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Autore: Vicious Vixen    09/08/2014    5 recensioni
STORIA FERMA, POTETE TROVARLA RISCRITTA QUI: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3060710
«Comunque, se lo dicessi ad Ash la mollerebbe subito Vanessa»
«Victoria» lo corressi.
«Sì, va beh, quella»
«Non ho niente da dirgli, comunque. Com’è che stiamo avendo una conversazione normale? Non succedeva da quando-»
«Da quando cagavamo insieme nel vasino, già. Boh, sei particolarmente mansueta oggi, non mi va di prenderti per il culo se poi non ti incazzi»
«Logico» lo guardai male.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3. That kiss tastes like summer
(
https://www.youtube.com/watch?v=IZ8vc5OTpP0)


Quando mi svegliai in camera di mio fratello, capii che non doveva essere tornato quella notte.
Io, Clifford e Cal ci eravamo messi lì perché aveva l'xBox, oltre che io e Amber teoricamente avremmo dovuto dividere la camera.

Alzai lo sguardo sulla radiosveglia che segnava le otto del mattino, chiedendomi come potessi essere già sveglia se mi ero addormentata solo cinque ore scarse prima.

Guardai poi alla mia sinistra, dove trovai Calum, e poi la mia gamba, dove sentivo un peso, e vi trovai la faccia di Clifford che dormiva con la bocca schiusa. Aveva una mano sotto il mento e l'altra era a terra accanto alle gambe, con in mano il controller.
Mi misi seduta e lo scossi leggermente.
Mugolò qualcosa di incomprensibile, ma sapevo che ormai era sveglio.
«Sdraiati, ti stai spezzando la schiena» gli sussurrai all'orecchio, poi mi alzai e andai in cucina dopo essermi assicurata che si stesse muovendo per fare ciò che gli avevo detto.
Mi mossi piano nella penombra della casa, non volevo andare a sbattere contro qualche mobile e fare casino, fino ad arrivare alla finestra e alzare le tapparelle in modo che la luce del sole entrasse dentro.
Latte e succo erano finiti il giorno prima, quindi optai per il caffè.
Quel giorno sarei dovuta andare a fare la spesa e non ne avevo nessuna voglia.
Mi riempii una tazza, una volta che fu pronto, e la bevvi pigramente seduta su uno degli sgabelli, intervallando i sorsi agli sbadigli.
Odiavo svegliarmi presto. Finché era merito della sveglia, riuscivo anche a tornare a dormire, ma quando succedeva a caso come quella volta, non c'era modo.
Una volta finito, posai la tazza nel lavandino e mi buttai sul divano del soggiorno, a pancia in su.
Michael si era comportato in modo strano negli ultimi giorni.
Fra il bacio, di cui non avevamo più parlato, e questa specie di tregua fra di noi, non sapevo che pensare.
Mi stava sicuramente prendendo per il culo, ma non nel solito modo.
Normalmente ne avrei parlato con Ashton, ma in quel momento non me la sentivo.
Era come se fosse distante, a volte mi prendevano dei periodi del genere, ma con lui non era mai successo.
Era sicuramente per quella situazione, sarebbe passato non appena lui fosse stato qualche giorno da noi e avessimo sistemato la situazione Clifford.
E Victoria.
In più io e Clifford ci stavamo stranamente avvicinando, anche se solo a momenti, ed era come se le cose si stessero invertendo. Forse era solo perché Amber e io ci eravamo allontanate.
Mi rigirai sul divano per un po', cercando di fare il punto della situazione e pensare a qualche soluzione.
C'era anche il problema Amber, che fino a quel momento non avevo considerato.
Non volevo farci pace perché sapevo che sarebbe successo di nuovo nel giro di qualche giorno, ma allo stesso tempo le volevo bene e avevo bisogno di lei, quindi cosa fare? Stranamente volevo parlarne con Clifford. Appena avevamo litigato mi aveva detto che Amber non lo faceva con cattiveria, ma non gli avevo fatto approfondire il discorso. Quando si fosse svegliato gliene avrei parlato.
«Divertita coi ragazzi?» sussultai nel sentire la voce di mio fratello.
«Ah, sei qui. Come...?»
«Quando sono tornato vi ho visti insieme che dormivate e sono rimasto in camera tua con Amber» fece spallucce, poi scomparì in cucina.
Tornò poco dopo con del caffè e si sedette accanto a me.
«Come mai siamo a due giorni di convivenza e tu e Mikey ancora non vi siete presi a pugni?»
«Fidati se ti dico che non ne ho idea» sorrisi strofinandomi gli occhi, ancora secchi dal sonno.
«Sta succedendo qualcosa?» si informò dopo qualche minuto di silenzio.
«Nah, è solo un periodo un po' del cazzo» dissi noncurante.
Parlare con Luke era escluso: se avesse saputo cosa succedeva con Clifford, lo avrebbe ucciso prima ancora di capire cosa stesse effettivamente succedendo; se gli avessi parlato di Amber mi avrebbe detto come al solito di perdonarla, ma stavolta volevo un parere esterno e di Ashton non volevo dirgli nulla o avrebbe iniziato a farmi pressioni o battutine del cazzo in sua presenza.
«Se lo dici tu» disse prima di tornare al piano di sopra.
«Clifford!» urlai senza curarmi del fatto che avrei svegliato mezzo vicinato.

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«Luke era già sveglio, perché io?» chiese Clifford accanto a me, mentre trascinava un carrello guardandosi intorno.
«Per romperti le palle» feci spallucce continuando a camminare e infilando nel carrello qualsiasi cosa sembrasse facile e veloce da preparare.
«Oltre a quello?» aggiunse sbadigliando, mentre si infilava nella corsia degli alcolici, e io con lui.
«Che stai facendo?» chiesi fermandomi.
«Eh?» domandò perplesso.
Lo guardai con un sopracciglio alzato, indicandogli le pareti.
Ci mise qualche secondo, ma poi ci arrivò.
«Abitudine. Comunque, cosa vuoi?» uscì velocemente dal reparto. Per ora sembrava facile, ma non sapevo a che livelli fosse effettivamente.
«Parlare, speravo» dissi timidamente.
«Spara» mi diede il via libera.
«Uhm... Sai, con Amber, no?»
«Vai avanti» mi incoraggiò infilando qualche pizza surgelata nel carrello già pieno per metà.
«Ecco, non so cosa fare. Cioè, se la perdono lo rifarà fra poco, ma non riesco a impormi su queste cose, non ho idea di come muovermi, oltre che la convivenza è un casino»
«Dovresti chiedere ad Ash, è lui che sa come gestire i rapporti, io sono più bravo a mandarli a puttane»
«Non me la sento di parlarne con lui» dissi in poco più di in sussurro.
«Whoa, allora è seria la cosa. In pratica il problema è Amber o Ashton?»
«Entrambi, suppongo?»
«Ad Ashton basterebbe parlare, te l'ho già detto che mollerebbe subito la rossa. Per Amber non so che dirti, non sembra che metta il dito nella piaga di proposito, ma non la conosco più di tanto, non ne sono sicuro»
«Non posso dirlo ad Ashton - mi fermai, e così fece anche lui, mollando il carrello e voltandosi verso di me - è l'unico vero amico che ho. Mi stanco sempre di tutti, so di avere un carattere del cazzo, ma lui è l'unico che è sempre rimasto nonostante tutto e di cui non mi stancherei mai. Non posso dirgli che sono innamorata di lui e mandare a puttane l'unica cosa buona nella mia vita, rovinerei tutto a entrambi. È felice con Victoria, perché scombussolargli i piani?»
«Perché stai male, Tomboy. Stai sempre peggio e lo vedo - disse serio, poi mi prese la mano e ricominciai a camminare pochi passi dietro di lui - Non che lui faccia nulla per evitarlo. Lo sai che è un po' tardo per queste cose, non si rende conto che ci soffri. Quindi, o gli parli da migliore amica gelosa, o da migliore amica gelosa innamorata di lui»
«Non sono ge-» provai a dire, ma venni interrotta da lui.
«Non provare a negarlo»
Sbuffai, fingendo di essere interessata a un pacco di biscotti.
«Sai cosa serve?» si voltò di scatto.
«Clifford, niente che non sia nella lista, te l'ho detto» alzai gli occhi al cielo.
«Ma no, idiota! Dico, servirebbe il parere di una ragazza»
«E dove la troviamo?» chiesi scettica.
«Ne conosco un paio. Sicuramente ci capiscono qualcosa più di noi» disse pensieroso.
«Quindi in pratica dovrei raccontare la mia vita ad una sconosciuta?» domandai ancora.
«Sì, beh, guarda il lato positivo: non sei così interessante, non dirà i cazzi tuoi a nessuno» fece spallucce, ricominciando a trotterellare spingendo il carrello.
«Sempre carino» borbottai fra me e me, per poi alzare lo sguardo sugli scaffali: tinta.
«Clifford?»
«Mh?»
«Mi rifaresti la tinta?»

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«Mi prude la testa» dissi cantilenando, mentre giravo in tondo sulla sedia con le rotelle della mia camera. Avevamo ripassato il fucsia e stavamo facendo le punte nere, sperando che non venisse fuori nulla di tremendo.
«Cristo, Tom, quanto sei rompipalle! Cinque minuti e ti levi quella roba» disse esasperato Michael, seduto contro le piastrelle fredde del bagno per cercare un minimo di sollievo dal caldo, mentre fumava una sigaretta gentilmente rubatami, un impiastro scuro sulla testa. Non aveva voluto dirmi che colore fosse, ma lo avrei scoperto fra poco.
«Questa tua amica quand'è che si fa viva? Ashton e gli altri arriveranno fra meno di un'ora» guardai preoccupata l'orologio.
«Starà parcheggiando, stai calma»
Dopo qualche minuto suonò il campanello e Michael si alzò per andare ad aprire.
«Sciacqua quella roba intanto»
Feci come mi disse, poi guardai i capelli bagnati allo specchio. Non sembravano per nulla male.
Scesi di sotto, trovando Michael e una tipa seduti sul divano.
«Tomboy, questa è Kelly. Kelly, questa è Tomboy» ci presentò. Lo incenerì con lo sguardo, poi strinsi la mano a Kelly dicendole il mio nome.
Era una ragazza bellissima, doveva avere la nostra età. Aveva un corpo formoso, ma sodo, non era in sovrappeso. I capelli neri e lucidi erano legati in una coda disordinata che le sfiorava le spalle; la pelle era abbronzata, senza risultare troppo volgare, e facendo contrasto con gli occhi di un verde quasi trasparente, il naso piccolo e dritto e le labbra carnose. Era truccata solo con un po' di mascara e vestita in abiti semplicissimi, ma era comunque stupenda. Mi sentì più insicura del solito, mentre lo incenerivo con lo sguardo e stringevo la mano di Kelly, dicendole il mio vero nome.
«Allora, dimmi tutto» mi disse sorridendo.
Le raccontai la storia brevemente, lei annuì pensierosa e rimase in silenzio qualche secondo.
«Okay, ecco il piano. Visto che Mikey è un idiota e non ci capisce un cazzo di questa roba, dobbiamo fare la prova del nove per capire se piaci ad Ashton»
«Uhm... Okay?» dissi incerta.
«Dovrai farlo ingelosire, vedere la sua reazione, appena l'avrai ottenuta ci risentiamo e ne parliamo»
«E come dovrei farlo ingelosire? Non conosco nessun altro ragazzo»
«Dolcezza, lui cosa ti sembra?» chiese indicando Mikey, sdraiato a pancia in su sul divano con lo sguardo verso la tv e un braccio penzoloni.
Si voltò verso di noi con un sorrisetto.
«Ho un paio di idee. Sarà divertente Tomboy, vedrai»
Lo guardai a metà fra lo spaventato e il perplesso, poi mi voltai verso Kelly.
«...è necessario?»
«Certo che sì. Non ti ucciderà, andiamo!» ridacchiò, poi si alzò «Vado prima che arrivi il tuo loverboy. Fatti dare il mio numero da Mikey e aggiornami appena ci sono novità, buona fortuna!» mi salutò con un abbraccio caloroso, poi passò a Michael, lasciandogli un bacio veloce all'angolo della bocca, che mi fece attorcigliare lo stomaco.
Feci per chiudere la porta, ma un piede la bloccò.
«Cristo, Cal, mi hai fatto prendere un colpo. Ti ho fatto male?» chiesi riferendomi al piede.
«Nah. Ma Kelly usciva da qui?» chiese confuso.
«Uhm, sì, ha... aiutato Michael con i capelli» inventai sul momento, dandomi dell'idiota subito dopo per la poca credibilità della cosa.
Clifford mi aveva lasciata da sola a gestire la situazione andandosi a sciacquare via la tinta.
Calum annuì poco convinto, andandosi a sedere sul divano.
«Ah, fighi i capelli. Dovrebbe lasciar perdere la chitarra e fare il parrucchiere.»
«Poi vi toccherebbe cercarvi un altro chitarrista – ridacchiai, mentre mi infilavo in cucina a mangiare qualcosa – hai fame, Cal?»
«Un po'»
«Sai mica se Amber e Luke tornano per cena?» chiesi pensando a cosa cucinare.
«Luke sì, Amber non saprei. Tutto bene con lei?» mi domandò mentre qualcuno suonava il campanello.
«Sì, non preoccuparti» risposi andando ad aprire, trovandomi Ashton davanti, un succhiotto ben visibile sul collo «Hey Ro'» mi salutò, mentre mio fratello ci superava. Non mi ero nemmeno accorta che ci fosse.
«Ciao Ash, com'è andata?» gli sorrisi abbracciandolo, facendo finta di nulla.
«Tutto okay. Ho visto Amber con un ragazzo, si è fidanzata?» chiese lasciando lo zaino a terra vicino all'attaccapanni.
«Non saprei» risposi sinceramente, mentre lui mi guardava confuso.
«Ancora non vi parlate?» chiese preoccupato.
«Mh...» dissi distrattamente, tornando in cucina, dove trovai Michael che, come al solito, trafficava con l'iPod per scegliere cosa ascoltare.
«Ho voglia di Pierce The Veil – annunciai, mentre tiravo fuori le pizze dal congelatore, sentendo Clifford esultare fra sé e sé. Se c'era qualcuno che amava la pizza quanto me, era proprio lui. Avevo preso una pizza in più, così che noi due avessimo la consueta metà in più – la pizza va bene a tutti?» urlai subito dopo, ricevendo l'assenso di tutti, mentre Michael faceva partire The Boy Who Could Fly.
Senza dire nulla mi venne a fianco, aiutandomi ad infilare le pizze nel forno. Quando finimmo, mi voltai a guardarlo. I capelli erano verde petrolio, o qualcosa del genere.
«Ti stanno bene» dissi senza pensarci, preparandomi alle sue prese per il culo, che però non arrivarono.
«Grazie Tom – mi sorrise – ti piace come sono venuti i tuoi?»
«Un sacco. Avevo paura che facessi qualche disastro giusto per farmi incazzare» confessai sorridendogli.
«Coi capelli non scherzo, dovresti saperlo» disse, poggiandosi all'isola con la base della schiena, canticchiando la canzone.
Mi sedetti sulla superficie, accanto a lui, mentre entrambi fissavamo il forno in attesa.
Sentimmo le voci di Ashton e Calum avvicinarsi, mi stavo già preparando a cacciarli, sapendo che avrebbero rotto i coglioni per la fame, quando mi ritrovai Clifford davanti che, con disinvoltura, mi piazzò una mano dietro al collo e l'altra sul fianco, spingendomi verso di lui.
Avvolsi le braccia dietro al suo collo, rendendomi conto che probabilmente lo stava facendo per il “piano” di Kelly, e risposi al bacio, più tranquillo questa volta.
Percepii i ragazzi fermarsi all'entrata, probabilmente fissandoci.
Michael non sembrava avere intenzione di staccarsi e io, nonostante tutto, non ero da meno.
Mi piaceva baciarlo, sentivo lo stomaco bruciare in un modo piacevole e il petto riempirsi, la pelle bruciare sotto le sue mani. Le sue dita si erano infilate sotto l'orlo della canottiera e stava facendo movimenti circolari col pollice sul mio fianco, quando sentimmo uno dei due schiarirsi la voce.
Ci staccammo, non ebbi nemmeno bisogno di fingere di essere sorpresa, visto quanto ero presa dal bacio.
Sentii il calore arrivarmi alle guance, stavo sicuramente diventando bordeaux, mentre Calum ci guardava con gli occhi sgranati e il sorriso di chi sta trattenendo le risate, e Ashton con le sopracciglia aggrottate e la bocca schiusa.
Non sapevo come stesse gestendo la situazione Michael, ma improvvisamente mi sembrava tutta una cattiva idea.
Il timer del forno ci smosse da quello scambio di sguardi, mentre Cal si lasciava ad una piccola risatina e un “ma che cazzo?”.
Mi precipitai a tirare fuori le pizze dal forno, con l'aiuto di Clifford che le mise nei piatti e le passò ai ragazzi.
«Portatela anche a Luke, metto l'altra in forno e arriviamo» dissi con la voce non del tutto ferma, mentre Ash annuiva e saliva su, seguito da Calum, che ci riservò un'altra occhiata confusa.
«Non sono sicura che sia una buona idea» sussurrai a Michael, voltandomi.
«Ma va, andrà benissimo. Appena siamo soli con loro gli dirò di non dire nulla a Luke, sperando che non l'abbiano già fatto, così evitiamo che ci faccia il culo – spiegò tranquillo, masticando una fetta di pizza bollente – Ah, stavolta sei andata meglio» bastò quella frase per farmi tornare, se possibile, più rossa di prima.
«Fanculo»
«Doveva essere un complimento, ma va bene» fece spallucce, prendendo un'altra fetta di pizza, mentre io prendevo la prima.
«Cosa dovrei rispondergli, se mi chiedono che succede?»
«Che ti piaccio, tu mi piaci, non lo so, inventa qualcosa a caso, ma non dire che stiamo insieme o Ashton ti riterrà offlimits» spiegò.
«Saliamo, prima che mandino Luke» sospirai, prendendo il mio piatto ed uscendo dalla cucina, seguita dal moro.
I ragazzi erano tranquilli davanti alla xBox, quindi supposi che i due non avessero fatto parola con Luke di ciò che avevano visto.
Mi sedetti in silenzio accanto al mio migliore amico, mentre Clifford si metteva accanto a me.
«Ti odio» borbottò mio fratello a Calum, che saltellava sul posto, felice di aver vinto la partita.
«Rosicone» lo presi in giro, mentre gli altri mi davano manforte.
Il timer del forno si fece sentire fra le urla dei ragazzi, così mi alzai, ma Michael mi superò e mi posò una mano sulla spalla.
«Vado io» mi sorrise, ed io ricambiai.
Quando il rumore dei suoi passi arrivò giù le scale, calò il silenzio.
«Ronnie, che succede con Mike?» chiese innocentemente Calum, facendomi un occhiolino quando Luke non poteva vederlo.
«Infatti, convivete troppo pacificamente» fece mio fratello con aria pensierosa. Guardai Ashton, sperando una qualsiasi reazione, ma continuava a guardare il videogioco.
«Non succede nulla, abbiamo parlato molto la sera della festa e non è male come credevo» feci spallucce, decidendo di giocare, ormai che ero in gioco, col miglior sorriso convincente che riuscii a tirare fuori.
«Te l'ho sempre detto! Sono contento sorellina, tengo molto ad entrambi, non mi piaceva l'idea di poter trovare uno dei due assassinato ogni volta che vi lasciassi soli»
Gli sorrisi e basta, mentre Michael rientrava in stanza con un sorrisetto: probabilmente aveva sentito tutto e quello che avevo detto era andato bene.
Posò la pizza fumante fra noi due, e la dividemmo mentre gli altri continuavano a giocare e Calum faceva battutine allusive, tanto che Michael, dopo una di troppo, lo chiamò per andare ad aiutarlo a “fare qualcosa” e dirgli di tenere la bocca chiusa.
Nel frattempo, Ashton aveva ricevuto una chiamata e, manco a dirlo, gli si era illuminato il volto. Biascicò uno “scusate”, prima di uscire in balcone.
A quel punto mi alzai e raggiunsi gli altri, lasciando solo mio fratello.
«Da quanto ti piace?» sentii chiedere a Calum.
«Non so Cal, un po'...» buttò lì, e decisi di entrare in salone e raggiungerli.
«Non si parla degli assenti» dissi con un sorrisetto, dando poi un bacio sulla guancia di Clifford, che mi resse il gioco avvolgendomi i fianchi con un braccio.
«Non l'avrei mai immaginato» disse il moro con un sorriso ampio, guardandoci contento.
«Neanche io, fidati – risposi al sorriso – Cal, ti prego, non dire nulla a Luke, non so come potrebbe prenderla» lo implorai.
«Tranquilli, non dirò nulla» ci assicurò alzandosi ed uscendo dalla stanza.
Quando fu abbastanza lontano, Michael mi prese le sigarette dalla tasca posteriore dei jeans, portandomi poi in veranda.
«Allora? Come ti sembra Ash?» mi chiese gasato, accendendosi la sigaretta ed infilandomene una fra le labbra.
Mi buttai di peso sul dondolo, mentre il suo sorriso scemava.
«Non so Michael, quando Luke e Cal mi hanno chiesto di te sembrava che non gli importasse nulla, è rimasto a guardare quella televisione del cazzo. Poi quando l'ha chiamato Victoria sembrava gli avessero detto che ha vinto la lotteria, col sorriso che ha fatto» borbottai.
«Tomboy, sorridi! Vuol dire che è geloso!» mi diede una spintarella col gomito.
«Che cazzo dici?» sbottai guardando il suo viso, illuminato solo per metà dai lampioni della strada.
«Non ti guardava, quindi era nervoso, no?» disse ovvio.
«Non credo proprio, e se anche fosse gli piace Victoria. Anzi, da come sorride direi che è proprio inna-» mi bloccai quando sentii la voce di Ashton avvicinarsi.
Clifford mi tirò malamente su di lui, facendomi oltretutto bruciare la canottiera con la sigaretta, che decisi di buttare, non l'avrei fumata comunque.
Come se non ci fossimo, Ashton continuava a parlare con la sua ragazza al telefono, mentre Michael mi portava i capelli dietro un orecchio, mi accarezzava la gamba scoperta, mi sussurrava qualche stronzata all'orecchio, mentre ridacchiavo, mentre lasciavo un bacio con lo schiocco sulla guancia pallida del moro, mentre giocavo coi suoi capelli.
Presa dallo sconforto, sprofondai il viso nel collo di Michael, che continuava ad accarezzarmi la schiena lentamente, e sospirai.
«Venite dentro? Fra poco viene Victoria, guardiamo tutti un film» disse con voce atona.
«Certo, arriviamo» gli disse tranquillamente Michael, mentre mi sforzavo di fargli un sorriso.
Che gli prendeva?
Poteva anche chiedermelo, se poteva invitarla, visto che la casa era anche mia e non solo di Luke. Avrei detto di sì comunque, per cui...
«Stai bene?» chiese sollevandomi il viso.
«Benissimo» dissi debolmente, alzandomi a malincuore dalle sue gambe e prendendogli la mano, facendogli cenno di entrare dentro.





Hiii
come promesso, viste le tre recensioni al capitolo precedente, nuovo capitolo!
Si inizia un po' a delineare meglio la situazione con Mike e Ashton, e l'ultimo si comporta in modo strano... chissà!
Spero che vi sia piaciuto, è l'ultimo dei capitoli che avevo già pronti, ed in più lunedì vado in vacanza, quindi per una settimana non so se potrò aggiornare, se riesco a finire il capitolo quattro me lo salvo sul cellulare e pubblico da lì.
Questa volta punto a cinque recensioni, così ho anche più tempo per scrivere lol
Voglio ringraziare le tre ragazze che hanno recensito e quelle che hanno aggiunto la storia alle preferite e seguite, siete fantastiche!
Vi lascio con una foto di Kelly, che probabilmente avrà un ruolo importante più avanti nella storia.



Un bacio, 
S.

   
 
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