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Autore: Light Clary    09/08/2014    1 recensioni
Violetta si è appena trasferita a Buenos Aires e quando comincia a frequentare i ragazzi del luogo, la sua vita cambia. Scopre di essere destinata a salvare la luce e per farlo dovrà ricorrere ai poteri che non sapeva di possedere.
Riuscirà Violetta a sfuggire al potere dell'oscurità che vuole impossessarsi di lei ad ascoltare il suo cuore che le indicherà la strada da percorrere per capire chi amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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VIOLETTA POV
Abbiamo trascorso l’ultima mezz’ora a parlare. Anche se è passato solo un giorno dall’ultima volta che ci siamo visti, averlo guardato mi ha tolto di mezzo un magone incredibile. Il solo pensiero che gli oscuri avessero attaccato anche lui come hanno fatto con Francesca, era impensabile nella mia testa. Ma ho preso un granchio. Lui sta bene. È qui di fronte a me a sorridermi e mi tiene per mano.
-Ci vuole ben altro per mettere KO il sottoscritto – dice dopo che ho finito di raccontare cosa è successo a Francesca – Se un oscuro capitasse qui, mi basterebbe anche sbattergli la mia stampella in testa. Crollerebbe come un birillo – come sempre lui riesce a farmi sorridere. Un’altra ragione per cui lo amo.
-Non fare tanto il gradasso – lo ribadisco poco rassicurata – avresti dovuto vedere le sue condizioni. Sembrava essere stata sbranata da un giaguaro – porto una mano al cuore – ti prego Leon. Non posso sopportare che ti capiti qualcosa. Io … non ce la farei … penso che morirei – mi accarezza una guancia.
-Lo stesso vale per me – risponde – ho avuto mille fitte al cuore quando ho capito che eri in pericolo ieri.
-Cosa? – chiedo – Hai avuto di nuovo … quei presentimenti di cui mi hai parlato? – faccio riferimento al nostro luogo segreto dove ci siamo baciati.
-Esatto – mi prende la mano – non so come mai lo possiedo. Sarà perché qualche strana magia mi permette di percepire quando la persona più importante della mia vita è nei guai?
Arrossisco e mi appoggio alla sua spalla: - Sarà che sono la ragazza più fortunata del mondo perché sono quella persona? – lui mi stringe forte ed io ricambio.
Ah, se solo penso all’incubo che ho fatto stanotte. Raccontarglielo? Neanche per idea. Si preoccuperebbe e poi non voglio neanche mettere in discussione che si trattasse di un sogno premonitore. Perché non è così. Non può essere così …
Va bene, la cosa importante è che ora sono fra le sue braccia.
NATA POV
Ludmilla sclera e rovescia per terra tutto ciò che incontra.
-C’ERO QUASI RIUSCITA! – sbraita calpestando gli ultimi frammenti del vaso che ha scaraventato per terra – ERO AD UN PASSO DA ELIMINARE ALMENO UNO DI LORO – mi si avvicina ed urla talmente tanto che mi sputa anche – MA QUEI BASTARDI MALEDETTI DEVONO SEMPRE ROVINARE TUTTO! GRRRR! – spacca uno specchio con un pugno, lancia in aria vari oggetti di antiquariato e fa passare le lunghe unghie sulle tele di quadri raffiguranti scene sanguinarie, che vanno in lunghe strisce pendenti – GIURO SU CHI CAZZO VUOI, NATA, CHE ORMAI L’ATTESA E’ FINITA. NON CE LA FACCIO PIU’ AD ESSERE UMILIATA DA QUELLE MALEDETTE LUCETTE DA NULLA! DEVO UCCIDERLE! VOGLIO UCCIDERLE! LE UCCIDERO’ TUTTE!!!! – mi tappo le orecchie. Santo cielo, quando lei urla sembra una sirena cannibale. I lucenti hanno fatto male a sfidare la sua pazienza. Ora non sanno cosa li aspetta. Chissà, magari potrei dare una mano. Magari potrei occuparmi personalmente di uno di loro. Così sperimenterei la mia malvagità che non sono sicura di avere. Mi sto allenando al cento per cento con la nube risucchia anime, ma ogni volta che la invoco mi tornano alla mente le parole di Maxi: - Sei diversa dagli altri oscuri – e una strana voglia di rivederlo mi avvolge.
VIOLETTA POV
Leon solleva un foglio che aveva poggiato sul comodino e me lo mostra. Leggendolo capisco che si tratta di una canzone. Le parole sono superbe. Bellissime.
-Una nuova canzone? – chiedo al mio ragazzo.
-Esatto – risponde lui – l’ho scritta pensando a te – intenerendomi lo bacio.
-E come fa? – domando.
-Così! – risolleva da terra la chitarra che gli era caduta quando sono entrata nella stanza e comincia a far scorrere le dita sugli accordi. La melodia è fantastica – Solo che – mi dice appena finito – Sono ancora insicuro se usare questa strofa come inizio o come ritornello. Ti va di aiutarmi a comporla? – prendo una penna.
-Se l’hai inventata ispirandoti a noi, è ovvio che ci vuole il mio aiuto – scherzo cominciando a pensare.
E restando vicini l’uno all’altra, iniziamo l’elaborato.
FRANCESCA POV
Walsh mi ha appena tolto le bende. Ho delle grosse cicatrici che mi danno prurito. Ma riesco a resistere e ad alzarmi, reggendomi a lui.
-Non temere – mi assicura – entro pochi giorni sarai guarita. Sai che la mia crema non ha limiti – mi trasporta in corridoio, dove trovo ad attendermi Marco. Mi accendo.
-Come stai? – mi chiede in tono meravigliosamente preoccupato.
-Tutto bene – mento cercando di reggermi in piedi da sola. Ma ricado e finisco tra le braccia del mio medico.
-Non direi – risponde lui – sei ancora troppo debole. I farmaci che ti ho somministrato sono molto efficienti, ma ci mettono un bel po’ a fare il loro dovere. Intanto ti consiglio di tornartene a casa, bere le pillole che ti ho messo in questa bustina e addormentarti per circa due ore.
-Va bene Walsh – esclamo – farò così.
-Rimettiti allora, piccola mia – dice il dottore.
Dopodiché mi spinge in avanti, in modo che Marco possa reggermi. Questo mi crea in faccia il rosso più rosso che abbia mai assunto. Fa che non se ne accorga! Ti prego! Sono così imbarazzata … che potrei svenire alla svelta.
-Mi gira la testa – e non è solo una scusa per muoversi. È la verità.
-Ti porto subito a casa – dice Marco, prima di dare inizio al teletrasporto.
Stare fra le sue braccia mentre il turbine di colori ci guizza in avanti è una sensazione meravigliosa. E’ caldo come il suo elemento, quello del fuoco, e il profumo che sia lui sia Federico condividono, quello della peperita rossa, è piacevole. Vorrei restare ancora un po’ così, magari anche sentire il suo ricambio. Ma sfortunatamente ci ritroviamo nel mio salotto quasi subito e mi fa sedere dolcemente sulla poltrona.
-Eccoci qua – ansima un po’ esausto – ti senti meglio?
-Un po’ – non è la verità, ma non posso fare la figura della stupida. Non davanti a lui – Allora … - balbetto – posso offrirti qualcosa?
-No grazie – risponde con gentilezza.
-Ah, finalmente sei tornata!- gracchia una voce dietro di noi. Ci voltiamo e vedo che Finch sta uscendo dal sottoscala – Allora, dov’è la mia ricompensa per aver fatto la guardia a quel ghiro che sta immerso in quella vasca?
-Oh, mamma! La vasca rigenerante! – me ne sono completamente dimenticata. Devo controllare che la temperatura non sia scesa troppo. Cosa che Finch non sarà stato sicuramente in grado di fare. Devo per questo chiedere con vergogna a Marco: - Potresti portarmi là dentro?
-Certamente – risponde lui. Mi avvolge un braccio intorno alla vita e con l’altro porta il mio dietro il suo collo. Che posizione! Ti prego, non farmi svenire signore!!!
Entriamo nel laboratorio e ci avviciniamo nella vasca dove il signor German dorme profondamente senza rendersi conto di ciò che sta accadendo nei suoi dintorni.
Guardo il termoregolatore poggiato sopra la turbina che trasmetteva l’acqua nella vasca, e mi rendo conto che supera i venti gradi. In fretta mi sbrigo ad alzarla sempre di più. Fino a quando non vedo salire dall’acqua qualche spirale di fumo. Adesso il processo è un tantino accelerato.
Torniamo nel salotto dopo che ho chiuso a chiave la porta.
-Allora? – continua a pretendere Finch – Voglio il formaggio che mi hai promesso, Sciacquetta Scemetta!
Faccio comparire un sacco che contiene dieci dosi di gorgonzola e parmigiano – Prendilo e sparisci! – ordino al gobelin. Si sbriga a metterselo in spalla e ad aspettare che io e Marco lo teletrasportiamo a casa di Leon.
-E’ meglio che me ne vada anch’io – si alza Marco – non voglio esserti d’intralcio. Anche perché ora dovresti dormire.
-Non mi sei affatto d’intralcio – mi rendo conto di aver quasi urlato queste parole – anzi, mi sei di compagnia – tiro fuori la scatoletta delle pillole che mi ha dato Walsh e le ingurgito tutte in una volta – mentre aspettiamo che facciano effetto ci facciamo una chiacchierata – balbetto – sempre … se ti v-va.
Con mia grande sorpresa, lui riprende posto vicino a me: - Certo che mi va. Mi piacciono le chiacchierate con gli amici.
Okay, resta calma. Non strillare dalla gioia, non ansimare come se fossi asmatica, non trovare la scusa del cellulare o del bagno e soprattutto non diventare così rossa da fargli credere di avere il febbrone. Resta calma e comincia questa allegra conversazione dove scoprirai più cose del ragazzo per cui stravedo.
CAMILLA POV
Sono tornata appena in tempo per provare lo show di inizio anno. I ragazzi mi hanno raccontato che Francesca è stata aggredita. Ho pensato di andarla subito a trovare, ma quando ho chiesto chi l’aveva portata da Walsh, e loro mi hanno risposto che è andato Marco, ho preferito non disturbarli, immaginandomi qualcosa di speciale.
Ora sono con i ragazzi, seduta sui gradini dello spalto presente in piazza e stiamo parlando. Hanno continuato a chiedermi anticipazioni su cosa ho preparato per Halloween, ma come sempre ho tenuto la bocca cucita. Deve essere una sorpresa. Ogni anno però ne rimangono così sconvolti che si sentono dei veri idioti per non averlo capito prima.
-Gli oscuri stanno diventando sempre più forti – cambia discorso Maxi – insomma, Francesca non è mai stata sconfitta così … su due piedi. Ha sempre dimostrato una grande forza e riusciva a sconfiggerli con un colpo di mano.
-E’ opera della resurrezione del grande Arborus, che sta racimolando sempre più forze – dice Federico – se non facciamo qualcosa, la pietrificazione si completerà e Violetta … diventerà …
-Non dirlo! – gli ordino – Ora che sa domare l’energia positiva, potrà sprigionarla sulla propria agata e ritornare quella che è sempre stata.
Proprio così. La notte prima, ci siamo incontrati alla sede del consiglio splendente, dove, dopo svariate ricerche in compagnia dei saggi anziani di quasi tutta Haunted Night, abbiamo capito che l’unico modo per rompere la pietrificazione del cuore, è infliggere quanta energia positiva possibile sul proprio gioiello vitale. In questo modo il suo potere trasmetterà nel corpo del proprietario la stessa energia. Ma c’è un problema. Per farlo bisogna levarselo per almeno tre secondi. E abbiamo troppa paura che siano sufficienti per far passare Vilu all’altro mondo. Dobbiamo trovare un metodo. Ci stiamo impegnando duramente per salvare la nostra amica. E dovessimo morire, ce la faremo.
-L’unica soluzione sarebbe rivolgersi all’uomo più saggio del regno – opziona Broadway – Vale a dire il vecchio Sàbio.
-Vorrai scherzare? – esclama Maxi – Sai che quello sarà pure un vecchio rammollito che abita oltre le montagne di rugiada in una capanna fatta di radici palustri, ma quando usa la sua lancia ha una mira eccellente.
-Ricordate cosa è successo l’ultima volta che ci siamo andati? – faccio riferimento a mille anni fa – Dopo aver rifiutato di lasciarlo da solo, perché volevamo un informazione, ha evocato spiriti di fuoco che ci sono venuti addosso. Quello ci va giù duro con la magia.
-Ma i folletti che vivono sulle montagne della rugiada – fa notare Broadway – mi hanno riferito che sono andati a trovarlo per chiedere riposo dopo una lunga corsa in fuga da un incendio oscuro e lui ha accettato. Chissà, forse è cambiato.
-Si fa presto a dire “Forse” – balbetta Andres – e se non è così? Se è rimasto il solito vecchio, pazzo ...?
-Se non c’è altro modo, io dico di tentare- mi aggiungo improvvisamente. L’idea di Broadway era folle, ma anche intelligente. Sàbio forse avrebbe potuto riferirci il modo di levare del tutto la maledizione a Vilu. In questo modo sia lei, sia il popolo magico sarebbero stati salvi. Mi sollevo e mi rivolgo agli altri: - Infondo la nostra forza è superiore alla sua. E anche se ci rimettiamo qualche ferita non importa. Abbiamo affrontato demoni dalla potenza colossale e ci spaventiamo davanti ad un nonnetto? È ridicolo – li ho colti sul vivo, perché non ribattono – Allora, io dico di partire subito. Quante ore ci vogliono per arrivare alle montagne di rugiada? Una se ricordo bene. O anche mezza se usiamo i passaggi segreti sotterranei dei folletti che vivono lì.
-Hai ragione – si alza Maxi – il nostro amico Lanny, li ha scavati apposta a forma di scivolo, in modo da non affaticare troppo le gambe. Li ho provati una volta! Ti fanno arrivare sul fondo di un lungo posto e dopo aver fatto cento o duecento gradini, arrivi sul picco del monte più alto. Una vera stupidaggine.
-Useremo questi tunnel allora – poi mi viene in mente una cosa – dobbiamo dirlo anche a Violetta e Marco.
-Non credo vorranno venire – dice Broadway – lei è con Leon, mentre lui  non so cosa sta combinando con Francesca. Non è il caso di disturbarli, non trovate? – ride ghignante.
-Hai ragione – rispondo – Allora partiamo noi – indico la strada – diritti verso casa mia. Dove potremo trasportarci nel mondo diurno senza problemi.
Facciamo per incamminarci … ma … qualcosa di grosso ci plana sopra e l’ultima cosa che vedo, prima di sentire quattro grossi artigli affondarmi nelle spalle, sollevarmi e farmi perdere i sensi, è la città che si abbassa sotto di me e gli altri, che sono stati afferrati da altri mostri simili al mio.
DIEGO POV
Molto bene, il veleno dei rapaci a sonagli, sta facendo effetto. Hanno tutti perso i sensi. Non mi resta che portarli in un luogo non molto popolato e divertirmi con Ludmilla che mi ha pregato di portarglieli per poterli torturare. Che disdetta! Tra loro non c’è Leon! Avrei voluto sistemare da solo quel moscerino! Ma non credo ce ne sarà bisogno. Ormai so dove si trova. Mi basta entrare nella sua stanza mentre dorme ed ucciderlo nel sonno. E finalmente Violetta mi apparterrà!

 
  
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