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Autore: Marlowe    09/08/2014    6 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 5


 

CLARY


 

Quando Jonathan uscì dalla mia camera mi accasciai sul letto. Era stata una giornata snervante, mille sorprese, e non positive, tutte in una volta. Stesa su quel materasso morbido mi resi conto di quanto fossi stanca. Avevo dormito su un pavimento duro negli ultimi giorni e ora finalmente mi potevo rilassare, prima però volevo farmi una doccia.
Mi diressi verso la porta del bagno e quando la aprii rimasi piacevolmente sorpresa. Non era grandissimo ma oltre al lavandino e al gabinetto c’era sia la doccia che la vasca da bagno e optai per quest’ultima. Riempii la vasca e dopo essermi spogliata mi immersi dentro e non potrei trattenere un gemito di pura goduria. Avevo sempre riso di quei pazzi che si lavano con candele profumate e bicchieri di vino pur di passare qualche piacevole momento ammollo, ma ora capivo perfettamente l’attrattiva. L’acqua lavava via lo sporco e la tensione accumulata, il bagnoschiuma, guarda caso proprio il mio preferito al pompelmo, mi accarezzava la pelle. Lavai anche i capelli più e più volte facendoli tornare morbidi e lucenti. Ci misi almeno mezz’ora per lavarmi ma alla fine uscii, gli occhi non volevano saperne di rimanere aperti, avevo bisogno di dormire. Mi asciugai velocemente e presi un pigiama dall’armadio. Ignorai tutte le camice da notte e presi un paio di pantaloncini con la canottiera, come dormivo a casa.
Con gioia sprofondai in quel bellissimo letto, il sonno mi catturò all’istante.





Venni svegliata da qualcuno che mi scrollava una spalla. Aprii a fatica gli occhi e la prima cosa che vidi fu la faccia di mio fratello. Ad essere onesti Jonathan è indubbiamente bellissimo, tratti perfetti e carattere pessimo. Mi scrollai la sua mano dalla spalla e nascosi la testa sotto il cuscino, non volevo alzarmi ma lui non voleva proprio lasciarmi stare.
- Dai Clary è ora di svegliarsi.
- Non è vero è ancora presto
- Non fare la pigrona, dai ho organizzato una gita.
Una gita? A quest’ora del mattino? Socchiusi un occhio per vedere l’ora sulla sveglia vicino al comodino e con mio grande orrore scoprii che erano solo le sette del mattino. Ma era pazzo mio fratello? Non poteva organizzare gite nel pomeriggio come tutte le persone normali? Per andare dove poi?
- Insomma ti vuoi alzare o no?
- No! Lasciami dormire.
- L’hai voluto tu sorellina
Mi sentii strattonare la coperta, nonostante io cercassi di trattenerla sul mio corpo, quel perfido ragazzo riuscì a scoprirmi e in men che non si dica mi prese in braccio, mentre io continuavo a sonnecchiare fra le sue braccia tra l’altro, e mi buttò in doccia sotto un getto gelato di acqua fredda. Tutto il sonno mi passò all’istante e iniziai a imprecare in tutte le lingue che conoscevo, purtroppo solo una ma mi impegnai a fondo nell’insultarlo con termini tutt’altro che carini … ad un certo punto penso di averlo definito capra bionda insolente e fastidiosa o qualcosa del genere.
Lui intanto mi guardava divertito e quando capii il perché la voglia di prenderlo a sberle ritornò prepotentemente a farmi capolino nel cervello. Il pigiama mi si era attaccato alla pelle e l’acqua lo rendeva trasparente, quel biondo da strapazzo si stava godendo un altro spettacolo sotto la doccia!
Lo spintonai per uscire ed asciugarmi mentre lui continuava a ridersela.
- Allora sorellina passata la voglia di dormire?
- Direi di sì grazie a te, un risveglio del genere te lo potevi di certo risparmiare.
- Tu non volevi svegliarti e poi devo dire che il metodo che ho usato ha un lato vantaggioso.
Lo guardai malissimo, mi stava praticamente facendo una radiografia.
- Tu hai un qualche problema con le docce fammelo dire.
Si avvicinò a me abbracciandomi da dietro, potevo vedere il nostro riflesso dallo specchio posto sopra il lavandino. Oltre a percepire il suo corpo attaccato al mio, una mano posta sotto il mio seno e una sul ventre che mi premevano contro di lui, potevo guardare quello che faceva dal riflesso. Cosa vedevo? Un ragazzo biondo e bello che abbracciava una ragazza dai capelli rossi tutta bagnata, anche lui lo stava guardando,  gli piaceva quello che vedeva?
Con il viso si abbassò quel tanto che gli permise di sfiorare il mio orecchio con le labbra.
- Visto come siamo belli insieme? Lo vedi anche tu Clary?
Non risposi, non sapevo cosa dirgli, mi limitai a scuotere la testa per negare la sua affermazione.
- No? Peccato…
Sciolse l’abbraccio  e mi diede una pacca sul sedere. Sussultai più per l’offesa che per il dolore. Come si era permesso?
- Su principessa asciugati e vestiti siamo già in ritardo.
- E come mi dovrei vestire si può sapere?
- Un paio di pantaloni e una maglietta andranno benissimo, anche scarpe comode mi raccomando. Ti aspetto giù in salotto.
Quando finalmente uscì dalla mia camera mi sbrigai ad asciugarmi e a vestirmi, non  volevo che a causa di un mio ritardo si arrogasse il diritto di rientrare nella mia camera decidendo come vestirmi. Presi il primo paio di jeans che mi capitarono a tiro e una maglietta a maniche corte azzurra e una giacca giusto per evenienza.
Scesi le scale per raggiungere mio fratello, era davanti al caminetto, sembrava assorto nei suoi pensieri, non vedevo il suo allegro compare però.
- Ci hai messo poco!
- Sebastian non viene con noi?
- No quello se lo svegli presto di prima mattina è intrattabile per tutta la giornata e poi è una gita solo per noi due.
Si preoccupa se il suo amichetto diventa intrattabile e non se lo divento io? No perché svegliarsi sotto l’acqua ghiacciata non è esattamente il massimo, soprattutto per una che ama dormire come me.
Mi prese per mano, e lo lasciai fare dato le dimensioni di quella casa era meglio non perdersi, e mi condusse fuori in giardino fino alle stalle.
Iniziavo ad avere un brutto presentimento.
Presentimento che fu confermato quando vidi quelle bestie mostruose … i cavalli.
Ora ci tengo a precisare che io adoro gli animali, gatti, cani, uccellini, dinosauri mi vanno benissimo, non ho niente contro di loro, ma questi cosi a quattro zampe avevano la capacità di terrorizzarmi.
Ci ero già salita ad Idris, guarda caso proprio con mio fratello, e l’esperienza non mi era piaciuta per niente, preferivo farmela a piedi, ovunque fossi diretta, o nel peggiore dei casi usare una bicicletta anche senza il sellino piuttosto!
Jonathan sembrava a suo agio con questi animali, stava accarezzando uno stallone bianco sul muso, mi fece gesto di avvicinarmi a lui ma non ci riuscivo.
Mi faceva impressione, quegli occhi che ti fissavano e i denti! Ma che razza di dentatura hanno i cavalli? No e no, col cavolo che sarei risalita su quel coso, l’idea di avere una bestia potenzialmente pericolosa in mezzo alle gambe non mi piaceva per niente.
- Clary ti presento Warrior, ci accompagnerà nella gita di oggi.
- Io non ci salgo su quel coso.
- Perché no? Guarda che è buonissimo.
Giusto per dare conferma al padrone il suddetto equino mi fissò, sarò io che sono una persona prevenuta, ma mi sembrò di scorgere una luce maligna in quegli occhi. Ma come facevano le miei ex compagne di scuola a desiderare un cavallo come regalo? Non vedevano il loro lato malvagio?
- Ho detto no, io su quel coso lì non ci salgo.
- preferisci cavalcare da sola?
Orrore! Da sola in balia di un quadrupede? Scossi la testa energicamente.
- Allora andiamo, non ti fa niente, scommetto che se lo accarezzassi poi ti piacerebbe.
- Per farmi staccare una mano a morsi? No grazie.
- O quante storie.
Sellò il cavallo e senza darmi il tempo di scappare mi ci caricò sopra per poi salire dietro di me impedendomi di cadere o di scappare urlando, le due ipotesi erano entrambe fattibili.
Condusse Warrior fuori dalla stalla e poi al galoppo, cercavo di non pensare all’imminente male al fondoschiena e per distrarmi cercai di intavolare una conversazione con il persecutore biondo alle mie spalle.
- Allora dove stiamo andando?
- Sorpresa.
- Un indizio?
- No
Sbuffai contrariata, odiavo le sorprese.
- Piuttosto ti è passata la paura per i cavalli?
- No
- Non capisco il motivo, sono animali così belli
Belli? Mi trovava totalmente in disaccordo.
- Sarà come dici tu ma a me continuano a non piacere, non potevamo usare una bicicletta?
- Ma tu mi ci vedi su uno di quei trabiccoli?
- Perché no?
- Ma poi tu non hai detto di odiare i ciclisti?
- Sto iniziando a rivalutare la scala delle cose che odio, i cavalli stanno salendo.
- Invece io li ho sempre amati. Sono animali molto fedeli, per esempio io e Warrior siamo praticamente cresciuti insieme, uno dei rari regali di nostro padre. Al mio quinto compleanno si presentò con un puledro e mi disse di prendermene cura, è l’unica cosa bella che io abbia mai ricevuto da lui.
- E’ stato l’unico regalo che ti ha fatto?
- Certo che no, di solito mi regalava armi oppure preziose lezioni di vita, Valentine era un uomo piuttosto singolare. Invece nostra madre cosa ti regalava?
- Quando se li ricordava dici?
- In che senso?
- La mamma si dimentica spesso e volentieri le date importanti. Luke invece faceva in modo di prepararmi sempre una torta, mezza storta a dire la verità, mi regalava blocchi da disegno, matite, vestiti e libri fantasy di nascosto. Jocelyn invece preferiva portarmi fuori a cena, non è un asso in cucina, decidevo io dove e cosa ordinare, non avevamo molti soldi, quindi si limitava a questo come regalo. Una cena senza rischiare l’avvelenamento.
Jonathan stette in silenzio per un po’, non avevo idea a cosa pensasse ma aumentò la stretta sulla mia vita.
Warrior intanto procedeva spedito, la casa già non si vedeva più e io iniziavo a diventare nervosa. Se voleva portarmi in un bosco per uccidermi e occultare il mio cadavere? Anche se a pensarci bene poteva uccidermi anche in casa … però lì c’era Sebastian che avrebbe potuto impedirglielo.
Mi stava crescendo l’ansia.
Passarono i minuti e ormai mi stavo abituando all’andamento del cavallo fino a quando Jonathan non si fermò in una bellissima radura vicino a una piccola cascata. Sotto un albero c’era distesa una coperta da pic-nic con un cestino sopra.
Era un posto meraviglioso, l’ideale per un bel quadro.
- Eccoci arrivati.





JONATHAN

 

- Eccoci arrivati.
Scesi da Warrior con destrezza e afferrai mia sorella per la vita facendola scendere delicatamente, ogni volta mi stupivo di quanto fosse leggera, eppure mangiava la signorina.
Clary si guardava intorno meravigliata, si leggeva sul suo viso che il posto le piaceva e io ero contento di averci azzeccato ancora una volta.
Avevo passato la notte insonne per preparare tutto, avevo costretto gli addetti alla cucina a rimanere svegli per preparare tutto ciò di cui avevo bisogno.
Questa radura l’avevo scoperta per caso un giorno in cui ero scappato da Valentine e me ne ero innamorato, era isolato e tranquillo, il luogo ideale dove incominciare ad avvicinarmi a mia sorella. Nessuna interferenza esterna, poteva cercare di scappare ma conoscevo il territorio a menadito, ero in vantaggio su tutti i fronti.
- Ti piace?
Annuì con la testa. La presi per mano e la portai fino alla tovaglia che avevo sistemato. Il racconto dei nostri compleanni mi aveva lasciato perplesso. Pensavo che mia madre amasse Clary sopra ad ogni cosa, che in questi anni l’avesse coccolata e viziata e invece da quello che avevo scoperto indagando qua e la e dai racconti della ragazza al mio fianco, sembrava una specie di dittatrice. Asfissiante, troppo severa e in più si dimenticava il compleanno della propria figlia. Quel Luke invece iniziava a starmi simpatico, ogni volta che mia sorella parlava di lui le si illuminava gli occhi, provava un sincero affetto per lui, nascosto o no aveva tutta la mia gratitudine.
Ci sedemmo sopra la tovaglia e iniziai a tirare fuori tutte le vivande per la colazione, dal caffè alla torta di lamponi.
- Quello è caffè?
Annuì e lei lanciò un urlo estasiato, bastava della comunissima caffeina a renderla felice?
- Ti piace?
- Bè se davvero vuoi conoscermi Jonathan devi sapere una cosa fondamentale di me, io amo il caffè, se non lo bevo alla mattina divento cattiva e intrattabile.
- Lo terrò a mente, torta?
- Oh sì
Praticamente ne divorò metà. Amava davvero tanto quei piccoli frutti rossi.
Consumammo la colazione in silenzio, ma uno di quelli rilassati e quando entrambi finimmo presi Clary per mano per farle vedere la radura.
Non protestò, si lasciò portare dolcemente e questo mi rese felice, pensavo di dover litigare con lei per farle fare questa gita, invece lei era tranquilla e sembrava piacerle molto. La portai vicino alla cascata.
- Che peccato non avere niente per disegnare questo paesaggio.
- Non ci ho pensato mi dispiace.
Mi guardò stupita, bè cosa ho detto di strano?
- Cosa c’è? Ho qualcosa in faccia?
- No no è che hai detto che ti dispiace, insomma ti sei impegnato davvero tanto allora
- Certo che sì, le cose o si fanno bene o non si fanno.
Ridacchiò divertita, non l’avevo mai vista ridere in mia presenza.
Le accarezzai il viso, affascinato da quello che vedevo, Clary non disse niente, non mi fermò, si irrigidì solamente ma mi lasciò fare e questo mi rese ancora più intraprendente. Mi chinai a baciarle una guancia, delicatamente, lasciai piccoli baci, fino ad arrivare a sfiorare la sua bocca. L’avevo già baciata una volta e ora finalmente riassaggiavo quella bocca. Da un iniziale sfiorarsi il bacio divenne passionale, con una mano le inclinai la testa per farlo diventare più profondo. Con la lingua cercai l’accesso alla sua bocca chiusa, le mordicchiai il labbro inferiore finchè non la socchiuse. Per l’Angelo, era inebriante. Avrei potuto baciare quelle labbra per l’eternità, dovemmo però staccarci per la mancanza d’aria e lei distolse lo sguardo per non guardarmi in faccia. Non importava, avevo ottenuto una grande vittoria oggi.
Passeggiamo ancora per un po’, mano nella mano, come una coppietta, quante volte avevo sognato una cosa del genere? Io e lei da soli, mancava solo il fatto che lei non fosse innamorata di me, ma ero sicuro di riuscire a conquistarla.
- Si è fatto tardi che dici torniamo a casa?
- Di già?
Non voleva andarsene! Voleva rimanere con me, si può gongolare per una cosa così stupida?
- Forse non te ne sei accorta ma sono le tre del pomeriggio, e ci vuole un’altra oretta per tornare a casa, anche se è un bel posto al tramonto le foreste non sono mai sicure
- E va bene
Raccolsi la tovaglia e il cestino, feci salire Clary su Warrior e io salii dietro di lei, pronti per tornare a casa.
Cavalcammo in silenzio e una volta raggiunta casa la lasciai andare in camera per darsi una rinfrescata prima della cena, sembrava turbata, forse il bacio aveva sortito un effetto positivo, potevo sperare.
Mi diressi in biblioteca e trovai Sebastian seduto su una poltrona.
- Era ora, iniziavo a sentirmi abbandonato! Tutto solo, in questa grande casa.
Che amico melodrammatico mi ero trovato.
- Allora la gita è andata bene? Hai un sorrisone da un orecchio all’altro, sembri lo Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.
- L’ho baciata!
Sebastian si alzò e mi si avvicinò, mi afferrò il mento e mi girò il viso a destra e sinistra, che stava facendo?
- Strano
- Che cosa scusa? E lasciami la faccia
- Non hai nessun segno di schiaffo!
- Certo che no! Ha ricambiato il bacio.
- Bel colpo amico, è un grande passo! Ma mi raccomando non calcare troppo la mano, potrebbe sfuggirti lo sai. Dopo il bacio cosa è successo? Dettagli dettagli.
- Sembri una vecchia pettegola, non è successo niente, è rimasta pensierosa per tutto il tempo, evidentemente le è piaciuto e la cosa l’ha turbata.
- Ben fatto amico, continua così, non esagerare ma non darle nemmeno troppo tempo per rimuginarci su. Inizia a piegare il suo corpo, rendila dipendente da te, accidenti sei per metà un demone della lussuria, sfrutta questo lato e vedrai che l’amore verrà da sé.
- Non è un cattivo suggerimento sai? Non ci avevo pensato.
- Per fortuna che c’è Sebastian tuo altrimenti ti comporteresti come un cavernicolo.
Sbuffai, dovevo ottenere assolutamente l’amore di Clary, ogni mezzo era lecito, da ora in avanti avrei giocato anche sporco.



ANGOLINO MARLOWE

Salve gente e buon weekend! Anche oggi una schifosa giornata di pioggia ormai mi sto deprimendo così tanto che mi sta passando la voglia di scrivere, infatti non sono molto soddisfatta di questo capitolo. Lo stregatto, pardon intendevo Jonathan, è riuscito ha baciare Clary senza che nessuna posata gli venisse conficcata in un occhio, facciamo progressi che dite? Ma perchè lei è rimasta così pensierosa? Dite che potrebbe già cambiare idea? Sappiate però che io non ho niente contro i cavalli, anzi mi piacciono ma a Clary no, diciamo però che fra un cavallo e un leopardo delle nevi io sceglierei quest'ultimo. Finalmente sono in ferie! Due pidocchiose settimane ma almeno mi posso rilassare! Mar è tanto felice. Recensiteeeeeeeeeeeeeeeee!
Kiss
Mar 

 

  
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