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Autore: Isuzu_27    10/08/2014    2 recensioni
La verità, dici? Dovrei dire la verità su ciò che legava me e mia sorella? A che scopo, dopo tutti questi anni? E poi i libri della saga su mio nipote mi sembrano abbastanza esaustivi. E soprattutto la verità non può riportare qui la mia sorellina. Lily.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petunia Dursley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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I miei capelli, un tempo dorati, sono ormai bianchi e le rughe disegnano una complicata trama sul mio viso. Persino i miei occhi, un vanto personale fin dai tempi delle scuole elementari, mi sembrano spenti e vuoti.
Forse i miei occhi sono vuoti e spenti da più tempo di quanto io osi ammettere. Ma ormai sono abituata così, e anche cambiare il mio stile di vita ora che sono vecchia non credo che servirebbe a qualcosa. Le ferite procurate in tutta una vita non possono certo essere curate in poco tempo, né semplicemente desiderando che tutto si risolva.
E io per tutta la vita ho continuato a fare la parte dell’ingiusta, dell’invidiosa e della vendicativa: Petunia l’altezzosa, la frigida. Mi hanno accompagnata molti soprannomi di questo genere. Ma non sono sempre stata così. Un tempo ero meno acida, meno rigida, meno severa. Mi divertivo, ero spiritosa. Poi qualcosa è andato storto.
Osservo la foto di famiglia che mio nipote ha spedito al mio unico e adorato figlio e che lui ha sbadatamente lasciato sul tavolo della sua cucina immacolata. Mi procura un certo scompiglio interiore il fatto che la foto si muova, che le cinque persone inquadrate mi sorridano e agitino le mani nella mia direzione; niente tuttavia può stupirmi quanto la lettera che mio nipote ha allegato alla fotografia. Non è lunga e non si spertica in sentimentalismi.
 
Ehi Dude,
Ti ringrazio della foto che mi hai mandato della tua famiglia. Mia moglie l’ha subito incorniciata e aggiunta alle altre che ci sono sul caminetto del salotto. Per i miei figli è stata una sorpresa scoprire che la foto non si muove affatto, non me l’aspettavo! Lily in particolare ne è rimasta affascinata e la fissa per gran parte del pomeriggio.
Per ricambiare la tua cortesia allego a questa lettera una foto della nostra famiglia. L’abbiamo scattata il giorno prima che Albus partisse per il suo primo anno di scuola a Hogwarts. Come vedi, sia lui che James sono cresciuti molto negli ultimi mesi. Saresti sorpreso di scoprire quanto James sia diventato forte a fare a pugni… potrei quasi affermare che i suoi ganci sono migliori dei tuoi, Big D!
Al momento sono piuttosto occupato con un caso delicato, e mia moglie è in trasferta con il giornale, ma quando la situazione si sarà calmata ci farebbe piacere cenare di nuovo insieme. Che ne dici?
Porta i miei saluti a tua madre.
Harry
 
Fisso nuovamente la fotografia. Mio nipote non è diventato molto alto e il maggiore dei suoi figli lo ha già quasi raggiunto in altezza. Ha un’espressione furba che mi ricorda quella di suo nonno paterno; l’altro figlio, Albus, ha gli occhi di suo padre e di sua nonna.
La piccolina di casa, invece, è magrolina e ha una cascata di capelli rossi che incorniciano il viso gentile e proporzionato; è molto carina, proprio come sua madre. E come sua nonna Lily.
Oltretutto si chiama Lily proprio come lei; il mio sguardo si posa su di lei e non riesco più a staccarle gli occhi di dosso. Quella bambina scuote dentro di me delle emozioni che per troppi anni ho cercato di soffocare, e non ne capisco la ragione. Forse è solo il nome che porta, e il fatto che per combinazione abbia i suoi stessi capelli rossi. O forse è il fatto che il suo sguardo fermo e sorridente me la ricordi molto. O forse, più semplicemente, le mie difese si stanno sgretolando, ora che sono vecchia.
Lily.
Lily Potter.
Lily Potter, nata Evans.
Lily Evans.
La mia sorellina. La mia unica sorellina. La mia sorridente, divertente, amata e odiata sorellina. La mia cocciuta, schietta, dolce e comprensiva sorellina.
 
Avevo tre anni più di Lily; erano tempi in cui bisognava crescere in fretta e io dovetti prendermi cura di lei fin da subito. I nostri genitori lavoravano tutto il giorno per poterci mantenere, comprarci vestiti nuovi e darci da mangiare tutti i giorni. Persino studiare richiedeva un gran dispiego di denaro da parte dei nostri genitori e questa lezione mi venne inculcata dalla nascita. Cercai sempre di essere quel genere di figlia che non procura il minimo fastidio ai genitori; educata, diligente, silenziosa, coscienziosa, premurosa e responsabile. Quando nacque Lily ne fui gelosa come ogni bambino che si vede sottrarre parte dell’attenzione dei genitori ma quando mi resi conto che quella piccola non aveva nulla di speciale rispetto a me e che senza il mio aiuto non avrebbe nemmeno imparato a lavarsi i denti o ad andare in bicicletta, mi ci affezionai.
Il mio dovere di sorella maggiore era mostrare la retta via alla minore. Le insegnai a rifarsi il letto ogni mattina, a pettinarsi con cura i capelli, a vestirsi con gusto. I suoi occhi verde chiaro erano colmi di ammirazione per me e io non potevo che  mostrarmi perfetta in modo che lei seguisse le mie orme.
Il mio ruolo mi imponeva anche di proteggerla; la accudivo quando stava male e dormivo su una sedia accanto al suo letto, la accompagnavo a scuola e mi assicuravo che avesse sempre con sé fazzoletto, ombrello e cestino del pranzo. I nostri genitori erano orgogliosi del nostro rapporto e io ero teneramente devota alla mia sorellina, di cui ero orgogliosa a mia volta.
Poi dentro Lily si risvegliò la magia, ben prima dei suoi undici anni. Faceva ogni tipo di cose, come far muovere gli oggetti a distanza, fluttuare nell’aria, cambiare i colori dei vestiti e farsi crescere i capelli di dieci centimetri in una notte.
La magia rapì la mia sorellina per sempre.
Cercai di farla rinsavire; non eravamo una famiglia benestante, se avessero scoperto che cosa faceva i nostri genitori avrebbero perso il lavoro e noi non avremmo più potuto studiare, né tantomeno mangiare. Non avrei più potuto comprarle dei nuovi nastri per i capelli e farle delle lunghe trecce la domenica. La magia non avrebbe permesso a Lily di diventare una bambina brava e buona come i nostri genitori e la società si aspettavano da lei. Per questo in famiglia cercammo di dirle che non avrebbe dovuto fare cose strane in pubblico.
Ma poi arrivò quell’orrendo ragazzo sporco e scarmigliato. Severus Piton. Lui la allontanò sempre di più da me, dal nostro mondo, dal mio mondo. Le disse che esisteva una scuola per quelli che, come loro due, avevano sangue magico nelle vene. In quella scuola insegnavano a fare magie, pozioni, trasfigurazioni… le insegnavano ad allontanarsi sempre di più da me, dalla retta via, dal mondo di quelli normali.
La magia era pericolosa, avrebbe certamente rischiato di ferire la mia dolce e fragile sorellina. L’avrebbe spezzata, fatta in frantumi… non potevo permetterlo. E quei Dissennatori di cui Piton le parlava ogni pomeriggio su sua esplicita richiesta mi inquietavano ancora di più.
Fu allora che persi i miei unici sostenitori. Arrivò il Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Albus Silente, ad informare i nostri genitori che Lily era stata ammessa a studiare in quella scuola. Disse che aveva delle ottime capacità, che si aspettava molto da lei, visto il suo potenziale magico. I miei genitori furono felicissimi di quella notizia.
Felicissimi.
La loro secondogenita veniva ammessa in una scuola dove insegnavano a usare incantesimi pericolosi, una scuola dove avrebbe dovuto rimanere da sola per tutto l’anno scolastico. Non l’avrei vista per tutti quei mesi, non avrei avuto sue notizie tranne che qualche informazione spizzicata qua e là in una lettera, non avrei potuto parlarci, proteggerla, pettinarla e assicurarmi che fosse in salute e felice. Non avrei potuto controllare che quello schifoso di Severus Piton tenesse le sue mani ossute lontane da lei, gliela avrei dovuta lasciare.
Disprezzai i miei genitori, non la mia sorellina. Loro permisero che lei frequentasse quel posto pericoloso quando ancora era poco più che una bambina.
Per rimediare a quello che io consideravo disinteresse da parte dei nostri genitori, scrissi al Preside chiedendo di essere ammessa alla scuola insieme a Lily. Non mi importava un accidente di studiare, volevo solo essere sicura che Lily stesse bene. Il Preside fu tuttavia irremovibile e io fui costretta a lasciare che la mia sorellina partisse. Lily non capiva i miei timori, non capiva quanto fossi preoccupata per lei. Non mi sarei mai sognata di insultare quel Piton, se lui non avesse minacciato di portarmela via.
A soffrire più di tutti per l’ammissione di Lily a Hogwarts fui io. Con Lily lontana da me persi ogni ragione di vita che mi aveva mossa fino a quel momento. Non dovevo più essere un sostegno, un modello e una guida per nessuno; Lily mi aveva lasciata indietro. Si era fatta una nuova vita lontana da me, aveva nuovi amici che io non potevo nemmeno conoscere, rideva e scherzava con persone che non ero io.
Cosa se ne faceva Lily di una sorella come me?
Per la mia inettitudine Lily non mi avrebbe più voluta accanto a sé. Io non potevo più reggere il confronto con lei. Non era servito a niente preoccuparsi per lei in tutti quegli anni, proteggerla e prendersi cura di lei. Mi aveva abbandonata e non mi avrebbe mai più presa in considerazione. Allo stesso modo, i nostri genitori persero ogni tipo di interesse per me. O almeno, così mi parve. La brava ragazza che avevo sempre cercato di essere non riempiva di orgoglio i loro cuori come l’abilità di mia sorella nello trasfigurare le tazze da tè in topi. La mia normalità era diventato un problema per tutti. Detestavo la mia normalità, e al contempo non potevo sopportare la magia che mi aveva tolto una sorella facendomi soffrire.
Qualcosa si era definitivamente rotto nel rapporto con mia sorella. Lei diventava libera, bella e indipendente. Io mi inacidivo e non volevo riconoscerle alcun merito che non rientrasse nella normalità. Non mi perdonò il mio cambiamento, smise persino di chiamarmi ‘Tunia’ come faceva da che aveva imparato a parlare.
Dal canto mio ero troppo orgogliosa per ammettere di fronte a lei che mi mancava tutto di quello che facevamo prima della magia, prima di Piton, prima di Silente, prima di quella dannata lettera… non cercai mai di spiegarle le motivazioni che mi avevano spinta a chiamarla ‘mostro’, poco prima di partire per Hogwarts…
Il vero mostro ero io.
Finsi di non rendermene conto ma lo pensai per la prima volta quando seppi della sua morte. Quando ebbi la certezza che Lily non avrebbe più sorriso, che non avrebbe più avuto un’altra occasione di chiamarmi Tunia perché io non avevo intenzione di vederla. Ero stata io ad allontanare Lily da me, non il contrario. Mi ero sentita inferiore, indegna di starle vicino, desideravo che si emancipasse da me ma al contempo ero terrorizzata che commettesse imprudenze, e soprattutto temevo di soffrire troppo per la sua mancanza.
Distaccarmi da lei fin da quel giorno sulla banchina del treno mi inaridì il cuore al punto che non riuscii a sentire chiaramente nel profondo il dolore che la sua perdita aveva lasciato. Nemmeno sostituire Lily nel crescere suo figlio spezzò le mie orgogliose difese: lo umiliai, cercai di incatenarlo alla mia normalità. Sperai di riuscire a rendere Harry normale, come anche sua madre avrebbe dovuto essere. Chiusi gli occhi di fronte alla magia che scorreva nelle sue vene e tentai di soffocarla; era il mio ultimo tentativo di salvare un consanguineo diretto di Lily, ora che lei non c’era più. A modo mio ero convinta che soffocare la magia che c’era in lui l’avrebbe salvato dal destino crudele che era capitato a mia sorella.
Volevo salvarlo dal destino di Lily, ma allo stesso tempo odiavo Harry. A causa sua e della profezia, e perché no, anche di quel Potter, Lily era stata costretta a sacrificarsi in cambio della sopravvivenza del figlio. Silente mi informò degli avvenimenti che avevano preceduto la morte dei coniugi Potter nella lettera che lasciò insieme a Harry, sullo zerbino di casa mia. Se Harry non fosse nato, se quel Potter non l’avesse sposata, se quello schifoso di Piton non avesse rivelato a quel cialtrone del suo capo dei cattivi della profezia, se quella totale imbecille dell’indovina non avesse fatto la profezia, se io avessi protetto Lily come si deve…
Ma come posso ammettere, dopo tutti questi anni passati a cercare di convincermi di odiarla, che in realtà io ho sempre provato un affetto profondo per la mia sorellina? Come sorella maggiore non posso che dichiararmi sconfitta. Se anche ora io provassi a dialogare con mio nipote, di certo non mi crederebbe. Non posso biasimarlo visto e considerato il fatto che l’ho odiato davvero per avermi impedito per sempre di chiedere scusa a mia sorella.
Non ho nemmeno modo di fare ammenda dei miei errori.
“Mamma? Stai piangendo?” domanda una voce maschile.
Dudley mi fissa. È diventato ben più alto di Harry e ha i miei stessi occhi azzurro chiaro; ora che è dimagrito è un bell’uomo. Lui e sua moglie, come del resto anche mio nipote e la sua consorte, hanno messo in piedi una bella famiglia, al contrario di me. Non sono stata capace di fare nulla nella mia vita.
“Pensavo al passato” rispondo. La mia voce, ormai vecchia, suona incrinata. “Sono contenta che tu sia diventato un brav’uomo, Diddy”.
“Fai dei discorsi strani, mamma” sorride Dudley, gettando le chiavi sul tavolo della cucina e posandomi gentilmente una mano sulla spalla per darmi conforto. Da quando è rimasto orfano di padre è maturato ancora di più, il mio adorato figlio normale. Forse siamo cresciuti entrambi.
“Forse sto per morire e divento nostalgica” ridacchio ironica, soffocando un singulto.
“Pensavi a papà?”
“A dirla tutta pensavo a Lily, mia sorella” mormoro. Ho passato così tanto tempo a fingere di non avere una sorella, a cercare di eliminarla dai miei ricordi, che mi esce naturale specificare chi fosse, dopo averne dichiarato il nome.
“Zia Lily è anche l’autrice del biglietto che Harry ha allegato alla lettera, non è vero?” domanda Dudley curioso, accendendo il fuoco del fornello per far bollire l’acqua del tè.
“Biglietto?” ripeto, confusa.
“Sì, non l’hai visto? Nella lettera… oltre alla fotografia della sua famiglia c’è anche un biglietto per te… questo”.
Mi porge un foglietto di carta piuttosto vecchio e malconcio al quale è attaccato un foglio posticcio sul quale è annotato solo: Per zia Petunia, l’ho trovato a casa dei miei.
Scioccata, separo freneticamente il biglietto di Harry dal foglio vecchio e malconcio. Lo appiattisco e riconosco subito la sua scrittura; è un foglio di brutta.
 
Carissima Petunia, sorella mia, sorella,
non so davvero perché voglio scriverti questo messaggio. Forse nemmeno leggerai questo biglietto, visto che la mittente sono io ma… mi manchi tanto. Mi manca il nostro rapporto. Cioè, in realtà so di essere stata ingiusta con te, ma… permettimi di dirti alcune cose. Ora che io e James siamo costretti a stare chiusi tutto il giorno in casa non possiamo che pensare… e pensare… comincio a capire i tuoi sentimenti, quelli che ti spinsero a dirmi di non fare magie. In fondo al mio cuore ho sempre saputo che tu ci tenevi a me ma non riuscivo a credere che nonostante questo sentimento tu volessi impedirmi di frequentare Hogwarts. Sono stata un’insensibile a non accorgermi della tua preoccupazione e sono stata una sciocca a non parlarne mai con te. Ho pensato che fossi solo invidiosa di me, di quello che sapevo fare, che volessi incatenarmi a te e impedirmi di vivere. Sei stata un modello esemplare, per me. Lo sei ancora.
Forse non ci crederai ma stare tutto il giorno in casa senza potersi muovere a causa di ciò che sta succedendo spinge a riflettere moltissimo e io non posso che riflettere con James. Harry è troppo piccolo per intrattenere una conversazione! Mi spiace che tu e James non siate andati d’accordo quando vi siete conosciuti, ma ti assicuro che è bravo, dolce e premuroso nei miei confronti. È stato lui a farmi capire, proprio stamattina, che ti ho trattata con durezza per tutti questi anni e che non ho mai provato a mettermi nei tuoi panni di sorella maggiore.
Io ho ricevuto moltissimo da te e non ti ho mai ringraziata per questo. Ricordi? L’unica volta che ti dissi ‘grazie’ fu per aver lavato le mie lenzuola nel pieno della notte per non far scoprire ai nostri genitori che avevo bagnato il letto. E invece tu mi hai dato tantissimo. Mi hai insegnato praticamente tutto ciò che so. Sono un’ingrata, me ne rendo conto, ma mi farebbe molto piacere riallacciare i rapporti con te. Ti ho ignorata e abbandonata, mi è addirittura capitato di parlare male di te con le mie amiche, con James, con Sirius me ne rendo conto… possiamo tornare sorelle come una volta? Come donne, potremo mai tornare amiche?
Spero che tu legga questa lettera, che ti farò recapitare da un gufo di Peter quando verrà a trovarci, domani sera. Spero che tu mi risponda.
Ti voglio bene, Tunia.
Con affetto,
Lily
 
Calde gocce di acqua salata imperlano il foglio scritto da Lily e mi affretto a cercare un fazzoletto. Mi ero sempre premurata che Lily ne avesse uno con sé e quando sono io ad averne necessità costringo mio figlio Dudley a porgermi il suo.
Lily mi aveva già perdonata prima di morire. E mi aveva chiamata di nuovo Tunia.
 
Nel pomeriggio, scrivo per la prima volta una lettera da spedire via gufo. Non ne ho mai mandata una a Lily quando era viva e ne ho spedite ben poche a Harry, sempre striminzite. La indirizzo alla ‘signorina Lily Potter’ e vergo in bella calligrafia una fiaba triste ma con un lieto fine, che ha come protagoniste due bambine, delle quali una ha il suo stesso, splendido nome.
Deve esserne fiera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Spazio dell’autrice:
Ciao a tutti!
Sono anni, dico anni, che non scrivo più niente e mi sento un po’ in imbarazzo a presentarmi di nuovo qui dopo tutto questo tempo. Spero che abbiate pietà e siate disposti a sorvolare sul mio comportamento! ^^”
La storia l’avevo in mente fin da cinque o sei anni fa, insieme a quella sull’insegnante di pianoforte che ho già postato un paio di anni fa e a un’altra che non ho mai delineato nei dettagli (ma che riguarda James – piccolo spoiler :P). In particolare, questa mi stava a cuore perché Petunia è a mio avviso uno di quei personaggi che fanno una pessima figura nella saga e tuttavia hanno tutti i motivi per essere amati dai lettori… e non vedo perché non debba essere così.
Fatemi sapere cosa pensate di questa storia e lasciatemi una recensione! :)
 
A presto,
Fra
  
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