Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    09/08/2014    3 recensioni
Il filo rosso del destino è una leggenda popolare di origine cinese diffusa in Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
Questa FF prende spunto da questa leggenda e si articola liberamente partendo dalla fine del volume 49. Sono 17 capitoli.
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Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15



Fujimura Masumi



Se in passato aveva pensato che Sakurakoji avrebbe potuto essere un problema, si dovette ricredere quando Karato iniziò a portargli foto di Akira Kimura che parlava con Maya al Nittei, o ad una conferenza stampa, o che le apriva lo sportello della macchina. Il suo collaboratore gli aveva assicurato che Maya lo trattava con completa indifferenza, era educata, ma solo per ciò che imponeva l’etichetta.

Il culmine l’aveva raggiunto tre giorni prima riuscendo ad ottenere da lei il consenso per una cena in un ristorante a Ginza. Quando Karato gliel’aveva detto, Masumi si era chiuso in un silenzio ostinato. Per cercare di non pensare a ciò che sarebbe potuto succedere, situazioni di cui lui stesso si era approfittato in passato, si buttò a capofitto nel lavoro convincendosi che avrebbe dovuto dare fiducia a Maya. Si stava occupando di una grossa acquisizione e gli serviva tutta la concentrazione necessaria.

Diverse ore prima dell’appuntamento fra Maya e Kimura, Masumi era impegnato in una riunione fondamentale nella sala all’attico e con lui c’era Mizuki che stava conducendo abilmente il gioco. Presto avrebbe potuto lasciarle completamente la gestione della Rainbow. Era così perspicace e altamente preparata che spesso anticipava perfino le sue mosse, indovinandole perfettamente.

Verso metà pomeriggio la riunione finì e la transazione si concluse con soddisfazione per entrambe le parti. Il Presidente della Kusanagi e i suoi avvocati vennero accompagnati alle auto e quando Masumi si tolse la cravatta gettandola sulla scrivania, Mizuki alzò un sopracciglio perplessa.

Normalmente lei non ha atteggiamenti così disinvolti in mia presenza, signor Masumi… È per caso nervoso perché Maya andrà a cena con il bel Akira Kimura? Ho anche io qualche spia…

- Ha fatto un ottimo lavoro, Mizuki, il suo intuito mi è davvero prezioso - le disse di spalle versandosi un whisky ambrato.

- Erano già predisposti alla vendita. Il figlio minore di Yoshida è in prigione e dovranno sostenere delle spese processuali altissime… - lo informò con una punta di orgoglio quando lui si girò sorpreso.

- Vedo che mi ha osservato bene negli anni… - constatò, quello era un dettaglio che Masumi Hayami avrebbe saputo, ma di cui lui questa volta non si era informato.

- È stato un buon sensei - acconsentì lei appoggiando la cartellina piena di documenti sulla scrivania.

- Sta trascorrendo molto tempo con Maya - le disse all’improvviso - Perché? -

- È una ragazza simpatica e ha bisogno di un’amica sincera - rispose con sicurezza, non aveva alcuna necessità di nascondere niente.

- È merito suo quell’abbigliamento più… adatto? - indagò incuriosito. Karato gli aveva riferito dei loro costanti spostamenti in decine di negozi e anche in un atelier famoso di Tokyo.

- In parte, ma se dovesse domandarselo, non lo sta facendo per lei - aggiunse sorridendo.

- Non l’ho chiesto - borbottò piccato lui finendo il liquore e versandolo di nuovo.

- Sempre servendomi del mio intuito e sperando che lei non mi licenzi, le posso suggerire di raggiungerla al ristorante? Questo le impedirebbe di ubriacarsi inutilmente adesso e magari eviterebbe a Maya una brutta serata… - Masumi si voltò di scatto ma Mizuki non rimase affatto impressionata dallo sguardo glaciale che lui le rifilò. Bevve dal bicchiere e si voltò verso il sole che stava tramontando.

- Le avevo detto di prestare attenzione, Kimura è senza scrupoli - mormorò con la voce arrochita dal liquore.

Mizuki non riuscì a trattenersi e ridacchiò.

- Se Maya ha tenuto testa a lei per sette anni può farlo con Kimura per due ore… - gli fece notare senza pietà - Piuttosto, signor Masumi, mi sembra di capire che lei abbia particolarmente a cuore le altre… amicizie maschili di Maya - lui non si voltò, ma fu evidente che si irrigidì come un pezzo di legno e rimase in silenzio.

- È riuscito a trovare una soluzione migliore per proteggerla che non sia regalarle tutte le sue aziende? - insisté lei, ma Masumi rimase ancora in un ostinato silenzio.

- Il suo intuito ha qualche suggerimento da darmi? - le chiese dopo diversi minuti in cui nessuno dei due aveva proferito parola.

- Lei che trova una soluzione per ogni affare, anche il più complesso, si affiderebbe al mio intuito femminile? Oh, signor Masumi, lei a volte mi meraviglia davvero! - ridacchiò Mizuki.

Masumi si voltò e appoggiò il bicchiere sulla scrivania, poi si sedette.

- Qui non si tratta di comprare un’azienda o convertire una linea di produzione dove avrei usato il cervello - la fissò intensamente e lei ricambiò lo sguardo senza alcun timore.

- Allora usi il cuore, sono convinta che lì dentro troverà la soluzione giusta - gli suggerì raccogliendo la cartellina e voltandosi per andare via.

- Lei ha già la soluzione, vero? - le domandò a bruciapelo.

- Ce l’ha anche lei signor Masumi, ha solo paura di ammettere che sia quella giusta - uscì e chiuse dietro di sé la doppia porta a vetri lasciandolo solo.

Masumi finì il liquore e prese il telefono componendo un numero.


Due ore dopo stava attraversando la sala principale del noto ristorante di Ginza. Si era ripetuto più volte che era una pessima idea, ma qualcosa lo aveva spinto lì e, nonostante la bellissima donna al suo braccio e tutte quelle che dai tavoli gli lanciavano occhiate eloquenti, non riusciva a trovare l’unica che gli interessasse. Raggiunsero il loro tavolo e iniziarono la cena. L’attrice che era con lui era una conversatrice acuta e intelligente oltre che innegabilmente attraente. L’abito nero lungo senza spalline sembrava disegnato addosso al suo corpo perfetto, ma lui aveva in mente solo Akira Kimura.

- Mi sono domandata per settimane come hai potuto rinunciare al patrimonio degli Hayami… avresti potuto sposarmi, prima! - gli disse mettendo il broncio.

Masumi sorrise a quelle labbra perfette arricciate all’insù.

- Era qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa… - mormorò sovrappensiero, lo sguardo distante.

- Sai chi c’è qui stasera al tavolo vicino alla vetrata dietro di te? - sussurrò avvicinandosi con fare cospiratore. Lui scosse la testa divertito.

- Akira Kimura… non è il nuovo CEO della Daito Art Production? - gli domandò sempre a bassa voce - Se dovessi scegliere fra voi due sinceramente sarei in imbarazzo - ridacchiò. Masumi fece finta di niente, ma una scossa gelata gli attraversò la schiena.

- Mi sembrava tu fossi fidanzata… - le fece notare e lei mise di nuovo il broncio.

- Fidanzata non significa che sono diventata cieca all’improvviso. Akira Kimura ha una profonda voce che mette i brividi dappertutto e quegli occhi verdi… mmm - sussurrò languida - Non c’è donna che possa resistere, neanche quella che è con lui adesso -

- Davvero? La conosci? - chiese disinteressato mentre il suo battito accelerò improvvisamente.

- Credo di sì… Quando eri alla Daito mi pare abbia anche lavorato per te, quella ragazzina che interpreterà la Dea Scarlatta… -

- Maya Kitajima - concluse lui al posto suo.

- Esatto! È lei - annuì l’attrice osservandolo qualche istante sorridendo e comprendendo - Mi ero domandata quale fosse il motivo di questa cena improvvisa… adesso ho capito. Vuoi portare via quell’attrice alla Daito? - valutò lei finendo il dolcetto che aveva davanti.

- Non è di Kimura - replicò troppo bruscamente per poter ancora celare il suo reale interesse.

- Non ho mai detto che lo fosse - gli strizzò l’occhio e si accomodò meglio sulla sedia - Non vuoi che ti dia una mano? - gli suggerì e lui la fissò imperturbabile - Sono un’attrice, reciterò, anche se non mi dispiacerà affatto stasera… la terrazza di questo ristorante d’inverno viene chiusa ed è bellissimo osservare la città da lì. Per raggiungerla dovremo passare vicino al loro tavolo - non attese il suo consenso, si alzò e lui fu costretto a fare altrettanto. Le porse il braccio e lei ci si avvolse sinuosa come una sirena.

- Ne vale la pena? - gli sussurrò mentre camminavano verso la terrazza, ma Masumi non rispose mantenendo lo sguardo fermo avanti. Appena furono vicini l’attrice se ne uscì con una squisita risata cristallina, femminile e morbida che attirò l’attenzione dei tavoli vicini. Un brusio sommesso serpeggiò intorno finché l’attrice ottenne ciò che voleva.

- Guarda, guarda chi c’è… - la voce di Kimura fu il pretesto perfetto e Masumi ringraziò silenziosamente la sua bellissima accompagnatrice.

Maya seguì lo sguardo di Kimura con la speranza di distrarsi da quella cena noiosa e ripetitiva. Ad ogni proposta di contratto con la Daito, Akira aggiungeva zeri agli yen del suo compenso così adesso era curiosa di capire dove sarebbe arrivato. L’avvocato Akihiro le aveva dato un po’ di dritte su come gestire questi colloqui e lei le stava applicando tutte.

Quando si rese conto di chi aveva davanti si pietrificò per la vergogna anche se in realtà non avrebbe dovuto avere niente di cui essere imbarazzata.

- Kimura - lo salutò freddamente Masumi, poi spostò lo sguardo su Maya che era terrea.

Maya rimase immobile. Una donna bellissima si teneva al suo braccio con una confidenza che non poteva essere equivocata.

Quella è Ayase Haruka, l’attrice! Perché sono qui? Perché è con lui? Che stupida sono, per lo stesso motivo per cui Akira è con me…

Maya abbassò lo sguardo mentre i due uomini si scambiavano fredde battute di circostanza e lei cercava di ricordare le piccole regole basilari di buona educazione che Saeko stava cercando di inculcarle. Ayase Haruka era meravigliosa, il volto ovale e perfetto, labbra piene e morbide, un fisico da modella che riempiva quel vestito come se le fosse stato cucito addosso.

Kimura si alzò, e lei lo imitò, presentando le due ragazze e spezzando così quel velo di imbarazzo che era calato.

- Sono davvero lieta di fare la tua conoscenza, Maya - Ayase le porse la mano e il suo voltò si illuminò con un caldo sorriso, il tono subito confidenziale.

- Anche io, Ayase - annuì Maya che rivalutò il primo impatto avuto di quell’attrice che sembrava invece disinvolta e simpatica. Per fortuna aveva indossato uno dei nuovi abiti che aveva preso con Saeko, non era lungo come quello di Ayase, aveva le spalline ed era antracite, ma il tessuto di seta lavorata era squisito e le era piaciuto subito quando l’aveva visto.

- Perché non andiamo sulla terrazza? È chiusa e riscaldata, la città è bellissima vista da lì - propose allegra Ayase facendo un impercettibile movimento avanti che obbligò Masumi ad assecondarla, Kimura a porgere il braccio a Maya e non rese necessario alcun consenso alla proposta che aveva fatto.

Sarà arrabbiato? Akira mi ha così tormentato che ho pensato di chiudere questa faccenda una volta per tutte accettando infine il suo invito… forse avrei dovuto avvisarlo… perché finisco sempre in questi guai?

Sospirò e sentì la mano di Akira sulla sua.

- Va tutto bene, Maya? - le sussurrò e sembrava sinceramente preoccupato - So che in passato hai avuto degli screzi con la Daito e Masumi Hayami, ma io non sono lui, ricordalo. Se ti infastidisce possiamo andare via -

Per poco Maya non scoppiò a ridergli in faccia.

Che situazione assurda… se sapesse tutta la verità…

- La ringrazio ma sto bene. Ayase è molto bella - era meglio portare il discorso sull’attrice.

- Lo è anche lei, quando parla di teatro i suoi occhi si illuminano come stelle - disse e Maya arrossì. Masumi udì quell’ultima frase e la sensazione di rivedere se stesso gli gelò il sangue nelle vene.

- Che meraviglia… - mormorò Maya avvicinandosi alla balconata di pietra sormontata dalla verandatura che si piegava diventando un soffitto trasparente da cui si vedevano tutte le stelle.

- Vengo spesso in questo ristorante e questa terrazza è il mio luogo preferito - Ayase si avvicinò a lei appoggiando le mani sul vetro freddo.

- Si vedono le stelle - mormorò Maya sognante.

- Oggi è una nottata particolarmente limpida - ammise Masumi affiancandosi all’attrice mentre Kimura si avvicinava a Maya.

- Quella è la cintura di Orione? - domandò Maya indicando le tre stelle in fila della costellazione a forma di clessidra.

- Sì - rispose sommessamente Masumi e Ayase e Kimura alzarono gli occhi - La sua stella più brillante è Rigel -

- E quella laggiù a sinistra così brillante? - Maya teneva gli occhi sul cielo notturno e Masumi si voltò a guardarla.

- È Sirio, del Cane Maggiore - spiegò accendendosi una sigaretta.

- Conosci le stelle - asserì Ayase sfoggiando una confidenza davvero pronunciata.

- Sì - rispose Masumi troncando l’argomento.

- Signor Kimura, sinceramente mi aspettavo dalla Daito almeno un tentativo di contatto con il mio manager… sono davvero delusa… significa che valgo così poco come attrice? - si spostò muovendosi lieve e lo raggiunse.

- La proposta per lei è sulla mia scrivania e sono convinto che la alletterà a tal punto che lascerà la Rainbow - le confidò spostando lo sguardo su Masumi.

- Masumi, hai sentito cos’ha detto? - si girò di scatto meravigliata - Devi preparare una contro proposta, non vorrai mica che io me ne vada, vero?! - si lamentò sconcertata.

Per il modo in cui gli si rivolge deve conoscerlo da tanto tempo… chissà se loro…

- Vedremo - promise Masumi sorridendo.

- E di quanto si tratterebbe, esattamente? - Ayase prese Kimura sottobraccio e lo trascinò lungo la terrazza fino alla parte opposta. Maya li vide allontanarsi, mentre lei parlava fitto fitto e Akira cercava di rispondere a tutte le sue domande.

- Perché hai accettato il suo invito? Ti avevo detto di fare attenzione - la interrogò avvicinandosi. Maya sollevò lo sguardo e lui ci vide dentro quella scintilla che molti anni prima l’aveva fatto innamorare perdutamente di una ragazzina.

- Per chiarirgli una volta per tutte che non ho alcuna intenzione di accettare un contratto con la Daito! - sibilò stringendo i pugni.

- Avresti dovuto accettare la mia idea, adesso questo problema non ci sarebbe - le fece notare lui voltandosi verso la città.

- Non c’è alcun problema e riesco perfettamente a gestirlo! - alzò la voce irritata e alcuni ospiti del ristorante che stavano arrivando sulla terrazza si voltarono incuriositi.

Come riesce a farmi sempre perdere le staffe?!

- Mi ricorda alcuni battibecchi che abbiamo avuto in passato... - le sorrise in un modo così affascinante che lei dimenticò ogni cosa e arrossì.

- Che ho detto di strano? Perché sei imbarazzata? -

- Niente, è che io… non mi abituerò mai a tutto questo… - mormorò abbassando lo sguardo.

- Tutto questo? -

- Sì… questo mondo… il vostro - e si girò anche lei verso la città.

- È solo questione di tempo - la rassicurò Masumi.

- Sono felice che tu sia qui - sussurrò all’improvviso, quando gli era vicino tutte le tensioni se ne andavano e la paura per la prima della Dea Scarlatta diventava sopportabile. Sentì la mano grande e calda coprire la sua e il cuore prese a batterle all’impazzata.

- Anch’io - rispose seriamente Masumi girandosi a guardarla.

Ti porterei via subito da qui se tu me lo chiedessi, senza curarmi di chi abbiamo intorno…

- Vorrei che tu mi portassi via da qui - mormorò dando vita ai suoi pensieri e incrociando il suo sguardo limpido.

- Maya… - stava per prenderla in parola quando lei lasciò la sua mano e si discostò.

- Ma devo risolvere con Kimura, il mio camerino è pieno di fiori e non si respira più… - gli sorrise mestamente e si incamminò lungo la terrazza verso l’altra coppia.

- Sono davvero dispiaciuta, Maya! Ho approfittato del tuo accompagnatore fin troppo! - Ayase strinse il braccio di Akira con un gesto disinvolto - Akira, aspetto un invito da te, allora… - gli mormorò chiamandolo per nome.

- Non mancherò, prometto - rispose lui con un sorriso.

- Maya, è tutto tuo! Mi raccomando estorcigli tanti soldi! - e scoppiò a ridere avvicinandosi a Masumi.

- Pare non sia una questione di soldi… - mormorò Kimura guardandola - Proveremo altre strade, chissà magari… -

Ayase sentì distintamente il suo cavaliere irrigidirsi, si voltò lentamente a guardarlo, poi spostò lo sguardo su quella giovane attrice che era carina, ma di sicuro non bucava lo schermo, lo riportò su di lui e ogni cosa le fu chiara. Non voleva affatto portarla via alla Daito, l’integerrimo Masumi Hayami era innamorato di lei…

Maya vide Ayase allontanarsi al braccio di Masumi, si fermarono poco distanti, si sedettero ad uno dei tavolini e subito un cameriere gli portò due calici.

- Avete raggiunto un accordo? - gli domandò Maya per riprendere il discorso e togliersi dalla mente il calore della sua mano sulla pelle.

- Non ancora - ammise lui con un sorriso di chi la sapeva lunga - Ma la porterò via alla Rainbow, la vogliamo in una nostra serie televisiva che ha già in programma cinque stagioni… -

- Ottiene sempre quello che vuole? - si voltò a guardarlo appoggiandosi alla balaustra, nonostante la veranda fosse riscaldata si cinse con le braccia rabbrividendo.

- Sempre - le sorrise lui togliendosi la giacca e mettendogliela sulle spalle. Maya rimase di stucco per il gesto ricordando quante volte Masumi Hayami lo avesse fatto con lei, anche sull’Astoria…

Masumi osservò a distanza Kimura fare quel gesto così confidenziale che era stato spesso di sua prerogativa e si pentì di non averla portata via da lì poco prima. Chiacchieravano, lui cercava di convincerla, ma lei gli rispondeva sempre in modo pacato e negando ogni collaborazione. Poi, per un motivo che non poteva conoscere, Kimura allungò una mano, Maya ci mise sopra la propria e l’uomo la coprì con l’altra.

- Non alzarti - lo freddò Ayase con lo sguardo e con un delicato tocco della mano sul polso. Masumi la fissò e si costrinse all’immobilità, la più difficile a cui fosse mai stato costretto, più di quella notte nel tempio della valle dei susini, più delle volte in cui l’aveva vista in atteggiamenti intimi con Sakurakoji.

- Se non avevi le idee chiare in mente non saresti mai dovuto venire qui - infierì l’attrice spostando lentamente lo sguardo da Maya a lui.

- Idee chiare? - borbottò Masumi cercando di nascondere il suo nervosismo.

- Sei un uomo d’affari… il mio manager dice che non ci si presenta mai ad un incontro senza sapere esattamente quale sia il prezzo dell’accordo e fin dove si è disposti ad arrivare - lo fissò intensamente aggiustandosi la lunga gonna che ricadeva a terra in pieghe morbide.

Kimura lasciò andare la mano di lei e si avvicinò di un passo.

Se la tocca nuovamente in quel modo io… devo andarmene da qui, subito!

Masumi si alzò sistemandosi la giacca, attese che Ayase si alzasse e si incamminò verso la sala interna, ma l’attrice lo fece fermare.

- Ciao Maya! - gridò sollevando un braccio - Spero di rivederti presto! - tutte le persone presenti sulla terrazza sussurrarono il nome della bellissima attrice. Maya arrossì per tanto entusiasmo e alzò una mano per salutarla e li seguì con lo sguardo mentre rientravano nella sala grande.

- Che maleducato, andarsene senza neanche salutare… - lo strattonò mettendo il broncio. Masumi la ignorò, la mente in subbuglio, le parole di Mizuki e quelle di Ayase che si rincorrevano come foglie spinte dal vento invernale.

- Grazie Ayase - le disse mentre l’auto la riportava a casa.

- Non ho fatto niente, ma… non commettere l’errore di farti soggiogare dalla paura e dall’orgoglio - si avvicinò baciandolo dolcemente su una guancia.

- Non lo farò - le rispose mentre scendeva dall’auto.

Ho capito Mizuki. Ho capito.


   
 
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