Raggiungo la riva correndo, ed osservo i miei piedi sporchi di sabbia per un'ultima volta, prima che le gelide onde li puliscano. Un brivido di freddo mi attraversa la spina dorsale mentre sistemo dietro l'orecchio una ciocca umida di capelli. Incrocio le braccia al petto stringendomi da sola in un abbraccio, inspiro e mi lascio cullare dal ritmo ormai lontano di quella musica. 
Faccio qualche passo indietro e mi siedo sulla sabbia, poi giro la testa verso il locale da cui sono appena uscita. Ragazzi e ragazze ubriachi si divertono e ballano senza pensieri, e io provo per loro una forte fitta di gelosia.

Annuso il collo della felpa che indosso e mi tornano in mente troppe cose orribili. Me la sfilo e la getto in acqua, voglio allontanare il più possibile quelle scene da me. Ma le onde, che vanno e vengono a ritmo costante, la trascinano fino a farla tornare da me. 
Stringo i pugni e chiudo gli occhi cercando di pensare a qualcos'altro, per fermare le lacrime, ma non posso vedere altro che quel bacio.
Io e Josh stiamo insieme da quattro anni, ho donato a lui i momenti migliori della mia vita fino ad ora, e probabilmente non lo rivedrò mai più.

Le sue mani desideravano scoprire il corpo di quella ragazza, come le avevo sempre sentite desiderare solo il mio. 
Ansimava forte, come lo avevo sempre sentito ansimare solo per me. 
E con le sue parole mi aveva fatto male, come solo lui poteva farmene.
 

"Sembri triste"
Apro gli occhi e asciugo in fretta le lacrime. Sento un profumo maschile al mio fianco e mi volto verso l'uomo che mi ha parlato. Alzo le spalle e lo guardo con aria interrogativa. 
Ha dei folti e lunghi capelli ricci che gli ricoprono la testa. Un boccolo cade a coprirgli un occhio e lui se lo scosta di fretta, facendomi sorridere. Non riesco a vedere bene il colore dei suoi occhi nel buio della notte, ma noto le ciglia lunghissime, distinguo i lineamenti delicati del suo viso, la linea dritta nel naso, le labbra piene, il mento e gli zigomi non molto pronunciati. Il colletto della sua camicia bianca viene mosso dal vento. Mi porge un drink e si volta a guardare il mare, senza dire nulla e senza pretendere da me una risposta. 

Lo ringrazio silenziosamente per questo afferrando il bicchiere che mi sta offrendo, e facendolo scontrare delicatamente con il suo, poi osservo le onde e me lo porto alla bocca assaporando il liquido freddo.