Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Angel_Mary    08/08/2014    2 recensioni
Attraverso le parole di Rita Skeeter, durante la finale della Coppa del Mondo di Quidditch tra Bulgaria e Brasile, fa sapere al Mondo Magico che Angelina Johnson ha lasciato la casa familiare per trasferirsi momentaneamente dai suoi genitori. Suo padre è malato, molto malato, ma una notte sua madre fa tornare Angelina a casa sua, da suo marito e dai suoi figli.
Dalla storia:
“Quindi, nonno Chris sta meglio?” chiese speranzosa e curiosa. Le avevano detto che il nonno non stava bene, ma sia lei che Fred speravano di poter tornare a giocare con lui. George stava ancora riflettendo su quale risposta dare alla figlia, che un ragazzino di undici anni, con ancora la voce impastata di sonno, rispose per lui “Roxy non dire sciocchezze. Nonna avrà spedito mamma a casa, perché non la voleva tra i piedi”disse sincero e triste.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley Jr, George Weasley, Roxanne Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Famiglia Weasley-Johnson ... pillole di vita. '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prompt: Telefonata.
Titolo: Il Buongiorno si vede dal mattino.
Autore: Angel_Mary su EFP
Fandom: Harry Potter
Personaggi: George Weasley, Angelina Johnson, Fred Jr e Roxanne Weasley
Genere: Slice of Life, Triste
Rating: Verde
Avvertimenti: nessuno
Lunghezza: 1.218 parole
 
Questa storia partecipa alla Challenge “Slice of Life” indetta da areon sul Forum di EFP:http://freeforumzone.leonardo.it/d/10511289/-Slice-of-Life-challenge/discussione.aspx
 
 
George si girò sul fianco destro. Allungò un braccio alla ricerca di Angelina, e resosi conto che effettivamente quella notte aveva dormito insieme a lui, la strinse in un abbraccio, mentre lei ancora dormiva.
Erano all’incirca due mesi che non dormivano insieme: suo suocere, Christopher, era molto malato e Angelina aveva sentito il dovere di trasferirsi per qualche tempo a casa dei suoi genitori, per aiutare sua madre a prendersi cura di suo padre. Era molto preoccupato per lei: l’aveva vista perdere peso, nascondere ai bambini le occhiaie e soprattutto parte della verità, Christopher era anziano ed era stato colpito da una grave malattia Babbana, difficilmente curabile. Angelina gli aveva spiegato più di una volta quali erano i sintomi, che cure potessero salvarlo e quali fossero le aspettative di vita che i medici Babbani prevedevano per lui. George era rimasto devastato da tutte quelle informazioni, e anche se aveva affrontato la morte di persone care più di una volta, era cosciente del fatto che questa volta, forse, non sarebbe stato in grado di comportarsi come i suoi figli si sarebbero aspettati da lui. Sospirò rafforzando la presa sul fianco della moglie, la quale strinse con forza la sua mano: aveva paura. Angelina si sentiva impotente, si sentiva combattuta perché la loro magia non sarebbe stata in grado di salvare suo padre, e questo li stava devastando tutti. Piangeva di nascosto tutte le volte che vedeva suo padre faticare nel ricordare i nomi dei suoi figli, o anche quando faticava a far uscire qualunque suono dalla sua bocca. Si strinse di più a George, cercando di farsi coraggio e di recuperare un pizzico di ottimismo dall’uomo che aveva deciso di stare al suo fianco; si voltò verso di lui, impaurita. George osservò i suoi occhi, così profondi e tanto tristi.
“Angie, non posso prometterti che andrà tutto bene” le sussurrò stringendola ancora di più “posso solo prometterti che non sarai mai sola, ci sono io con te. Sempre.” Angelina riaprì gli occhi, già pieni di lacrime, guardò George, il quale le baciò la fronte “preparo la colazione e sveglio i bambini. Rimani ancora a letto” disse risoluto. Angelina annuì e richiuse gli occhi, forse sarebbe riuscita a dormire ancora qualche minuto.
 
Quando George entrò in cucina, la prima cosa che notò quella mattina fu il telefono, mezzo di comunicazione Babbano, che Angelina aveva voluto in casa loro con tanto accanimento. Rimase ad osservarlo immobile, trattenendo il respiro a causa di una brutta sensazione. Era la medesima che aveva provato sedici anni prima durante la Battaglia di Hogwarts, quando Rookwood fece saltare in aria la parete. Era ancora immobile quando la piccola Roxanne richiamò la sua attenzione.
“Papà, ma mamma ha dormito qui?” domandò eccitata all’idea che la madre fosse in casa e che avrebbe trascorso un po’ di tempo insieme a lei. George sorrise, Roxanne era diventata grande e Fred avrebbe frequentato il suo primo anno ad Hogwarts.
“Si, Roxy, ma non andare a svegliarla, è molto stanca” rispose lui, agitando la bacchetta in modo tale che la colazione si preparasse da sé. Roxanne era contenta, dopo aver osservato il padre, continuò  “Quindi, nonno Chris sta meglio?” chiese speranzosa e curiosa. Le avevano detto che il nonno non stava bene, ma sia lei che Fred speravano di poter tornare a giocare con lui. George stava ancora riflettendo su quale risposta dare alla figlia, che un ragazzino di undici anni, con ancora la voce impastata di sonno, rispose  per lui “Roxy non dire sciocchezze. Nonna avrà spedito mamma a casa, perché non la voleva tra i piedi”disse sincero e triste. George aggrottò la fronte, visto che era della medesima idea del figlio, ma non era il caso di raccontare ai suoi figli cosa pensasse sul serio.
“Freddy, non parlare così a tua sorella” rispose, infine, George, atono. Roxanne fece un’espressione dispettosa, e senza perdere tempo rispose piccata “Si Fred, non mi parlare cosìì!”
George sorrie, direzionò i piatti pieni di frittelle sul tavolo della cucina, e prima di sedersi il suo sguardo cadde nuovamente sul telefono. Fece finta di nulla, anche se il suo istinto lo stava disperatamente avvertendo di qualcosa, ma lo ignorò “mangiate, la colazione è pronta”, servì sia Fred che Roxanne, i quali prima di prendere le loro forchette, si scambiarono uno sguardo complice intriso di significati: volevano bene entrambi al padre, ma da quando Angelina aveva smesso di cucinare per cause di forza maggiore, preferivano i pasti preparati dalla nonna paterna. George, conoscendoli, fece finta di non capire cosa stavano pensando i bambini e si divertiva sempre nell’osservarli. Vide Roxanne trattenere una piccola smorfia di disgusto, mentre portava la forchetta alla bocca, Fred ingoiò il boccone senza sentire il gusto, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di fiatare quando cominciò a squillare il telefono. George si gelò sul posto, i capelli si drizzarono ed ebbe la pelle d’oca: aveva paura di rispondere. Roxanne, alla fine, non resistette “papà, non rispondi?” lo esortò preoccupata. Fred gli urlò soltanto “mamma si sveglierà!”. A quelle parole, George si precipitò al telefono e alzò timoroso la cornetta “pronto …” si ammutolì. Era sua suocera, mentre la stava ancora ascoltando, continuava ad osservare i suoi figli: Roxanne abbracciava Fred, il quale stringeva una mano della sorella. George sapeva esattamente cosa fare “No, Roxanne. Sono diventati grandi, vengono con noi. Il negozio non è un problema, posso chiuderlo per il tempo necessario. Parlo con Angelina e siamo da te” rispose telegrafico, poi chiuse la telefonata. Sapeva che doveva rimanere lucido e l’avrebbe fatto per Angelina, per Fred e per Roxanne. “Finite di mangiare, e vestitevi. Dobbiamo andare da nonno Chris” disse docilmente ai figli. La bambina chiese, ancor prima che il fratello gliel’avesse potuto impedire “nonno Chris è andato a trovare zio Fred?”
George sorrise al pensiero di suo suocero e suo fratello insieme, “si, tesoro. Ora stanno insieme e zio Fred si prenderà cura di lui”.
Dopo aver sistemato velocemente i figli, George si precipitò da Angelina, e mentre apriva la porta della loro camera, si ricordò di un dettaglio che aveva dimenticato per un po’: avevano entrambi un telefono sui loro comodini.
Aprì agitato la porta.
Trovò Angelina seduta al bordo del letto, semi vestita, che osservava la cornetta di uno dei due telefoni e il tailleur nero che gli aveva chiesto di comprare. Appena lei avvertì la presenza del marito, sollevò lo sguardo: per loro fu sufficiente uno sguardo per capirsi.  
 
Note dell’Autore: questa storia è ambientata nel 2014, immediatamente dopo la Coppa del Mondo di Quidditch. Nella cronaca della finale della Coppa del Mondo, Ginny rivela a Rita Skeeter che Angelina si è dovuta trasferire a casa dei suoi genitori per assistere il padre malato. Nel mio immaginario, Christopher Johnson è un Babbano che ha sposato una Purosangue, Roxanne Thomposon. Mi dispiace di averlo fatto morire così, ma in q   uesto periodo ho avuto modo di pensare a lungo a mio nonno e a come, ormai dieci anni fa, mi venne detto che lui non c’era più.
Un bacio a tutti e uno in particolare ad areon.
Alla prossima!
Angel. 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Angel_Mary