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Autore: SashaJohnson    09/08/2014    5 recensioni
Liz Payne: "Nella mia vita non è mai mancato niente, neanche l'amore, anzi, soprattutto l'amore. Ma da quando è successo quello che è successo, l'amore mi manca. Non esiste più l'amore nella mia vita. Ho bisogno di qualcuno che mi dia amore, ma quello vero, che si può fare con un semplice sguardo o una semplice carezza, perchè l'amore è il motore di tutto, senza di esso non c'è vita"
Hope Stevens: "Ho sempre avuto tutto dalla vita, non mi mancava niente, fatta eccezione per una cosa: l'amore. Quel sentimento di cui conosco solo il nome ma che non ho mai provato; quel sentimento che ho cercato per 4 fottutissimi anni ma che non ho mai provato. Qualche anno fa alzavo lo sguardo verso il cielo e sussurravo -Dammi amore-. Ora non credo più nell'amore... le esperienze mi hanno insegnato che l'amore non esiste"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Liz’s POV
E Gennaio passò, passò così in fretta che quasi non me ne accorsi. Non riuscivo a capacitarmi di come ogni giorno trascorso con Niall fosse un giorno in più di felicità. Oramai la routine con lui era la solita, ma mai noiosa, anzi, sembrava più bella ogni giorno che passava. E inoltre avevamo meno limitazioni, margini di libertà meno calcati, più possibilità di stare insieme, baciarci e toccarci senza essere guardati male o rimproverati. Liam si era ormai rassegnato all’idea che io e il biondo stessimo insieme e aveva deciso di lasciarci nelle nostre mani. Hope invece… non era più lei.

Insomma, era sempre Hope, ma… diversa, per molti aspetti. Era difficile spiegare il suo cambiamento, perché era strano per me quanto per lei stessa trovarla in quelle condizioni che nel suo essere risultavano del tutto paranormali. Anche lei era felice, felice come non l’avevo mai vista: si alzava ed era felice e sorridente; mangiava ed era felice e sorridente; anche quando doveva passare la scopa o fare qualsiasi altro lavoro domestico, cosa che odiava profondamente, era felice e sorridente; e addirittura quando dormiva nessuno sarebbe stato in grado di toglierle quel sorriso che sembrava si fosse stampata in faccia.

Ed era tutto merito di Harry. Anche il riccio era diverso, in un certo senso si erano trovati: la continua e costante acidità di Hope era stata sostituita dalla positività e dalla voglia di vivere di Harry; la strafottenza del ragazzo era invece mutata nel senso di responsabilità di cui si caricava mia cugina. La prima settimana trascorreva la notte nella nostra camera, crogiolandosi in quella nuova felicità; nelle settimane a venire invece, a giorni alterni, aveva iniziato a dormire insieme ad Harry nella camera di quest’ultimo, e così io ne approfittavo per sgattaiolare nella camera di Niall, dove ci abbracciavamo, ci accarezzavamo e ci baciavamo, tutte cose dolci che facevano parte di lui; Hope poi la mattina veniva a controllare la situazione, accertandosi che non ci trovassimo in atteggiamenti peccaminosi.

Ma non avrebbe trovato nulla di strano, neanche se avessi voluto. Eravamo in procinto di fare il terzo mese e ancora non avevamo minimamente affrontato l’argomento: io perché troppo imbarazzata di parlare di queste faccende con il mio ragazzo, si trattava sempre della mia prima volta; lui perché… in realtà non lo sapevo, sembrava che volesse evitare accuratamente l’argomento, e quando sembrava che i nostri corpi inconsciamente si stessero spingendo un po’ più in là lui si fermava, staccava le sue labbra dalle mie per poi premerle sulla mia fronte stringendomi forte a sé.

Per quanto lo ammirassi per tutto il suo autocontrollo, per quanto gli fossi grata per il fatto che non mi costringeva a farlo, a volte desideravo solo che si lasciasse un po’ andare. Se io ero bloccata dall’imbarazzo, dalla paura e dalla mia verginità, lui era bloccato da qualcosa che non riuscivo né a capire né a spiegarmi. Non era di certo la verginità, non riuscivo proprio a convincermi della lontanissima idea che il mio ragazzo fosse ancora vergine; e poi per conferma lo avevo domandato ad Harry che con un gesto di assenso con la testa mi aveva dato ragione sulla teoria della verginità di Niall.

L’imbarazzo poteva mai essere? Ma imbarazzo di cosa? Di cosa poteva mai essere imbarazzato lui che si ritrovava ad essere più o meno perfetto? E allora che cosa poteva mai essere? La paura forse? Ma paura di cosa? Non sarebbe stato mica lui quello a provare a dolore quando lo avremmo fatto, si sa, la prima volta è dolorosa per la femmina. E allora… e fu in quel momento che una piccola intuizione iniziò a infiltrarsi nella mia mente.  Senza nemmeno accorgermene forse avevo fatto centro al cuore del problema: lui aveva paura, paura di farmi male.

Era risaputo che la prima penetrazione fosse dolorosa per le femmine, non sapevo perchè, ma sapevo che era così. Hope aveva cercato più volte di spiegarmelo, c'era come la lacerazione di un qualcosa, ma non volevo affrontare l'argomento, ne con lei ne con nessun altro. E lui aveva paura di farmi male. Mi si strinse il cuore al pensiero che forse fosse davvero così; il mio piccolo orso abbraccia tutti. Questo ragazzo era la dolcezza fatta persona, ed era mio. Già lo consideravo mio, nemmeno fosse un oggetto. Ma lui restava comunque mio, e io ero sua, qualsiasi altra cosa era impensabile.

Il solo pensiero di immaginarlo con un'altra mi faceva ribollire di gelosia, facendo nascere in me un odio sincero, profondo, viscerale.
-Allora, che facciamo stasera?- chiese il riccio sedendosi sul divano, al fianco di mia cugina, strappandomi brutalmente via dai miei pensieri. -
Perchè non andiamo al cinema?- propose Hope sorridendo. Niall, seduto vicino a me sul divano di fronte al quale era seduta l'altra coppietta, sbuffò.
–No ragazzi, ci siamo andati la settimana scorsa.- si lamentò lui.

–Se sei così intelligente perché non la tiri fuori tu un’idea, brutto biondino di merda?- lo schernì mia cugina. Harry si mise tra loro.
–Hope, Niall non ha tutti i torti.- disse il riccio alla sua ragazza. Mia cugina lo fulminò con lo sguardo.
–Certo, dagli pure ragione!- disse incrociando le braccia sotto il seno e dandogli le spalle.
–Pensavo che avendo finalmente trovato un ragazzo mi saresti stata più simpatica, e sia chiaro, non solo a me, anche a tutta la comunità europea e americana, ma mi sbagliavo.- le fece la linguaccia il mio ragazzo.

Hope divenne rossa in viso e si infervorò di più. Si alzò dal divano tendendo le mani in avanti, pronta a strangolare il biondino, che spaventato si rannicchiava sempre di più contro di me, ma venne fermata da Harry, che la prese per i fianchi e la sollevò trascinandola in cucina.
–Mollami,stupido! Lo devo uccidere!- la sentimmo urlare mentre li vidi scomparire in cucina. Io sospirai, mentre Niall ritornò a sedersi.
–Wow, certo che tua cugina fa veramente paura.- mi disse stendendo un braccio lungo lo schienale del divano e girandosi verso di me.

–Me lo dici ogni santa volta che cerca di ucciderti, e io sistematicamente ti rispondo che è colpa tua che la provochi.- lo rimbrottai. Lui fece spallucce.
–Beh, diciamo che le sue reazioni sono divertenti quanto spaventose.- disse solo e non potei dargli torto. Per quanto potesse far paura, mia cugina sapeva anche essere divertente, a modo suo, un modo del tutto inconscio.
–Però dovresti comunque smetterla di provocarla.- lo rimproverai. Lui si avvicinò a me, i nostri nasi che si toccavano, le nostre bocche a pochi centimetri l’une dalle altre.

–Beh, tu sai che puoi zittirmi quando vuoi e come meglio credi.- sussurrò prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, pronta ad accoglierle da un pezzo. Si schiusero automaticamente, senza che il mio cervello mandasse alcun comando, e le nostre lingue si intrecciarono di nuovo, in un bacio che come sempre mi tolse il fiato. Ci staccammo e io parlai cercando di tenere a bada il fiatone.
–E’ vero, potrei, ma non se ti comporti come un bimbo cattivo.- gli dissi toccandogli il naso. Lui sorrise mostrandomi la sua dentatura perfetta. –Insomma, se ci pensi bene, tu e Hope non potreste mai uscire insieme.- constatai io.

In effetti non ero in grado di immaginarmi Hope e Niall che uscivano per un semplice appuntamento amichevole, o anche semplicemente seduti per sbaglio nello stesso tavolo di una stazione di servizio. Il biondino fece una faccia schizzinosa.
–Io e Hope? Ma stai scherzando?- sbottò. Io sorrisi, divertita dalla sua reazione.
–Beh, solo voi due no. Però un’uscita a quattro...- iniziai io mentre un’idea iniziava a prendere forma nella mia testa.
–Un’uscita a quattro…- ripeté Niall incitandomi a continuare.

–Ma certo! Perché non ci ho pensato prima?- esclamai alzandomi dal divano.
–Ma cosa?- mi fissò lui stranito. Io lo guardai con gli occhi luccicanti.
–Pensaci, non abbiamo mai fatto un’uscita a quattro!- esclamai ancora. Lui mi fissò come se fossi una pazza, iniziando a capire quale fosse la mia idea.
–Un’uscita a quattro? Io, tu, Harry e Hope?- mi chiese ancora con più evidente scetticismo. Io annuii sempre più eccitata. –Ma sei matta? Non l’hai capito che io e Hope non possiamo stare nella stessa stanza per più di cinque minuti senza cercare di ammazzarci a vicenda?- sbottò lui alzandosi dal divano.

–Eh, che esagerazione!- risposi io. Lui sbuffò ancora. –Dai, sarà divertente!- lo spronai.
–Niente che comprenda Hope si può definire “divertente”- disse lui.
–Ma se hai detto che le sue reazioni sono divertenti!- lo rimproverai io. Lui mi fissò come se fossi scema.
–Ma ho anche detto che sono spaventose!- urlò. Io non risposi facendo finta di non averlo sentito. –Senti, non sarà divertente, ok? E poi non sappiamo nemmeno se Hope e Harry sono d’accordo!- disse prendendomi la mano e cercando di trascinarmi con sé sul divano, ma io sfuggii alla sua presa.

–Benissimo, chiediamoglielo allora!- dissi dirigendomi verso la cucina, dove mia cugina e il mio migliore amico erano spariti qualche minuto prima.
–Liz, è una perdita di tempo. E ti dico pure che è una pessima idea! Torna indietro finchè sei in tempo! Tanto Hope non accetterà mai!- sentii la voce di Niall che mi veniva dietro.
–Lo scopriremo presto.- sussurrai con aria tronfia. Entrai in cucina e mi paralizzai sul posto una volta messo piede nella stanza.

Trattenni il fiato e mi tappai la bocca con una mano, cercando di non emettere nessun suono, mentre guardavo imbarazzata la scena che avevo davanti ai miei occhi: Hope seduta sul bancone della cucina che con le gambe circondava il bacino di Harry, arruffandogli i ricci più di quanto non lo fossero già; il mio migliore amico ci metteva del suo, le sue mani scorrevano sul corpo di mia cugina, passando dalle guance ai capelli, dal collo alla parte esteriore dei seni, dalla schiena al suo sedere; e si stavano baciano, con foga, come se non gliene importasse niente del mondo e di ciò che li circondava, come se non gli importasse del fatto che chiunque sarebbe potuto entrare e rimanere spiazzato da quella scena come la sottoscritta.

Avevo già visto più volte Hope baciarsi con Andrew, il suo ex, ma mai in quel modo: era tutta opera di Harry, o più che opera “colpa”. Continuai a osservare la scena scioccata, incapace di muovere qualsiasi muscolo. Qualche secondo dopo entrò Niall che si gelò al mio fianco e aprì subito la bocca per dire o urlare qualcosa, ma io lo fermai in tempo tappandogliela con la mano libera. Rimanemmo qualche secondo in silenzio, immobili come delle statue, mentre gli altri due continuavano a baciarsi come se non ci fosse un domani. Poi Niall si avvicinò a me e mi bisbigliò all’orecchio:

-Non vedi che sono occupati? Meglio che lasci perdere.- il suo alitò alla cannella mi stuzzicò il lobo. Io sembrai riprendermi a quella affermazione, come se qualcuno mi avesse dato una scossa elettrica. Mi schiarii la gola in modo volutamente teatrale e rumoroso e accaddero diverse cose contemporaneamente: Louis entrò in cucina fischiettando nell’esatto momento in cui i due piccioncini si staccarono col fiato corto, per girarsi verso di me, Hope con le mani appoggiate sul petto di Harry, lui con le sue appoggiate sui glutei di mia cugina; Niall si sbattè una mano in fronte scuotendo la testa con esasperazione e io lo squadrai, per poi tornare a fissare Hope che mi guardava con… imbarazzo?

Era imbarazzo quello che si leggeva sul volto di mia cugina? Questa si che era una novità, Hope in imbarazzo! Me la sarei dovuta segnare sul calendario. –Ehm, sono entrato nel momento sbagliato?- chiese Louis facendosi piccolo in un angolino remoto della cucina. Tutti ci girammo a fissarlo come per dire che aveva detto la cazzata del secolo: era chiaro che il momento non fosse dei migliori. –E va bene! Non aggreditemi così!- sbottò il moro.
–Ma chi ti ha detto niente?- sbottò a sua volta Hope. Louis la indicò con l’indice facendosi improvvisamente con la schiena dritta.

–Tu zitta signorinella! Non mi sarei mai aspettato questi comportamenti sconci da parte tua.- disse lui iniziando a fare l’idiota e alzando il mento avvicinandosi al frigo.
–Signorinella? Signorinella a chi? Ma chi ti credi di essere, mia madre o mia nonna?- urlò Hope balzando giù dal bancone. Harry per precauzione le strinse da dietro la vita con un braccio.
–Non mi rivolgere più la parola, con me hai chiuso!- disse prendendo una lattina di Coca Cola e ritornandosene da dove era venuto, senza degnarci di uno sguardo. Io tornai a fissare mia cugina, che ora si era staccata da Harry e cercava di sistemarsi i capelli. Notando che la guardavo si portò le mani ai fianchi.

–Beh, che c’è?- sbottò con il petto che si alzava e si abbassava freneticamente, il viso rosso e gli occhi che brillavano. Si, era decisamente in imbarazzo, e avrei tanto voluto poter filmare la scena per potergliela rinfacciare per tutta la vita.
–No, niente di importante. Vieni Liz, lasciamoli sbrigare i loro… affari.- disse Niall provando a trascinarmi via, ma cambiò idea nel momento in cui si ritrovò con tre paia di occhi che cercavano di incenerirlo con lo sguardo. Lui alzò le mani in segno di resa e scosse di nuovo la testa in un crescendo di esasperazione.

–Allora, si può sapere che cosa volete?- chiese Harry chiaramente infastidito dalla nostra intrusione. Io battei le mani.
–Bene, io e Niall avevamo in mente…- iniziai io, ma fui interrotta dal biondo.
–Io e Niall? Frena, frena, frena! Non mettermi in mezzo! L’idea è tua, non mia!- sbottò incrociando le braccia al petto e dandomi le spalle.
–Così non mi sei d’aiuto!- lo rimproverai.
–E’ proprio quello che voglio!- mi rispose facendomi la linguaccia. Io rimasi a fissarlo con la bocca spalancata. Ma che razza di… stronzo. In quel momento gli si addiceva proprio. E so che se Hope fosse stata al mio posto se lo sarebbe lasciata sfuggire dalle labbra senza pensarci. Ma io non ero mia cugina e quindi mi trattenni dal dirglielo.

–Potreste per favore spiegarmi cosa sta succedendo?- ringhiò Hope sbattendo una mano sul bancone.
–Ho proposto di fare un’uscita a quattro!- urlai io.
–Questa è matta!- disse Niall e me lo immaginai sbattersi nuovamente una mano in fronte, ostentando esasperazione.
–Che cosa?- chiese Harry.
–Avete capito bene.- li squadrai io. Stranamente Hope non reagì come mi sarei immaginata, ma si limitò a fare spallucce.
–Ok, volete fare un’uscita a quattro? Bene, perché non andate a chiederlo… che so, a Zayn e Perrie?- disse. Io la scrutai. A volte mia cugina era proprio una tonta.

–Ottima idea! Su tesoro perché non le diamo retta?- mi implorò ancora Niall aggrappandosi al mio braccio come un panda o peggio un koala, ma io lo lasciai perdere.
–Hope, mi sa che volessero proporlo a noi.- disse Harry all’orecchio di mia cugina. Lei sbarrò gli occhi e mi guardò come se fossi ammattita. Eccola, la reazione che aspettavo.
–Che cosa?! Io, tu, Harry e il biondino?! Ma ti si è fuso il cervello?! Io e Irlanda?! Uscita a quattro?!- sbraitò per poi iniziare a imprecare, passando dall’inglese all’italiano.
–Te l’avevo detto!- mi rinfacciò Niall mentre lui e Harry fissavano mia cugina terrorizzati.
–E’ uscita di senno! Sta dicendo cose sconnesse tra loro e ha iniziato pure a parlare una strana lingua aliena.- disse spaventato il riccio passandosi continuamente le mani tra i capelli. Io ero l’unica impassibile di fronte a quella “normale” reazione di Hope.

–Non è una strana lingua aliena, è italiano!- lo rimbeccai.
–Italiano?- chiese Niall. Io agitai le mani.
–Si Italiano! Sua madre è italiana, suo padre americano, si sono conosciuti in Francia e puff, hanno deciso di sfornare tre figli in America.- sbottai.
–E io perché non ne sapevo nulla?- chiese Harry.
–Non ce ne è mai stata l’occasione.- sbottò Hope smettendo di urlare.  
–Ah, ti sei calmata finalmente!- la rimbeccai io incrociando le braccia al petto. Lei mi guardò male.
–Ti prego, dimmi che stai scherzando! Un appuntamento a quattro che comprenda me e Irlanda? Sei fuori di testa.- sbottò Hope avvicinandosi a me.

–Parole sante, America!- esultò Niall dietro di me. Io mi limitai ad alzare gli occhi al cielo, evitando di intimargli di stare muto
–Che significa che non ce n’è mai stata l’occasione?- brontolò Harry, ma non riuscii a capire se stesse parlando da solo o con mia cugina.
–Significa esattamente quello che ho detto, stupido riccio.- disse Hope senza nemmeno girarsi a fissare Harry, posizionandosi le mani sui fianchi
. –Su vieni, sarà divertente.- provai a convincerla, scrollandola per una spalla cercando di non perdere il filo del discorso, cosa molto difficile con Niall e Harry che si intromettevano in continuazione.
–Non farti ingannare, Hope. Lei è subdola!- intervenne Niall.
–Ah, stà zitto lepricano.- lo liquidò Hope. –E, Liz…- provò lei, ma io la bloccai.
–Su Hope, non ho mai fatto un’uscita a quattro.- la implorai io. –Nemmeno io, e sinceramente non rientra nella lista delle cose da fare prima di morire.- mi prese in giro.

–Morire? Chi ha detto morire?- urlò Liam precipitandosi in cucina. Tutti ci girammo a fissarlo, infastiditi da quella seconda intrusione.
–Io, scemo!- disse mia cugina.
–E perché mai vorresti morire? Perché hai questi istinti suicidi? Basta, ti prenoto una visita dallo psicologo! O dallo psichiatra! Non è che sono la stessa cosa vero?- iniziò mio cugino mentre in modo fin troppo apprensivo sia avvicinava per scrutare mia cugina.
–Ma chi ha detto che voglio morire! E poi perché ti infili nei nostri discorsi?- lo rimproverò Hope urlando.
–Non lo so, ho sentito la parola “morire” e mi sono preoccupato.- spiegò semplicemente mio cugino.
–Ecco bravo, ora hai constatato che nessuno vuole morire, puoi andare per favore?- disse la ragazza abbassando la voce cercando di mantenere la calma, indicando l’uscita con una mano. Liam fece alcuni passi indietro, e arrivato all’altezza della porta si bloccò.
–Tu non hai strane voglie suicide, vero?- chiese puntandomi un dito contro.
–Fuori!- urlò ancora Hope. Liam corse fuori e non si fece più vedere per tutta la mattina.

–Ritornando a noi…- disse Hope mentre ci ritrovavamo faccia a faccia.
–Ehy! Sono il tuo ragazzo e pretendo un minimo di considerazione. Inoltre come tale credo che avrei dovuto sapere che sei mezza italiana.- sbottò il riccio. Hope si girò verso di lui.
–Il mio ragazzo? Chi è che ti ha ribattezzato come tale? E poi non capisco perché stai facendo tanto casino per niente.- mia cugina aveva ricominciato ad urlare.
–Sono diventato il tuo ragazzo nel momento in cui a Capodanno ti sei fiondata sulle mie labbra, carina.- la sfotté Harry. Hope spalancò la bocca, ma Harry continuò. –E poi questa situazione non è “niente”.- la rimproverò ancora.
–Si invece! Insomma, sono mezza italiana, dov’è il problema?- sbottò ancora la mora.
–Nessun problema, ma non voglio scoprire cose che riguardano te in questo modo.- sbuffò Harry. Mia cugina lo guardò male.
–Io sarò anche pazza, ma tu sei veramente scemo!- lo rimproverò per poi voltarsi verso di me.

–C’è bisogno che ti ripeto “te l’avevo detto”?- mi chiese Niall all’orecchio, ma io lo scacciai con un gesto della mano.
–Hope, so che tu e Niall avete problemi a stare insieme nella stessa stanza…- iniziai io, ma lei mi interruppe.
–Avere problemi minimizza il tutto- disse sarcastica, ma io feci finta di non averla ascoltata.
–Però possiamo provarci, tanto non abbiamo niente da perdere.- provai ancora io.
–Non solo sono il ragazzo che non merita un minimo di considerazione, ma mi tratti pure male!- urlò Harry.
–Ti tratto come meriti.- ribattè mia cugina.
–Hope, puoi concentrarti su di me solo per un secondo?- ribattei io piccata.
–Non serve Hope, continua pure a parlare con Harry.- intervenne Niall.
–Lo farei, se non ci fossero questi due idioti che ci interrompono ogni santo secondo.- disse lei indicando il biondo e il riccio.
–Basta che mi dici uno stramaledetto “Si” e sarà tutto apposto- urlai io di rimando.
–Va bene! Ok! Si!- urlò Hope in preda al nervosismo.

–Che cosa?- urlò Niall a quelle parole.
–Hai sentito bene, lepricano.- rispose Hope a Niall.
–Hope, sei sicura?- le domandò Harry.
–Si riccio, si!- rispose mia cugina esasperata.
–Ah certo, ora sono degno della tua considerazione, ora mi rispondi, vero?- sbottò lui.
–Ti ho risposto anche prima!- gli rispose Hope.
–Ma non come meritavo.- ribattè Harry.
–Fammi capire, vuoi fare veramente questa assurda cosa dell’appuntamento a 4?-sbottò Niall.
–Ma non l’hai sentita?- gli chiesi sarcasticamente.
–No Hope, no! Pensavo fossi più intelligente- urlò Niall a mia cugina.
–E’ evidente che non è così!- gli rispose lei alzando le braccia.
–Oh, su questo ci puoi giurare!- sentenziò Harry.
–Ma la finisci?- gli urlò la bruna.

–BASTA!- urlò una voce e tutti ci girammo verso il ragazzo che aveva emesso quel grido. Zayn, coperto solo da un paio di boxer bianchi, ci stava fissando male. C’era da dire che, per quanto trovassi perfetto Niall, il moro era davvero un bel ragazzo, beh si, anche abbastanza sexy, e Hope forse si sarebbe lasciata sfuggire il termine “arrapante”. Istintivamente Niall e Harry si precipitarono su me e mia cugina e ci coprirono gli occhi e per qualche secondo vidi solo il buio.

–Ehy amico! Non puoi fiondarti in cucina con indosso solo dei boxer davanti alle nostre ragazze!- sbottò Niall. Io alzai gli occhi al cielo, come se non avessi già visto Niall stesso con indosso solo dei boxer.
–No scusate, ma che problema c’è a vedere Zayn in boxer? Harry praticamente dorme solo con quelli- disse Hope dando voce ai miei pensieri e me la immaginai mentre cercava di liberarsi da Harry.
–Si, ma io sono il tuo ragazzo.- ribattè il riccio.
–Ancora con questa storia del ragazzo?- chiesi io esasperata.
–Adesso basta!- urlò di nuovo Zayn e Niall sobbalzò per lo spavento, liberando la presa e io ne approfittai per sgusciare via da lui. Come avevo ben immaginato Hope era riuscita a liberarsi dalla stretta di Harry. Zayn tentava ancora di incenerirci con lo sguardo.
–C’è qualcuno che sta cercando di dormire.-disse arrabbiato indicandosi. Hope guardò l’orologio.
–Chi è che dorme alle 6:30 del pomeriggio?- chiese lei.
–Io! Ma non è facile con voi che urlate come dei pazzi!- sbottò il moro come in preda ad un attacco di… qualcosa.
–Zayn, qui il pazzo sei tu.- disse Harry e lo indicò. Zayn urlò qualcosa di incomprensibile, forse un ringhio, o un “Ma che cazzo!”, o un miscuglio dei due, e scomparve. Rimanemmo solo noi 4 in silenzio per un po’, poi mi avvicinai a Hope e la trascinai fuori dalla stanza.
–Su, andiamo a prepararci.- la intimai. Lei sbuffò e Niall scosse la testa. Mentre salivamo le scale il biondino ci urlò da sotto: -VI ODIO!-




Angolo Autrice
Ciao ragazze!!!!
Si lo so, è da tanto che non mi faccio viva, e non so veramente come farmi perdonare.
Come se non bastasse non ho nemmeno abbastanza tempo per fare un buon "Angolo Autrice" e quindi questo verrà realmente striminzito.
Veramente, mi scuso, ma a Giugno non ci sono stata perchè sono andata a Londra per il concerto dei ragazzi e a Luglio sono andata nella mia casa al mare dove internet non esiste, quindi...
Allora, questa è solo la prima parte di questo capitolo dell'appuntamente a 4. Mi spiego meglio: ho scritto il capitolo per tutto il periodo che sono stata alla casa al mare, ma nè è uscito fuori un capitolo kilometrico, così lungo che sono stata costretta a dividerlo in due parti, altrimenti la trascrizione dalla carta al computer non si sarebbe conclusa mai. Qui quindi c'è il POV di Liz, che come potrete vedere è totalmente demenziale, è diciamo che l'ho voluto usare come capitolo di passaggio. Non so cosa avevo quando ho scritto questa parte, insomma, è un capitolo senza senso, ma ok. 
Ora devo scappare, ringrazio tutte coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite, tutte coloro che mi hanno messo tra gli autori preferiti e le mie quattro fedeli recensitrici. 
Ora scappo, davvero.
Baci e grazie per la vostra pazienza,

SashaJohnson


 
  
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