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Autore: solonely182    09/08/2014    3 recensioni
La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Spero che sia solo un incubo, ma so bene che non è così.
Vedo Mini che siede per terra, mi tiene la mano.
Fuori piove, riesco a percepire il suono della pioggia battere sul tetto.
-Josie, che diavolo è successo?-
Mentre cerco una scusa qualcuno bussa alla porta.
-Mini? Sono Tom-
Cazzo.
Le lancio un’occhiata supplicante.
-Tom, non è un buon momento-
-Tutto apposto?-
-Sì, certo-
-Avrei bisogno di un posto per dormire-
Lancio un grido nel tentativo di spostarmi.
-Mini?!-
Mi vomito addosso.
-Merda-
Mini corre verso l’entrata.
-No!- urlo con tutte le mie forze.
-Mini, apri immediatamente!-
Vedo che è combattuta, ma fa ciò che reputa più giusto.
Tom irrompe nella stanza come un tuono.
-Oh cazzo- esclama osservando il sangue per terra.
Mi squadra impallidito.
-Cosa le è successo?-
-Niente- rispondo per Mini.
-Niente? Niente?! Hai la faccia completamente zuppa di sangue e tu lo chiami niente?!- sbraita.
-Tom, non è in forze!-
E’ infuriato, si passa una mano tra i capelli e si avvicina.
-Chi è stato?-
Lo fisso.
-Josie, chi è stato?- ripete.
Non parlo.
-Tom, è stanca lasciala…- Mini prova ad allontanarlo.
-Dio Josie, come puoi pretendere di vivere se non permetti a nessuno di aiutarti?!-
Mi alzo anche se con forti dolori.
-Io non ho chiesto il tuo aiuto!- replico a tono.
-Ma non vedi che a stento riesci a prenderti cura di te stessa?!-
-Infatti mi sembra di essermela cavata fino ad ora, che dici?- ribatto sarcastica.
-Con droga e alcool?! Ah, cazzo. Se facessimo tutti così allora saremmo messi bene! Perché non accetti che a qualcuno possa importare di te!-
-A nessuno è mai importato qualcosa di me! Nemmeno ai miei genitori! Mia madre si è suicidata e mio padre mi metteva le mani addosso in qualsiasi modo! Eppure, sono sopravvissuta senza l’aiuto di nessuno-
Capisco di aver detto troppo quando Mini e Tom mi scrutano preoccupati.
Mini si porta una mano sulla bocca, è sconvolta.
-E non mi guardate con quell’aria compassionevole!- grido.
Mini si accascia a terra.
-Ehi, che ne dici di andare a dormire? Sono le dieci passate, ci penso io a lei- le propone Tom con dolcezza.
Fa cenno di sì con la testa e avanza verso l’uscita.
Mi sento in colpa, lei mi ha soccorso ed io l’ho ripagata trattandola in malo modo.
Tom prova ad avvicinarsi.
Lo spingo via.
-Josie…-
-No!-
-Perché no?-                 
-Io…io, non…-
Mi mancano le forze e cado a terra.
Tom si precipita giù con me.
-Anche tu hai bisogno di dormire- annuncia prendendomi tra le sue braccia.
Mi fa sdraiare sul divano e si pone al mio fianco.
Singhiozzo.
-Ascolta, hai bisogno di qualcuno che si occupi di te e te lo prometto, io ci sarò sempre-
Nascondo il volto tra la sua maglietta, mi stringe forte.
-Josie, dimmi chi è stato- implora.
-Giurami che non farai nulla-
Sospira.
-Okay, lo giuro-
Mi faccio coraggio.
-Il signor Deaver-
Sento il suo battito cardiaco accelerare.
-Ecco perché ti ha trattenuto in classe, avrei dovuto…-
-Non c’entri niente, la colpa non è di nessuno-
Mi scruta.
Prende una ciocca dei miei capelli e inizia a giocarci.
-Non te l’ha… voglio dire, ehm… messo dentro?-
-Non sono così facile- spiego sarcastica.
-No, io intendevo se, insomma, ti ha stuprata…-
-No, non ci è riuscito-
Annuisce.
-Lo denuncerai?-
-Sei pazzo?! L’ultima volta che ho denunciato qualcuno sono finita quasi in un manicomio. Non mi crederebbero mai-
-Perché non dovrebbero darti ascolto?-
-Ho la fedina penale sporca-
-Beh, anche io e…-
Mi lancia un’occhiata.
-Sì, hai ragione-
Mi giro.
Il suo cuore batte all’impazzata.
Gli prendo una mano e la stringo forte.
-Non devi angosciarti a causa mia, finirò con il ferire qualcuno-
Sorride.
-Che cos’è? La prima regola di uno spezza cuori?-
-Il tuo sarcasmo mi urta-
-Mi piace infastidirti, te lo dico sempre-
Provo a sorridere, ma mi tira la faccia e finisco col fare una smorfia.
-Mi piace anche quando ti mordi la guancia o il labbro, quando ridi, quando fissi qualcosa e sembri catapultata in altra dimensione, sei bella anche quando piangi o quando sei piena di lividi…-
Il mio volto è in fiamme e il cuore a mille.
Mi accosto al suo volto.
I respiri diventano affannosi.
Lentamente si sposta sul mio corpo, la sua delicatezza è impressionante.
Per un momento esita, gli circondo il collo con le mani e lo spingo verso di me.
Le nostre labbra si fondono, mi manca l’aria.
Mi sfiora il bacino ed io mi sento rabbrividire, i vestiti cadono a terra in maniera confusa.
Lo vedo sorridere.
Chiudo gli occhi e non posso fare a meno di lasciarmi abbandonare a una sensazione di quasi felicità.
 
Tom mi fissa poggiato su un gomito.
Mi copro il volto.
-Ti prego- dico ridendo.
-Cosa?-
-Non mi guardare-
-Perché?-
-Sembri un maniaco-                 
Fa una faccia idiota ed io scoppio a ridere.
-Come ci siamo finiti sul pavimento?- domando.
-Abbiamo definitivamente sfondato il divano- annuncia.
Osservo i vari cuscini e indumenti buttati a caso.
Gli afferro un ciuffo di capelli neri e lo attiro verso di me.
-Vuoi demolire il garage di Mini?- fa lui ridendo.
-Tutta la casa-
Siamo ormai nel bel mezzo del rapporto che Mini appare dal nulla.
-Oh cazzo- esclama.
Mi accovaccio sopra Tom tentando di coprirmi con la coperta.
Tom si volta.
-Buongiorno-
-Okay, vi do dieci minuti per finire…quello che… oh fanculo, avete dieci minuti!-
Esce dalla stanza come se avesse trovato un cadavere.
Tom mi lancia un’occhiata persuasiva e mandiamo a farsi fottere i dieci minuti.
 
 
 
Scusate il ritardo come al solito!
Non so bene cosa dire su questo capitolo, alla fine è il seguito dell’altro, spero che vi sia piaciuto!
Un forte abbraccio e alla prossima! C:
 
                 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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