Capitolo XXV
Un nuovo legame
"Accompagnatemi
a casa, Nicholas"
disse Eleanor Cavendish, con fare languido. Un invito più che esplicito.
"Certo,
Lady Cavendish" rispose il
Duca di Lyndham, con il suo solito modo garbato e compito che lo
caratterizzava,
aprendole lo sportello della carrozza e salendo accanto a lei. Avrebbe
chiamato
una vettura pubblica per tornare in Hyde Park.
"Eleanor"
lo corresse la donna,
"chiamatemi Eleanor. Almeno quando siamo in privato" aggiunse
maliziosa.
"Eleanor"
ripeté lui, per poi
sprofondare in un silenzio annoiato, interrotto solo da qualche rapido
cenno
d'assenso finalizzato a far credere alla donna d'essere interessato ai
suoi
discorsi. Invece era dai successivi due minuti dopo che gli si era
appiccicata
addosso al ricevimento che non reggeva più le sue chiacchiere. Le aveva
dato
corda solo perché aveva scorto lo sguardo di sua moglie e quindi la
vedova di
Lord Cavendish era diventata all'improvviso la sua avventura
galante di quella notte. Avrebbe potuto attendere che qualche
altra nobildonna, persino sposata, gli si facesse avanti, ma la giovane
vedova
gli era parsa la persona giusta per quella sera.
Dopo
circa una mezz'ora la carrozza si fermò
davanti alla residenza di Cavendish e il Duca tirò un inconscio sospiro
di sollievo:
ancora i minuti necessari (pochi, si augurava) per riuscire a
congedarsi con
garbo dalla dama e poi sarebbe potuto tornare a casa a riposare.
Accompagnò
Lady Eleanor all'ingresso, le prese
la mano e gliela baciò, insistendo un secondo più del dovuto con le
labbra sul
dorso. Lei gemette, fingendosi turbata. Allora lui le accarezzò una
guancia con
le nocche della mano e lei parve quasi svenire al suo tocco. Sorrise
dentro di
sé, sentendosi al tempo stesso un gentiluomo e un mascalzone: stava
diventando
davvero bravo a sedurre per finta una donna e senza farsi malvolere!
"Buonanotte,
milady" disse per
congedarsi. Era tuttavia preparato alle sue rimostranze.
"Ma
come? Ve ne andate di già? Credevo
voleste entrare...".
"Vi
dissi che vi avrei accompagnata a
casa, ed è ciò che ho fatto, Eleanor".
"Sì,
ma... non vi andrebbe di entrare? Per
un ultimo bicchiere della staffa".
"E
poi?" domandò lui.
"Potreste
fermarvi per la notte" lo
invitò, con un timido sussurro.
"Milady,
sono un uomo sposato e non tradisco
mia moglie" puntualizzò, togliendole ogni illusione.
"Ma...
In società si mormora
diversamente" disse lei, oltremodo imbarazzata.
"Non
posso controllare le voci che
circolano, ma questo è quanto. Non ho mai tradito mia moglie e non
intendo
iniziare questa notte, neppure con voi".
Lady
Eleanor colse l'abile sottinteso con cui
le aveva appena fatto credere che resistere alla tentazione che lei gli
offriva
gli era difficile, perché sospirò con sguardo languido e dispiaciuto,
come se
la decisione dell'uomo lo rendesse ancora più nobile e desiderabile ai
suoi
occhi, anziché il bastardo senza scrupoli che lui si sentiva ogni volta
che
ripeteva una scena simile. Tuttavia lei non era così malleabile come
aveva
sperato.
"Eppure
per tutta la serata non avete
disdegnato le mie attenzioni e avete ignorato vostra moglie, la quale
peraltro
sembrava essere in ottima compagnia" aggiunse con una nota cattiva
nella
voce.
"Eleanor...
la meschinità non vi si addice"
la rimproverò lui, e lei ebbe il buongusto di arrossire.
In
fondo poteva capirla: una donna respinta non
è mai priva di un briciolo di cattiveria. Era forse proprio quello il
motivo
per cui tutte le donne che aveva per breve tempo illuso e poi respinto,
non
facevano altro che fare il suo gioco: pur di non far sapere in giro
d'esser
state rifiutate al momento del dunque, alimentavano le chiacchiere su
di lui,
arrivando persino a lodare in pubblico le sue doti amatorie, che non
avevano (né
avrebbero) mai sperimentato.
"Ciò
che accade tra me e mia moglie non
deve riguardare voi, né nessun altro" puntualizzò lui
Lady
Eleanor abbassò lo sguardo, intuendo che
sarebbe stato inutile insistere: per qualche motivo che non avrebbe mai
saputo,
l'affascinante Duca di Lyndham preferiva lasciar credere a tutti di
essere un
impenitente donnaiolo infedele alla moglie, quando invece lei era ormai
certa
che egli amasse molto la sua splendida consorte, anche se sembrava
deciso a
fare in modo che lei stessa non lo sapesse.
"Avete
ragione, Lord Thornton" ammise
sottomessa. Tuttavia non poté fare a meno di aggiungere:
"Non
avrei dovuto propormi a voi con tanta
sfacciataggine, ma la solitudine mi spaventa. Inoltre mi è sembrato
quasi un
sogno che si avverava che voi mi accordaste le vostre attenzioni e così
mi sono
spinta oltre le convenzioni, pur sapendo di non poter suscitare in un
uomo come
voi un interesse che potesse andare oltre la mera galanteria. Avrei
dovuto
capire che siete innamorato della vostra bellissima moglie, anche se mi
risulta
incomprensibile come mai abbiate deciso di renderla tanto infelice. Ma
questi,
come dite giustamente voi, non sono affari che mi riguardano, pertanto
vi ringrazio
d'avermi accompagnata" e gli porse di nuovo la mano, questa volta col
chiaro intento di congedarsi.
A
quelle parole il Duca si sentì più mascalzone
di quanto già non si sentisse: le altre donne avevano fatto qualche
rimostranza, ma nessuna di loro aveva intuito ciò che celava il suo
comportamento.
Lady
Eleanor, invece, che egli solo pochi
minuti prima aveva considerato noiosa, aveva colto al volo la
situazione e
gliel'aveva sbattuta in faccia con poche ed eleganti parole. Era
probabile che
i suoi discorsi, che aveva trovato così poco interessanti, fossero più
arguti e
intelligenti di quelli di altre nobildonne, se solo si fosse preso il
disturbo
di ascoltarli.
"Eleanor"
disse fermandola, mentre
già stava per voltarsi verso il portone d'ingresso "non dovete
biasimarvi.
Chi è da biasimare, questa sera, è il sottoscritto. E non vi permetto
di
pensare di essere una donna priva di fascino: siete molto bella e molto
intelligente, e presto, molto presto, troverete un uomo che vi presterà
tutta
l'attenzione che meritate, ne sono certo".
"Siete
molto gentile, Nicholas" lo
ringraziò lei, con un dolce sorriso negli occhi e posandogli la mano
sul
braccio, in un gesto innocente di evidente empatia. Egli sentì che, nel
breve
lasso di tempo di quella conversazione, tra loro si era creato un
legame che
avrebbe potuto quasi definire amicizia.
"Siete
voi ad essere cara per aver
perdonato con tanta rapidità il mio comportamento, che vi ha illusa"
disse
lui, provando un imbarazzo e una vergogna che fino ad allora non aveva
mai
sperimentato.
"Sono
abbastanza intelligente da rendermi
conto che è inutile cercare di suscitare amore in qualcuno che ha il
cuore
impegnato con un'altra donna. Non mi spiego solo il motivo del vostro
comportamento, se siete ancora innamorato di vostra moglie. Ma avrete
le vostre
buone ragioni...".
"Avete
intuito di me molto più di chiunque"
ammise lui.
"Forse
perché, oltre ad interessarmi come
uomo, mi piacete anche come persona e sarei felice di potervi
considerare
almeno mio amico" disse schietta lei.
Il
Duca osservò quella bella e giovane donna
sotto una nuova luce e si disse che mai avrebbe immaginato che quella
serata
potesse concludersi con la simpatia di una donna che all’inizio aveva
usato per
i propri fini.
"Lady
Eleanor, so di non meritarlo, ma
sarei davvero onorato di avere la vostra amicizia".
"Bene,
Lord Nicholas, allora sappiate che
se un giorno desidererete richiedere un mio consiglio, un aiuto, oppure
vorrete
parlare di qualcosa che vi sta a cuore per avere un punto di vista
femminile,
saprete dove trovarmi".
"Vi
ringrazio molto, lo terrò
presente" rispose lui, di nuovo piacevolmente sorpreso per la
delicatezza
con cui lo stava congedando e al tempo stesso suggerendogli di poterla
usare
come confidente, senza tuttavia imporsi in maniera eccessiva.
Dopo
mesi e mesi di solitudine interiore,
quella sera Nicholas Thornton ebbe la sensazione che la sua vita fosse
giunta ad
una svolta.