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Autore: Kimmy_chan    09/08/2014    6 recensioni
Erano ormai passati 22 anni dalla fine degli ultimi Hunger Games; Peeta e Katniss avevano formato una loro famiglia ed erano tornati nel distretto 12. Una mattina autunnale Katniss si sveglia, causa dell'ennesimo incubo, e non trovando suo marito accanto a sè va a cercarlo...ma quando esce di casa trova una sorpresa.
Qualcuno che lei conosce molto bene è tornato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                                                Tutto questo non finirà molto presto


Pov Katniss

Era mezzanotte meno un quarto quando il treno arrivò nella stazione del Distretto 12. I piccoli Feen e Caty si erano addormentati, ormai sfiniti dalla giornata trascorsa tra giochi e risate. 

Eravamo rimasti in casa Hawthorne anche per la cena. 
Mentre io e Johanna preparavamo qualcosa da mangiare, i nostri mariti intrattenevano i ragazzi nel parco dietro casa.
Peeta e Gale erano dei perfetti padri. I bambini non si erano mai divertiti tanto; perciò riuscire a portarli via da lì fu molto difficile..


-Mamma non me ne voglio andare! Zio Gale mia aveva promesso che mi avrebbe insegnato ad intagliare il legno!- esclamò Caty, agganciandosi con una forte stretta al braccio destro di un povero Gale mortificato.
-E io boio giocale con zia Jo!- aggiunse ancora più deciso il piccolo Feen, che si teneva stretto alla gamba della donna.

Io e Peeta eravamo davanti alla porta principale della casa, avevamo già raccolto tutte le nostre cose sparse per la casa e stavamo lì davanti ai nostri pargoli che facevano i capricci. 
-Caterina, Feen, state tranquilli che torneremo a trovare gli zii molto presto. Ma ora dobbiamo tornare a casa. E' tardi e l'ultimo treno sta per passare, dobbiamo muoverci!-
-No!- risposerò all'unisono i birbanti, continuando a tenersi stretti ai loro nuovi adorati parenti acquisiti.
-Per favore! Siamo tutti stanchi. E' ora di tornare a casa!- insistetti, cercando di staccare Feen dalla gamba di Jo, stando attenta a non urtarla o a farla cadere. 
-Noooooooo!- esclamò Feen, mentre cercavo di prenderlo in braccio -Non boglio andale a casa!- 

Ero esasperata, questa scenetta continuava ormai da un quarto d'ora, anche Gale e Jo cercavano di convincere i piccoli, ma non volevano sentire ragioni. 
Ero stanca e spossata. Mi misi a sedere sul parquet e mi voltai verso Peeta supplicandolo tacitamente di aiutarmi.

-Ragazzi. Non fatemi arrabbiare. Staccatevi immediatamente dai vostri zii!- disse con tono pacato ma autoritario mio marito.
I piccoli, vedendo il loro paparino così deciso stettero in silenzio per qualche minuto, come se stessero valutando la situazione, poi d'un tratto aprirono bocca.

In quel momento sperai con tutto il mio cuore che si sarebbero arresi ma...

-No! Noi non ci muoviamo da qui!- rispose Caty, anticipando il fratellino che le venne dietro con un'acuta negazione.
-Caterina Primrose Lorein Mellark. Non farmi arrabbiare. Ora tu ti stacchi dal braccio di Gale e vieni a casa. E se non ti sbrighi, non ti faccio vedere Josh per due settimane!- 
-Ma come..?- chiese sbigottita.
-Non importa come io lo sappia ma ti giuro che quando dico una cosa è quella.- 
Dopo quelle parole di Peeta, che stupirono anche me per l'autorevolezza con le quali le aveva ben scandite, la mia bambina, si staccò immediatamente da Gale e come un cucciolo bastonato si avvicinò al padre mormorando le sue scuse. Peeta le accarezzò i capelli e le mostro un dolce sorriso al quale Caty rispose con uno ancora più radioso. 

Ci sapeva proprio fare con i piccoli. Io non ero così brava.

-Feen, vieni a casa su!- sussurrai al piccolo, porgendogli una mano. Il piccolo vacillò per un attimo. -Domani facciamo la torta alle fragole. Se andiamo subito a casa.- aggiunsi. Sapevo che questo lo avrebbe fatto cedere, ed infatti.. Feen lasciò la gamba di Johanna e si buttò tra le mie braccia. 

-Bene, ora possiamo andare a casa.- annunciai, cercando di alzarmi. Era un po' difficile alzarsi da terra avendo un piccolo koala attaccato con le ventose al dorso. Tentai di alzarmi ma per fortuna, nel momento in cui stavo per cadere, qualcuno mi prese e mi attirò a sè. -Peeta.. grazie.- sussurrai, poggiando la testa all'indietro, per poterlo guardare in volto. Mi aveva presa da dietro ed ora i nostri corpi erano vicinissimi.. Potevo sentire i nostri corpi che si completavano. 
Sentivo il sangue ribollermi nelle vene. Mi scostai da lui e gli rivolsi un sorriso languido che lui comprese immediatamente. 
Avremmo avuto altri momenti di intimità, ma quello non era ne il momento ne il luogo adatto.

Mi voltai verso i nostri due amici e gli porsi i nostri più sinceri ringraziamenti -Jo, Gale, vi ringraziamo infinitamente per aver guardano le nostre pesti e per averci sopportato per quasi tutto il giorno. Siete i migliori!- mi voltai verso Peeta, lo presi per mano e aggiunsi -E noi vi adoriamo. Siamo felici di avervi ritrovati, ma mi dispiace per voi.. Non vi liberete di noi molto facilmente.- 
Non feci in tempo a finire la frase che Johanna mi fu addosso ed avvolte se sue braccia intorno a me e Feen. -E' stato un piacere per noi. Tornate quando volete! Ci ha reso felici questa vostra visita perciò non fate passare troppo tempo prima di rifarvi vivi ok?- sussurrò la donna. Annuii e andai a stringere Gale, mentre Jo salutava Peeta e Caty.

-Catnip. Seriamente, è stato un piacere avervi qui, e le piccole pesti qui- scompigliò i capelli di Feen - sono stati bravissime. Portaceli quando vuoi. E..- prima che finisse la frase lo strinsi in un caldo e forte abbraccio. -Va bene. Ci vediamo.- dissi mentre mi dirigevo verso Peeta, che intanto ci aspettava al di fuori del porticato. 
-Ciao a tutti! Ci vediamo!- esclamò Peeta, salutando con una mano i nostri amici, e con l'altra prese la mia e strinse le sue dita intorno alle mie.
Mi soffermai ad osservarlo. E rimasi incantata. 
Tutto andava bene e lui era tornato da me. 
-Andiamo?- mi chiese tendo sempre stretta la mia mano. 
Feci un veloce cenno con la testa e ci dirigemmo verso la stazione..


-Li svegliamo?- chiesi un po' triste. Non volevo strappare i miei piccoli a quei meravigliosi sogni che ero sicura stessero facendo. 
-Naah! Dormono troppo bene. Vedi che sorrisi beati? Scommetto che Feen sta sognando la torta alle fragole che gli hai promesso.- -E allora come facciamo?-
-Beh, io prendo Caty in braccio e tu fai lo stesso con Feen. I bagagli sono leggeri, posso riuscire a prenderli senza problemi.- constatò semplicemente lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Va bene io prendo Feen, ma prendo anche la borsetta di Caty e quella delle cose per Feen.- dissi con tono che non ammetteva repliche. Ed infatti non ne ebbi. Peeta si mise sulle spalle il suo borsone, come se fosse uno zainetto, e abbassandosi, con molta delicatezza, prese tra le braccia nostra figlia. 
Io feci altrettanto e ci dirigemmo verso casa.

Quando finalmente fummo giunti a casa portammo i nostri bambini nelle loro rispettive stanze e, per fortuna, non si erano svegliati neanche durante il tragitto. 

Feen era a letto e Peeta si stava facendo una doccia.. Io ero stanca e un po' spossata perciò mi misi sotto le coperte. Ma ero decisa a non addormentarmi, io e Peeta avevamo ancora molto di cui parlare. Però.. sentii le mie palpebre sempre più pesanti, fino a quando non cedetti e tutto diventò nero. Morfeo mi aveva trascinata nel suo mondo.


Pov Peeta

Dopo aver fatto una calda doccia mi asciugai velocemente i capelli e mi infilai un paio di boxer neri. Avevo fatto tutto con molta fretta, perchè sapevo che Katniss mi stava aspettando. Mi aveva detto che sarebbe rimasta sveglia perchè voleva parlare un po'. 
Ma quando tornai in camera non rimasi molto stupito nel constatare che si era addormentata. 
Si era presa tutto il lettone, era sdraiata scomposta e continuava a muoversi mugugnando. Stava avendo un brutto sogno. Perciò mi veci posto nel letto e la avvolsi tra le mie braccia, dopo pochi minuti ella smise di dimenarsi. 
-Dormi pure tranquilla amore mio, sono qui ora. E non me ne vado più via, stanne certa.- sussurrai al suo orecchio. Immediatamente, come e mi avesse sentito, sul suo volto si dipinse un dolce sorriso. E piano piano si accoccolò tra le mie braccia.

La osservai fino a quando non crollai, sfinito da una giornata piena di emozioni e novità. 


Pov Caterina

Quando mi svegliai erano passate da poco le nove. Eravamo in vacanza ma spesso mi succedeva ancora di svegliarmi molto presto. Però, di solito, non ero l'unica già alzata a quell'ora, infatti, ogni mattina, quando scendevo le scale, trovavo in cucina mia madre, intenta a prepararci la colazione come meglio poteva.
Era ormai un'abitudine, per questo rimasi molto sorpresa quando scesi al piano inferiore e non la trovai lì. Quasi senza accorgermene corsi verso la stanza dei miei, aprii piano piano la porta e li vidi. Lì, l'uno nella braccia dell'altro. Mi era mancato vederli così. Rimasi lì ad osservarli, a contemplare il grande amore che ancora era vivo nei miei genitori, fino a quando non mi balenò in mente un'idea.

Scesi velocemente in cucina e mi misi all'opera.

Quando tutto fu pronto misi la colazione su di un vassoio e, facendo molta attenzione, lo portai al piano superiore. 
Stavo per entrare nella camera dei miei quando.. sentii dei mormorii provenire dalla stanza accanto. Feen si era svegliato. 
Appoggiai il vassoio su un cassettone lì vicino ed andai dal mio fratellino.

Feen era nel suo box e ancora un po' insonnolito, ma quando mi vide gli si illuminò il volto.
-Cat!- quasi urlò il mio fratellino, sbracciandosi, per raggiungermi. 
-Eccomi, ma non urlare.- lo ammonii. 
Lo feci uscire dal box ed immediatamente lui andò a prendere il suo Bear su una sedia piccolina, formato bambino. 
-Senti, voglio fare una sorpresa alla mamma e al papà. Vuoi aiutarmi?- gli chiesi.
Senza dire altro lui annuii e mi seguii fuori dalla sua stanza.  Recuperai il vassoio e mi girai verso il piccolo -Ora svegliamo mamma e papà. Ma non urlare.- 

Entrammo nella stanza e Feen, fece come se non gli avessi detto di non urlare, iniziò ad urlare a squarcia gola -Buongiorno mamma! Buongiorno papà!- ed immediatamente si butto sul letto dei nostri genitori.
Entrambi si svegliarono di soprassalto e rimasero basiti nel vederci lì. 
-Ma cosa state facendo?- chiesi mia madre, mentre continuava a strofinarsi gli occhi.
-Vi abbiamo portato la colazione.- risposi facendo un sorriso che poteva solo essere inteso come un "Scusa ma sai che non lo si può fermare." 
-Oooh. Che c'è di buono.- rispose papà, mentre si massaggiava la pancia.
 Porsi il vassoio ai miei genitori ed illustrai quello che avevo fatto -Ho preparato delle uova strapazzate, dei toast, e una spremuta d'agrumi.- 
-Sei stata dolcissima. Vieni qui.- mi disse mamma, battendo la mano sul letto. Mi sedetti accanto a lei e mi lasciai abbracciare.
-E' buonissimo!- esclamò papà. Sbucai da quell'abbraccio tanto confortante ma al contempo soffocante e vidi il volto di mio padre.
Gli si erano illuminati gli occhi perciò era la verità! Non avevo fatto un casino. Ne ero davvero felice.
-Fai mangiare anche me! Non essere ingordo!- protestò mamma prendendo una forchetta ed iniziando a mangiare le uova.  
-Ha ragione!- esclamò dopo pochi istanti.
-Sarai un'ottima cuoca da grande. Per fortuna non sei negata come tua madre. Questo renderà più facile trovarti un marito.. anche se a quanto so da quel punto di vista già sappiamo chi sarà il fortunato...- disse allegramente mio padre.
-Papà!- lo ammonii.
-Peeta! Io non sono negata! Anzi, ho fatto progressi! E poi non direi queste cose a tua figlia!- esclamò paonazza mia madre.
-Va bene. Va bene. Mi arrendo.- alzò le mani in segno di resa, ma continuava a ridere a crepapelle. Adorava quando mamma diventava rossa, lo sapevamo tutti.
Quando finalmente riuscì a riprendere il controllo di sè si voltò verso Feen e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Ma non mi importava cosa gli stava dicendo, d'altronde.. finalmente erano tornati a stare tutti insieme, sotto lo stesso tetto, e questo mi bastava.


Pov Peeta

-Feen, ricorda una cosa, alle donne gli si deve dar ragione, se no poi non si finisce più di litigare. E' tempo sprecato quello che si passa a discutere con loro. Si perde in partenza. E poi... se trovi due femmine come tua madre e tua sorella, forti e tenaci non hai proprio scampo.- sussurrai al mio piccolo, che sogghignava divertito.

Dopo aver finito la dolce colazione io e Katniss andammo a sistemare la cucina. Mentre Caty andava a cambiarsi e Feen andava a giocare con il suo orsetto Bear in camera sua.
Ci aspettavamo un trambusto ma con nostro grande stupore Caty aveva risistemato e pulito tutto, dopo aver preparato il cibo che ci aveva portato. 

Mi misi a preparare il pane e li si sedette sullo sgabello davanti al mio tavolo da lavoro e mi osservò per tutta la durata del lavoro.
Quando finalmente ebbi infornato le teglie mi avvicinai a lei e sussurrai, quasi sperando che non comprendesse  -Sei cambiata..- 
-Cosa?- chiese un po' spaesata Katniss.
Dovevo dirle cosa pensavo. Il dottore mi ha detto che la sincerità mi aiuta a non farmi perdere il controllo. Che ormai avevo acquistato.
-Sei cambiata. Cioè il tuo comportamento nei confronti dei nostri figli è diverso. Vi siete molto avvicinati. Lì conosci.- spiegai.
-Non li conosco come li conosci tu.- rispose tristemente. 
-Può darsi, ma tu conosci cose che io non so su di loro. E' normale. Abbiamo rapporti differente con i nostri figli. Ed è giusto così.- 
Mi avvicinai sempre di più a lei e la abbracciai. Lei si accoccolò sul mio petto e si mise ad ascoltare il mio cuore. 
-Batte velocemente.- mormorò. 
-Sì..- risposi un po' imbarazzato.
-Perchè? Di solito non lo fa.- chiese con un tono di voce che non comprendevo bene. Forse era preoccupazione quella che sentivo nella sua voce?
-Perchè sei finalmente accanto a me.- risposi divenendo paonazzo in volto. 
Lei alzò il capo ed iniziò a scrutare il mio volto. -Faceva così solo i primi mesi, quando ci siamo messi insieme.-
-Beh.. a quanto pare il mio cuore, ed il mio corpo, ti vedono come una droga. Mi sei stata lontana per così tanto tempo che ero in astinenza.- risposi, cercando di non guardarla in faccia. Ero tremendamente in imbarazzo e lei lo notò. 
-Guardami in faccia...- mormorò con un topo a dir poco autoritario. 
Piano piano volsi il mio sguardo verso di lei e rimasi ancora più stupito quando vidi che nei suoi occhi si stavano formando delle piccole lacrime che cercavano di fuoriuscire da quei meravigliosi occhi grigi e che anche il suo volto era diventato rosso come un peperone.
-Perchè piangi?- chiesi sconvolto. 
-Mi sei mancato. E mi fa piacere sapere che anche io ti sono mancata. Sai.. iniziavo a pensare che tu te ne fossi andato definitivamente.- ammise con le lacrime agli occhi.
-Ma cosa dici?Sciocchina. Io ti amo. E amo i nostri figli. Come avrei mai potuto non tornate?- La strinsi più forte a me e con un piccolo gesto della mia mano alzai il suo mento e unii le nostre labbra, in un dolce, casto e caldo bacio. 

Sentimmo piccoli passi che scendevano le scale, perciò ci staccammo e lei si asciugò velocemente le lacrime che avevano iniziato a rigare il suo volto. Lacrime di gioia. Ecco cos'erano.


Pov Katniss

Mi allontani da Peeta ed asciugai il mio volto, pochi attimi prima che i nostri piccoli facessero la loro entrata nella stanza. 

-Mamma cosa facciamo oggi?- chiese Caty con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
E' vero! Era domenica e la domenica la trascorrevamo sempre tutti insieme, di solito nel bosco o al parco accanto a casa.
-Mmmh.. non lo so. Tu che dici Peeta?- Doveva essere partecipe della scelta anche lui.
-In realtà io dovrei passare un'attimo in panetteria per controllare come sono andate le cose in mia assenza.. Ma poi dopo pranzo potremmo andare al lago. Che dite?- 
-Sì!- risposero all'unisono i piccoli, iniziando a saltellare per tutta casa.
-Va bene, io preparo il pranzo e le cose da portare, intanto tu vatti a cambiare e fai quello che devi fare. Che oggi pomeriggio sei tutto nostro okay?- dissi a mio marito posandogli un casto bacio sulle labbra.
-Va bene..- 

Peeta andò in panetteria, io preparai il pranzo e i piccoli intanto racimolarono le cose che volevano portare al lago.
Quando mio marito fu tornato mangiammo tranquillamente nella sala da pranzo e dopo esserci cambiati uscimmo di casa, ma questa volta portammo con noi anche la nostra Stella. Era da tanto che non la portavamo a fare una passeggiata. Tutti furono felici di questa decisione.

Trascorremmo una meravigliosa giornata tra schizzi d'acqua fresca e dolci risate.


Quella notte, mentre io e Peeta ce ne stavamo accoccolati l'uno all'altra e aspettavamo che Morfeo ci portasse nel suo regno, mi venne un'idea. 
-Senti.. domani è lunedì e la panetteria è chiuso giusto?- chiesi un po' titubbante, pur sapendo che la risposta a questa mia domanda sarebbe stata affermativa.
-Si.. lo sai bene. Perchè questa domanda?- chiese un po' sospettoso. 
-Beh.. pensavo.. i ragazzi adorano Gale e Jo.. perchè non andiamo a trovarli domani? Gli facciamo una sorpresa. Potremmo portare dei dolci. Johanna ne mangia  molti, da quando è incinta.- piano piano che le parole si facevano largo sulle mie labbra vidi il volto di Peeta illuminarsi.
-Certo. Domani mattina mi sveglio presto e vado in pasticceria a fare qualche cosa. Che dici faccio dei biscotti e dei muffin?- chiese lui divertito.
Feci un cenno d'assenzo con la testa e mi raggomitolai sul suo petto. Ma, per fortuna, mi ricordai una cosa. 
-Peeta! Ieri abbiamo promesso a Feen una torta alle fragole! Oggi non se n'è ricordato perchè è stato troppo occupato, ma sta pur certo che domani se ne ricorderà.- 
-Oh dio. Hai ragione. Farò anche quella. Per fortuna che te ne sei ricordata! Immagina come avrebbe reagito quel testardone se non avesse avuto la sua torta...- 
-Non oso pensarci.- feci, facendo finta di avere i brividi.
Certo che il nostro piccolo pasticcere se non otteneva quello che voleva poteva diventare una furia. Era un piccolo di poco più di due anni ma aveva la volontà di uno di dodici.
Ci guardammo negli occhi alcuni istanti e poi scoppiamo in una fragorosa risata, così dal nulla.


Saranno state le sei del mattino quando sentii Peeta alzarsi dal letto. 
Lui sarebbe stato fino alle dieci in pasticceria, nel durante io avrei preparato qualcosa da mangiare. D'altronde i nostri ospiti non sapevano che gli saremmo piombati a casa, perciò non avrebbero avuto abbastanza cibo per tutti.


Alle undici e un quarto eravamo nella stazione del Distretto 12, e cercavamo uno scompartimento vuoto all'interno del treno. Non fu difficile, perchè di lunedì non vi erano molti viaggiatori. E poi quello era un treno che passava per tutti i Distretti, per fortuna che la nostra fermata sarebbe stata la prima. 

Il viaggio fu tranquillo... Peeta schiacciò un pisolino, Feen si mise a disegnare e Caty riprese in mano il libro di turno. 
Io invece preferii guardare il paesaggio che sfrecciava veloce davanti ai miei occhi. 

Trovare la strada per la casa Hawthorne non fu difficile, ce la ricordavamo tutti molto bene. E quando finalmente fummo giunti davanti all'enorme porta d'ingresso in quercia era già mezzogiorno e mezzo. 
Sistemai i vestiti dei piccoli e suonai il campanello della porta. 
Da dietro la porta, dopo pochi minuti, si udì qualcosa.. -Aspettavi qualcuno?- chiese una voce femminile, sicuramente Jo.
-No..- rispose una maschile, ovviamente Gale.
-Allora chi può.. - le parole le morirono in bocca perchè in quel preciso istante Gale aveva spalancato la porta, guardandoci sorpreso.
-Sopresa!- quasi urlò Peeta, mentre si faceva strada in casa, tenendo pericolosamente in bilico un'ammasso di teglie e scatole prese dalla pasticceria, piene di leccornie. 

Jo e Gale si guardarono con gli occhi sgranati. Forse avevamo fatto male a fargli un'improvvisata. Avevo sbagliato. 
Loro avevano i loro spazi. E noi dovevamo rispettarli, ma con un gesto del genere avevamo decisamente oltrepassato la linea.
Peeta si era già diretto in cucina per posare tutte le scatole e i contenitori, mentre io continuavo a stare davanti alla porta spalancata di casa Hawthorne.
-Scusate, forse abbiamo sbagliato a presentarci qui, così...- cercai di scusarmi ma Jo mi fermò, stritolandomi tra le sue forti braccia. 
-Non dire sciocchezze! Siamo solo sorpresi. Non ci aspettavamo una vostra visita così presto. Anzi, non credevamo che sareste più tornati..- 
-Ma cosa dici? Siamo stati benissimo qui con voi!-
-E allora che dire? Entrate! Non vorrete stare tutto il giorno qui davanti vero?- disse allegramente Gale, spostandosi da davanti ad essa, per farci passare.

-Abbiamo portato dei dolci per Jo e altro cibo per pranzo, visto che non vi aspettavate il nostro arrivo, per non mandare in panico Johanna con il cibo c'abbiamo pensato noi. Spero vi piaccia la pasta con funghi e salsiccia. Ora poso queste cose qui!- urlò Peeta dalla cucina, dopo pochi secondi si sentì il rumore di qualcosa di pesante che toccava terra e un Peeta un po' mortificato dire -Scusa!-
Jo sbarrò gli occhi e corse in cucina, per controllare cosa stesse facendo mio marito. Seguita dal piccolo Feen, che misi a terra per farlo passeggiare tranquillo, e da Caty che con un sorriso smagliante superò Gale, dopo avergli dato un veloce bacio sulla guancia e aver mormorato -Ciao zio.-

Gale mi guardò e scoppiò a ridere; e quando finalmente riusci a respirare disse -Potrei farci l'abitudine..- 
-A cosa?- chiesi un po' spaesata.
-A tutti noi.. insieme. Mi piace.- quasi mormorò tra sè e sè.
-Ormai che ci siamo ritrovati, credo che tutto questo non finirà molto presto..- ammisi. E in cuor mio sentivo che quello che avevo appena detto era la pura e semplice verità..



Angolino di Kimmy_chan
E bene.. siamo quasi alla fine. Cioè questo è l'ultimo capitolo, quelle che spero di postare a breve sarà l'epilogo. Ma vi esorto a leggerlo. Vedremo come sono cresciuti i piccoli ;D 
Se vi piace come scrivo, e volete seguire comunque qualcosa su HG vi chiedo di leggere e recensire:  
 

Come sempre vi chiedo di dirmi cose ne pensate e se c'è in questo testo una parte che vi è piaciuta maggiormente :) 
Ciao ciao :*

RECENSITE <3 
  
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