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Autore: Vala    11/09/2008    0 recensioni
“Maria… “ sussurrò con le ultime forze mentre artigliava il cuscino sul quale lei si era seduta, ancora pregno del suo profumo fruttato “a presto, mia amata…”

Ai matrimoni non sono sempre tutti felici.
Genere: Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Evviva gli sposi! Congratulazioni!”.
Le urla di felicità della gente non gli facevano né caldo né freddo. Aveva il collo irritato dalla camicia troppo stretta e dalla cravatta ancora più stretta. Fosse stato per lui l’avrebbe volentieri gettata alle rose disposte in modo così ordinato lungo il viale d’ingresso alla chiesa, una chiccheria voluta dalla sposa che per l’occasione aveva un abito rosa pallido decorato con splendidi ricami di fiori. Era bellissima la sua Maria, un vero astro nascente, la luce della sua vita. Gli sorrise ed il suo cuore perse un battito.
Mentre aveva percorso a grandi passi misurati la navata centrale si era chiesto spesso cosa sarebbe successo se quel giorno di tanti anni prima non l’avesse soccorsa. Era stata aggredita da un branco di teppisti e lui, per difendere una giovane donzella in pericolo, si era precipitato al suo fianco…e le aveva prese di santa ragione. Davvero una pessima figura. Però a lei era piaciuto il gesto e da quel giorno aveva continuato a parlargli sempre più assiduamente, sempre più volentieri, sempre più confidenziale…strinse la mano della sua donna che camminava al suo fianco, la stoffa del guanto bianco morbida al contatto. Lei gli restituì la stretta. Era emozionata. Mai quanto lui.
Prese il suo posto come da programma e disse quello che doveva dire come da programma. Era davvero una visione la sua Maria, la sua gemma brillante. Bastava il suo sorriso, un suo gesto a renderlo perfettamente in pace con il mondo. Lei si voltò e lo guardò con gli occhi lucidi per l’emozione. Quanto avrebbe voluto stringerla tra le braccia in quel preciso momento ed urlarle tutto il suo amore.
“Scambiatevi gli anelli…” disse il prete.
Le bianche dita tremanti di Maria infilarono all’anulare la fede nuziale, simbolo del coronamento di un sogno, simbolo del matrimonio, simbolo di famiglia. Chi l’avrebbe mai immaginato che sarebbero giunti a quel fatidico giorno? Ed ora si trovavano lì, con le mani sudate e le spalle ben dritte a giurare amore eterno. La giusta conclusione di tutti i loro sforzi.
La coppia si voltò ed uscì dalla chiesa con incertezza, non ci credevano ancora. Erano davvero una bella coppia quei due, lei così angelica e lui così brutale con quei tatuaggi che spuntavano da sotto i polsini della camicia, preludio di un lungo disegno di serpenti intrecciati che si mordevano lungo la sua schiena muscolosa. Conosceva bene quei disegni, erano gli stessi che aveva visto quando aveva conosciuto la sua Maria, erano gli stessi che aveva preso a pugni nel tentativo di allontanare il teppista.
“Grazie… “ gli sussurrò Maria mentre usciva, il suo uomo al braccio.
A lui non restò che guardarla andare via, una stella tra le grinfie di un mostro, mentre il suo nuovo marito gli rivolgeva il suo solito sguardo, lo sguardo di chi è abituato a battere gli altri in tutti i campi, anche in amore.
Attese che tutti fossero usciti, disse alla sua donna di andare avanti, di non preoccuparsi. Era diventato bravo a fingere. Quando la chiesa fu completamente vuota, solo allora osò accostarsi all’altare dove si era consumato il sacrilegio peggiore di tutta la sua vita, unire una dea ad un orrore. Si inginocchiò e baciò lo scranno ove lei si era inginocchiata a capo chino a sussurrare i voti. Portò una mano sotto la giacca ed estrasse la pistola prendendola dalla canna. Non intendeva farne un cattivo uso.
La bocca da fuoco puntata alle tempie, lo scoppio dello sparo si propagò in tutta la chiesa. L’aveva fatto, aveva lavato con il suo sangue il sacrilegio. Era soddisfatto. Maria, non piangere per me, io ti aspetterò in cielo. E dall’esterno, con le ultime facoltà, poté udire il rumore di una macchina messa in moto, pronta per la partenza, direzione aeroporto, direzione luna di miele. Già immaginava la mano pallida di lei che si sporgeva dal finestrino per salutare le persone a lei care, già immaginava il suo volto sofferente perché non lo vedeva. Già immaginava l’esplosione del motore, le urla, il sangue. Si, aveva fatto un buon lavoro.
“Maria… “ sussurrò con le ultime forze mentre artigliava il cuscino sul quale lei si era seduta, ancora pregno del suo profumo fruttato “a presto, mia amata…” e spirò.
  
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