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Autore: LoveAndHappiness    10/08/2014    2 recensioni
Emma è una normale ragazza di sedici anni con un migliore amico a cui vuole un mondo di bene, una cotta segreta per il ragazzo più popolare della scuola e davanti a sé un'estate da passare con suo padre, sempre in viaggio per lavoro.
I suoi programmi vengono però stravolti fin dall'inizio e la sua vita diventa improvvisamente qualcosa di completamente anomalo. Infatti, proprio l'ultimo giorno di scuola, viene rapita.
Durante i suoi giorni di prigionia sarà costretta a combattere, non contro i suoi rapitori, ma contro se stessa, il suo passato e i suoi sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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La ragazza aveva i liscissimi capelli neri come la pece tagliati in un caschetto corto con frangia, perfetto anche di prima mattina, che incorniciava il delicato viso nel cui centro spiccavano degli assonnati occhi grigi posti sopra ad un piccolo naso dritto e ad una bocca sottile. La sua pelle era candida e senza nemmeno un piccolo neo e maggior parte di essa era scoperta dato che evidentemente dormiva in intimo e non si era cambiata per la colazione.
Si strofinò un occhio con il dorso della mano e si sedette sulla sedia di fronte a me
-Uhm, uova e bacon... ti sei sprecato oggi, Shane.- commentò, iniziando a mangiare, con insolita grazia, il cibo posto nel suo piatto.
Diedi un'occhiata a Shane e notai che fissava senza un minimo d'imbrarazzo o pudore le forme della ragazza appena arrivata e a quanto pare a lei questo non dava fastidio. Distolsi lo sguardo, pensando che era stupido che l'unica persona che non avrebbe dovuto essere imbarazzata, cioé io, invece lo era.
-Allora, Emma, come ti trovi qui?- chiese la ragazza, e il modo in cui disse il mio nome non mi piacque affatto. Rivolsi di nuovo il mio sguardo su di lei: aveva l'aspetto di una ragazza femminile ma ribelle, e a quanto pare lo era pure il suo carattere.
-Stavo meglio a casa mia, grazie.- risposi, pronunciando la parola “grazie” come se fosse “vaffanculo”. Poi mi sforzai di sorridere.
-Comunque vedo che sai il mio nome, peccato che io non conosca il tuo.- aggiunsi poi, con voce dolce. Lei fece un sorrisetto da stronza.
-Per vari motivi non sarebbe sicro dirtelo, quindi... scegli tu un nome che pensi mi si addica.- mi disse, con tono che sembrava di sfida.
Sentii il suono di una risata soffocata e notai che Shane stava ridendo sotto i baffi. Mi trattenni dal rispondergli a tono, e mi rivolsi di nuovo alla ragazza.
-Okay, facciamo come dici tu. Allora... Jade.- Lei fece una smorfia
-E Jade sia.-

Infilai le mie mani nei capelli finalmente asciutti e diedi un'ultima triste occhiata ai vestiti posti sul lavandino: dei leggings neri strappati orizzontalmente su tutta la lunghezza delle gambe e una canottiera bianca, stretta in fondo con un nodo, con scritto “Let's party bitches!” a lettere cubitali.
Quando, circa un'ora prima, avevo annunciato di voler fare una doccia e Shane aveva chiesto a Jade se poteva prestarmi dei vestiti puliti, perchè, testuali parole:
-I suoi puzzano come un uomo morto.- non avevo fatto domande su se o come avesse sentito quell'odore, e avevo anzi ripetuto la domanda con un “per favore”, ma non mi ero aspettata di certo dei vestiti da puttana!
Sbuffai, rendendomi conto che l'unica alternativa ormai era uscire in mutande dato che Jade aveva buttato i miei vecchi abiti nella spazzatura definendoli “perfetti se vuoi morire zitella”.
Indossai velocemente gli abiti e infilai le converse con il rialzo che la ragazza mi aveva imposto d'indossare. Mi diedi un'occhiata allo specchio, scuotendo la testa; non mi sentivo per niente a mio agio e quello che vedevo riflesso nello specchio mi piaceva ancora di meno.
Decisi comunque di uscire e, appena fui nel corridoio del secondo piano (perché era lì che si trovava il bagno) sentii dei rumori provenire dal piano inferiore. Incuriosita, scesi le scale e trovai Shane seduto nel bel mezzo del divano a guardare un film d'azione. Mi avvicinai e, dato che non avevo niente di meglio da fare, mi sedetti sullo stesso divano ma il più lontano possibile da lui e iniziai a guardare il film.
Anche se mi ero persa l'inizio non ci misi molto a capire la storia. Avevo infatti sempre amato i film d'azione e ormai riuscivo a capire tutta la storia anche solo guardandone cinque minuti.
-Alla fine l'amico muore, la ragazza si fa il protagonista e poi si scopre che è una spia del nemico e dopo che il protagonista ha ucciso il suo capo lei scompare.- dissi a Shane, cercando di rovinargliil finale. Lui però si limitò a sorridere.
-L'avevo già capito.- Sbuffai, irritata. Certo, lui capiva sempre tutto, lui sapeva sempre tutto, lui era un genio migliore perfino di Einstein! Misi il broncio e mi rannicchiai ancora di più nel mio angolino, stringendomi le gambe al petto e appoggiandoci la testa sopra. Mi concentrai con tutta me stessa sul film, cercando d'ignorare Shane.
-Guarda che mica ti mangio se mi stai un po' più vicina.- gli sentii però dire.
-Non si sa mai, dato che rapisci le persone così perché ti gira magari poi te le mangi anche.- risposi senza guardarlo, ma lo sentii ridere.
-Bel ragionamento.- commentò, poi nessuno dei due disse più niente.
A rompere il silenzio ci pensò Jade con le sue rumorosissime scarpe tacco 15 che ticchettavano sul parquet ad ogni passo. Mi voltai a guardarla e constatai con un pizzico di sollievo che in confronto a com'era vestita lei io ero una specie di suora: portava pantaloncini di jeans talmente corti da sembrare mutande, una canottiera semitrasparente rosa fluo che scendeva di poco sotto al seno, lasciando intravedere il reggiseno che indossava sotto e mettendo in bella mostra il piercing luccicante all'ombelico, tacchi a spillo altissimi e neri, una moltitudine di braccialetti su un braccio e due chili di mascara e lucidalabbra in faccia.
Appena mi vide sorrise.
-Vedo che i miei vestiti ti stanno bene, Emma.- disse e io mi sforzai per sorriderle. Non rimase però a guardare la mia reazione; si sedette a gambe divaricate in braccio a Shane e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Lui sorrise malizioso e le sussurrò qualcosa a sua volta e lei rise civettuola, mentre gli accarezzava il petto. Le braccia del ragazzo le si appoggiarono sulla schiena e cominciarono a scendere sempre più giù mentre Jade gli mordicchiava un lobo.
Mi voltai imbarazzata verso il televisore alzai il volume con il telecomando, che avevo trovato accanto a me, per non sentire i mormorii e le risatine provenenti dal lato opposto del divano.
Jade, che aveva le mani di Shane ormai sul sedere, si accorse della mia reazione e si girò verso di me
-Guardala, è imbarazzata... che tenera!- esclamò sorridendo. Strinsi i pugni, arrossendo visibilmente, mentre lei continuava.
-Per non farti sentire più in imbarazzo ti lascio il mio posto, a Shane non darà fastidio, vero?- disse, provoncandomi. Ma prima che Shane potesse risponderle lo feci io.
-Ma per chi mi hai preso? Mica sono una troia!- esclamai, poi spensi la tv e me ne andai in camera mia.
Loro potevano fare ciò che volevano, l'importante però era che mi lasciassero fuori dagli affari loro e che si tenessero lontani dai miei.
Sbattei violentemente la porta dietro di me e mi buttai sul letto, fissando il soffitto, e mi chiesi per l'ennesima volta in che razza di situazione mi ero cacciata.
Poi scossi la testa, per scacciare quei pensieri negativi e cercai il mio libro, trovandolo poi sul comodino. Lo aprii al punto in cui mi ero fermata e ripresi a leggerlo. Ormai avevo superato di un bel pezzo la metà del libro ed ero sicura che in qualche giorno l'avrei finito.

Lessi qualche atto, poi mi venne fame e decisi di scendere a mangiare qualcosa. Arrivata in cucina, diedi un'occhiata all'orologio e vidi che erano circa le 12. Sorrisi, pensando che il mio stomaco er in perfetto orario, e diedi un'occhiata a ciò che c'era in frigorifero. Alla fine, optai per una sana insalata e iniziai a prepararla.
Dato che in quel momento, nonostante le continue prese in giro da parte dei miei nuovi coinquilini, mi sentivo buona, preparai del cibo anche per loro. Apparecchiai la tavola e servii il cibo, poi li andai a cercare.
Trovai Shane in salotto, intento a giocare alla play station, il collo e le orecchie impiastrati di lucidalabbra.
-Su, vieni che ho preparato il pranzo.- gli dissi, mettendomi di fronte a lui. Il ragazzo mi fissò per un attimo, probabilmente aspettandosi che mi togliessi di mezzo per lasciargli continuare la partita, ma io non lo feci così lui si alzò in piedi e mi seguì in cucina. Arrivati lì, si sedette sul tavolo
-Shane, dov'è Jade?- gli chiesi, mentre lui aveva preso a fissarmi in modo strano
-Uhm, era andata in bagno ma dovrebbe arrivare.- disse, ancora assorto nei suoi pensieri.
-Bene- risposi io, prendendo una bottiglia di Coca Cola dal frigorifero.
-Comunque lei ha ragione, i suoi vestiti ti stanno bene... ti fanno un bel culo.- gli sentii dire e io arrossii. Cercai di non darlo a vedere e portai la bibita in tavola.
-Tieniti i tuoi pensieri sul mio culo per te e alza il tuo dal tavolo che è maleducazione.- gli dissi con tono aggressivo, da dura.
Proprio allora arrivò Jade, con la bocca ricoperta da del nuovo lucidalabbra.
-Eccoti finalmente- esclamai -Aspettavamo proprio te per mangiare!- conclusi, poi ci sedemmo a tavola e mangiammo.

   
 
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