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Autore: _Angel_Blue_    10/08/2014    13 recensioni
E se i draconiani fossero dei normalissimi adolescenti senza nessun potere che hanno una vita come qualsiasi altro giovane della loro età? Se anche i loro nemici fossero degli esseri umani? Cosa succederebbe?
Sofia era una ragazza normale, le piaceva leggere libri, stava sempre chiusa in casa dove George, con pazienza infinita, le faceva da professore. Forse non aveva degli amici ma perlomeno la sua vita era tranquilla e non doveva pensare ai veri problemi della gioventù.
Poi tutto cambiò, così repentinamente che non ebbe neanche il tempo di protestare o evitare il continuo susseguirsi di catastrofi. Tutto si capovolse e si ritrova di fronte ad una realtà molto più dura da accettare, costretta a dover frequentare una vera scuola per “socializzare” con gli altri.
Con addosso un uniforme orribile, un carattere burbero e sgarbato, il prof decise di iscriverla nell'istituzione Dragoni, dall'apparenza normale quando qui è tutto tranne che ordinario. E tra una lezione con insegnanti impossibili, tra un bacio qua e là, tra segretarie troppo rigide, pettegolezzi e party notturni, Sofia scopre un mondo del tutto nuovo, un mondo che ha sempre voluto evitare, che cambierà la sua vita in una una frenetica corsa verso l'adolescenza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Fabio, Nidhoggr, Nuovo personaggio, Sofia
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'An Impossible Love'
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“Voi uomini siete tutti uguali,
g
radassi ma a buon mercato,
una banda di imbroglioni infedeli,
così prevedibili,
io non sono certa che tu mi meriti.”

-Stromae

Capitolo 17

Sofia

Mi buttai nel letto e cercai inutilmente di rilassare i muscoli fin troppo tesi. Sospirai affitta mentre con un braccio mi coprivo gli occhi rossi dalla stanchezza. In quell'istante ero esageratamente pigra come per alzarmi e togliermi l'uniforme della scuola, farmi una doccia, mettermi il pigiama e andare a dormire. Non so neanche come ci riuscii, con forza disumana conseguii alzarmi dal mio morbido e benedetto giaciglio mentre le gambe mi portavano dritta al bagno, dove mi spogliai con lentezza, lasciando cadere gli indumenti ormai stropicciati sul pavimento freddo. Una volta nuda, lanciai un'occhiata fugace allo specchio dove notai il mio riflesso. In quei ultimi giorni ero dimagrita, le costole un po' sporgenti mi fecero rabbrividire, i miei occhi sembravano avere una sfumatura più scura del solito e la carnagione dava l'impressione di essere quasi trasparente. Dio santo, ero così presa nel mio ruolo di Thuban che quasi non mi prendevo più cura di me stessa, poi, con Fabio nei dintorni mi era quasi impossibile concentrarmi sulla mia sanità fisica. Dicono sempre che una ragazza innamorata è sempre raggiante, sembra più luminosa così come agli occhi degli altri appare più bella, quasi irriconoscibile. Beh, a quanto pare, con me tutti questi dettagli non erano ancora apparsi. Continuavo ad avere un comportamento fiero e orgoglioso, ero la Sofia di sempre ma con le ultime preoccupazioni (il diario, Fabio, i fratelli Dragoni, Lung e i Viverniani) avevo la sensazione di essere invecchiata di venti anni. Troppe cose erano successe in una sola settimana. Non potevo seguire il passo di questi continui susseguirsi di catastrofi. Le cose andavano troppo velocemente e io ormai mi ritrovavo a dover tirare avanti con difficoltà, quasi senza forze. Sbuffai irritata mentre entravo nella doccia e con una mano lasciavo che l'acqua scendesse sul mio corpo minuto. Ripensai a tutti gli avvenimenti di quel giorno. A Mauro Dragoni, alla sua rivelazione alquanto spiacevole, a Matilde e alla recita. Con Fabio ero riuscita a chiarire alcune cose, ero fiduciosa che avesse compreso che io non sarei mai stata la proprietà di qualcuno, nonostante non avesse tutti i torti per essere così fastidiosamente geloso. Io ero peggio. Per me sarebbe stato davvero facile prendere una corda, legarlo e portarmelo in giro per la scuola per far capire che apparteneva solo a me e questi pensieri così possessivi mi lasciavano ogni volta sbigottita, ero incapace di riconoscermi. Io, Sofia Schlafen, gelosa? Si, purtroppo era proprio così, non mi passavano inosservate i sguardi languidi che lanciavano a Fabio, ai corteggiamento delle altre ragazze, ma non avevano nessuna colpa se pensavano che Fabio fosse ancora single, d'altronde nessuno nella scuola Dragoni sapeva della nostra relazione segreta sbocciata solamente due giorni prima. Diamine, non potevano sapere quanto fossimo attratti uno dall'altro, ignoravano quel particolare, gli unici a essere al corrente erano Lidja ed Ewan, una per aver letto il fogliettino che mi aveva mandato quello stronzo di Szilard e l'altro per aver assistito nel momento in cui Lidja dava voce i suoi pensieri, rinfacciandomi la relazione che avevo con l'ormai ex-viverniano. Volevo aspettare prima di raccontarglielo anche a Karl e Chloe, dovevo fare una cosa alla volta. Poi c'era anche Lung... L'avevo visto un'ultima volta nella festa di Halloween, da quel momento sembrava completamente sparito, almeno fino a Sabato quando mi aveva mandato quel messaggio per invitarmi a cena...Tuttavia, non rispondeva alle mie chiamate e io iniziavo a preoccuparmi seriamente. Solo allora, mentre prendevo un po' di shampoo e mi lavavo i capelli, rammentai un dettaglio che avevo inconsciamente ignorato: alla festa sembrava triste, tormentato e molto preoccupato. Cavolo, ma ero troppo occupata a cercare Chloe per soffermarmi con più attenzione su quel particolare che di certo non era da trascurare come se nulla fosse. Doveva essergli capitato qualcosa di grave e io, come perfetta imbranata, l'avevo abbandonato.
Quando finii la doccia, avvolsi il mio corpo con un'asciugamano bianco e uscii dal bagno. La mia sagoma era ricoperta dal leggero vapore che si era formato con l'acqua calda, non potevo vedermi nello specchio siccome era completamente appannato e alcune gocce mi caddero dai capelli che finirono pigramente a terra. Mi diressi fino all'armadio, dove tirai fuori il mio pigiama di lana verde e presi l'intimo da un cassetto. Il tutto, lo indossai in meno di un secondo e con i capelli ancora umidi, potei spegnere la luce e infilarmi nel letto. Odiavo il phon, così andavo a dormire sempre con i capelli zuppi, fregandomene che potevo prendermi un raffreddore. C'era un motivo se i miei capelli erano sempre così disordinati e crespi e il motivo era lì, su un piatto d'argento: non li asciugavo come dovevo e al mattino mi trovavo in testa una criniera gonfia che odiavo profondamente. Chiusi gli occhi mentre i miei respiri iniziavano a farsi sempre più lenti. Iniziai a pensare alla recita che si avrebbe svolto da lì a poche settimane. Siccome eravamo adolescenti in piena crisi ormonale, ovviamente non avremmo fatto quelle recite per bambini con costumi da elfi, alberelli e renne dal naso rosso, non sarei mai riuscita a immaginarmi un Fabio vestito da Babbo Natale mentre cantava “Happy Christmas”. Sarebbe stato tutto troppo assurdo, così la Miss Impertinenza (cioè Matilde), aveva deciso che i Draconiani avrebbero cercato di personificare Onore e Pregiudizio. Lei avrebbe interpretato Elizabeth Bennet mentre il criptico, perfetto ed orgoglioso Mr. Darcy lo avrebbe recitato Fabio. Io ero talmente infuriata che volevo spaccare la faccia di Matilde mentre Fabio, inizialmente incredulo per averlo introdotto contro la sua volontà in una una recita che neanche voleva partecipare iniziò a maledire contro Matilde Dragoni. Se io ero arrabbiata, lui lo era ancora di più.

-E' qui da un giorno e non la sopporto più- aveva ringhiato quando eravamo rimasti soli al cortile.
Io avevo fatto spallucce, cercando di fare l'indifferente nonostante tutta la cosa m'innervosisse. -Che ci puoi fare, ormai è stato il preside a decidere, non puoi rifiutare- avevo cercato di dire con voce pacata.
Lui mi aveva osservato a lungo, cercando di cogliere qualcosa dalla mia espressione impassibile, vidi come il suo sguardo s'illuminava e scoppiava a ridere divertito. Lo guardai stizzita e alzai il mento mentre guardavo alcune foglie muoversi dal vento. -Sofia Schlafen, sei gelosa- mi accusò con tono ironico.
-Nei tuoi sogni- avevo replicato sdegnata.
-E' la prima volta che ti vedo così di cattivo umore, Matilde ti ha ingelosita- continuò a stuzzicarmi lui.
Io avevo sbuffato, indispettita. -Io gelosa di quella? Mai- borbottai, punta sul vivo.
Non lo vedevo poco prima dell'ora di biologia, quando mi aveva difesa da Mauro. Quando gli avevo chiesto dove era stato aveva cercato di liquidare l'assunto dicendo che erano affari suoi. Certe volte lo trovavo irritante. C'era qualcosa che non andava ma avevo deciso di non tormentarlo e avevo lasciato perdere. In quel momento mi prese per le spalle e mi aveva voltato, obbligandomi a guardarlo negli occhi.
-Lei non conta nulla, adesso- disse serio. Mi prese il mento con l'indice e il pollice e appoggiò sue labbra sulle mie. -Sei la unica che voglio veramente-

Rabbrividii al ricordo di quel bacio, dolce e puro. Era tutto troppo confuso. Proprio come in quel momento stentavo a credere che Fabio Szilard avesse un lato tenero e dolce, la cosa mi portava a chiedere: dov'era finito il ragazzo sempre triste, pungente e bastardo? Quindi anche lui, quando voleva, sapeva essere affettuoso e delicato. Che fossi la unica ragazza ad aver assaggiato quel suo carattere quasi inesistente o anche altre erano riuscite a provarlo? Non mi interessava, perlomeno volevo illudermi che ero la sola ad aver sciolto il cuore di ghiaccio di Fabio. Un'impresa memorabile. Quel giorno ero rimasta fino a tardi a scuola, facendo saggi e vedendo la recitazione di vari ragazzi, non tutti avrebbero fatto parte all'opera, solo quelli più adatti e coloro che si cavavano meglio nel mondo del teatro. Il preside voleva me nei panni di Jane Bennet, mentre Mauro come Charles Bingley. Con molta difficoltà riuscii a convincerlo a togliermi quel ruolo e Mauro, vedendo che non avrei più fatto parte nell'interpretazione si era opposto anche lui. Così, i posti li avevano presi Lidja ed Ewan, perfetti nei panni dei due personaggi. Karl sarebbe stato il signor Bennet mentre Chloe la moglie di quest'ultimo. Ormai le varie parti erano tutte occupate, io mi sarei presa la briga di assistere tutti i giorni alle prove e li avrei aiutato nelle scene. Immaginavo già quanto sarebbero stati frustranti i prossimi giorni. Credo di essermi appisolata quando percepii la presenza di qualcuno nella mia stanza e lanciai un gemito quando qualcosa cadde goffamente nel mio letto, al mio lato, infilandosi sotto il piumone caldo. Nonostante fossi ancora mezza addormentata, m'irrigidii all'istante. Sia George che Thomas stavano a casa, ma era ormai da anni che nessuno di loro due veniva a controllarmi durante la notte.
-Shhh- disse una voce soave e maledettamente sensuale. -Sono io-
-Fabio Szilard- biascicai con voce impastata dal sonno. -Chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia stanza, senza la mia autorizzazione nel bel mezzo della notte?- Nonostante fossi stizzita del fatto che mi avesse svegliata, ero felice di averlo accanto. Siccome gli davo le spalle, mi voltai e mi ritrovai a fissarlo con la poca luce che filtrava dalla mia finestra. I capelli, come sempre, erano in uno stato pessimo, arruffati che gli davano quell'aria da ragazzo cattivo, gli occhi neri sembravano più scuri e sapevo che c'era qualcosa che lo inquietava e mi sentii a disagio di fronte a tutta quella ansietà.
-C'è qualcosa che non va?- mormorai preoccupata.
Lui mi baciò la fronte e chiuse gli occhi. -Volevo vederti- rispose, ma la voce sembrava tremare, così come le sua labbra. Mi stava nascondendo qualcosa, ma ero troppo esausta per indagare oltre.
-Come sei entrato?-
-Dalla finestra... Dovresti chiuderla bene se non vuoi visite spiacevoli durante la notte- disse sardonico.
Io sorrisi un po' intontita. -Finché George non si accorge di nulla, potrò sopportarle-
Lui con una mano mi sfiorò i capelli e fece una smorfia quando notò che erano ancora umidi. -Non dovresti domire con i capelli bagnati-
Con delicatezza disarmante, mi avvicinò a sé e mi abbracciò con foga. Affondò il viso sul mio collo e iniziò a baciarlo. -Non hai nessuna intenzione di dirmi cosa succede- sussurrai arresa.
-No- rispose evasivo. Non volendo infastidirlo, lasciai l'argomento lì. Mi addormentai con Fabio che mi teneva stretta e mi accarezzava la schiena. Prima di perdere completamente i sensi e cadere in un sonno profondo, mi apparve di udire qualcosa... un “Mi dispiace

***

Fabio

Era bellissima anche quando dormiva. I capelli sparsi sul cuscino gli davano un'aria così innocua e delicata. Aveva la bocca leggermente socchiusa e anche nel sonno aveva il broncio. Sorrisi nel vederla così vulnerabile, era perfetta nelle sue imperfezioni. Non saprei dire quanto a lungo rimasi lì con lei, a osservarla mentre era persa nel mondo dei sogni, la tenni stretta come temendo di vederla sparire da un momento all'altro, eppure lei non si mosse, sembrava incosciente di quanto in quel momento temevo di perderla, ora che avevo scoperto la sua esistenza, che mi aveva aperto gli occhi, che era riuscita a farmi capire che dopotutto riesco ad amare e provare sentimenti. In quei ultimi giorni vivevo con il terrore di vederla scomparire. Le baciai la fronte, sfiorandole appena la pelle fredda, non volevo svegliarla di nuovo, sapevo che giornata sfibrante aveva avuto e aveva bisogno di dormire, come io avevo bisogno di saperla vicina. Mi sorpresi di me stesso, ma per la prima volta, da quanto tutto ebbe iniziò, riuscii ad accontentarmi di tenere una ragazza nelle mie braccia piuttosto che farci sesso. Era così assurdo ed illogico da parte mia fare un'azione simile, ma con Sofia non sarei mai stato troppo precipitoso, avrei fatto con calma, come meritava e, ancora più sorprendente, volevo provare con lei quella cosa chiamata amore. Sospirai amareggiato mentre con una mano accarezzavo la schiena di Sofia, partivo poco più sotto del collo fino ad arrivare in basso e poi ricominciavo daccapo. Lei non fiatò, era immobile e aveva in faccia un'espressione beata, come se fosse in pace con se stessa. Mi sarebbe davvero piaciuto riuscir a provare lo stesso, avere una tregua nella continua lotta inferiore che avevo: tradire Sofia o tradire Nidhoggr? Non avevo molto tempo per scegliere e entrambe opzioni avrebbero ferito coloro che più amavo. Avevo un piede nella fosse e dubitavo che sarei uscito tutto integro se fossi caduto. Sofia si spostò leggermente da me. -Fabio...-mormorò. Mi bloccai, pensando di averla tolta dal sonno ancora una volta ma con mio gran stupore, mi resi conto che la draconiana dormiva profondamente. Sofia parlava nel sonno? Sorrisi tra me e me, la prima volta che dormimmo insieme non potei cogliere questo particolare e sapere che forse, in quello stesso istante, Thuban stesse sognando me, mi riempì di soddisfazione. Dopotutto anche lei pensava a me nello stesso modo che io pensavo lei. Rammentando gli ultimi due giorni insieme mi accorsi di qualcosa: finora ero stato l'unico a dichiararmi, le avevo detto ti amo ben due volte e lei non aveva ancora contraccambiato la risposta. Conoscevo abbastanza Sofia da poter dire che non era quel tipo di ragazza sdolcinata che si perdeva in dichiarazioni d'amore e la cosa, ovviamente, non m'infastidiva, dopotutto trovavo insopportabili quelle ragazze troppo appiccicose, ma perlomeno un “anche io” lo avrei accettato. A quel punto mi sorse una domanda: che non provasse gli stessi sentimenti che provavo io? Dio... Sofia era così complicata da capire. Tuttavia, per ora mi accontentava il fatto di averla accanto, era tutto ciò che chiedevo.

-Fabio, sono passate settimane da quando ti ho detto di conquistare Thuban, ma non riesco a vedere dei risultati soddisfacenti, non mi hai dato nessuna informazione e io inizio a perdere la pazienza, inoltre sei diventato Eltanin e sei stato in stretto contatto con la draconiana, quanto ancora vuoi farmi aspettare, vuoi o no aiutare quella tua puttanella?-

Inconsapevolmente, strinsi la mascella con rabbia e guardai con rammarico Sofia. -Mi dispiace...- bisbigliai tra i suoi capelli. Profumava a fiori appena sbocciati, una fragranza gradevole e così familiare, sembravo stare a casa, la mia vera casa. Non volevo tradirla, ma non avevo altre opzioni. Per il bene della mia vera famiglia, dovevo allontanarmi da Sofia nonostante significasse usufruire la fiducia che mi aveva posto. Non potevo scegliere. Godetti ogni secondo e quando notai che ormai era notte fonda, mi separai a malavoglia da Sofia. Stavo aprendo la finestra quando la sentii smuoversi nervosa.
-Non mi lasciare...- mormorò inquieta.
Aveva parlato nel sonno... ancora... Ammorbidii lo sguardo. -Spero potrai perdonarmi- dissi più che altro a me stesso che a Sofia. Così come entrai nella sua stanza, uscii, disperdendomi nella notte mentre camminavo come un gatto randagio tra le rive di quel lago che sembrava urlarmi: Non farlo!

***

Sofia

Quella giornata si rivelò molto più stressante di quanto mi sarebbe piaciuto ammettere. Mi ero alzata quella mattina e mi accorsi immediatamente che Fabio non c'era più, in cambio, mi ritrovai un messaggio nel cellulare e per di più, da parte di Lung.

E' un momento difficile e sarò assente per altre due settimane. Mi dispiace veramente tanto ma non posso farci nulla, ho dei problemi che ti racconterò appena ritornato a casa, mi scuso per non aver risposto in precedenza i tuoi messaggi e le tue chiamate, sopratutto se ti ho fatto preoccupare, una volta rientrato a scuola ne parleremmo. Troverò un modo per farmi perdonare. Ho saputo da Lidja della recita, buona fortuna, sono sicura che svolgerai il tuo lavoro al meglio, Lung.
Ricevuto: 05;27 – 4 Nov

Mi lasciò esterrefatta il tono distaccato che c'era nel messaggio, avevo intuito bene la sera prima: a Lung era successo qualcosa di sgradevole. Ma la domanda era: cosa? Così rimasi tutto il giorno a rimuginare su cosa gli era accaduto. Dopo sette lunghe ore di scuola in cui quasi non vidi Fabio, potei dirigermi con Lidja e gli altri custodi (tranne Eltanin, che sembrava sparito) nella sala di teatro, una “stanza” grande con un palcoscenico molto spazioso. Fu li che vidi nelle restanti due ore ragazzi che cercavano di imitare i personaggi secondari di Orgoglio e Pregiudizio. La interpretazione fu molto migliore del giorno precedente ed ero felice che i draconiani avessero studiato bene il ruolo. Purtroppo, solo una parte del mio cervello poté assistere, l'altra metà stava in qualche isola, in un altro mondo, completamente sperduta. Sarebbe stato tutto più facile se solo Lung occupasse i miei pensieri, ma ero anche turbata per Fabio, sopratutto dopo averlo visto così agitato il giorno prima, come se cercasse di scappare da qualcuno. Non me la ero bevuta la scusa del “volevo vederti” di ieri sera, avevo la sensazione che volesse assicurarsi che stessi bene e sembrava quasi una specie di addio... e per cosa? Non aveva fatto nulla, quella imprudente e irrazionale parte voleva fidarsi di lui e forse lo faceva già. Non c'era ragione per cui Fabio temesse di perdermi. Il giorno peggiorò quando notai che Mauro non smetteva di perseguitarmi.
-Sei angustiata- mi aveva detto nell'ora di matematica. Purtroppo ero venuta a sapere che avrei dovuto sopportare Mauro Dragoni non solo nell'ora di biologia, ma anche in filosofia, latino e matematica.
-Scusa la mia irruenza, ma fatti i cavoli tuoi!- avevo sbottato, fin troppo educatamente dato che quando volevo, ero capace di insultare pesantemente le persone che trovavo esasperanti.
-C'entra per caso Fabio?- mi aveva chiesto con un sorriso sornione. Odiavo quel suo fottuto sorriso! Sembrava sorridere per tutto e volevo spaccargli il labbro a forza di calci. Io mio voltai verso di lui, con un ghigno minaccioso -Se solo provi a metterti ulteriormente nei miei affari ti farò pentire di essere venuto in questa scuola.- Ero seria e il ragazzo, che stupido di certo non era, mi lasciò in pace per il resto della giornata.
Matilde, invece, mi aveva ignorato divinamente. Io le fui grata, come se non bastassero i viverniani a farmi la vita impossibile. Purtroppo non mi passò inavvertito le occhiate trionfanti che mi lanciò regolarmente e io sapevo già a cosa era dovuta tutta quella soddisfazione: aveva vinto e avrebbe recitato in stretta vicinanza con Fabio. Riuscii a non maledirla e seguendo il suo esempio, finsi di non vederla. I viverniani, invece, non sembravano pensarla nello stesso modo, non mi fecero grandi scherzi a parte qualche insulto qui e là rivolti a me, un po' di sgambetti e qualche imprecazione. Per il resto, rimasero tranquilli, anche loro erano troppo occupati a pensare alla recita per far caso a me. Nidhoggr era ancora incazzato con Ofnir e io continuavo a ignorare il motivo, il viverniano mi guardò con odio per tutto il tempo come se fosse stata colpa mia se la Grande Viverna lo avesse sgridato. Ero fermamente convinta che i viverniani avessero bisogno di un tranquillizzante, i loro cambi d'umore cambiavano troppo rapidamente e dovevano farsi vedere da uno specialista. Nessuno sapeva che opera avevano scelto i viverniani e mi sembrò ingiusto che il preside non avesse deciso per loro, come invece aveva fatto con noi. Ma non replicai e feci finta di nulla, quando in realtà la cosa mi irritava. Le poche volte che incrociai Fabio, lo vidi profondamente triste per qualcosa e ogni volta che lo coglievo in fragrante mentre mi osservava con attenzione, notavo una scintilla colpevole nei suoi occhi. Non sapevo più che fare con lui. Ormai erano passati pochi giorni dalla mia festa e nessuno si era dimenticato del discorso e del fatto che il consiglio dei draconiani avesse accettato il ritorno di Fabio come Eltanin. Inoltre, i draghi si ritrovavano in netta maggioranza rispetto alle viverne e negli occhi dei miei nemici potei captare tutto il disgusto. Si, avevo chiaramente detto che mi ero stancata della guerra che c'era tra entrambi gruppi, ma sapevo perfettamente che dicendo ciò non avevo migliorato la situazione, anzi, ero convinta di averla peggiorata e Nidhoggr era abbastanza arrabbiato per aver perso contro una ragazzina goffa come me. Bramava di vendetta e dovevo farmi cogliere preparata per qualsiasi cosa volesse farmi. Sapevo che non era tanto la sconfitta a far incavolare Nidhoggr bensì l'essere riuscita a fare qualcosa che lui non era mai stato in grado di compiere: convertire in draconiani gli esclusi. Dopotutto non era stato così difficile. La scuola mi guardava con rispetto, i viverniani non sembravano avere nessuna intenzione di tormentarmi ed ero riuscita a domarli, non del tutto ma dovevo fare un passo alla volta, non pretendevo la vittoria così velocemente. Immaginavo che ora che ero in vantaggio, le viverne mi avrebbero lasciato in pace, lo speravo profondamente, mi ero stancata dei loro modi così infantili di infastidirmi. Guardai con aria annoiata la parte in cui Jane incontrava per la prima volta Charles e quest'ultimo la invitava a ballare, incantato dalla bellezza della giovane. Lidja recitava magnificamente, sembrava un'attrice esperta ed Ewan era capace di seguire il suo ritmo molto bene, erano una coppia indistruttibile ed ero così felice che finalmente stessero insieme, sembravano più raggianti ora che si erano completati. Ewan voleva punire Nidhoggr e i suoi scagnozzi per aver fatto del male a Chloe che aveva ancora i lividi in faccia e doveva usare una quantità infinita di fondo tinta per coprirli e nasconderli. Ammetto che anche io sento quella necessità di fare qualcosa contro i vierniani, una specie di distorsione per aver torturato in quel modo Chloe, ma volevo rispettare le stesse parole che dissi nella festa e avrei cercato di non abbassarmi a certi livelli, ci saremmo ripresi la rivincita ma in modo più onesto e sincero. Solo i codardi si sarebbero sfogati con quelli più deboli ed innocenti e io non volevo entrare in quella categoria. Stavo osservando con distrazione la scena quando una Matilde, seguita da un Fabio inasprito, entravano nella sala e si ponevano nel bel mezzo del palcoscenico, dove stano provando gli altri che si bloccarono, straniti quanto me. Mi alzai di scatto dalla sedia, come una furia. -Cosa diavolo pensi di fare?- mi rivolsi a Matilde.
-Devo iniziare a provare la mia parte- rispose con tranquillità fin troppo snervante.
Aggrottai la fronte confusa e infine inarcai una sopracciglio, visibilmente seccata. -Oggi dovevamo provare le parti in cui c'è Jane, a te tocca domani, avevamo chiarito così- sbottai, alzando la voce.
-Io ho deciso di iniziare oggi, e così sarà fatto, non vorrai qualche problema con il preside della scuola, Sofia Schlafen?-
La mascella di Fabio si strinse ed ero certa che come me, stava sul punto di perdere la pazienza. Sbuffando ed imprecando, annuii riluttante. -Fai come vuoi- replicai sdegnata.
Sulle labbra di Matilde apparve un ghigno vincente ed ero così fuori di me che volevo toglierglielo da quel faccino a suon di sberle. Sbattei una mano sulla scrivania dove sedevo comodamente, cercando di richiamare l'attenzione di tutti i presenti. -Continueremo domani, ragazzi, siete stati fantastici, ora potete andare a casa- mi complimentai con loro, cercando di sorridere con sincerità. Titubanti, i ragazzi ricambiarono il mio sorriso e scesero tutti dal palcoscenico. Rimasero solo Lidja ed Ewan, che essendo i custodi, dovevano assistere all'interpretazione di Miss Impertinenza e Fabio. Chloe e Karl si sarebbero occupati dei vari scenari e stavano lavorando nell'aula di arte, dove pitturavano i vari paesaggi che avremmo messo nell'opera, creando anche oggetti che sarebbero stati utili nella commedia. Insieme a loro lavoravano i ragazzi che non volevano pariticipare alla recita e avrei preferito mille volte trovarmi con loro che stare lì, a vedere Matilde mentre seduceva Fabio. Era tutto così inconcepibile. -Allora, da dove vuoi cominciare Miss Imper... Sorry, intendevo Matilde...-
Miss Impertinenza mi lanciò un occhiataccia, ma nel suo splendido viso potei notare compiacimento. -Dal bacio- rispose con noncuranza.
Spalancai la bocca, dalla sorpresa e mi affrettai a chiuderla. Lidja, che si era avvicinata a me, appoggiò una mano sul mio braccio, nel suo sguardo c'era preoccupazione. -Se vuoi qui ci pensiamo noi...- provò ad aiutarmi, non voleva che assistessi a come Matilde si prendeva gioco di me. Anche Ewan sembrava sconcertato e cercò di seguire l'onda di Lidja. -Si, hai lavorato troppo, puoi andartene a casa...-
Volevo afferrarmi a quella scappatoia con tutte le mie forze e mancava poco perché dicessi “Sì!”, quando la sgradevole voce di Matilde rimbombò della sala. -No!- s'intromise.
Fabio le mise una mano sulla spalla, seccato, per farla zittire ma lei si scostò. -Lei è Thuban, deve assicurarsi che lo facciamo bene, se non fa il suo lavoro dovrò dirlo a mio padre-
Come non detto... Iniziavo ad odiarla seriamente. Ma aveva ragione, quella stupida ragazzina viziata aveva ragione, dovevo finire il lavoro che ormai avevo iniziato e data la mia ostilità, non me ne sarei andata. Fissai duramente Matilde. -Rimarrò- replicai impassibile.
Aveva vinto. Ancora una volta. Due per Miss Impertinenza, zero per Sofia. Presi posto nella mia scrivania e mi sedetti con indifferenza. Lidja si avvicinò a me. -Sei sicura di poterlo sopportare...?- mormorò vicino al mio orecchio.
-E' solo un innocuo e maledetto bacio, prima finiamo, meglio è- ribattei inferocita.
-Bene- disse Matilde. -Elizabeth e Mr. Darcy hanno occasione di baciarsi solo verso la fine, quando il giovane uomo si dichiara e chiede la mano di Lizzy, dopo aver scoperto che quest'ultima ha rifiutato la proposta do Lady Catherine di non congiungersi con Mr. Darcy- continuò lei con occhi a forma di cuore. Feci una smorfia contrariata.
-Ma tu stai seguendo la filosofia del film, nel libro non si baciano mai...- la interruppi.
-Si, lo so, ma con il bacio la opera diventa più convincente- controbatté lei.
-Il libro è diventato famoso anche senza il bacio...- le feci notare, usando un tono stuzzichevole. Miss Impertinenza, ovviamente, mi guardò stizzita.
-Ho riscritto la opera, e il bacio ci sarà, che ti piaccia o no...-
Alzai gli occhi al cielo, stanca. Guardai con la coda nell'occhio Fabio, che sembrava furibondo. Sbatteva l'indice sulla gamba e lanciava occhiate seccate e Matilde. Deglutii, pensando alla scena che dovevano interpretare e sussultai scossa quando Lidja appoggiò una mano gentile sulla mia spalla. -Nervosa...?- chiese con cautela.
Annui percettibilmente e mi voltai a guardare Matilde e Szilard. La ragazza gli stava spiegando come doveva baciarla e io stavo sul punto di vomitare. -Devi prendermi con dolcezza, come se fossi la cosa più fragile del mondo e devi baciarmi con ambizione, come se lo avessi desiderato farlo da molto tempo... Ah, ma prima devi guardarmi negli occhi come se fossi profondamene innamorato.-Cosa diavolo stava cercando di fare? Se il suo obiettivo era ingelosirmi, ci stava riuscendo divinamente. Le probabilità che sarebbe uscita viva dopo quel bacio erano così basse che tanto bastava ucciderla in quel momento. Strinsi i denti e cercai di tenermi dentro tutte le emozioni che rischiavano di uscire da lì a pochi minuti, non avrei permesso a una ragazzina di farmi vedere debole davanti a un bacio che non sarebbe stato altro che un secondo di finzione. Nonostante volessi esplodere come un vulcano, riuscii, miracolosamente, a rimanere con i nervi saldi e notai vagamente l'occhiata ammirata che mi lanciò Lidja. Ricordai la lezione della mora e iniziai a ripetermi: 1... 2... 3... respira e ispira, respira e ispira, training autogeno, Sofia, training autogeno.Come sempre, non funzionò.
-Possiamo iniziare- annunciò con voce civettuola Matilde.
1... 2... 3... respira e ispira, respira e ispira, training autogeno, Sofia, training autogeno. Li vidi dialogare, entrambi seguirono il partito alla lettera, non sbagliarono neanche la intonazione. Io li ascoltai rapita, mentre non smettevo di fissare con occhi sgranati Fabio, che era riuscito impersonare Darcy fin troppo bene, sembrava destinato a quel ruolo da sempre. Come nell'opera, Matilde (che era Elizabeth) iniziò a mostrare la sua gratitudine a Fabio per aver aiutato sua sorella pagando a Wickham i debiti che avevano con la famiglia. Inconsapevolmente, iniziai a mordermi le unghie, agitata, sapevo che il momento del bacio si avvicinava e non sarei riuscita a sopportare l'espressione saccente di Miss Impertinenza. Volevo chiudere gli occhi, ma non lo feci, dovevo essere forte e non smettevo di ripetermi che si trattava solo di una recita, era tutta una messinscena, non avevo niente di cui preoccuparmi. Ma non ci riuscivo, dopotutto stiamo parlando di Matilde Dragoni, ex di Fabio, innamorato cotta di quest'ultimo, disposta a tutto pur di conquistarlo. Diavolo, perché dovevo trovarmeli tutti io i nemici? Era così difficile avere una vita più facile e senza complicazioni? Ormai la parte del bacio stava arrivando, Lidja s'irrigidì sul posto ed Ewan sembrava quasi annoiato, non coglieva tutta la tensione che c'era nella sala. Beh, che altro potevo aspettarmi da un ragazzo come lui? Insensibile, pensai tra me e me. Come aveva detto prima Matilde, Fabio la prese con discrezione mentre la guardava con occhi rapiti. Diamine... Ormai le loro labbra erano troppo vicine, immaginavo già lo schiocco, ma non arrivò. Guardai attentamente e lanciai un gemito quando, anziché udire il suono del bacio, sentii il corpo di Matilde che cadeva a terra. Szilard aveva lasciato la presa, facendola cadere.
-C'era da aspettarselo da Fabio...- sussurrò divertita Lidja.
Ma tutti trattennero il respiro quando Fabio scese dal palcoscenico e si diresse verso di me. Dio, cosa aveva intenzione di fare quell'idiota?
-Cosa fai?- sbraitò Miss Impertinenza.
-Sto entrando nel ruolo di mr. Darcy- rispose con indifferenza.
D'istinto mi alzai dalla scrivania e lo guardai con occhi imploranti, chiedendogli silenziosamente di non fare qualche cavolata. Non mi ascoltò. Quando fu a pochi passi da me, mi prese per la vita e mi avvicinò. Lidja ormai aveva smesso di respirare, Matilde era imbestialita ed Ewan era confuso e allo stesso tempo sorpreso. Ringraziai mentalmente a tutti i dei esistenti che ci fossimo soltanto noi cinque.
-Mi hai chiesto di prenderti con delicatezza- disse Fabio, senza mai smettermi di osservarmi con occhi compiaciuti. -Intendi così?- mi avvicinò a sé, togliendo la poca distanza che c'era tra i nostri corpi. Quando ormai non c'era neanche un centimetro a separarci, notai che i nostri corpi aderivano perfettamente.
-ERA A ME CHE DOVEVI FARLO!- urlò Matilde. -LEI NON FA NEANCHE PARTE DELLA INTERPRETAZIONE-
Ovviamente, la ignorò. Fabio sembrava mangiarmi con gli occhi e il mio ego sussultò soddisfatto, vedendo così fuori di sé Matilde. -Mi hai chiesto di guardarti con amore- continuò Szilard. Appoggiò la fronte sulla mia, i nostri nasi si sfioravano appena e sentivo di poter toccare il paradiso con un dito. Nella mia mente non smettevo di ripetere: lui è mio, stronza! -Vuoi dire così?- domandò, e iniziò a guardarmi sul serio. I suoi occhi neri si soffermarono a lungo suoi miei, entrarono fino in fondo, ero nuda davanti a quello sguardo che sembrava indagare fino alle viscere del mio essere. Potei notare lontanamente Lidja che ci scrutava con la mascella spalancata, Ewan che era più sconvolto della draconiana e Matilde che mi inquadrava furente. -Mi hai anche chiesto di baciarti con desiderio...-
-Oh...- mormorai, sapendo dove voleva arrivare.
Fabio non ci pensò due volte, fregandosene che non eravamo soli e che la sua ex sicuramente mi avrebbe ucciso dopo questa scenata, mi baciò. Io, ancora più stupida, ricambiai. Il suo sapore era irresistibile, non sarei riuscita farne meno d'ora in poi, il bacio fu possessivo, quasi disperato ma non mi lamentai e seguii il suo ritmo. Introdussi le mie mani suoi suoi capelli e mi agganciai a lui. Nel nostro bacio c'era del vero desiderio, non era finzione, non era una frottola, i sentimenti, dal primo all'ultimo, scalpitavano nei nostri cuori, impazienti di uscire. Avevamo i respiri affannati quando ci staccammo, vidi tutto l'orrore nel viso di Matilde.
-Wow- esclamò Lidja. -C'è così tanta chimica tra voi che mancava veramente poco perché vi spogliassi qui per fare chissà che zozzerie...-
-LIDJA!- ringhiai, rossa in viso.
Fabio scoppiò a ridere. -Con questo spero averti fatto capire che non c'è nessun bisogno si essere gelosa di Matilde-
Inarcai un sopracciglio, offesa. -Non pensi di aver esagerato- borbottai imbronciata.
-No, per te questo e altro-
E mi baciò la fronte.
Dio, amavo questo ragazzo.
Mi stava facendo letteralmente impazzire.
Ma lo amavo, con tutta me stessa.


Note dell'autrice:

Mi scuso per questo capitolo così deludente, provate a capirmi: sono senza ispirazione. Non sono neanche riuscita a farlo lungo come volevo, ma sono davvero stanca e devo riposare, se no qui rischio di avere sul serio una crisi di nervi ahahah
Comunque, spero che vi sia piaciuto e... W LA COPPIA SOFIA E FABIO.
Okay, nel prossimo capitolo, finalmente la nostra Sof potrà parlare con Lung e... Beh... La recita avrà le sue sorprese (No, Fabio non scenderà dal palcoscenico per baciare Sofia come ha fatto ora xD)
Grazie di cuore agli ultimi recensori, vi adoro, se non rispondo non lo faccio perché mi senta presuntuosa o altro, ma non immaginate quanto sono occupata ed è già un miracolo trovare del tempo per scrivere i capitoli, infatti dedico sempre questo spazio per ringraziarvi TUTTI, continuate a recensire! Le vostre recensioni riescono ad illuminarmi come una stella :')

Gente, ho un avviso importante: 
Inizialmente non avevo previsto un continuo per questa storia, ma siccome ultimamente ho strane idee per la testa... Beh, è probabile che ci sia uno o due sequel di questa fiction, sta voi a decidere: volete che scriva un seguito o due? Se decidete solo un seguito, i capitoli di -A thousand ways to say “I Love You”-, non saranno più 30 (come avevo calcolato in principio) ma 40 se non 50 (e qui la cosa si fa davvero complicata), ma se decidete due, beh questa storia finirà tra 7 capitoli o 8...
Tuttavia ho già deciso il nome della serie:

An impossibile love
- I - A thousand ways to say "I Love You".
- II - A new beginning for us.
- III - The one I'll always love.

Per favore, se leggete questo ditemi in una recensione o in un messaggio privato cosa ne pensate,
grazie mille,
bacioni,

marty_598

P.S. Vi ricordo che se volete sapere i prossimi aggiornamenti vi basta controllare nel mio profilo EFP.

   
 
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