si è fatto avanti,
dandomi l’identità che sempre
hai ricercato scaltro,
per sentirne il peso e la richiesta
di persistente novità e progresso,
qualcosa che, in parte, ti appartiene,
ma solo sulle labbra del mio piccolo
prezioso combattente e gran guerriero,
che in statura non ti sfiora né raggiunge,
ma che nell’animo sbaraglia il tuo rigore.
Ti prego guardami mentre godo della vittoria
che così spesso mi hai negato per invidia
e uno spavento di esser separato dal successo
che da sempre ti pervade, dolce aroma,
e sempre ti distinguerà da me che sono
destinato a cose grandi,
grazie al sorriso
e al talento del migliore
cavaliere
della tavola di stracci.
Brucia il tuo stendardo
e la corona,
che da solo hai riposto sul tuo capo,
mi rotola ai piedi,
come un invito
risuona.
Oh guardami, occhi scuri, occhi gemelli:
guardami col tuo animo marrone,
torbido di rabbia e uno sconforto
che in futuro aiuteranno a ritornare
sul campo di battaglia e di sconfitta.
Guardami e concedimi di dire
“ho vinto, Grande Re, ho vinto su tutti”,
ché tanto nel tuo animo sapevi
del giorno in cui quel forte Re del Campo
sarebbe sorto sopra colui che,
col viso rigato dal pianto,
e un’amara ammirazione in fondo al cuore,
trafitto infin ti avrebbe vittorioso,
su un mucchio di legno, ghirigori
e sguardi affranti.
—
yo!
piccoli accorgimenti riguardo la fic:
> i pezzi "ma solo sulle labbra del mio piccolo..." e "grazie al sorriso e al talento..." sono entrambi riferiti a Hinata.
> ho immaginato che per il primo periodo in squadra Oikawa abbia tentato di nascondere il talento di Kageyama per paura che lo superasse, ho pensato che non l'abbia incoraggiato ma anzi lo abbia spesso sminuito nel tentativo di non fargli credere nelle proprie capacità; lo vedo molto invidioso di Tobio-chan.
> il titolo e il pezzo in Inglese sono presi dalla canzone "burn it down" dei Linkin Park, che mi ha ispirato tutto ciò.
erano ere che non pubblicavo su efp, ho pure creato un nuovo account tehee--
un commentino sarebbe gradito, comunque grazie per aver letto!