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Autore: MissDragon    12/09/2008    1 recensioni
Il sesto anno a Hogwarts di James Sirius Potter, primogenito dell'eroe del Mondo Magico, tra amori improbabili, lezioni di ballo e Tornei inaspettati.
Dal capitolo Sei: “Signorina Ramirez, non male. Dalla prossima lezione potremo cominciare a lavorare sui passi dei balli da sala. In quanto a lei, signor Potter, sembrava uno scimpanzé ubriaco. I Troll di Barnaba il Babbeo ballano meglio di lei. È una caso patologico… però non abbiamo molto tempo, quindi dalla prossima lezione lavorerà anche lei sui passi. Speriamo che riesca a far fare alla signorina Ramirez una figura decorosa, anche se con un cavaliere come lei ne dubito fortemente…” li giudicò il Maestro schifandosi della totale negazione di James per il ballo.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Nuovo Incontro

Un’allegra famigliola si dirigeva a passo svelto verso la stazione di King’s Cross. Erano le undici meno un quarto. Almeno questa volta non erano in ritardo.
Il padre, un uomo dai ribelli capelli neri e gli occhi verdi, portava stancamente un grosso baule scuro; la proprietaria dell’ingombrante bagaglio, una ragazzina con lunghi capelli rossi e il volto pieno di lentiggini, teneva fra le braccia un grosso gatto grigio, che se ne stava pigramente appollaiato con la testa sulla mano della rossa. La madre, una donna sulla quarantina con gli stessi capelli della figlia, spingeva un carrello dove troneggiavano altri due enormi bauli e due gabbie con due grossi gufi. Il resto della famiglia, un ragazzo sui quindici anni con i capelli neri e gli verdi e un altro sui sedici anch’esso con i capelli scuri, ma gli occhi scuri, erano intenti ad allacciarsi le cravatte a righe oro e rosse che portavano al collo.
Pochi minuti dopo il gruppetto era davanti ad un vecchio treno scarlatto, l’Espresso per Hogwarts. Attraversare il binario Nove-E-Tre-Quarti era stato piuttosto semplice, dato che quella mattina del primo Settembre era particolarmente afosa e quindi alla stazione non c’erano molti Babbani.
“Papà, aiutami a caricare il baule per favore!” Lily Potter aveva messo il suo gattone in una borsa e adesso era intenta a tormentare i suoi familiari con la sua paura di fare tardi.
“Lily, smettila di stressare e urlare come una pazza!” la rimbeccò il fratello più grande guardandosi nervosamente intorno “Io ho una reputazione qui! Non voglio che tutti pensino che mia sorella è un’isterica…”
“James, smettila di offendere tua sorella! Harry, per favore, aiuta Lily, io intanto vado a salutare Hermione e Ron” disse Ginny, e abbracciati i due figli (uno dei quali molto infastidito dal gesto), si diresse a passo spedito verso due figure in lontananza.
I due ragazzi salirono velocemente sul treno, senza curarsi dei capricci della sorellina, ma appena raggiunto il primo scompartimento libero, James si voltò verso il fratello e lo prese per un braccio, poi lo trascinò dentro: “Visto che probabilmente gli scompartimenti sono tutti occupati, questa volta ti concedo di stare con me, ma è la prima e l’ultima. Non che non ti voglia bene, ma, come ho detto a Lily, io a Hogwarts ho una reputazione da difendere… e stare in compagnia di Albus Potter il secchione di certo non aiuta”
Albus, sentendosi offeso, stava per rispondere a tono, quando la porta dello scompartimento si aprì e fece il suo ingresso una ragazza stracarica di bagagli che sembrava non essersi accorta del fatto che lo scompartimento era già occupato. James si schiarì la voce per segnalare la sua presenza: la ragazza, presa alla sprovvista, alzò rapida la testa e mise un piede in fallo, rovinando per terra con tutti i suoi bagagli, compresa una gabbia con una piccola civetta bianca.
James, sentendosi in colpa per averla spaventata, fece segno a suo fratello di aiutarlo e insieme spostarono il baule della ragazza. Questa, vergognandosi tremendamente, si rimise subito in piedi e, messa una mano sulla maniglia della porta, stava per uscire, rossa di vergogna, quando uno dei due ragazzi la bloccò: “Guarda che puoi rimanere qui, non ti mangiamo mica… poi sei piena di bagagli e qui ci siamo solo noi due, quindi c’è posto…” James indicò se stesso e suo fratello, poi rivolse alla ragazza il suo sorriso migliore.
“G-Grazie mille… mi dispiace per prima… per esservi caduta addosso… e che sono un caso disperato… sono completamente priva di equilibrio… inciampo anche nei miei piedi…” Albus e James trattennero a stento una risata e per evitare di mortificare la ragazza le tesero la mano per presentarsi: “James Potter, e lui è mio fratello Albus. Tu sei…?”
La ragazza gli porse la sua piccola mano “Luz, Luz Ramirez, piacere”
“Piacere mio… di che anno sei?” James si mise a sedere e invitò la ragazza a fare altrettanto, mentre Albus, sentendosi escluso della ‘conversazione’, sprofondò nella lettura di Storia di Hogwarts.
“Quinto… cioè, questo è il mio quinto anno, però è il primo a Hogwarts, mi sono trasferita dalla Spagna quest’estate. Spero tanto di essere assegnata a Grifondoro, dicono tutti che è la casa migliore… immagino che voi due siate lì. I figli del grande Harry Potter, non potete essere altro che due Grifondoro! Voi di che anno siete?”
Albus, sentendosi chiamato in causa, alzò pigramente gli occhi e biascicò un “Quinto…”, poi si rimise a leggere, estraniandosi di nuovo.
“Sesto! E sono il Capitano della squadra di Quidditch. Sai giocare?” James pronunciò la frase indicando il distintivo che portava appuntato all’uniforme, poi rivolse il suo sguardo alla ragazza, che guardò altrove, intimorita da quei bellissimi occhi scuri che la fissavano curiosi.
“Ehm… veramente non sono molto brava… all’altra scuola le lezioni di Quidditch erano obbligatorie e tutti dovevano fare almeno due ore a settimana, ma io non sono mai stata un gran che…” la ragazza sentiva ancora gli occhi di James addosso, ed era decisa a non ricambiare lo sguardo, quindi continuò a parlare guardando fuori dal finestrino “…non è esattamente il mio forte, anzi, nessuno sport è il mio forte… sono totalmente negata per qualsiasi attività che necessiti di riflessi o mira o simili…”
“Capisco. Nemmeno ad Albus piace tanto il Quidditch… invece Lily sta venendo su bene, è una battitrice formidabile!” gli occhi di James si illuminarono al pensiero della sorellina che era un vero e proprio asso.
“Lily?” la domanda le era uscite di bocca prima di riflettere. Non voleva intromettersi.
James non sembrava infastidito “E’ nostra sorella, è un po’ piagnucolona, ma come battitrice è fantastica… tiene testa addirittura a nostro zio George, anche lui era una battitore quando frequentava Hogwarts”
“E tu… ehm.. Albus? Cosa ne pensi del Quidditch? James dice che non ti piace molto…” la ragazza si rivolse al secondogenito Potter con la voce un po’ incerta: non voleva sembrare invadente, ma allo stesso tempo sentiva che non era gentile escluderlo così dalla conversazione.
“Il Quidditch non è male da vedere… ma non ci tengo a farmi spaccare la testa dai bolidi. Non ho intenzione di passare il tempo a farmi ricrescere ossa o con la testa fasciata in infermeria come fa James”.
Luz, alle parole “farsi ricrescere le ossa” aveva fatto un’espressione a metà fra l’inorridito e il divertito e James, essendosene accorto, aveva sdrammatizzato deridendo il fratello “Già, il povero Albus non può certo rovinarsi il suo nasetto perfetto con qualche bolide…” fu interrotto da un mormorio che proveniva da dietro la porta: una piccola folla di ragazze si era fermata davanti allo scompartimento e aveva cominciato ad indicare prima James e Albus, poi Luz.
James si alzò di malavoglia e aprì la porta. Le ragazze assunsero un espressione idiota e cominciarono a ridere convulsamente. “Allora, che c’è? A forza di guardarmi mi consumate! Smettetela di rompere...” e detto ciò si voltò per tornare dentro “…comunque bella pettinatura Jane”. La ragazza in questione prese a dondolarsi, completamente istupidita dal complimento. Poi, così come era arrivato, il gruppetto scomparve.
James si rimise a sedere e cominciò a guardare fuori dal finestrino, con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul viso.
Eh già, James Sirius Potter aveva raccolto l’eredità dei suoi omonimi e ad Hogwarts era in testa alla classifica come ragazzo più sognato e desiderato dalle studentesse della scuola, Serpeverde comprese. Ma Luz questo non lo sapeva, e non sapeva nemmeno che il gruppetto che si era presentato prima era solo parte di tutte quelle che l’avrebbero voluta uccidere per la fortuna che aveva a stare nello stesso scompartimento dei Potter. Infatti anche Albus, seppur meno bello e affascinante del fratello, era piuttosto richiesto; soprattutto alle più secchione.
Il viaggio continuò piuttosto tranquillamente, anche se di tanto in tanto qualche ragazza che passava si fermava davanti alla porta, per poi scomparire velocemente.
Arrivarono alla stazione di Hogsmeade che era ormai buio. James e Albus aiutarono Luz a scaricare e a portare la sua miriade di bagagli, e questo causò alla ragazza un’altra discreta quantità di occhiate assassine.
I tre montarono sulla prima carrozza libera, e prima di partire furono raggiunti da Chris Thomas, il miglior amico di James.
Una volta arrivati a scuola il gruppetto si separò, perché Luz doveva aggiungersi ai ragazzini del primo anno che aspettavano lo Smistamento.
James e Chris salirono velocemente nel loro dormitorio e solo quando ridiscesero in Sala Comune James fece caso al distintivo che Chris portva appuntato sul petto: “Ehi Chris, ti hanno nominato prefetto, non me lo avevi detto!”
“Già, me n’ero quasi dimenticato. Però non credere che chiuderò sempre un occhio quando farai qualche casino!” gli rispose Chris, a metà fra il rimprovero e lo scherzo. “Infatti, non dovrai chiudere un occhio, ma tutti e due!” gli rispose James tutto allegro.
“Si si, fai lo spiritoso… cambiando argomento… chi era quella ragazza che era con noi sulla carrozza? È di Grifondoro? Non l’ho mai vista in Sala Comune…”
“Oh, fermati, quante domande… cos’è stato? Colpo di fulmine? Comunque è nuova, viene da una scuola spagnola e… oddio! Bisogna a andare in Sala Grande, sennò ci perdiamo lo Smistamento!” e detto questo si precipitò fuori dal buco del ritratto, senza nemmeno controllare se il suo amico lo stesse seguendo. Quando arrivarono i tavoli erano già tutti pieni e almeno un centinaio di facce, di cui la metà sognanti, si voltarono verso i ritardatati. James, che non era tipo da farsi mettere in imbarazzo facilmente, si mise a sedere senza problemi, mentre Chris, più timido dell’amico, era diventato tutto rosso.
Dal tavolo dei professori si alzò una donna piuttosto anziana che, prima di iniziare il discorso per dare inizio allo Smistamento, non mancò di rimproverare i ritardatari con un’occhiataccia piuttosto terrificante. Già, le occhiate della McGranitt avevano il potere di mettere a tacere chiunque, perfino James Potter.
“Benvenuti ad Hogwarts ragazzi! Per prima cosa procederemo con lo Smistamento, poi vi dirò altre cose che vi faranno, penso, molto piacere” la donna si portò vicino a un vecchio sgabello, dove era tristemente appoggiato un cappello da mago piuttosto malridotto.
“Adesso, voi del primo anno, verrete Smistati nelle vostre Case: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. Ricordate, tutte le Case hanno pari dignità e importanza e nessuno si può permettere di giudicarle. Ora, procediamo: Alvett Jack!” un bambinetto biondo si avvicinò tremante allo sgabello e, una volta seduto, cominciò a tormentarsi le sue piccole mani.
“Tassorosso!” dalla tavolata più vicina si alzò un coro di voci per accogliere il nuovo membro. Lo Smistamento fu piuttosto monotono e James si distrasse fissando il soffitto trapuntato di stelle, fino a quando…
“Ramirez Luz… lei non è del primo anno, ma del quinto, si è trasferita qui da poco…” spiegò la McGranitt, rispondendo alle silenziose domande che aleggiavano per la Sala: era evidente che Luz non aveva undici anni.
Luz si staccò dal gruppetto dei bambini e lentamente – solo James capì perché camminava così piano – arrivò e si sedette sullo sgabello, senza inciampare. Appena il Cappello Parlante le toccò la testa, questo gridò subito “Grifondoro!” e una miriade di applausi scoppiò al tavolo rosso e oro.
James fece spazio alla nuova arrivata. “Allora? Hai visto? Sei stata assegnata a Grifondoro! Complimenti, spero che ti troverai bene”. Luz gli rispose con un sorriso imbarazzato e la cena continuò tra allegre chiacchiere e un James che faceva di tutto per mettere Luz a suo agio. Alla fine del banchetto la Preside McGranitt si alzò e chiese il silenzio. “Allora ragazzi, ecco le novità a cui ho accennato prima: quest’anno la nostra scuola, come vent’anni fa, è stata scelta per ospitare il Torneo Tremaghi” dai tavoli si alzarono grida di giubilo “Per ora non vi dico altro. Domani verrà da noi la Signora Angelina Johnson, responsabile del Dipartimento dei Giochi Magici. Adesso potete andare, gli orari delle lezioni verranno consegnati domani mattina. Buona notte a tutti!”
I ragazzi si alzarono e fra mille mormorii curiosi si recarono ognuno nel proprio dormitorio. James invitò Luz a seguirlo, e insieme a Chris raggiunsero la Sala Comune.
“Beh, allora buon notte!” Luz salutò velocemente i suoi nuovi amici e salì le scale del dormitorio femminile.
Gli altri due invece restarono un po’ in Sala Comune a raccontarsi le avventure dell’estate davanti a una maga confezione di Gelatine Tutti Gusti +1.
  
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