Sto per perdere i sensi e sono vagamente cosciente delle sue dita tra i miei capelli e della sua bocca che mi sfiora l’orecchio. Questa volta sento nitida la sua voce –trovami Sam- dice. Suona come una supplica rassegnata, una litania ormai conosciuta. Vorrei chiederle, parlarle ma sono così stanco che non trovo le parole per risponderle, le mie palpebre si chiudono e lei ripete ancora singhiozzando –trovami Sam, trovami!-. La sto lasciando di nuovo, apro gli occhi in quel groviglio di capelli e braccia per l’ultima volta, voglio guardare i suoi occhi un'altra volta prima di andarmene, voglio respirare ancora quell’aria e sentire la voce del mare, della mia terra.