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Autore: AmandaBurton    09/08/2014    2 recensioni
E poi diciamocelo, quando ci si mette l'amore, diventa tutto più schifoso.
_La passione si dosa, si cancellano i cuori, ci si spoglia in due, ci si riveste da soli_
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Salve people.
Lo so, è passata un'eternità.. più o meno 7 mesi, credo.
Faccio schifo con i conti.
Comunque, molte cose sono cambiate da allora.
Mi sono diplomata, ebbene.
Ho lasciato il mio ragazzo, si.
E credo di essermi invaghita di nuovo di un tipo, lo so, faccio pena.
Bè, la tempistica non è il mio forte.
Godetevi questo capitolo.
Rage&Love
-A

Chapter 16.
One Way Ticket To The Newark..and Back.
pt3

Non poteva essere che Frank avesse ragione.
Dio, aveva 20 anni, era un bambino, era piccolo e indifeso.
Lui, era Frankie, che diamine.

Dopo essere usciti dallo studio di James, i due erano andati a sbronzarsi in uno di quegli squallidi locali di paese, le bettole, le osterie.
E avevano bevuto molto, forse troppo.
Ma Christine continuò a pensare a quello che Frank le aveva detto, anche quando era in quello stato penoso di dormi veglia dovuta all'alcool, senza nemmeno rendersi conto di come erano rientrati a casa.
Doveva sapere cosa pensava Frank di tutta quella storia.
Era lecito, no?

Sgattaiolò fuori dalla camera degli ospiti, senza far rumore, e si infilò furtivamente in camera dell'ignaro ragazzo.

Da sotto le lenzuola proveniva un rumore sommesso, segno che Frank, non solo era ancora vivo, ma dormiva anche beatamente.

-Frank..- mormorò lei.
Il ragazzo mugugnò.
-Frank!- ripetè più forte.
Frank si voltò di lato, e premette l'interruttore della lampada sul comodino. Si passò una mano sul volto pallido e assonnato, e solo dopo un'altro paio di sbadiglia, aprì la bocca per parlare -Chris..- biascicò con la voce impastata dal sonno -Ma che diavolo vuoi?-
La ragazza sbuffò -Dobbiamo parlare..-
-Ora?- si lamentò l'altro -E' tardi e domani dobbiamo tornare a Belleville.. E ora sono anche un pò sbronzo- osservò.
-Si, ma se fossi rimasto zitto, adesso non sarei qui!- spiegò lei, infilandosi forzatamente sotto le coperte.

La pelle su dove era stata impressa quella scritta, giù nel basso ventre, le pulsava e tirava ancora.
Faceva male.
Ma la stava assolutamente evitando: le priorità erano altre.

-Quando?- domandò lui confuso, rimettendosi in posizione orizzontale.
-Fuori dallo studio- disse lei, coprendosi con il piumone -Hai detto che di stronzate ne faccio tante, ma che alla fine faccio sempre la cosa giusta.. Che volevi dire?-
Frank sorrise.

La puzza di gin scadente, s'intromise tra i visi dei due, che se ne stavano schiacciati quasi naso a naso, in quel letto davvero troppo stretto.

-Ok, se ti spiego tutto quello che vuoi sapere, poi mi prometti che stai zitta e dormi?- domandò lui.
Chris annuì con fervore, con gli occhi da cucciola.
-Ok- sbuffò lui, puntellandosi sui gomiti -Ti ricordi il capodanno di 3 anni fa, quando per sbaglio ci baciammo?-
Christine rise -Frank, noi non ci baciammo.. Scopammo, quello si..-
Il ragazzo fece spallucce -Quel che è.. Ad ogni modo, te lo ricordi, no? Era il periodo buio della mia vita; il periodo in cui credevo di essere gay, piangevo giorno e notte e mi sbronzavo tutte le sante sere..- ricordò, con lo sguardo vacuo.
-Piangevi perchè credevi di essere attratto da Gerard..- precisò lei.
Frank sbuffò -Vuoi stare zitta?-
Christine si tirò ancor più sotto il piumone.
-Ecco..- continuò lui -Quella sera di Capodanno in cui finimmo per fare qualcosa di cui poi ci pentimmo entrambi, tu facesti una stronzata. Io avevo 18 anni, e tu 21, eravamo sbronzi e io ero spaventato, ma nonostante questo, il mattino seguente, capì che tu avevi fatto la cosa giusta- spiegò Frank, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Non ti seguo..- mormorò lei.
Lui sbuffò (di nuovo) -Quella sera, io capì di non essere gay e di non essere attratto da Gerard. Tu quella sera chiaristi chi ero, e mi facesti capire tutto, e quando scoppiai in lacrime, mi consolasti- disse sorridendo -Christine, tu hai la capacità di far star meglio le persone. Quando qualcuno ti sta intorno, diventa tutto più.. felice, tipo High School Musical, hai presente? Tutti ballano e cantano la loro patetica vita. Forse è per questo che Gerard ti gira sempre intorno.. Magari fai bene a lui, al suo ego e alla sua divaggine, e anche se tutto questo ti sembra una grossa montagna di merda, prima o poi arrivera la pioggia a scioglierla, e farà star meglio tutti-

Il discorso in questione, magari in un altro contesto, e con un ragazzo sobrio, poteva anche filare.
Christine decise di non replicare, per il semplice fatto che tutti intorno a lei, anche da ubriachi, riuscivano a metter su un discorso sensato, mentre lei con tutta la buona volontà, non riusciva a portar avanti nulla.
E poi, non poteva pretendere granchè, perchè lo sanno tutti, che in vino veritas.

 
***

-Che farai adesso?- domandò Frank, restituendole il borsone.

Erano tornati a Belleville da nemmeno 10 minuti, e già era in procinto di rimanere sola, di nuovo.

-Credo che chiamerò Alicia- mormorò lei, afferrando la borsa.
Il ragazzo annuì, e rimontò nel taxi -E cerca anche di stare tranquilla..-

Grazie Frank, grazie tante.

Chris salì le scale che portavano al suo appartamento, e appena fu dentro gettò il borsone sul pavimento.
Afferrò il cordless, e compose il numero della sua amica.
-Pronto?-
-Hey, Ali!- trillò lei.
-Oh, Chris..- mormorò l'altra -Già di ritorno?-
-Era solo un weekend..- spiegò.
Alicia sospirò -Oh, già..-

Qualcosa non andava.

-Ali, che succede?- domandò sospettosamente Chris.
-Nulla, perchè me lo chiedi?- fece Ali, sulla difensiva.
-Perchè sei strana-
Alicia sospirò, arrendendosi fin troppo facilmente -Chris, se ti dico una cosa, prometti di non andare nel panico?-
-Ali, parla- sbottò lei.
-Ok..- la ragazza dall'altro capo del ricevitore prese un respiro -Gerard ha cacciato Pedicone dal gruppo-

-Cosa?!- urlò Chris.
-E' successo un casino..- mormorò Alicia.
-Parla!-
La ragazza sbuffò -Sabato sera siamo tipo andati tutti a casa di Gerard, ed era tutto molto tranquillo. Ad un certo punto, Pedicone ha chiesto di andare in bagno, e Lynz, molto gentilmente gli ha mostrato dov'era. Quando è tornato, era strano, però.. Lynz, allora, è andata in camera ha prendermi una felpa, e ha trovato mezza stanza distrutta..-
-Ma che..-
-Insomma, ne è venuto fuori che Pedicone ha distrutto qualche tela e ha messo un pò sottosopra..- spiegò Ali -Gerard s'è arrabbiato a bestia, quando ha saputo anche che aveva rubato l'orologio di suo nonno, e l'ha cacciato.. E poi, Pedicone..-
-Pedicone cosa?- fece Christine.
-Pedicone ha detto di voi due, davanti a tutti..- mormorò lei.
-Oddio..-
-E Gerard l'ha proprio sbattuto fuori, a calci, letteralmente.. Non l'ho mai visto così arrabbiato..-

Che disastro.
Si allontanava per due giorni e i 4 cavalieri dell'Apocalisse organizzavano un'allegra partita a dama a casa di Gerard Way.
Che bello.

Avrebbe voluto urlare, piangere, o semplicemente trovarsi tra le mani quel Pedicone, per farne carne macinata.
Ma a che pro?
Lei era anche vegetariana.

-Chris, ci sei?- fece Alicia, con la voce preoccupata.
-Si..- biasciò Christine -Ma devo andare..-
Riagganciò senza aspettare.

Era troppo presto per l'Apocalisse.
  
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