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Autore: Stranella    09/08/2014    0 recensioni
Sembrava che tutto fosse finito, che la pace fosse tornata nei distretti. Eppure non è così, qualcosa è cambiato e qualcosa è tornato..
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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2.

-Haymitch! Haymitch!- Erano cinque minuti che bussava alla porta ma niente, nessuna risposta. Katniss stava iniziando a preoccuparsi. Forse era andato in coma etilico, forse era morto. Prese una decisione che le avrebbe portato guai. Si fece indietro e con tutta la forza che aveva in corpo cercò di sfondare la porta.
Entrata la puzza di alchool e vomito invase le sue narici. Ma non era quello il problema, doveva cercare Haymitch, così iniziò a cercare per tutta casa, ma quasi tutte le stanze erano vuote. Ad un certo punto sentì un rumore provenire dal bagno e decise di entrare.
-Haymitch, che diamine stai facendo?- Il suo mentore era seduto nella vasca con in mano una bottiglia di vodka ed accanto a lui ce n’erano due vuote, che probabilmente aveva scolato quella mattina.
-H-hey bellezza!-
-Sei ubriaco. Di nuovo. Ora ti devo fare un bagno così parliamo.-
-E di cosa vuoi parlare? Del povero Peeta?- Katniss non gli diede retta, sapeva che non bisogna litigare con gli ubriachi. Così decise di far finta di non aver sentito. Prese un secchio di acqua calda con una spugna e senza spogliare l’uomo iniziò a lavare le parti del corpo scoperte.
-Ti vado a prendere dei vestiti puliti e cerca di non vomitarti addosso.- Haymitch era troppo ubriaco per comprendere quello che stava accadendo intorno a lui; non aveva neanche cercato di insultare Katniss mentre lo lavava. Dopo due minuti la ragazza si presentò con degli abiti puliti, anche se tutti avevano degli aloni di alchool che non erano stati tolti.
-Riesci a vestirti da solo?-
-Certo bellezza! Per chi mi hai preso? Non ho. Non ho bisogno di aiuto.- cercò di alzarsi ma la testa era troppo pesante e cadde nuovamente nella vasca con la testa tra le gambe.
-E’ ovvio che non ce la fai.- Con la massima delicatezza tolse i vestiti sporchi a Haymitch e gli mise quelli puliti.
Dopo aver fatto una tazza calda di the e aspettato che l’uomo si fosse ripreso, Katniss iniziò a fare tutte le domande che si era tenuta dentro.
-Allora Haymitch, hai sentito degli Hunger Games?-
-Certo che ho sentito, altrimenti perché ero nella vasca.-
-Come fai a sapere che quest’anno chiameranno te?-
-Come fai a dire il contrario? Haymitch era serio. Katniss non lo aveva mai visto così preoccupato, sicuramente sapeva di non avere speranze se fosse finito nell’arena.
-Allora cambiamo il patto.-
-Che intendi?- Ora si era fatto più curioso. Quella ragazza lo sorprendeva ogni volta che diceva qualcosa.
-Se chiamano te Peeta sicuramente verrà volontario. Se chiamano Peeta tu starai indietro, senza dire una parola.-
-Perché fai questo per me?-
-Non voglio vedere il mio mentore morire davanti ai miei occhi.- Detto questo Katniss si alzò ed uscì dalla casa, incamminandosi nuovamente verso casa di Peeta. Doveva informarlo di questo nuovo patto.
-E’ cambiato il patto.-
-Di cosa stai parlando? Dov’è Haymitch?- Peeta seguì Katniss in salone, dove si era già messa a sedere sul divano.
-Haymitch sta bene, si insomma si è ripreso. Comunque non sono venuta qui per parlare delle sue condizioni. Alla mietitura se chiamano te, Haymitch non si deve offrire volontario, ma se chiamano lui, tu di dovrai offrire volonatrio.-
-Bhe, questo era scontato, visto che non voglio stare a guardare mentre ti uccidono al forno.-
-Sei sempre così carino con le ragazze, vero?- Katniss iniziava ad oriare il comportamento di Peeta. Da quanto erano tornati a casa era cambiato tutto, forse era semplicemente cambiata lei.
-Si, io sono sempre carino. Sono le ragazze che non sempre sono carine con me!-
-Oddio no! Di nuovo? Basta con questa storia, non voglio sentire altro.- Zittendo con una mano il ragazzo, Katniss si alzò ed uscì da quella casa. Non voleva vedere Peeta per tutta la giornata, ma non fu così.
Entrata a casa trovò Effy che stava parlando con la madre. Appena vide la ragazza le andò in contro piangendo e la abbracciò.
-Oh, Katniss! Mi dispiace così tanto! Neanche noi a Capitol City ci aspettavamo una cosa del genere!.-
-Effy, non ti preoccupare. Me la caverò come ho fatto gli anni scorsi.- Era difficile dire quelle parole. Katniss non sapeva che ce l’avrebbe fatta veramente, ma doveva rassicurare chi le voleva bene.
Effy si asciugò le lacrime e fece un respiro profondo.
-Domani in Presidente Snow terrà un discorso.-
-E cosa dirà? Gurdate gente sono vivo e vi ucciderò?!-
-No katniss, parlerà della particolarità di questi giochi.- Effy si era fatta più seria. Non stava dicendo tutto, Katniss lo sapeva.
-E cos’altro Effy? Cos’altro accadrà?-
-Tu e Peeta dovete andare a Capitol City e fare un discorso sul vosto amore.- Katniss sbarrò gli occhi. Cosa ne avrebbe pensato Peeta? Come avrebbe reagito Gale? Doveva assolutamente parlargliene.
-C-cosa? No, non è vero. N-non è giusto.-
-Lo so Katniss.- Effy appoggiò una mano sulla spalla della ragazza. Tutti nel distretto sapevano della storia d’amore finita male tra Peeta e Katniss.
-Ma il Presidente Snow vuole questo, si vuole vendicare?-
-E di cosa? Che gli abbiamo quasi distrutto casa? Scusa se lui uccide intere famiglie ogni anno!- La ragazza iniziò a tremare. Non poteva immaginare una cosa del genere. Gale non l’avrebbe più guardata come sempre vedendo la ragazza che si baciava con un altro davanti alle telecamere.
-Gale!-
-Cosa cara?-
-Devo cercare Gale! Lo devo avvisare di quello che accadrà. Gli devo dire che lo amo.-
-Oh no cara! Non c’è tempo!- Katniss sbarrò nuovamente gli occhi. Che significava che non c’era tempo? Non avrebbe più potuto vedere Gale fino alla fine degli Hunger Games?
-Dobbiamo partite immediatamente! Stasera si terrà una cerimonia a cui dovete essere presenti e domani ci sarà il discorso.-
-Quando iniziano gli Hunger Games?-
-Non lo so, domani lo dirà il presidente.- Katniss corse in cucina, prese un foglio ed una penna e lasciò un biglietto a Gale.
“Gale, non ho avuto tempo di salutarti, anche se l’avrei voluto fare.
Ti amo, Katnip”
Una lacrima bagnò il foglio. Avrebbe voluto stringere Gale, lo avrebbe voluto baciare un’ultima volta, prima di finire nuovamente nell’arena, dove non sapeva se sarebbe riuscita a salvarsi.
  
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