10/08/2014
4 recensioniMy pride, my ego, my needs and my selfish ways
[…]
Now I never, never get to clean up the mess I made
And it haunts me every time I close my eyes
[…]
Now I never, never get to clean up the mess I made
And it haunts me every time I close my eyes
Grantaire strinse i pugni trattenendo la delusione e la rabbia.
Ci aveva provato ancora e ancora una volta era ripiombato in quella spirale distruttiva della passione per Enjolras.
Decise di tornare indietro al locale, convincendosi e ripetendosi che non aveva bisogno di Enjolras, conclusione alla quale, per altro, era già arrivato settimane prima, ma che, evidentemente, non si era rivelata fondata.
Grantaire aveva vissuto per Enjolras, ne era assuefatto e lo aveva seguito in ogni sua decisione o capriccio, fino a rimanerne intrappolato. Aveva sacrificato la sua vita per lui, aveva fatto certe scelte per lui ed era piombato in un vizio che lo divorava dentro; non che non incolpasse se stesso per quella fragilità, ma sentiva che dava molto più di quello che riceveva a Enjolras e questo faceva tremendamente male. Non era mancanza di spina dorsale, ma aveva investito tutto se stesso in quella relazione smettendo di preoccuparsi di sé e pensando solo all’altro.
Era questo il motivo per cui aveva sentito il bisogno di staccarsi da lui.
Enjolras aveva provato a far capire a Grantaire quanto quell’ossessione lo stava logorando, ma era solo riuscito a passare per quello distaccato e insensibile. Non c’erano dubbi che fosse molto più concentrato, serio ed estremamente decisionista tuttavia Grantaire era la sua oasi di pace in cui fuggire quando tutto sembrava andare storto.
Il biondo percorse qualche passo per poi fermarsi, chiudere gli occhi, respirare e tornare sui suoi passi.
Raggiunse Grantaire e gli prese la mano.
“Non andare.” sussurrò
Grantaire sentì la mano calda avvolgersi salda attorno alla sua.
“Ti prego non lasciarmi ancora.”
“Non siamo fatti per stare insieme, l’hai detto tu stesso.” Grantaire non voleva voltarsi.
“Guardami, ti prego.”
Gli occhi chiari si incrociarono ancora una volta.
“Succederà di nuovo. Sei tutto il mio mondo e non posso farlo crollare di nuovo.” sospirò piano Grantaire.
“Sarò con te questa volta e non ti succederà nulla!”
“Sono un peso, lo sono sempre stato e tu non vuoi essere di nuovo costretto a portare in giro un fardello così pesante…io non sono pronto a sentirmi di nuovo così!”
“Non lo sei mai stato! Sono io che ho sbagliato e che non ti ho dato mai abbastanza; posso rimediare, non voglio che tu si senta mai più così.”
“Il tuo mondo è troppo perfetto per uno come me.”
“Il mio mondo non è perfetto se non ci sei tu.”
Si sporse in avanti e raggiunse le labbra del ragazzo moro con un bacio rubato che sapeva di promesse e speranze.