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Autore: SynysterIsTheWay    10/08/2014    7 recensioni
L'amore devastante è quello che non può essere urlato al mondo. Quell'amore segreto, che nessuno sa. Quell'amore così profondo, quanto distruttivo. Quando due mani, non possono ricongiungersi in alcun modo, ma possono sentirsi anche senza toccarsi. Brian ed Haven lo capirono subito, che i loro, non erano semplici sguardi. Capirono...che riuscivano a vedersi nei propri occhi, ma Haven è la moglie del suo capo. Del boss della mafia più temuto di Huntington Beach. Brian non può tradire l'uomo che considera come un padre, da anni. L'uomo, che gli ha dato un tetto sopra alla testa e due pasti caldi al giorno. L'uomo che era il migliore amico di suo padre. Riuscirà Brian a placare la sua sete d'amore e a trattenere i suoi istinti, vedendo la donna che ama, tra le braccia di un altro? Lo scoprirete, solo vivendo la storia nei panni dei due protagonisti.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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22° Heal me.








 
L'amore non si cerca. Ti trova.
(Vincenzo Marchese).










Settembre.
Mi affaccio dalla finestra e provo a ricordare di quando,da casa di mio zio, osservavo i bambini
che come me dovevano svegliarsi presto al mattino per andare a scuola.
Delle settimane mi fermavo a casa sua e dormivo con lui e sua figlia Scarlet. Passavo
giorni interi lì dato che io e Scarlet frequentavamo lo stesso istituto scolastico. Al mattino, ci svegliavamo presto
e dopo aver osservato l'istituto scolastico riempirsi, dato che la casa di zio si trovava proprio dinanzi alla nostra scuola, scendevamo
al piano di sotto per fare colazione.
Quando mi affaccio alla finestra della mia camera al giorno d'oggi mi rendo conto di quanto le cose siano cambiate.
Da quando è morto mio zio, non ho avuto più alcun punto di riferimento. Scarlet se ne andò in Inghilterra con un cocainomane ed io
rimasi qui e dopo essermi diplomata, fui costretta a sposare Stéphan che mi ha rubato quegli ultimi anni di adolescenza.
E' anche vero che ora sono una ventenne ma ho ancora tanta vita da vivere e magari, dopo aver messo un po' di soldi da parte,
sarei riuscita ad andare al collage.
Respiro l'aria fresca di settembre, osservando gli alberi con le foglie diventare pian piano gialle. Anche le foglie stanno facendo
la loro parte mentre tra un mesetto saranno pronte a lasciare gli alberi spogli.
Intorno a me, c'è il nulla. Per quanto possa affacciarmi e cambiare aria, il luogo in cui mi trovo non cambia mai.
Qui intorno c'è solo erba, terreno e fin troppi alberi che a volte riescono persino ad interromperti la visuale.
Un venticello fresco mi scompiglia i capelli bagnati, ma decido ben presto di richiudere la finestra e sdraiarmi sul mio letto, sentendo
le gocce d'acqua pendenti dai capelli bagnarmi il collo.
Ho appena finito di fare un bagno rilassante ed adesso, mentre dovrei asciugarmi e vestirmi, preferisco restarmene sul letto con un asciugamano
che mi copre il corpo bagnato e gli occhi fissi sul muro dinanzi a me.
Sta per passare un mese dalla morte di Johnny e non riusciamo ancora a superare la cosa.
Ad esser sincera, credo che non lo supereremo mai.
Io, i ragazzi, Hayley ed Helena facciamo finta di non pensarci ma siamo tutti consapevoli del fatto che ogni notte, quando ci ritiriamo
nelle nostre camere, il dolore prende il possesso delle nostre emozioni.
Hayley va tutti i giorni al cimitero a portare dei fiori freschi sulla tomba del ragazzo mentre Brian non vuole neanche più
sentir parlare di cimiteri.
E' da quando è morto Johnny che non ci va più.
Come lui, così anche tutti gli altri.
Tirano avanti finché serve ma non si allontanano dal dolore che hanno dentro.
Fingono falsi sorrisi e fingono soprattutto di star bene e di aver dimenticato. Ma non è vero. Continuano a portare le loro maschere
difendendosi dal dolore e sopportandolo finché possono.
Abbiamo passato il mese di agosto a piangere tutti insieme e a starci accanto senza mai abbandonarci anche se...io e Brian dall'ultima volta
non ci siamo più parlati.
Lui evita persino di starmi accanto ed io non faccio nulla per parlargli. Ci stiamo dimenticando anche noi, cercando di annullare
quel bacio che non doveva mai esserci.
Probabilmente, lui se ne sarà semplicemente pentito.
Eppure fa ancora male. Fa male sentire il rumore dei suoi passi fermarsi proprio nel corridoio in cui c'è la mia camera.
Egli si ferma per alcuni istanti ed ovviamente il silenzio è l'unica cosa che riesco a percepire.
Dopo un po', quei passi ricominciano a vibrarmi dentro, facendomi un male allo stomaco inimmaginabile.
Sono i passi di Brian, che si allontanano per scendere al piano terra.
Li sento tutte le notti mentre si fermano dinanzi alla mia camera per poi andarsene. Forse, ha la voglia che ho io di chiedergli
cosa ci è accaduto ma fa un passo indietro sapendo di non poter fare altrimenti.
Ormai lui vive la sua vita ed io la mia.
L'altra notte, Stéphan mi stava costringendo ad avere un rapporto intimo con lui ma io ho rifiutato. Io non ce la faccio, non sono
così forte da avere un rapporto con una persona che non amo. 
Se è accaduto altre volte è sempre stato perché lui mi ha costretta, altrimenti, non gli avrei dato nulla di me.
Quando ho rifiutato ho sentito i soliti passi avvicinarsi sempre di più alla porta della camera ed a quel punto ho baciato Stéphan
senza sosta.
Non so di preciso perché l'ho fatto, ma volevo che Brian provasse ciò che ho provato io quando l'ho visto a letto con Nancy.
L'attimo dopo, proprio Gates ha aperto la porta della camera nel momento stesso in cui Stéph mi aveva sfilato via la camicia da notte.
Ho visto il mondo di Brian distruggersi proprio nell'istante in cui si è fermato sulla soglia della porta a fissarci.
Non riusciva a dire niente, mentre avrebbe dovuto comunciare delle informazioni importanti al signor Mason.
Quando Stéph si è alzato di scatto dal letto, intimandomi poi di coprirmi, Brian è rimasto immobile a fissarmi e credo di non aver
mai visto i suoi occhi più furiosi di quelli che mi aveva mostrato quella notte.
Era arrabbiato con me ma non ne capivo il motivo. Insomma, non aveva detto di non provare più nulla nei miei confronti?
Beh, a volte, penso che non lo capirò mai.
E' stato capace di baciarmi...forse lo ha fatto solo per gioco.
Ma io sono stanca di giocare. Io ho bisogno di vivere, consapevole di poter ricevere un po' di vita proprio da lui.
Ed invece è finito tutto.
I nostri sentimenti sono andati a puttane come l'anima di Christ.
Dopo quella notte, Brian ha fatto di tutto pur di evitarmi. Ed io...ho fatto di tutto pur di non incrociare i suoi
occhi e farmene una ragione.
Che sia arrabbiato con me? 
Ma di cosa. Colei che dovrebbe essere incazzata qui, sono io. E' me che ha tradito, non una ragazza qualsiasi. Me.
Colei che diceva di amare, colei che ha mandato all'aria ogni cosa pur di stargli accanto.
E' davvero questo ciò che merito?
Ammetto che,ripensandoci, tutto quel dolore non sembra essersene andato, ma ammetto anche che la mia vita senza quel bastardo
non conterebbe nulla.
E' stato lui ad insegnarmi ad amare e a farmi capire che anche l'amore ha i suoi dolori. Ma soprattutto...che dall'amore 
è quasi impossibile fuggire.
Ed io credo di aver amato lui come non sono mai riuscita ad amare nessun altro.
Adesso riprendo la mia teoria.
Quella che mi ha portato avanti negli anni e quella in cui credo più di ogni altra cosa.
Si ama una sola volta nella vita. Le altre sono solo sfumature.
Il vero amore non trionfa mai. Ami con tutta te stessa una persona destinata poi ad abbandonarti. E quando lo fai, ti aggrappi
alla vita. Ti aggrappi a qualsiasi altra persona, accontentandoti.
La seconda persona non sarà mai come la prima che hai amato. Sarà solo una semplice sfumatura ma preferirai sempre autoconvincerti.
Triste, ma vero.
Tornando ad oggi, Stéphan si è preso tre giorni. Ha deciso di partecipare ad un congresso in Irlanda ed oggi ovviamente dovrò
trascorrere una giornata intera in compagnia di Brian.
I ragazzi devono svolgere delle mansioni importanti per il loro capo, Hayley ed Helena hanno il turno al bar ed il mio maritino
non poteva scegliere di lasciarmi con persona migliore, direi.
Ormai Brian non riesce neanche più a fidarsi del suo stesso capo. Dopo ciò che ha osato fare ad Hayley il suo unico e solo
scopo è quello di racimolare soldi per andare via da qui e vivere una vita migliore con i suoi migliori amici.
Probabilmente, anche con Hayley ed Helena.
Ed io sono così felice per loro che dopo quanto è accaduto, credo che meritino qualcosa di meglio.
Hanno aperto gli occhi su chi è in realtà il loro capo ed hanno capito tante cose. Tante cose che ho capito anch'io.
Ma per me non c'è alcun futuro.
Niente di niente.
-Oh...sei ancora qui dentro.- Borbotta Brian, aprendo la porta della mia camera senza neanche bussare.
-Maniaco che non sei altro, chiudi subito questa porta!- Urlo, coprendomi il più possibile con l'asciugamano.
-Volevo solo assicurarmi che fosse tutto a posto.-
-Lo è, quindi adesso puoi uscire.-
-Mh, però, non sapevo avessi questo caratterino!- Mi sorride con malizia, come se tra di noi non fosse accaduto
niente.
Come fa a far finta di niente, in questo modo? Io non so neanche come stia riuscendo a guardarlo di nuovo negli occhi.
-Non sai tante cose di me, ormai, Haner.- 
-Dovrei preoccuparmi?-
-Forse.-
-Io penso che dovresti preoccuparti più tu di me.-
-Non vedo come la cosa possa urtarmi, davvero. E' quasi un mese che non mi rivolgi più una sola parola.-
-Ma vedo che tu hai fatto lo stesso.-
-Solo perché lo hai fatto tu!-
-Se volevi davvero parlarmi, potevi farlo.-
-Sai cosa, il vero problema è che non volevo!-
-Stai diventando sempre più acida.-
-E tu sempre più stronzo.-
-Grazie.-
-Prego, ne vuoi ancora?-
-No, grazie, magari andrò da qualche ragazza che non mi considera uno stronzo ma fottutamente sexy.-
-Bene, vai da loro e lascia in pace me una volta per tutte!-
-A dire il vero mi chiedevo se ti andava di mangiare del gelato. L'ho comprato prima.-
-E menomale che lo hai comprato!-
-Perché?-
-Perché se lo avevi fatto tu, lo avrei rigettato all'istante!-
-Stai cercando di dirmi che faccio schifo in cucina?-
-Sto cercando di dirti che non sei bravo neanche a preparare delle semplici brioches!-
Ecco, l'ho detto.
-Quindi...dovrò dire addio al mio sogno riguardante la rosticceria?-
-Si, per il bene dell'umanità!-
-Che stronza!-
-Hey, guarda a come parli!-
-Perché tu puoi chiamarmi come cazzo ti pare e piace ed io non posso fare lo stesso?-
-Perché io sono una donna e le donne vanno rispettate!-
-Tu? Una donna?- Brian scoppia improvvisamente a ridere, prendendomi in giro.
Giuro che in questo momento potrei prenderlo a sprangate sui denti.
-Ridi pure, l'importante è che sono una donna per mio marito!- Sbotto acida, pentendomi subito di ciò che ho appena
detto.
Brian smette improvvisamente di ridere e mi fissa con serietà come se volesse prendermi a schiaffi da un momento all'altro.
-Certo. L'importante è che lo sei per lui.- Ribatte il ragazzo con fin troppa serietà, assottigliando per un po' gli occhi ma chiudendosi
la porta alle spalle, facendole emettere un boato assordante.
Brian ha preferito uscire dalla camera e non si è neanche degnato di chiudere la porta con gentilezza!
Io proprio non lo capisco. Cosa si aspettava che gli dicessi? 
Mi asciugo velocemente, spazzolandomi i capelli per poi indossare una maglia che mi arriva fino alle ginocchia, molto comoda
per restare in casa.
Dopo un po' mi viene fame, così decido di scendere al piano inferiore e dirigermi verso la cucina per cercare
qualcosa da mangiare.
Prima di arrivare in cucina però osservo Brian seduto sul divano mentre fuma la sua sigaretta e mangia del buon gelato
alla fragola di un color rosa acceso. 
Sembra quasi una di quelle ragazze dopo aver sopportato una sconfitta d'amore che non fanno altro che affondare tutto
il proprio dolore in quelle solite vaschette di gelato artigianali.
Ma lui sembra piuttosto agitato. Continua a mangiare quel gelato con velocità mentre di tanto in tanto continua ad aspirare
quella sua sigaretta.
Mi avvicino a lui, vedendolo inghiottire un altro po' di gelato ma poi osservare me che mi ci siedo accanto.
Starà per dirmi qualcosa. Qualcosa di offensivo suppongo, ma non gliene do l'opportunità.
Gli prendo di mano il cucchiaio colmo di gelato, portandolo poi tra le mie labbra e mangiandolo con gusto.
Ora che ci penso è da un bel po' che non mangiavo del gelato. Ad occhio e croce, da quando ero stata per la prima volta
a casa delle ragazze.
Brian spalanca le sue labbra non riuscendo a capire le mie intenzioni.
-Allora, ci hai ripensato?- Mi domanda, mentre io continuo a distendermi sul divano.
-Si, ma solo per il gelato!- Ribatto, osservando un sorriso disegnarsi sul suo volto.
Brian osserva ogni mia mossa ma non smette neanche per un istante di sorridermi.
-Lei è davvero una forza della natura, Mrs Haven.- 
Mrs Haven. Era da tanto che non mi chiamava così. Solitamente, era abituato a chiamarmi...Birdie.
-Non...volevo farti arrabbiare prima.-
-Arrabbiare? Ma per cosa?-
-Per come mi sono comportata. Si insomma, forse ho esagerato.-
-Non c'è nulla che possa ferirmi, davvero.-
-Ed aggiungerei che...ti è passata.-
-Sembri delusa.-
-Ma che dici? Altro che delusa...sono felice che ti sia passata cosicché...potrai farti una nuova vita con la
ragazza che amerai.-

-Per ora voglio solo divertirmi. Non sono fatto per gli impegni sentimentali.-
Come se non lo sapessi. 
-Ah...quindi hai ben pensato di divertirti con...qualche altra ragazza?-
-Si. Alla fine, nessuno ci soffre e soddisfiamo i nostri bisogni a vicenda. Tutto qui.-
-Ed io che...pensavo fossi cambiato.-
-Lo sono. Sei solo troppo cieca per vederlo.-
-Io ti vedo sempre lo stesso.-
-Posso farti cambiare idea in un attimo.-
-Davvero? E come pensi di riuscirci?-
Brian mi prende una mano, posizionandola poi sul suo petto.
Rabbrividisco ed arrossisco all'istante, sentendomi tutto un fremito.
Sento i battiti del suo cuore battere con sempre più prepotenza...proprio come quando poggiavo la testa sul suo petto
e li sentivo quasi rompermi i timpani.
Ma...cosa sta cercando di dimostrarmi adesso? 
Gli sorrido non riuscendo in alcun modo a camuffare la mia strana emozione.
Dopo aver incollato i miei occhi nei suoi, mi sento come scossa ed allontano il più possibile la mia mano dal suo petto così
caldo ed accogliente.
Lui sorride per un po' ma poi io decido di alzarmi dal divano e tornare nella mia camera.
Brian mi ferma. Mi prende per un polso con violenza e mi attira ancor di più a sé.
Occhi negli occhi ed il suo sorriso beffardo che mi infastidisce fin troppo.
-Che vuoi fare? Lasciami!-
-Dove credi di andare?-
-Tornare nella mia camera, perché, non posso?-
-Non prima di avermi detto se hai fatto l'amore con tuo marito.-
Era davvero questo che voleva sapere? Voglio dire, stiamo parlando di mio marito!
Tuttavia, in realtà, sono sempre riuscita a cavarmela senza avere alcun rapporto con lui negli ultimi tempi.
Sarà stata la tensione per la morte di Johnny...o il mio non volere che mi avrebbe spinta sempre di più tra le braccia di Brian.
-Ma che t'importa? Brian, lasciami!- Ribatto, cercando di liberarmi dalla sua presa troppo stretta attorno al mio povero polso che non 
sta respirando neanche un po' d'aria.
-Rispondimi.- Continua il ragazzo, stringendo sempre di più ed osservandomi con uno sguardo da ammaliatore nato.
"No Haven, non puoi permetterti di cadere ancora una volta tra le sue grinfie".
Scuoto la testa, liberandomi dalla mia coscienza che continua ad opprimermi sempre nei momenti meno opportuni.
-Non vedo perché dovrei darti una risposta. Stéphan è mio marito e quindi ci faccio quello che voglio.- 
Ecco che ci risiamo.
Brian mi lascia.
Questa volta più furioso del solito.
-Bene, scopatelo ancora, se può farti sentire meglio.- Ribatte ancora una volta, acido.
-Tanto, non ti interessa.- Borbotto, sentendomi improvvisamente male.
Il mio cuore sembra essersi dissolto nel nulla mentre provo a non scoppiare in lacrime.
Brian mi rivolge uno sguardo, passandomi accanto e facendomi rabbrividire all'istante.
Brian se ne va.
Ha sbattuto la porta di casa questa volta e se n'è andato così, senza aggiungere altro.
Mi ha lasciata con un peso nel cuore non indifferente mentre provo ancora una volta a capire cos'è che gli è preso.
Comincio seriamente a pensare, che non lo capirò mai.


















***








Sono rimasta dinanzi alla finestra della mia camera per tutto il giorno.
Mi sembra di esser ritornata alle prime volte in cui avevo conosciuto Brian ed avevo paura che potesse
accadergli qualcosa.
Ma dopotutto...è proprio vero quello che si dice in giro. Un sorriso, se vero, può salvarti la vita.
Quelli di Brian non hanno fatto altro che distruggermela e salvarmela allo stesso tempo. Come può un semplice
ragazzo essere tutto questo? Credetemi, ancora non riesco a capacitarmene.
Oggi, quando se n'è andato, mi ha chiamato mia madre.
Mi ha chiesto se avevo mangiato e come procedevano le cose qui.
Io non sono stata capace di dirle la verità.
Le ho detto per l'ennesima volta che stavo bene, che non doveva preoccuparsi di chiamarmi così spesso perché poteva
provare a risparmiare e mandare Loris al collage.
Le ho detto che ho mangiato un intero piatto di spaghetti all'italiana come li preparava quando ero piccola ed invece di
quel piatto sono riuscita a mandar giù solo un misero spaghetto.
La fame è passata in fretta mentre continuavo a pensare a Brian e ai suoi sbalzi d'umore a dir poco esaurienti.
Ma poi ho iniziato a dirle qualcosa di vero.
Le ho detto...che avere Brian al mio fianco mi fa sentire più sicura e che allo stesso tempo i ragazzi si sono dimostrati
essere degli ottimi amici.
Le ho parlato di Helena ed Hayley e le ho spiegato quanto sono stata fortunata ad aver incontrato due ragazze così in gamba.
Queste sono state le uniche cose sincere che le ho detto. Per il resto, non ho fatto altro che mentirle spudoratamente.
Ma in fondo, l'ho fatto per il suo bene.
La mamma lo aveva capito e per la prima volta, sono stata io a riattaccare. Non credevo di poterci riuscire ed invece è stato
un gesto spontaneo.
Mia madre mi perdonerà.
Intanto, Brian non si fa vedere. 
Mi allontano un po' dalla finestra e mi avvicino al telefono fisso posizionato sul comodino, dando uno sguardo
sull'elenco telefonico.
Sulla rubrica, ho trovato il suo numero mentre la tentazione di chiamarlo diventa sempre più forte.
Sospiro, facendomi anima e coraggio, componendo il numero del ragazzo.
Posiziono la cornetta su di un orecchio, ascoltando poi il cellulare di Brian squillare.
"Pronto?" 
Al suono della sua voce, mi indebolisco di colpo e interrompo bvelocemente la chiamata.
Mi sento una stupida a comportarmi in questo modo, ma come può essere che il mio amore per questo ragazzo non se ne sia
andato almeno un po'?
Dovrò farmi capace un giorno. Lasciarlo andare definitivamente sarà un bene.
Dopo un po' il telefono fisso comincia a squillare.
Deglutisco ma rispondo presto, sussultando all'istante.
-Certo che sei così intelligente da dimenticare che conosco bene questo numero di telefono.- 
Quando sento la voce di Brian attraverso l'apparecchio telefonico, il mio cuore perde un battito.
Che idiota che sono stata! Dannazione, non ci avevo neanche pensato!
-Ehm...avevo sbagliato numero di telefono!- Mi giustifico, tentando di tranquillizzarmi.
-Il mio nome è scritto a caratteri cubitali accanto al mio numero di telefono su quella fottuta rubrica.-
-Adesso vorrai farne una tragedia?-
-Potrei, fin quando non ammetterai che volevi sentirmi.-
Avevo ragione, non cambierà mai.
Tuttavia, sembra che la rabbia del momento gli sia passata.
-Ma io non volevo sentirti!- Ribatto, urlando per un po'.
Questo ragazzo riesce sempre a farmi perdere le staffe.
Se solo mi guardasse ora, capirebbe che ho un dolore forte stampato proprio sul volto.
-Eppure sei stata tu a chiamarmi.-
-Ti ho detto che non volevo chiamare te!-
-Ed io ti ho risposto che il mio nome su quella cazzo di rubrica è scritto in caratteri cubitali!-
-Io...non ti sopporto!-
-Sapessi io!-
-Bene, allora possiamo anche chiudere la chiamata!-
-Per me va bene...ma prima affacciati alla finestra.-
 
Trasporto il telefono fisso fino alla finestra e per fortuna che il filo conduttore è abbastanza lungo!
Affacciandomi alla finestra, osservo Brian mantenere il suo cellulare accanto ad un orecchio per poi alzare il suo
volto contro il mio.
-Ma si può sapere cosa ci fai adesso qui?- Gli domando, tramite il telefono.
-Perché continui a parlare dal telefono?- 
-Io...non lo so!- Ammetto, riposizionando il telefono sul solito comodino e ritornando alla finestra.
Quando mi affaccio, vedo Brian posare il suo cellulare in una tasca dei jeans.
-Non credi che così vada meglio?- Mi domanda, accendendosi poi una sigaretta.
-Non mi hai riposto!-
-Cosa vuoi sapere?-
-Che ci fai qui!-
-Questa è anche casa mia!-
-Allora entra!-
-No, prima devo portarti in un posto.-
-Scordatelo, Gates!-
-Non costringermi a salire e prenderti con la forza!-
-Uh, ma che paura!-
-Quante volte dovrò ricordarti che sono armato?-
-Non mi sfioreresti neanche con un dito.-
-Come fai ad esserne così sicura? Ti ricordo che sono un assassino.-
-So che non lo faresti mai. Almeno non con me.-
Brian esita. Aspira del fumo dalla sua sigaretta mentre con un colpetto, lascia cadere un po' di cenere sul terriccio.
-Allora, scendi o no?- Riprova, facendomi sentire ancora più confusa di quanto già non lo sia.
Perchè deve comportarsi in questo modo? Non può semplicemente essere un ragazzo meno complicato?
-Mi porterai in qualche altro cimitero?- Gli domando vedendolo poi abbozzare una risata.
Adesso si che lo odio ancora di più.
-No, ci metteresti troppo tempo per scavalcare una semplice murata!-
-Smettila di prendermi in giro!-
-Okay, okay. Ti aspetto qui.-
-Ma non ti ho ancora dato alcuna risposta!-
-Mi basta guardare i tuoi occhi per capire che non vedi l'ora di passare una serata in mia compagnia.-
Giuro che potrei prendere davvero in considerazione il fatto di prenderlo a sprangate.
Sento le guance andare a fuoco mentre mi allontano dalla finestra per non farmi vedere da lui.
Prendo con velocità i primi vestiti che trovo nell'armadio come al solito, quindi una maglietta dei Misfits e dei pantaloncini
di jeans con un paio di calze nere e le mie solite converse.
Indosso il tutto, osservandomi allo specchio ed aggiustandomi i capelli che mi ricadono sul fondoschiena.
Scendo con velocità dalle scale di casa, assicurandomi che anche Maria abbia finito il turno qui.
Esco di casa, osservando poi Brian lanciare sul terriccio la cicca della sigaretta ed osservarmi, approvando.
-Misfits? Hai gusto.- Mi dice, annuendo di continuo ed osservandomi dalla testa ai piedi.
-Sono sempre stata affascinata dalla loro musica.-
-Io ci sono cresciuto. Misfits, Led Zeppelin, Metallica...-
-Beh, siamo in due allora.-
-Lei mi stupisce sempre di più, Mrs Haven.-
-Allora...dove dobbiamo andare?-
-Monta in sella.-
-Ma...quale sella?-
-Le mie spalle, no?-
-Brian...hai bevuto qualche bicchiere forse?- 
-Mai stato così sobrio.-
-Allora prendi la tua auto.-
-Non abbiamo bisogno di un'auto, Mrs Haven. La mia schiena è molto più comoda.-
-Tu...sei pazzo.-
-Forse solo un pochino. Dai, sbrigati.-
-Non ci penso neanche!-
-Haven, qual è il problema?-
-Perché dovrei salire sulle tue spalle quando c'è un'auto a disposizione?-
-Tu fallo e basta.-
-Mh...okay.- Mi arrendo, salendo sulle spalle di Brian e reggendomi forte.
Brian mi tiene le gambe attorno ai suoi fianchi mentre io mi sento quasi un koala.
Gates mi trasporta con sé mentre ci allontaniamo sempre di più dall'abitazione.
-Ma non ti stancherai troppo così?- Gli domando, vedendolo respirare a fondo mentre ci addentriamo in un bosco.
-Hey, stai parlando con Synyster Gates.- Vaneggia lui, continuando a tenermi sulle sue spalle e a camminare.
Giunti nel bel mezzo del bosco, scendo dalle sue spalle per poi guardarmi intorno.
Non ci sono altro che alberi ed erba. 
-Ho capito tutto! Vuoi uccidermi qui in modo che nessuno possa più trovarmi!- Esclamo, mettendomi le mie mani sul viso.
-Tu hai qualche rotella che non ti funziona.- Borbotta Brian, inarcando poi un sopracciglio.
Roteo gli occhi contro il cielo notturno, osservando poi il ragazzo avvicinarsi ad un albero.
Brian tasta con decisione la corteccia dell'albero dinanzi ai miei occhi, scorgendone poi un piccolo buco chiuso, proprio
al centro.
-Brian...ma cosa vuoi fare?- Domando, sentendo i versi di alcuni gufi farmi rabbrividire.
Mi stringo nelle spalle, osservando il ragazzo sussurrarmi di restare in silenzio.
Lui continua a farsi forza per poter scollare un po' di corteccia che copre questo buco, ma non sembra riuscirci.
-Vuoi che ti dia una mano?-
-No, faccio da solo.-
Come immaginavo. 
-Dai...dimmi cosa devo fare.-
-Cazzo! Okay, posizionati davanti a me e tira via questa cazzo di corteccia. Io ti tiro da dietro.-
-Da...dietro?- Mi imbarazzo facilmente, vedendo poi il ragazzo scoppiare a ridere, probabilmente per la mia faccia
disagiata.
-Si, da dietro. Cazzo, ma che hai capito? Sei proprio una pervertita!- Gnigna Brian, facendomi arrossire
ancora di più.
-Non sono una pervertita, sei tu che dovresti specificare meglio!-
-Cosa avrei dovuto dirti? Ti spingo all'indietro?-
-Basta! Brian, basta!- Urlo, imbarazzandomi sempre di più.
Gates scoppia a ridere di nuovo ed io incrocio le braccia contro il petto.
-Dai, aiutami.-
-No, mi sono offesa!-
-Fai anche i capricci adesso? Cazzo, sei insopportabile!-
-Bene, allora me ne torno a casa.-
-Ma se non sai neanche qual è la strada giusta! Finiresti per perderti, stupida come sei.-
-Ora stai esagerando!-
-Okay, okay.- Brian smette di ridere, prendendomi poi i fianchi mentre spalmo la mia schiena contro il suo petto.
Brian mi prende le mani e per un attimo mi è sembrato di esser stata colpita da un fulmine.
-Le mani...qui...- Sussurra con la sua voce calda, trascinando le mie mani con le sue, sulla corteccia che copre una sottospecie
di sfera rotonda.
-Utilizza le unghie sul bordo e tira più che puoi.- Mi sussurra ancora, mentre sento le sue labbra sempre più vicine al mio orecchio.
Rabbrividisco di nuovo al contatto così vicino con la pelle di Brian e mi sento quasi morire dentro nel momento stesso in cui mi accarezza
le mani prima di lasciarle sulla corteccia.
I miei occhi diventano sempre più lucidi, ma quando Brian mi posiziona le sue grandi mani sui fianchi...riesco a sentire quegli pterodattili
volanti ripercorrere il mio stomaco.
Era da troppo tempo che non mi sentivo così.
-Pronta?-
Deglutisco. 
-Si.-
-Al mio tre...-
-Aspetta...-
-Cosa?-
-Cosa stiamo facendo, Brian.-
-So che non vorresti mai fidarti di me, ma trova il coraggio di farlo.-
Deglutisco per l'ennesima volta.
-Uno...due...tre!- 
Brian mi spinge all'indietro dai fianchi mentre io attiro a me la corteccia riuscendo finalmente a scollarla via.
Perdo l'equilibrio e mi ritrovo sul corpo di Brian, vedendolo sorridere.
I nostri nasi si scontrano e si sfiorano mentre delle lucine gialle iniziano a gironzolarci intorno.
Mi alzo di scatto dal corpo del ragazzo, osservando quelle lucine continuare a circondarci come se stessero danzando
nell'aria.
-Ma...sono lucciole!- Esclamo, sorpresa da ciò che i miei occhi stanno vedendo.
-Che intuito, ma dai?!- 
-La smetterai mai di prendermi in giro? Sono stupende!- Continuo, sentendo i miei occhi illuminarsi sempre di più.
-Mio padre adorava le lucciole. Le definiva creature affascinanti.- Borbotta Gates, mostrandomi questa volta i suoi occhi, totalmente
lucidi.
Le lucciole continuano a danzare nell'aria, circondandoci e noi guardiamo la scena, incantati.
-Sono...bellissime...- Ammetto, osservando poi Brian avvicinarsi sempre di più a me.
-Ti propongo una sfida.- Mi sussurra, sorridendo come al solito.
-Che sfida?-
-Se riesco a prendere una lucciola, ho il diritto di baciarti quando mi pare e piace.-
-Che cosa?!-
-Accetti?-
-Mai!-
-Ma dai, è solo una sfida. Non avrai paura di me, spero.-
Ma cosa sta cercando di fare?
-Non ho paura di te, Synyster Gates.-
-Dovresti averne. E' proprio da Synyster Gates che devi stare lontana.-
-Ma all'interno Synyster Gates, ci sarà sempre Brian Haner. Quindi, non me ne preoccupo.-
-Allora se non te ne preoccupi...non esiterai ad accettare.-
-E se dovessi riuscire a prenderla io una lucciola?-
-Ti starò lontano il più possibile ed eviterò anche di continuare con le mie battutine malsane.-
-Okay, ci sto!-
-Bene.-
Cosa? Non posso credere di averlo fatto per davvero.
Come ho potuto essere così irresponsabile da accettare una sfida del genere? Non ci riuscirò mai!
Al via di Brian, comincio a saltellare e a correre di qua e di là nella speranza di poter acciuffare una lucciola
mentre osservo il ragazzo fare lo stesso.
Entrambi non smettiamo neanche per un secondo di ridere ed è in questo preciso istante che mi rendo conto di sentirmi
di nuovo viva.
E' questo ciò che volevo. Sentirmi viva ancora una volta, come solo lui riesce a farmi sentire.
Credo che quel ragazzo, prima del cuore, sia riuscito a rubarmi l'anima.
Non c'è altra spiegazione a tutto questo.
Dopo un po', il suono di un cellulare ci fa sussultare e fermare.
Prendo il cellulare dalla tasca dei miei pantaloncini, leggendovi il nome di Stéphan sullo schermo.
Avevo quasi dimenticato che aveva deciso di darmi un cellulare prima di andare in viaggio questa volta, in modo da potermi
rintracciare con più facilità.
-Tregua, per ora.- Dico a Brian, rispondendo al cellulare mentre mi allontano un po' da Gates.
-Pronto, amore. Si, sono a casa...si, ho anche cenato. Cosa? Davvero? Stai tornando ora? E come mai? D'accordo, a tra poco allora.
Ti amo anch'io.-
Borbotto al cellulare con Stéphan chiudendo poi la chiamata ma osservando Brian abbassare lo sguardo contro il prato.
-Mi dispiace ma...devo tornare a casa.- Gli dico, vedendolo annuire con delusione.
Eppure, questo sembrava il momento perfetto. Quel momento che nessuno sarebbe mai riuscito a rovinare.
Evidentemente, mi sbagliavo.
Stéphan sta tornando a casa prima del solito perché il congresso è stato rimandato al mese prossimo.
-Ci vediamo...a casa.-
-Aspetta, lascia almeno che ti accompagni...-

-No, non è necessario.- Ribatto, voltando le spalle a Gates ed insinuandomi tra alcuni cespugli, uscendo dal bosco.
Mentre sto per andarmene, osservo la figura di Brian in lontananza mentre riapre la sua mano e lascia volar via una lucciola.
Quella scena mi ha toccato il cuore.

















***







Per fortuna, sono tornata a casa prima che potesse tornare Stéph.
Ho fatto finta di niente e per fortuna Brian è arrivato qualche secondo dopo di me così
siamo riusciti a cavarcela.
Stéphan si è congratulato con lui come al solito per i suoi modi di fare e ho letto negli occhi di Brian
che c'era qualcosa che non andava.
Gli occhi gli pulsavano d'odio mentre Stéphan non faceva altro che congratularsi nei suoi confronti.
Adesso che sono a letto con lui, faccio il possibile per non lasciarmi toccare perché il profumo di Brian
aderisce così bene sulla mia pelle che sarebbe quasi impossibile da rimuovere.
Poco fa erano tornati i ragazzi ma sono usciti l'attimo dopo in compagnia di Haner.
Non ho la più pallida idea di dove possano essere andati ma non ero neanche in condizione di fermarli perché
ero affiancata da Stéph.
Ma li ho visti. Li ho visti bene quando stavano ricaricando le proprie armi.
Brian non mi ha rivolto neanche un misero sguardo ed è uscito dall'abitazione come se niente fosse.
Per un attimo, mi sono sentita svuotata.
Svuotata da tutto quell'amore che invece mi aveva dato quando eravamo nel bosco.
Non riuscendo a dormire, mi alzo dal letto come al solito osservando le lancette segnare le tre del mattino.
Mi precipito in cucina per bere un buon bicchiere d'acqua fresca ma mentre sto per risalire al piano di sopra...dei rumori
mi fanno preoccupare.
Ritorno in cucina con discrezione, prendendo una padella pulita dalla lavastoviglia ed è impugnandola che inizio
a sentirmi più sicura.
Ritorno all'entrata del salotto che combacia con quella dell'abitazione ma quando vedo la porta di casa aprirsi, inizio seriamente
a spaventarmi.
La porta di casa si apre ma non c'è nessuno dinanzi ad essa.
Con curiosità, mi avvicino alla porta ma lascio cadere la padella a terra quando vedo Brian strisciare sul pavimento
ricoprendolo di sangue.
I ragazzi lo affiancano ma anche loro sono ridotti piuttosto male.
-Cazzo, guarda dove metti i piedi, Vee!- Urla Jimmy a Zacky, zoppicando.
-Haven, devi chiamare subito il capo! Dobbiamo festeggiare!- Continua Matt, più euforico che mai e con del sangue che gli
fuoriesce dal naso.
Al contrario di ciò che mi dice Matt, mi catapulto accanto a Brian, osservandolo ridere.
-Brian! Ma cosa diavolo hai fatto?!- Urlo impaurita, vedendolo continuare a ridere sempre di più.
-E' finita Haven. Sono tutti morti.- Mi sussurra vittorioso, dopo aver probabilmente ucciso insieme ai ragazzi...tutti coloro
che appartengono all'organizzazione nemica.
Mi correggo, appartenevano.
Il loro migliore amico è stato vendicato.






















NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve e buona domenica lettori!
Ci ho messo 234567890 anni di storia antica e moderna per pubblicare questo capitolo e spero
che sia servito a qualcosa e che ne sia valsa la pena.
Ringrazio ancora una volta Saya che pur essendo in vacanza, deve subirmi di giorno in giorno.
Pregate per lei, secondo me quando tornerà a casa spegnerà il cellulare ed internet per anni.
*Coff coff, ma no, lo so Saya che mi vuoi tanto bene :*
Ma bando alle ciance e ciance alle bande!
Come vedete, in questo capitolo accadono molte cose. Nella prima parte, avrete intuito di quanto sia assurdo
il rapporto tra Haven e Brian.
Davvero, ho creato due coglioni. 
Brian geloso ed Haven che fa di tutto pur di fargli capire come ci si sente ad esser "traditi".
Per il resto invece, Brian non riesce a starle lontano e la stessa cosa è ciò che prova anche la nostra protagonista.
Si vogliono ma si bloccano.
Brian ...beh, se non si sente in grado di tornare con lei è perché vuole salvarla in parte ma questo è un altro discorso
che capirete nei capitoli successivi.
Haven invece...sente che pur amandolo, deve rinunciare a lui.
L'ha tradita ed è stato un duro colpo per lei ma...si, continuo a pensare di aver creato dei personaggi proprio scemi.
By the way, sono felice di leggere che la ff vi stia piacendo molto perché davvero ci sto mettendo l'anima in questa storia
e spero voi riusciate a percepire tutti i miei messaggi.
Dopo questa ff credo che mi prenderò una piccola pausa. Piccola, davvero. Piccolissima ma giusto per darmi da fare su una nuova
fanfiction a rating rosso (un po' stile Nymphetamine ma credetemi che sarà una storia diversa). L'ispirazione viene all'improvviso
e si, mi ha dato delle nuove idee per appunto qualcosa di nuovo.
Tornando alla storia però...dobbiamo dire che un applauso al nostro Cionnino ci sta tutto. Davvero, io adoro quel ragazzo perché
è troppo simpatico e poi è bravissimo in ciò che fa. E' un artista, stop.
So che molti di voi non hanno apprezzato il fatto che sia morto ma...io ho anche spiegato le mie ragioni quindi...spero
comunque sia che continuerete a seguire la storia al meglio!
Ringrazio follemente tutte le persone che continuano a scrivermi (a farmi domande su ask lol) e mi dicono che le mie storie
li aiutano in periodi particolari della loro vita.
Davvero, io non so come ringraziarvi. Ma davvero le mie storie vi tirano sù di morale? Beh, chi lo sa...magari un giorno
potremo fare un piccolo raduno con la pagina e conoscerci tutti! Mi farebbe davvero tanto piacere, lo sapete? Si insomma...l'idea vi piace?
Okay, basta, sto delirando abbastanza per questa sera.
Volevo solo ringraziarvi tutti di persona perché davvero...se io sono ancora qui a pubblicare ecc...è solo grazie a voi.
Vi saluto con il mio solito motto "Recensire è gratis" e...al prossimo capitolo.
Mi auguro che lo vogliate!
Un bacione!







-SynysterIsTheWay.
   
 
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