Capitolo XXIV
La fine di un idillio
La
duchessa di Lyndham sollevò un sopracciglio
con evidente noia:
"Davvero,
lord Hunghuston?"
"Suvvia,
Lady Montagu, siete consapevole
che questo abito vi sta benissimo e che vi rende, come sempre, la dama
più bella
presente al ballo".
"Lady
Thornton, milord. Sono sposata da
cinque anni, ormai dovreste saperlo" puntualizzò lei.
"Ahimè,
faccio il possibile per
dimenticarmene..." replicò lui, con aria addolorata.
Lady
Sarah si disse che non era il solo.
Osservò al lato opposto della sala il marito, come sempre attorniato da
nobildonne pronte a cadere ai suoi piedi, e si chiese con quale si
sarebbe
appartato quella sera.
"E
comunque non sembra che Lord Thornton
se ne ricordi" aggiunse l'uomo ironico, seguendo la direzione del suo
sguardo e dei suoi stessi pensieri.
Infastidita
dall'osservazione di Lord
Hunghuston, Lady Sarah si allontanò dal gruppetto di cicisbei che
puntualmente,
ad ogni evento mondano, l'attorniavano come uno sciame di api di fronte
ad uno
splendido fiore. Nonostante fosse madre di tre figli riusciva sempre ad
essere
la donna più affascinante di qualunque ricevimento.
Stava
per raggiungere il marito quando lo vide
porgere il braccio alla vedova di lord Cavendish, la quale non perse
tempo e
gli si strusciò contro come una gatta in calore. André sorrise alla
donna e lei
sentì il cuore andare in mille pezzi.
Si
fermò, imbarazzata, senza più sapere dove
andare. Fu soccorsa dal conte di Linley, che la invitò a danzare.
Mentre
volteggiava tra le braccia di Thomas
Clyde, non poté evitare di osservare Eleanor Cavendish fare altrettanto
tra le
braccia di suo marito: sorrideva felice e civettava con lui come se non
avesse
mai portato il lutto fino a poche settimane prima. Lo sguardo di André
era
galante ma impassibile, tuttavia questo non significava nulla, perché
lei
sapeva quanto fosse bravo a recitare.
"Quella
donna non è nessuno per Nicholas,
lo sapete" disse il suo cavaliere notando la direzione del suo sguardo.
"Siete
gentile, Tommy, come sempre"
rispose lei, trattenendo a stento le lacrime.
Thomas
Clyde, ottavo conte di Linley, era
l'amico di André che anni prima gli aveva portato la notizia della
condanna di
Hewitt proprio il giorno delle loro nozze.
Alto
e con un fisico prestante quasi quanto
quello del Duca, quando i due erano assieme sembravano essere i due
lati
opposti della medesima medaglia: entrambi con un volto dai bei
lineamenti
maschi, tanto André era scuro di capelli e con gli occhi chiari,
altrettanto
Thomas era biondo e con gli occhi nocciola e questo era, con ogni
probabilità,
il motivo per cui, in un ambiente dove gli uomini in genere erano di
carnagione
e colori chiari, fosse il Duca a spiccare per avvenenza.
L'altro
tratto che li distingueva era il
carattere: intenso e aperto quello di André, introverso e all'apparenza
banale
quello di Thomas; ciononostante Sarah era convinta che il Conte fosse
molto
meno superficiale di quanto la maschera annoiata che spesso indossava
inducesse
a credere, altrimenti non si spiegava come potesse essere l'amico più
intimo di
André.
Da
anni era diventato anche amico suo e da
tempo, ormai, svolgeva il ruolo di ancora di salvezza ogni volta che,
in
pubblico ma non solo, stava per cedere a causa del comportamento del
marito.
"Siete
bellissima, come sempre" la
blandì lui, per distrarla.
André,
quando ancora tra
loro esisteva la speciale complicità di
innamorati che molte nobildonne le invidiavano, le aveva detto
sorridendo che
era convinto che l'amico, come ogni altro uomo che la conosceva, era
invaghito
di lei. E a vedere come in quell’ultimo periodo Tommy fosse protettivo
nei suoi
confronti, molti avrebbero potuto dargli ragione. Lei, invece, era
certa che
Thomas Clyde provasse solo pietà e cercasse di supplire alle mancanze
dell'amico. Era sempre molto leale nei confronti di Nick,
come lo chiamava fin dai tempi di Oxford.
"Questo
abito è splendido su di voi…"
continuò il conte, per farla sentire meglio. Quando lei sorrise mesta,
aggiunse: "Proprio come Nick aveva detto quando l'ha scelto per
donarvelo".
"Non
l'ha scelto di persona. Ormai sono
mesi e mesi che è la sua segretaria ad acquistare i regali che mi invia
per
tacitare la sua coscienza" replicò lei, addolorata.
"Ero
con lui, quando lo ha comprato.
Quello, come per moltissimi altri doni che vi ha inviato. Pare essere
ormai una
consuetudine che io sia presente quando fa i suoi acquisti per voi".
"Eppure
il biglietto che lo accompagnava
era sempre scritto da miss Stanford" disse lei, perplessa di fronte a
quella scoperta.
"Lo
so..." sospirò Thomas
nell'ammetterlo, "gli ho anche domandato il motivo di questa decisione,
ma
lui non ha risposto".
"Perché
mi state dicendo tutto questo,
Tommy?"
"Forse
perché vorrei che capiste che
l'attuale comportamento di Nick deve nascondere qualcosa...".
"Attuale?"
lo fermò irritata lei.
"Sono mesi e mesi che mio marito mi ignora in privato e che in pubblico
addirittura mi offende, corteggiando altre donne".
"A
me sembra, più che altro, che sia lui a
lasciarsi corteggiare" disse lord Clyde, tentando di difendere l'amico.
"La
sostanza non cambia, e comunque io
conoscevo e mi sono innamorata di un uomo ben diverso. Un uomo
appassionato,
che per tre anni e mezzo è stato anche un marito premuroso e che mi
amava. Ora
è un estraneo cortese, più interessato alle altre donne che a sua
moglie".
"Nicholas
vi ama ancora, ne sono
certo" disse convinto lord Clyde.
"Voi
dite? Io invece sono convinta che, se
non fosse per i bambini, si sarebbe da tempo trasferito nella residenza
di suo
zio ad Hyde Park, dove so che a volte trascorre la notte... di certo
con le
donne con le quali se ne va dai ricevimenti".
"Vi
sbagliate, Sarah. Nicholas vi ama
ancora" ribadì lui, mentre la musica terminava.
"Non
credo proprio..." disse lei,
facendogli un cenno verso il marito che, proprio in quel momento, stava
abbandonando
la pista da ballo con Eleanor Cavendish al braccio e dirigendosi verso
l'uscita.
"Non
è neppure passato dai padroni di
casa", sospirò lei amareggiata "così mi toccherà l'ennesima figura
della moglie abbandonata quando li andrò a salutare".
"Sarà
sufficiente che diciate che Nicholas
è andato avanti a prendere la carrozza per voi".
"E
siete convinto che qualcuno ancora
creda a questa storiella?" domandò lei, senza attendere risposta e
dirigendosi rassegnata a porgere i saluti del Duca e della Duhessa di
Lyndham
ai suoi ospiti.