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Autore: Abby_da_Edoras    10/08/2014    3 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: ho messo tutte insieme le storie scritte due anni fa sugli X-Men come capitoli di una long e adesso sto aggiungendo nuovi capitoli. All'inizio mi sono ispirata a una bellissima ff di Lara D_Amore, Logan si trova a occuparsi di Scott, sperduto e addolorato per la morte di Jean, e nasce così una strana relazione tra i due. In seguito, il professor X incaricherà Bobby di recuperare Pyro finito dalla parte di Magneto e nascerà pian piano anche un pairing fra loro; in seguito, alla scuola arriveranno dal lontano 1973 anche i giovani Erik e Charles... insomma cerco di destreggiarmi tra ben tre pairing!!!XD
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, James 'Logan' Howlett/Wolverine, John Allerdyce/Pyro, Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: Lemon, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Stupid little things (cap

Stupid little things

“Dobbiamo distruggere quella maledetta Casa Farmaceutica Worthington!” esclamò Erik spazientito, mentre si trovava nello studio del Professor X con l’anziano preside, il giovane Charles, Tempesta, Logan e Scott. “Quei maledetti stanno distruggendo la razza mutante nel modo più subdolo possibile, ossia distruggendo il gene che causa la mutazione! E’ una cosa intollerabile e credo proprio che io e Charles siamo stati inviati qui dal 1973 per una soluzione definitiva.”

“Attento a quel che dici, Erik, non penso che proprio tu voglia usare un termine come soluzione definitiva” lo riprese il giovane telepate, accennando al passato da deportato ebreo del Signore dei Metalli. “Non credo proprio che il nostro compito qui sia quello, a distruggere e incendiare ci riesce già tanto bene il tuo corrispettivo anziano con la sua banda di fanatici... Se siamo qui, probabilmente è perché da noi ci si attende una soluzione pacifica.”

“Pacifica, ma fammi il piacere… Loro sono pacifici con noi? Iniettano a forza quel siero nei mutanti per eliminarli definitivamente” replicò Erik. “Tu continui a essere un idealista, a credere nella non violenza e nei sit-in, magari, ma quante volte hai dovuto ammettere che avevo ragione io? Una? Due? Sempre?”

“Io non le ho contate, tu sì, invece?”

“La volete smettere di litigare? A volte siete peggio dei ragazzi della Scuola!” intervenne il Professor X, visibilmente scocciato. “Charles ha ragione, la violenza non è una soluzione…”

“Mi pare più che logico che Charles senior dia ragione alla sua versione giovanile, come potrebbe fare altrimenti?” commentò Erik, sarcastico.

Xavier lo fulminò con un’occhiataccia.

“Sarei felice se tu evitassi di interrompermi” disse, secco. “Stavo giusto per spiegare che la violenza non è una soluzione, ma che Erik ha probabilmente ragione quando dice che il loro compito qui potrebbe essere quello di aiutarci a eliminare questo siero. Non con le bombe e gli attentati, però, quello lo sta già facendo l’Erik contemporaneo e i suoi risultati non sono quelli sperati.”

Erik scrollò il capo, manifestando così la sua disapprovazione.

“Ma, Professore, cosa potrebbero fare loro che non potremmo fare anche noi?” intervenne Tempesta.

“E’ semplice: nella nostra epoca nessuno li conosce e nessuno potrebbe immaginare che si tratti di Magneto e del Professor X degli anni Settanta” rispose tranquillamente il Professore.

“Quindi lei ha già un piano?” chiese Scott.

“In effetti, sì. Ci penso da molto tempo ma, se Erik e Charles del 1973 non fossero stati risucchiati nel nostro tempo, non sarebbe stato possibile realizzarlo: grazie a Charles abbiamo potuto salvare la vita a te, Scott, e forse anche ad altri della Scuola” spiegò il telepate. “Questo intervento ha permesso di allontanare la parte malvagia di Jean, almeno per il momento, pertanto noi possiamo dedicare tutta la nostra attenzione all’eliminazione del siero. Infine, non avrei potuto inviare nessuno di voi ai centri dove si pratica l’iniezione o alla sede della casa farmaceutica perché vi avrebbero individuati e magari catturati; i giovani Erik e Charles, invece, nessuno li conosce.”

“Quindi l’idea è comunque quella di distruggere la Casa Farmaceutica Worthington, come dicevo io” riprese Erik, soddisfatto.

“Non solo, e non nel modo che intendi tu” rispose il Professor X. “Non voglio distruggere la casa farmaceutica intera, ma solo eliminare tutte le scorte del siero e tutti gli studi che sono stati fatti per produrlo. A questa parte del piano penseranno Scott, Logan e Tempesta: si recheranno agli stabilimenti di notte, quando non ci sarà il rischio di fare del male a nessuno, Tempesta creerà una fitta nebbia affinché nessuno vi possa vedere e Logan e Scott penseranno a distruggere tutte le scorte del siero, gli appunti, gli studi e i file che ne parlano. Ma questo non basterà. Io voglio anche che i mutanti che sono stati curati a forza possano riavere i loro poteri.”

“Ci vorrebbe un antidoto” disse Logan.

“Esatto. Sono certo che Hank potrebbe realizzarlo, se avesse la possibilità di studiare gli effetti del siero.”

“Che ci vuole? Noi tre andiamo agli stabilimenti della casa farmaceutica e, prima di distruggere tutte le scorte, prendiamo una fialetta di siero e la portiamo a Hank perché la studi” tagliò corto Logan. “Magari gli portiamo anche i famosi appunti, studi e tutte quelle diavolerie in cui si spiega com’è stato realizzato, Hank ci capirà senz’altro qualcosa!”

“Per realizzare un antidoto non basta studiare il siero: Hank dovrebbe poter analizzare anche il sangue di un mutante cui è stato iniettato, per capire che cos’è che agisce sul gene mutante” spiegò Xavier.

“Non è possibile che…” Charles sembrava molto turbato. “Forse Hank conosce già quel siero. Io… temo che possa avere affinità con quello che ha preparato per me. Accidenti, potrebbe essere così? Mi sentirei responsabile di questo casino, se così fosse…”

“Un mutante che rinuncia ai suoi poteri per poter camminare… beh, un po’ di responsabilità ce l’hai, mi pare. Inoltre non dimentichiamo i tanti mutanti che sono stati uccisi durante quegli atroci esperimenti negli anni Sessanta e Settanta. Magari una parte degli studi deriva da quegli esperimenti, mentre il nostro Charles si nascondeva nella sua villa con Hank a piangersi addosso!” sibilò Erik, che ancora non aveva superato quella faccenda.

“Certo che sei proprio bastardo dentro, tu!” s’intromise Logan, parandoglisi di fronte con aria minacciosa prima che Charles potesse reagire. “Ma che cazzo ti prende, si può sapere? Sai benissimo che è stata tutta colpa tua se Charles si è trovato a fare la scelta che ha fatto e, comunque, anche nel 1973 hai rischiato di mandare a puttane la nostra missione per fare il vendicatore solitario. Mi sono rotto le palle di trovarmi nei casini per le tue belle pensate, del passato, del presente e del futuro, mi hai capito bene?”

Tutti rimasero piuttosto sconcertati dalla reazione violenta di Logan, ma l’uomo che era tornato dal 1973 era diverso dal Logan che tutti conoscevano, aveva maturato una nuova consapevolezza e aveva imparato l’importanza dell’unione e della collaborazione.

“Logan ha detto ciò che pensavo anch’io, sebbene in termini che io non avrei usato” intervenne il Professor X. “Il siero che sta usando Charles è diverso, non è stato pensato per eliminare il gene mutante, bensì per agire sulla sua colonna vertebrale e il suo DNA e il blocco dei poteri è un effetto collaterale. Non credere che non ci abbiamo pensato, infatti Hank lo ha già analizzato per trovarvi delle eventuali affinità, senza successo. No, dobbiamo trovare un mutante che sia stato curato a forza.”

“Hank potrebbe comunque studiare me e analizzare il mio sangue” propose Charles, che era rimasto dolorosamente colpito dalle parole dure di Erik. “Voglio dire, finché non riusciamo a trovare uno di questi mutanti. In fondo non abbiamo mai capito perché il siero avesse l’effetto di bloccarmi i poteri, chissà, potrebbe esserci qualche affinità e, nel frattempo, varrebbe la pena tentare.”

“Ci tieni così tanto a fare la cavia, Charles? Ti assicuro che non è affatto divertente” ribatté Erik.

Charles lo ignorò e il fatto stesso che non reagisse alla sua provocazione fece comprendere al Signore dei Metalli quanto le sue parole lo avessero ferito nel profondo.

“Per il momento non c’è bisogno di fare nulla del genere” lo tranquillizzò Xavier. “Logan, Scott e Tempesta potranno andare già questa notte agli stabilimenti per eliminare le scorte di siero e recuperare una fialetta e gli studi su di esso, così Hank avrà molto materiale su cui lavorare. Nel frattempo, saranno Erik e Charles ad andare in cerca di un mutante che abbia perduto i suoi poteri per colpa di quelle iniezioni. Visto che nessuno li conosce potranno girare più liberamente di chiunque altro di noi per le strade della città.”

“Va bene, Professore” rispose Scott.

“Allora noi andiamo a prepararci per la spedizione di stanotte” aggiunse Tempesta.

“Ok, io vi seguo, ma non penserete mica che sarà quel ragazzino a guidarla?” commentò Logan, guardando Scott. “Io non prendo ordini da uno sbarbatello!”

Scott fece per replicare, piccato, ma Logan lo prese sottobraccio e, mentre uscivano, sorrise e gli parlò all’orecchio.

“Guarda che sto scherzando, ragazzino. Ancora non hai capito quanto mi piace prenderti in giro?”    

I tre uscirono dallo studio. Il Professor X rimase solo con la sua versione più giovane ed Erik, entrambi silenziosi e nervosi. L’atmosfera nella stanza era tesa.

“Non riuscirete in questa missione se non vi sforzate di venirvi incontro” disse loro il telepate, che percepiva chiaramente il dolore e la rabbia che tormentavano i due giovani. “Dovete imparare a superare il passato e a venirvi incontro ogni giorno, altrimenti non collaborerete mai e tutto quello che vedete oggi qui non potrà realizzarsi. Charles, lo so che è difficile, nessuno può saperlo meglio di me, ma devi lottare contro il risentimento, devi riuscire a perdonare Erik per ciò che ha fatto… e te stesso per esserti lasciato andare.”

Charles trasalì e si volse verso il Professore, con gli occhi pieni di lacrime. Capiva quello che voleva dirgli, ma lui si sentiva ancora tanto fragile e non sapeva come sarebbe riuscito a diventare sereno e saggio come l’uomo che gli parlava in quel momento.

“Ci proverò” promise il giovane.

“E tu, Erik… non c’è bisogno che ti dica che non condivido i tuoi metodi, ma so anche che, nel presente, siamo riusciti a capirci e a raggiungere un compromesso. Se rimarrai rinchiuso nel tuo odio e nel desiderio di vendetta, però, non esisterà nessun presente in cui ci potremo finalmente ritrovare” riprese Xavier. “Sappi che, se non riuscirai a riunirti veramente a Charles nella vostra realtà, non ci sarà alcuna speranza di salvezza né per voi né per la razza mutante. Saremo forti solo se saremo uniti.”

“Io ho sempre lottato per la razza mutante!” protestò Erik. “Mi sono sacrificato per la nostra causa, ho perso persone care e ho rinunciato a tutto… a tutto quello che potevo avere perché sapevo di essere dalla parte giusta! Con tutto il vostro idealismo, non vi siete accorti che gli umani inventano ogni volta nuovi mezzi per eliminarci? Prima le Sentinelle, ora il siero… pensate ancora che ci sia possibilità di vivere insieme in pace? Siete degli utopisti e degli sciocchi!”

“Erik, non hai notato che in questa scuola esiste una Stanza del Pericolo dove i nostri ragazzi imparano a combattere? So benissimo che ci saranno sempre uomini malvagi che tenteranno di distruggerci e preparo i miei studenti ad affrontare questo mondo, non vivo fuori dalla realtà. Però i miei allievi imparano a difendersi, non ad attaccare. Non saremo mai noi i primi a muovere guerra agli uomini, ma, se saranno loro a farlo, ci difenderemo in ogni modo possibile.”

“Perché dovremmo aspettare, allora?” replicò sprezzante il Signore dei Metalli. “Se sai già che ti attaccheranno, allora colpiscili subito, prima che diventino troppo forti. Siamo noi la razza superiore ed è per questo che ci temono e non ci lasceranno mai in pace!”

“Non voglio sentir parlare di razza superiore qualcuno che è stato deportato e torturato in nome di una presunta superiorità razziale” lo rimproverò immediatamente il Professor X, facendosi gelido e diretto. Aveva affrontato per anni quel discorso con l’Erik anziano e gli seccava doverlo riprendere dal principio… “Comunque c’è qualcosa di vero in ciò che dici: i mutanti possono essere migliori degli uomini, certamente, e sai perché? Non per il loro potere, no. La loro forza è questa: a differenza degli umani, i mutanti sono uniti e non si fanno guerra. Dividersi in fazioni, progettare attentati, attaccare per primi… queste sono cose che fanno gli umani, non i mutanti. Tu che cosa sei, allora, Erik? Pensaci bene.”

Le parole del Professor X andarono a segno. Erik non trovò nulla da ribattere, conscio di avere più volte usato i metodi e le argomentazioni degli umani e di coloro che più odiava al mondo, i nazisti. Charles rimase ammirato dal discorso del suo corrispettivo anziano, pensando vagamente che avrebbe dovuto scriverselo. Sarebbe mai diventato tanto saggio, lui? Al momento pareva impossibile, ma chissà…

“Adesso che vi ho fatto la predica, siete pronti per collaborare in questa missione?” chiese poi Xavier, riprendendo un tono più amichevole e paterno.

“Sì!” rispose con calore Charles, entusiasmato dalle parole della sua versione più anziana.

Erik annuì in silenzio, ancora pensieroso.

“Allora potete andare. Conto su di voi per trovare un mutante a cui restituire i poteri” li incoraggiò il telepate.

Erik e Charles uscirono dalla stanza senza trovare il coraggio di guardarsi in faccia. Erano state dette molte cose in quello studio e tutte avevano colpito nel profondo, ci sarebbe voluto un po’ per metabolizzarle e superarle, ma il Professor X aveva ragione, la loro forza risiedeva nell’unione e nella collaborazione. Avrebbero superato le divergenze e i rancori, le piccolezze e le sciocche recriminazioni, in nome di uno scopo comune e anche per qualcosa di più intimo, un sentimento che in loro non era mai veramente morto e che attendeva solo il momento propizio per risorgere, più sconfinato che mai.

   
 
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