- Come scusa? – domandò guardandomi gelido.
- Hai capito bene stupido imbecille. – non vidi la sua faccia, ma sapevo che era rimasto stupito. nessuno mai gli aveva risposto così, tutti nella scuola avevano paura di lui. Arrivai davanti alla presidenza sbuffando e mentre la stavo per aprire mi sentì tirare una gomitata e cascai a terra come una pera cotta.
- Ripetilo ragazzina. – disse quel coglione stringendo i pugni. Mi alzai massaggiandomi la nuca. Lo guardai male e domandai freddamente:
- Sei impazzito o cosa? Ti sembra il modo di comportarti?
- Non provarci mai più ragazzina. – lo guardai non capendo cosa avessi fatto per farlo incazzare così tanto. – mi strinse di più i polsi. Mugugnai e cercai di dimenarmi.
- Smettila cazzo.
- Lasciami. Mi fai male. – sussurrai stringendo i denti.
- Non so cosa ti abbia fatto, ma i miei polsi non c’entravano un cazzo. – lui si girò non rispondendomi. Mi irritai ancora di più e domandai:
- Mi dici che cazzo ti ho fatto per farmi sbattere al muro? – non mi rispose e se ne andò. Sbuffai guardandolo andare via, ma che cazzo di problemi aveva quel cretino?