Ferire e curare
Francesca si era alzata come una furia, Diego aveva tentato di raggiungerla, ma l’italiana gli aveva fatto cenno di lasciarla andare.
Diego, però, seguiva ogni suo mossa camminando lentamente.
Si era fatta spazio tra i diversi tavolini del bar di fronte, aveva “preso in prestino” un frullato alla fragola da una coppia felice e si dirigeva contro Marco.
Fu bello vedere come quell’idiota fu sorpreso di quel gesto e come si toccava i capelli per togliere quella sostanza appiccicosa.
Diego sorrise, perché avrebbe voluto spaccargli la faccia, ma notava che lo stava già facendo Francesca.
“Come hai potuto?!” gridò Francesca, rovesciandogli in testa il frappè.
Le lacrime cominciarono a farsi strada sul suo viso pallido, prima una, poi due, poi tre. Non riusciva né a contarle né a controllarle. Ogni volta che sentiva una nuova goccia inumidirle la guancia si dava della stupida, per non essere abbastanza forte.
“No, Francesca, aspetta non è quello che pensi” disse Marco cercando di pensare a qualcosa da dire.
“Ah, no?” disse Francesca ironica e sorridendo amaramente. Portò le braccia al petto, stringendole a sé, segno di insicurezza, di volersi chiudere in se stessa, come fa una conchiglia per proteggere il mollusco all’interno.
“No, senti i-io” tentò Marco, avvicinandosi a lei cercando di abbracciarla.
“Non osare toccarmi”disse fredda e decisa, ma lasciò comunque intravedere quella rabbia incontrollabile che le stava fondendo il cuore “Ecco perché eri così distaccato, così freddo con me. Non volevo crederci, non posso crederci.”
“Ma, Francesca, tutto quello che abbiamo vissuto, sognato, condiviso, amato?” disse il ragazzo con uno sguardo triste, dopotutto ci teneva a Francesca, la ragazza che gli aveva aperto il cuore all’amore.
“Amato?! Tu mi hai mai amato, Marco? Se mi avessi amato veramente non mi avresti mai tradito con questa sgualdrinella, non mi avresti umiliata così” disse per poi lasciarsi fuggire un singhiozzo.
“Si, ma..” disse il ragazzo fissando il collo di Francesca, circondato da un ciondolo da lui regalatole per il loro anniversario.
“Si, ma niente, Marco” disse togliendosi la collana e porgendola tra le mani di Lara “E’ finita” disse poi gelida, fissandolo negli occhi.
Marco fissò quelle pupille verdi arrossate dal pianto, spente dalla tristezza, ma accese dalla rabbia. Si chiedeva come potessero due sentimenti così forti e contrastanti fondersi in un unico corpo.
“Non mi cercare più, esci dalla mia vita e basta. Se mi ami veramente come dici, vattene e non tornare più, mi faresti ancora soffrire.” Disse lei tristemente e corse via sotto lo sguardo attento di Diego.
“hey, amico,non volevo farlo, ma per sbaglio l’ho tradita e..” disse Marco cercando di spiegare all’amico la vicenda.
Diego si massaggiò le nocche della mani, stringendo i denti mentre sorrideva tristemente.
“Tsk, per sbaglio..” disse per poi sferragli un montante in pieno viso “Per sbaglio mi è scappato un pugno” disse e dopo cercò con lo sguardo l’esile figura dell’italiana, trovandola mentre correva per le strade di Barcellona.
Francesca corse e corse, i passanti la fissavano, ma a lei non importava. Le lacrime continuava a scendere, una dopo l’altra inumidendole le labbra, facendole provare il gusto amaro del dolore.
Come poté, riuscì a calmarsi e si sedette su una panchina davanti allo stadio e cominciò a singhiozzare rumorosamente. Appoggiò i gomiti sulle gambe stanche e coprì la faccia con le mani.
“Francesca” disse una voce dolce, ma alla stesso tempo preoccupata.
La mora scattò in piedi e abbracciò Diego con una forza sovraumana. Se aveva bisogno di qualcuno in quel momento era proprio lui.
“Ehi, non piangere” disse lo spagnolo accogliendola tra le sue braccia “Ora ti porto a casa” disse ancora e Francesca si lasciò guidare da quelle parole e dalle sue braccia.
Arrivarono nell’albergo di lei, la ragazza ritirò le chiavi della sua stanza e insieme salirono in camera. Francesca si sedette sul letto e cominciò a lacrimare.
Diego l’abbracciò dandole dolci baci sui capelli mentre lei si addormentava tra le sue braccia.
“Non andartene” gli aveva detto lei nel sonno e lui, come ipnotizzato da quella voce, si stese al suo fianco. Francesca appoggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore. Mentre Diego la strinse a sé circondandole le spalle.
“Buonanotte principessa” le aveva sussurrato all’orecchio e poi aveva chiuso gli occhi anche lui, sorridente. Mai prima d’ora si era sentito più completo, la mora gli dava questo: completezza. Si sentiva in dovere di proteggerla da tutto e da tutti e lo avrebbe fatto, fino alla fine.
HOLA A TODOS!!
WAAAAAA. Sinceramente amo questo capitolo.
Non so cosa mi piaccia di più, se le parole di Francesca, il pugno di Diego o la parte finale con i due che si addormentato tra le loro braccia.
Ho visto l’anteprima di Violetta 3 del capitolo 11, Marco se ne va *prende lo spumante e comincia a ballare in mutande*.
Ci sarà più spazio per i Diecesca, amori miei.
A proposito, si avviso che il 18 agosto parto per la Toscana e torno il 24 e nonostante le mie continue suppliche i miei non mi permettono di portare il pc. L
Comunque spero di riuscire a scrivere e pubblicare il prossimo capitolo prima della mia partenza, in modo da pregustarvi il mio ritorno.
Alla prossima, i suoi occhi verdi.