10/08/2014
5 recensioniBig Babol ~
Si trovavano nell'ampio salotto che possedeva il Sub Garden, il loro amato orfanotrofio, e la maggior parte dei ragazzi dormiva beatamente per il pisolino pomeridiano, e non che Hitomiko li avesse costretti: l'afa estiva di quel dì d'agosto suscitava in molti gran pigrizia e pian piano il sonno sì impossessò dei loro corpi.L'unico sveglio era Nagumo, capelli vermiglio vagamente somiglianti ad un tulipano invece che ad una palese fiamma ed occhi color dell'ambra più brillante.
Steso in malo modo tra Shigeto con la console ancora accesa sul volto pallido e Suzuno che dormiva beato con la testa poggiata sul suo petto masticava rumorosamente una gomma rosa shocking.
Lentamente si accucciò accanto all'albino dagli occhi glaciali anche con la consapevolezza di essere picchiato a sangue al risveglio di quest'ultimo.
Iniziò ad accarezzargli l'indomabile chioma grigiastra e ad osservarlo più del dovuto, lasciandogli un bacio a fior di labbra.
Non sapeva il perché di quel gesto. Sapeva solo di aver bisogno di quello strano e goffo contatto.
Sgranò gli occhi all'arricciare il naso dell'altro; guardò spaesato a destra e a sinistra, cercando rifugio, ma ben presto serrò gli occhi e si preparò per la sfuriata.
«Nagumo, cos'era quella cosa calda, morbida e dolce che avevo sulla bocca?»
Aprì con calma gli occhi color del cielo terso ancora impastati dal sonno cercando di non crollare mentre parlava col rosso.
Questo ridacchiò piano e un ghigno gli incorniciò il volto; si avvicinò al viso dell'altro con sguardo beffeggiatore.
«... Le mie labbra, ghiacciolo.»
Il bianco socchiuse la bocca e incominciò a guardarlo negli occhi d'oro, specchiandosi per un tempo che sembrava infinito per lui. Haruya sorrise e inizio a gonfiare la gomma che masticava da una buona mezz'ora.
Scoppiò ed eseguì la stessa azione per dieci volte di seguito; così, giusto per dar fastidio e rompere quel momento.
Fuusuke lo guardò severo, «Insomma»
Altro scoppio.
«Penso sia l'occasione giusta per dirti-»
Fu interrotto di nuovo e con indifferenza gli ruppe il palloncino di gomma sulla faccia, sporcandolo di molto.
«Cazzo. Adesso basta con questa Big Babol. E io che volevo dirti una cosa importante.» Si alzò girandosi di scatto, offeso, lasciandolo con ancora la gomma spiaccicata in faccia e uno sguardo da idiota.
Nagumo, ricorda che lo ami. Se lo uccidessi, non potresti vivere tu.
... Magari stuprarlo.
Prese una giacca a caso e si tolte il rosa fluo da dosso, correndo più che poteva verso la stanza di Fuusuke, chiudendo la porta.
~~
Una piccola bambina sui cinque anni camminava spensierata trai corridoi dell'orfanotrofio, senza ombra di sonno.
Faceva svolazzare il suo vestitino nuovo azzurro e con il solito sorriso radioso in volto tornò nel salotto, dove tutti i suoi senpai dormivano come ghiri.
“E poi sarei io la bambina qui... !”
Gonfiò le guance un po' rossastre a causa del trucco che metteva quando giocava assieme a Kuno-chan, il suo inseparabile peluche di pezza raffigurante un coniglietto arancio, nonché sua migliore amica.
Lo teneva in mano nel mentre volteggiava andando verso la stanza di Fuu-san, che le aveva promesso di leggerle una storia quel giorno, e sistemandosi i lisci capelli color carota raccolti in due alti codini ai lati del capo si fermò composta sull'uscio della porta della stanza del bianco.
Riuscì a sentire qualche mugolio e gemito, e mettendo la testa di lato poggiando l'indice sul labbro inferiore come le era solito fare pensò che stesse facendo a botte con Haru-san, come sempre.
Sospirò. Prima d'andarsene le cadde Kuno-chan dalle mani e frettolosamente si abbassò per prenderla e abbracciarla forte forte, chiudendo gli occhi del grigio più chiaro possibile.
«Scusami Kuno-chan, non succederà più!»
Le stampò un bacio sul muso e il suo sguardo, poi, cadde su qualcosa vicino le sue ballerine; si accovacciò accanto all'oggetto e poggiò il coniglietto sul tappeto rosso scuro.
«Dovrebbe essere ...» Con la coda dell'occhio intravide una Big Babol in una pianta di margherite.
« ... La carta della gomma! Che cattivi, povera piantina!»
In lontananza sentì chiamare insistentemente il suo nome, ovvero Sakura, e corse prendendo per la zampina il peluche, lasciando perdere le margherite. I biscotti erano pronti, e tutto veniva dopo questi meravigliosi biscotti per quella golosa e pasticciona bambina.
E nel mentre la gomma rimase tra quei fiori dai vari colori e il preservativo, scambiato per della carta per gomme, giaceva lì, ancora. E i due amanti uscirono solo il giorno seguente, con la scusa del giocare a poker.
.: Angolino dei biscotti di Sakura :.
Ed eccomi con la mia ultima fic per molto tempo, se il mio orgoglio non muore(?).
Oddio, non so che cavolo ho scritto, perdonatemi, ma sono di frettissima! çuç
Ho sonno-
Allora. Non so perché sia uscito codesta roba, ma buh, c'ho scritto il titolo e poi tutto è venuto da sé, anche se avrei voluto scriverlo, domani. -.-
Cooomunque, tutto questo per la mia amanteh-vecchia-Lelle che oggi compie gli anni, e insomma, come non potevo non dedicargli qualche mio obbrobrio? :'D
Ora scappo, spero vi sia piaciuta ~
Anche se a me non convince-
Bye ♥
~ K o r i ~