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Autore: MagikaMemy    12/09/2008    11 recensioni
E' arrivato il momento di dirsi addio. Il momento di capire che niente, per Sora e gli altri, tornerà ad essere come prima.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10: strani flashback, chiacchiere tra ragazze e scommesse pericolose

“Ro, tutto ok?”

“A meraviglia.”

“Sei sicuro? Dalla faccia che hai sembra tu abbia appena investito un cervo con un carrattrezzi”

Roxas inarcò un sopracciglio, soffiando sul suo ramen per farlo raffreddare.

“Sto bene, So. Ora mi lasci finire la mia cena in pace?”

Sora, offeso, piegò all’ingiù le labbra e, con un bagliore un po’ triste negli occhi, sorseggiò il suo succo di castagna* senza aggiungere altro.

Mamma mia, quando Roxas era nervoso non potevi neanche dirgli ‘ciao’ senza il timore di ritrovarti con un braccio rotto!

Lanciò un’altra occhiatina veloce all’amico, ma Roxas era sovrappensiero e, preso dalle sue preoccupazioni, ingoiò una portata di spaghetti con una verocità degna di uno sciacallo a digiuno da mesi.

Sospirò, sentendosi uno stupido, e lentamente riprese a mangiare la sua fetta di carne, un po’ controvoglia.

Roxas, nel frattempo, cercava di dare un senso alla conversazione che aveva ascoltato.

Accidenti, se solo se ne fosse andato via prima da quella stupida doccia!!

Non avrebbe assitito a quel dialogo assurdo, che lo aveva confuso più di prima.

Erano passati già due giorni, eppure non riusciva davvero a togliersi dalla testa le parole di Axel …e soprattutto, quel suo tono di voce…così…così…strano…

Si sentì arrossire, e non appena capì che quel colorito sulle guance era causato da Axel, come accadeva sempre più spesso, si alzò di scatto, senza fare caso a Sora e Kairi che gli avevano chiesto dove andava, e si recò in bagno, dove si bagnò il viso con dell’acqua fredda.

Guardò il riflesso del suo volto gocciolante allo specchio.

Stava uscendo di testa.

Non era normale, avere quella reazione.

Eppure, non poteva succedere!

Non a lui!
Nn poteva essersi…essersi…

“Ehi, Roxas! Anche tu fai una pausa toilette?”

Roxas vide dallo specchio un Demyx più pimpante del solito, con indosso una felpa verde sulla quale era disegnato Doraemon tutto sorridente e la frangia dei capelli trattenuta da due forcine.

“No, è che…non mi sentivo molto bene. Ultimamente sto un po’ uno schifo”rispose, asciugandosi alla meglio il volto con la maglietta.

Demyx aveva lo sguardo di un bambino che muore dalla voglia di spifferare un segreto appena confidatogli, ma rimase in silenzio e, come se nulla fosse, si lavò le mani, insaponandole con una calma infinita.

Roxas vide il sapone bianco copririgli le mani, e per un attimo desiderò che anche le sue pene, le sue seghe mentali potessero andare via con un colpo di saponetta, per poi essere portate via dall’acqua e allontanarsi, sparire, così, senza la minima fatica.

Demyx non si sentì infastidito, nonostante sentisse lo sguardo di Roxas indugiare su di lui.

Axel aveva ragione, quel ragazzino aveva degli occhi stupendi, diamine.

“Senti un po’, Rokuchan. Per quanto hai intenzione di tenere il muso ad Axel?”

Roxas, sentendo quel nome, che ormai credeva gli portasse sfiga, sussultò, distogliendo la sua mente dalle mani di Demyx e arrossendo di botto.

E che cazzo, da quando gli bastava sentir pronunciare un nome (che faceva schifo, tra l’altro) per ridursi così…inerme?

“Non so di cosa tu stia parlando, Dem. Io non sto tenendo il muso proprio a nessuno. Non sono mica Sora” mentì istintivamente, sulla difensiva.

Ma, purtroppo, nonostante lui e Sora fossero come due gocce d’acqua, Demyx non era così tardo, e Roxas comprese subito che l’altro non gli credeva neanche un po’.

“Credimi, Axel non è superficiale come sembra.” Esclamò Demyx, tirandosi dietro un capello che gli cadeva ribelle sull’occhio destro infastidendolo “ …può sembrare fuori come una terrazza, ma ti assicuro…che è un bravo ragazzo. E poi” disse, cercando di far stare Roxas sulle spine, cosa in cui riuscì, visto che il più piccolo alzò gli occhi per guardarlo in faccia “mi sembra parecchio preso, da te.”

“Tsk, come no” non riuscì a trattenersi Roxas, che si appoggiò al lavabo, guardandosi le scarpe “uno come lui si diverte a prendere in giro le persone e basta.”

Preso da una rabbia improvvisa, ma con un po’ di rosso sulle guance, guardò Demyx dritto negli occhi, sena il minimo timore.

“Non mi innamorerò mai di lui. Io non mi innamorerò mai di nessuno. L’amore è un sentimento inutile”

“Questo è il tipico atteggiamento di chi ha subìto una delusione. Scommetto che ci sarà stata almeno una ragazza che ti ha voluto bene, no?” Azzardò Demyx.

Roxas sentì una stretta allo stomaco, e come un lampo la sua mente tornò indietro….a quel giorno…

Scosse la testa, cercando di tornare alla realtà, ma la sua voce gli invase la mente come se lo stesse ipnotizzando, come fosse vittima di una maledizione del tempo…

“…Roxas…”

…no….non lei…non…lei…

“Mamma, mamma! Ho fatto un sogno super pauroso!”

Basta!

“Roxas, ma cosa…stai bene?!” fece Demyx, allarmato.

Ma Roxas non gli rispose, e, con la gola bruciante, si portò le mani tra i capelli.

Basta…

“Che cos’hai sognato?”

No…no…

“Roxas! Roxas! Che cosa ti prende?” gridò Demyx, cercando di scuoterlo per una spalla, ma Roxas non si mosse, non accennò a risvegliarsi da quella specie di trance nel quale sembrava essere finito.

“Che tu te ne andavi! Ci lasciavi da soli! A me e a papà!”

Roxas iniziò a piangere all’improvviso, ricordando il suo volto, la sua voce…il suo rosssetto scuro…

“Roxas! Roxas! Oddio…aspetta qui, vado…vado a cercare qualcuno…io…”

Demyx uscì dal bagno, praticamente sul’orlo di una crisi di nervi, terrorizzato dall’atteggiamento così improvviso dell’amico, ma Roxas sembrava non lo avesse neanche sentito.

Ma questo non succederà mai…lo sai…Roxas…”

BUGIARDA!

BUGIARDA!

“Roxas…la mamma ti ama…ti vuole davvero tanto bene.”

BUGIARDA!

Basta!

Quei ricordi…erano anni che non ci pensava…basta…basta…

“Mamma…mamma…”

Crollò al suolo, le mani ancora avvolte dalle ciocche bionde, e iniziò a singhiozzare come mai aveva fatto in vita sua.

Ssentì dei passi veloci provenire dal corridoio, ma ogni suono attorno a lui sembrava ovattato, quasi si trattasse di un incubo.

“Mamma…non mi lascerai mai, vero?”

No…no…

“BASTA! BASTAAAA” gridò, con tutto il fiato che aveva in gola.

Le palpebre si chiusero all’improvviso, oscurandogli la vista…ma ora le immagini nella sua mente erano più nitide.

Certo che no, Roxas. La mamma ti ama.”

…basta…

..per favore…basta…

“…ti amo davvero tanto, Roxas. Ti voglio un sacco di bene.”

***

La luce fioca della prima mattina illuminava la stanza bianca, arredata in modo spartano e, a dirla tutta, non molto accogliente.

Roxas aprì gli occhi piano, infastidito dai raggi del sole che filtravano attraverso le tende dell’infermeria.

Sbadigliò e, dopo essersi ripreso un attimo, si guardò attorno.

Un momento…cosa ci faceva lì?

Come ci era arrivato?

Cercò di ricordare quello che era successo, ma un mal di testa fortissimo glielo impedì.

E va bene, tanto valeva restare là e non pensarci..

Qualcuno prima o poi sarebbe venuto, no?

A meno che non si trattasse di un incubo in cui era l’ultimo sopravvissuta sulla Terra dopo un attacco alieno o cose simili, chiaramente.

Ma in questo caso, dedusse, sarebbe bastato svegliarsi, e anche per questo ci sarebbe stato bisogno che qualcuno gli desse un pizzicotto o simili.

Ok, stava delirando, se ne rese conto perfettamente, e, arrendevole, si ributtò a capofitto con la testa sul cuscino.

Non ricordava assolutamente niente,, come se si fosse ubriacato.

Un momento…da quando ci si ubriacava col ramen??

“…sei sveglio?”

Roxas allungò il collo per vedere chi si era affacciato alla porta, anzi, per avere una conferma di chi pensava si fosse affacciato alla porta, e sentì il battito cardiaco accellerare quando una chioma di capelli rossi entrò nellla stanza così bianca.

Perfetto, ci mancava anche lui per aumentare la confusione.

Grandioso.

Cominciava a sentirsi una di quelle prootagoniste di shojo** scolastici, con tanto di loose-socks***, che spesso e volentieri finivano in infermeria dove, casualmente, incontravano il figone per cui avevano perso la testa.

…ok, stava di nuovo vaneggiando.

Axel si guardò attorno, come se fosse la prima volta che entrava lì dentro, e senza che glielo avesse chiesto si sedette sul letto.

“Ma che…” provò a lamentarsi Roxas, ma la testa gli provocò una fitta terribile, e capì che, per una volta, sarebbe stato meglio ridurre al minimo gli insulti.

Axel gli sorrise divertito, come se avesse a che fare con un cucciolo che cerca di mordersi la coda.

“Frena i bollenti spiriti, piccoletto. Forse è meglio se rimani tranquillo, almeno per un po’.”

“Cosa mi è successo? Che diamine ci faccio qui?!” chiese, sgarbatamente, troppo preso dalla situazione per rendersi conto del tono pateticamente sulle difensive che stava usando.

Axel diede pigramente un’occhiata al display del suo cellulare, per verificare l’ora.

Accidenti, erano le sette e lui alle nove aveva lezione.

Quel lavoro cominciava davvero ad annoiarlo.

“Ieri, a cena, stavi con Demyx in bagno e all’improvviso sei svenuto. Il medico ha detto che è stato il troppo stress…si può sapere perché dovresti essere stressato durante le vacanze?”

Perché?

PERCHE’?

Oh, cavolo, se avesse potuto glielo avrebbe detto eccome, il perché, brutto…

Basta, Roxas, basta.

Selfcontrol.

Usa il tuo selfcontrol.

“…oh, ti assicuro che i motivi sono validi.”

Non aggiunse altro, ma il modo in cui i suoi occhi si concentrarono su quelli verdi di Axel lasciò trasparire che la causa di tutto, o almeno di una buona parte dei suoi problemi, era quel bacio.

Axel divenne un po’ più serio, ma non riusciva proprio a toglierselo, quel ghignetto irritante dalla faccia.

“…ehi, guarda che non sono scemo come Demyx. Lo so che ce l’hai con me per quella faccenda”

“Ma no, perché dovrei avercela con te?!”

“Ti ha fatto così schifo?”

Roxas ammutolì di colpo alla domanda diretta e, soprattutto, inaspettata.

Menti.

Menti, Roxas.

Mentire sempre.

Mentire sempre e comunque.

Mentire sempre e comu…

“…non ho mica detto questo.”

Solo guardando l’espressione di Axel si rese effettivamente conto della sua frase.

Ma bravo.

Complimenti.

Promemoria: appena esci di qui, ucciditi.

Fai questo favore alla comunità.

E alla tua dignità.

Soprattutto alla tua dignità.

“Cioè…non volevo dire che mi è…piaciuto o…cazzate simili...” provò a dire, ma ormai il danno era fatto e, prima che potesse anche respirare, Axel si era chinato su di lui, avvicinandosi.

Molto.

Troppo.

Roxas cercò di divincolarsi, ma la testa gli pesava come un macigno.

Axel assunse una strana espressione.

Aveva un sorriso diverso dal solito, e anche la sua voce….era quella che aveva usato quel giorno alle docce…

“…mi piaci proprio tanto.”

Roxas smise di agitarsi, mentre gli occhi di Axel puntavano i suoi.

Capì che stava per sucedere qualcosa.

Un terribile ‘qualcosa’.

Ma la sua mente era paralizzata, così come il suo corpo.

Axel si abbassò ancora, e Roxas chiuse istintivamente gli occhi.

Inizialmente sentì qualcosa sulla sua guancia, che poi capì essere la mano dell’altro.

Poi, lentamente, le labbra di Axel si posarono sulle sue.

Sentì il viso prendergli fuoco, e volendo avrebbe anche avuto la forza di voltarsi e farlo finire lì, quel bacio rubato.

Ma non lo fece.

Rimase sotto il peso di Axel, in silenzio, senza lamentarsi, mentre il più grande approfondiva il bacio.

Roxas inizialmente oppose una debole resistenza, ma si arrese poco dopo.

Stava baciando Axel.

E volete saperla una cosa?

Lo odiava.

Odiava i suoi capelli pettinati in quel modo ridicolo.

Odiava i tatuaggi assurdi sulle guance che si era fatto fare da chissà che hippy del cavolo che lo facevano sembrare uno del circo.

Odiava i suoi occhi verdissimi, come l’erba del prato a casa dei suoi nonni, che lo guardavano incessanti, senza il minimo pudore.

Ma la sua bocca…oh, quella non la odiava.

Non la odiava proprio per niente.

Mentre Axel rimaneva su di lui, Roxas chiuse gli occhi in modo più rilassato.

“Ti odio” pensò tra sé e sé “Ti odio in un modo pazzesco. Ti odio dell’odio più profondo che si può provare verso qualcuno.”

Sospirò nella bocca di Axel, che subito si allontanò.

Oddio!

E se il bacio non gli era paciuto?

Oh cacchio…eppure era sempre stato bravo, a baciare…

Ma quando vide il volto di Roxas, completamente rosso, capì che il problema non era il bacio.

“…scusa.”

“Di cosa?” chiese Roxas, senza malizia, un po’ debole e ancora confuso.

“…non lo so. Scusa”

“Tanto…uno o due baci…non cambia niente. Sei un ladro, punto.” Sussurrò Roxas, con pochissima voce, la testa che sembrava appena uscita da un frullatore, tanto li girava.

Axel sogghignò.

“…ti stai innamorando di me?”

Roxas rimase a studiare il suo viso per qualche istante.

“ No. E non lo farò, te lo assicuro” fece una breve pausa, guardando distrattamente fuori dalla finestra.

Era proprio una bella giornata.

“Io non mi innamorerò mai. Né di te né di nessun altro.”

Axel arrestò di blocco il sorriso, restando serio per qualche secondo, poi sbottò a ridere come se stesse leggendo una fanfiction demenziale, tipo quelle che scriveva sempre Rikku.

“Scommettiamo?”

Roxas lo guardò perplesso.

Porca miseria, che occhi.

Decise di non pensarci, cercando di concentrarsi sulla conversazione.

“Vogliamo scommettere sì o no?” ripetè Axel, alzando la voce di poco.

Roxas, rendendosi conto di quanto fosse patetica quella scena, inarcò un sopracciglio.

La sua testa pulsava come se fosse sotto le casse a un concerto degli Alice Nine ****, ma al momento la cosa non aveva la minima importanza.

O almeno, non per Axel.

“Scommettere cosa?” la sua voce era quasi ironica ora, come se stesse parlando ad un bambino che insisteva per andare nel Paese delle Meraviglie, nonostante il padre gli avesse ripetuto mille volte che era impossibile, perché non esisteva, era solo una fiaba.

Axel aveva l’aria di divertirsi come mai in vita sua, atteggiamento che mandava il più piccolo su tutte le furie….più del solito, intendo.

“Scommettiamo che entro la fine dell’estate ti sarai innamorato di me.” Fece, serio.

Roxas, fortunatamente, o sfortuntamente, dipende da come si vede la cosa, era già al massimo del rossore, ragion per cui era impossibile per Axel vedere la reazione che quella frase aveva scatenato in lui.

Oddio…lo aveva già detto che lo odiava più di qualsiasi altra pidocchiosa persona al mondo???

“Io non scommetto proprio un bel niente, tanto meno una cosa così idiota.”

“Tu hai solo paura di perdere.” Axel indugiò per un attimo sulle sue labbra, abbassandosi e quasi sfiorandole “…lo sai che tanto ti innamorerai. Non potrai più vivere, senza di me.”

Roxas sentì un’ira e un odio mai provati prima per nessuno salirgli su, fino alla gola, e sbottò con rabbia, quasi gridando, sollevandosi e allontanando Axel con una spinta.

“E va bene, allora scommettiamo! Se vinco io, però, dovrai lasciarmi in pace!”

Axel gli fece l’occhiolino, divertito al massimo.

“E va bene, allora affare fatto.” E gli tese la mano.

Roxas, senza pensarci, la strinse, ma non appena le loro mani si sfiorarono Axel forzò la presa e gli stampò un altro bacio sulle labbra, come quello di qualche sera prima.

Roxas rimase a occhi spalancati, rifiutandosi di chiuderli, perché sarebbe equivalso a cedere di nuovo, e non poteva permetterselo! Poprio no!

Si staccò dall’altro con rabbia, e con la manica del pigiama che gli aveva messo chissà chi la sera prima si asciugò le labbra, indignato.

“La pianti sì o no, brutto maniaco?! E’ la terza volta che mi freghi!”

“Non mi pare che il bacio di prima ti abbia fatto tanto schifo. Cominci a prenderci gusto, eh?” disse Axel, ridendo.

Roxas, sentendosi colto in fallo, si sollevò col busto e gli piantò un dito contro, gridando come un gatto a cui hanno appena pestato la coda.

“FUORI!!! ESCI SUBITO DA QUESTA STANZA!! ORA!”

Axel continuava a ridere come un deficiente, ma tra una risata e un’altra si alzò, capendo che per quel giorno poteva bastare.

Quando raggiunse la porta si voltò verso il letto, un sorriso smaliante che mostrava i denti un po’ appuntiti.

“Ho ancora due mesi per farti perdere la testa. Questa scommessa l’ho già vinta.”

“Che cosa te lo fa credere?!” ribattè Roxas, acido, ma allo stesso tempo così preoccupato da farlo tremare un poco lungo la schiena.

C’era da aspettarsi di tutto, da quello là.

Axel sembrò contento che Roxas gli avesse posto la domanda, e questi si sentì ancora una volta il più grande sfigato mai apparso sulla terra.

Dopo Sora, ovviamente.

“…alla fine dell’estate, sarai talmente innamorato di me che mi chiederai di seguirti anche a Tokyo.”

“Se devi sognare, fallo quando dormi, per cortesia, ed evitami certe cazzate, grazie.”

Axel non si fece assolutamente toccare dalla risposta secca e decisa di quel piccoletto, e senza salutarlo uscì dall’infermeria.

Roxas, rimasto solo, guardò attraverso la finestra il sole che continuava ad alzarsi, irradiando una luce sempre più accecante.

…ok, lo ammetteva: quel bacio gli era piaciuto.

Non gli era piaciuto chi glielo aveva dato, sia chiaro.

Ma l’atto in sé non era stato affatto male, e considerando che Axel aveva insinuato la lingua nella sua bocca, costringendole a scontrarsi, capì che era stato quello, il suo primo bacio ufficiale.

Voglio dire…il bacetto dato sulla spiaggia era niente, a confronto di quello di poco fa.

Come aveva fatto nella doccia quel giorno sentendo le parole di Axel di nascosto, si sfiòrò le labbra con le dita, per poi scoprire che non erano affatto diverse, forse un po’ arrossate, ma apparte questo era impossibile intuire che, qualche minuto prima, era stato lì che Axel aveva impresso il suo marchio invisibile su di lui.

Sospirò, deciso più che mai a sfruttare quel silenzio per provare a fare chiarezza nel suo già abbastanza incasinato cervello, ma la testa gli provocò di nuoo una fitta di dolore e, arrendevole, si lasciò cadere sul cuscino, la camicia del pigiama che, slacciatasi in basso, gli lasciava scoperto l’ombelico.

Si stava facendo prendere troppo, lo sapeva.

Ma non voleva cedere, e non l’avrebbe fatto per nulla al mondo.

Axel con lui ci giocava.

Lo trattava come i bambini trattano il nuovo giocattolo che mamma e papà gli hanno comprato; ci si divertono e poi, appena sono stanchi, o appena vedono la pubblicità di un nuovo prodotto in tv, lasciano il gioco nella scatola dei peluche, tra bambole rotte e orsetti di pezza.

Non avrebbe commesso lo stesso errore una seconda volta.

Se l’era giurato allora, e avrebbe mantenuto la promessa fatta al sé stesso di tanti anni prima.

Era riuscito a non infrangerla per tutti quegli anni….e non sarebbe di certo stato un pervertito di ventitrè anni a fargli cambiare idea.

***

“…tu credi…che Roxas ieri sera sia svenuto…perché si è ricordato?”

Kairi si voltò verso Naminè, che con le guance arrossate guardava Sora, Riku e Wakka prendere in giro Tidus sulla spiaggia deserta, e comprese che non era l’unica, ad averlo capito.

Che la sua, forse, non era stata solo un’impressione sbagliata.

“Io penso di sì, Nami. Mio cugino…è raro che ci pensi, ma…ogni volta che qualcuno comincia a stargli a cuore, gli torna in mente quell’episodio.” Fece Kairi con voce triste, mentre sovrappensiero giocava con i granelli di sabbia, prima prendendone un po’, poi lasciando che gli sfuggissero dalle mani.

Naminè spostò lo sguardo verso il tramonto, che si ripsecchiava nell’acqua, splendido come non mai, e provò un’infinita tristezza.

“Vorrei tanto che lui si aprisse un po’ di più con gli altri.”

Kairi sorrise, osservando il mucchietto di sabbia che giaceva sul palmo della sua mano.

“Mio cugino è fatto così. Ma, anche se non sembra…lui è molto forte. E ci tiene tanto, a tutto questo. A noi.”

Naminè la guardò, senza sorridere, ma dai suoi occhi traspariva un appena visibile velo di sollievo, e Kairi non potè fare a meno di esserne felice.

“Sai, Namichan…secondo me, adesso è molto in crisi,e il suo cuore è in uno stato di grande confusione.”

“A causa di Axel?” domandò Naminè, ma Kairi capiva che il suo tono non era curioso, quanto in cerca di una conferma.

In fondo, loro due capivano Roxas alla stessa maniera.

Forse erano davvero le uniche che riuscivano a comprendere i suoi sentimenti a quel modo.

E il fatto che Roxas spesso si confidasse con Naminè invece che con lei non l’aveva mai infastidita: piuttosto, la prendeva come…una distanza che Roxas cercava di prendere da lei, per non diventare troppo dipendente dal suo affetto.

Roxas era fatto così, non sopportava l’idea di affezzionarsi a qualcuno, di volere bene a qualcuno, ma inconsciamente continuava a creare legami tra lui e chi gli era attorno.

Roxas, con gli altri, senza acorgersene, continuava a costruire ponti invisibili, un po’ vacillanti, ma pronti per essere attraversati al momento giusto.

Era stato così con Naminè, con Sora, con Riku.

E adesso, stava accadendo la stessa cosa con Axel.

Anche se lui ne era totalmente inconscio.

“Già. Secondo me, a lui Axel piace parecchio. Ma se prima non riesce a fidarsi di sé stesso, a trovare la forza di dimenticare…non capirà mai l’importanza che gli altri hanno per lui.”

Naminè sorrise verso il mare.

….lo aveva sempre saputo, che le cose tra Roxas e Axel stavano a quel modo.

Beh, non che si aspettasse di ricevere qualcosa, da quella storia.

Lei non aveva mai avuto niente, in cambio, nonostante fossero anni che aiutava Roxas, lo consigliava, gli restava accanto.

Ma in fondo andava bene così.

Le bastava che Roxas sapesse che lei era empre lì, ad aspettare che lui le chiedesse aiuto.

Sarebbe sempre stato così.

Perciò non era delusa.

Sapeva benissimo come sarebbe andata a finire quella storia, così come sapeva che sarebbe finita in un certo modo tra Sora e Kairi, e tra Tidus e Yuna.

E non perché fosse ovvio.

Perché lei sapeva guardare dentro alle persone.

Sapeva guardare dentro tutti.

Tranne che dentro sé stessa.

***

“Ehy, Socchan! Aku-senpai***** ha avuto una mega idea per stanotte! La vuoi sentire?” chiese Tidus, sussurando in un orecchio di Sora.

Ma tanto nessuno avrebbe fatto caso a quelle parole, visto che ognuno mangiava e chiacchierava coi vicini di posto.

La cena era sempre il momento di ritrovo del gruppo, e col tempo era diventato, almeno per Sora, l’unica occasione di stare davvero tutti insieme.

Spesso e volentieri giravano anche degli scoop sui clienti del villaggio, sui flirt della compagnia dell’animazione e sulla presunta relazione tra il direttore (che non si faceva mai vedere, e da quando erano arrivati infatti non l’avevano mai incontrato) e Saix, il suo vice, quel simpaticone che li aveva ‘calorosamente accolti’ quando erano giunti lì per la prima volta.

Sora tolse lo sguardo dalla sua soba****** e sorrise, emozionato dalla novità.

“Davvero??? Uaaaah che figata! Di che si tratta?”

“Uno scherzo alle ragazze! Mentre dormono! Che ne pensi?” Tidus aveva un sorriso larghissimo,e il cerotto che gli copriva il taglio dovuto a una strage di piatti sua e di Roxas, gli dava un aspetto ancora più birichino.

Sora, dimentico del tutto della sua soba, e del fatto che la mattina la sveglia, teoricamente, era alle sei e trenta, si guardò attorno, sovreccitato, e diede una breve occhiata all’orologio da polso di Tidus.

“Sìsìsìsìsìsìsìsìììì! Scherzo, scherzo!!! A che ora? Eh? EH?” chiese, isterico e scalciando sulla sedia per l’impazienza.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla, em si ritrovò alle spalle un Axel che, tranquillo, giocava con l’accendino che qualche giorno prima gli aveva comprato Demyx.

“Appuntamento alle 11 davanti ai nostri dormitori. Sarà una serata indimenticabile” fece, e gettò un rapido sguardo verso Roxas, che, uscito da poco dall’infermeria, osservaav la scena da lontano, fingendo di mangiare.

…cosa stava facendo quel maniaco, adesso?!

Ci stava provando anche con Sora?!

Dio…era…era senza parole!

Ma Roxas non era il solo che sentiva una stretta allo stomaco.

Riku infatti si era già alzato e avvicinato ad Axel che, sghignazzante, stava sussurrando qualcosa in un orecchio a Sora, in modo però ben diverso da come lo aveva fatto Tidus qualche minuto prima.

Riku posò una mano sull’altra spalla di Sora, che, ovviamente, non rendendosi conto dell’aurea inquietante che aleggiava intorno a quei due, continuava a sorridere come un ebete, spostando lo sguardo da Riku ad Axel.

“Riku, Riku! Axel ha organizzato uno scherzo per le ragazze! Dài, vieni anche tu stanotte!”

Riku fece una smorfia, già pornot a dire che cose del egenre lo interessavano meno dell’apparato digerente delle mosche, ma Axel gli lanciò un’occhiata assolutamente pericolosa, e con lo sguardo indicò Sora, come per dire ‘se non vieni e lo lasci solo, poi me lo porto in stanza’, così, nonostante l’idea di restare sveglio fino a tardi non lo allettase per nulla, dopo un giorno di lavoro, restando serio ricambiò la squadrata di Axel.

“Certo che ci vengo.”

Axel sembrava soddisfatto, e, dopo aver dato un buffetto sulla guancia di Sora, che era tornato a concentrarsi sulla sua soba, e, quindi, non aveva asssitito alle loro occhiate di fuoco, si incamminò verso l’altra parte del tavolo.

Anzi, per la precisione, verso Roxas.

Il biondino, quando capì che quel pervertito stava venendo verso di lui, provò una fitta allo stomaco.

Per un breve attimo gli tornò alla mente quel bacio, lo stesso a cui lui, inconsciamente, non si era sottratto, e pe rpoco non si strozzò con gli spaghetti di soia che stava masticando.

Tossì un paio di volte e ingurgitò veloce dell’acqua, mentre Naminè sorrideva tranquilla, intuendo che quella reazione era dovuta alla presenza ormai imminente del ragazzo più grande.

Axel si fermò alle sue spalle, e Roxas, fingendo di non essersene accorto, cercò appoggio nello suardo di Naminè, ma lei si era già voltata dall’altra parte per parlare con Kairi, e l’unica cosa che gli venne in mente fu desiderare di essere morto e sepolto, già nella bara.

Meglio dentro una cassa di legno senza buchi per l’aria che con quell’istrice imprevedibile vittima dei suoi stessi ormoni.

“Stasera sei dei nostri, vero cucciolo?” sussurrò Axel, e, senza farsi vedre dagli altri, e facendolo sembrare un gesto casuale, gli sifiorò il lobo delle orecchie con le labbra.

Roxas arrossì, preso alla sprovvista, e capì all’istante che era impossibile fingere di non accorgersi di lui.

Restando immobile, senza voltarsi, sussurrò a sua volta: “…se ci vengono tutti, allora sono dei vostri.”

Si girò per guardarlo in faccia, spreando che la’ltro non si accorgesse del rossore che gli imporporava le guance.

“Ma se non tieni le mani a posto, ti denuncio per molestie sessuali, mi sono spiegato?!”

Axel gli accarezzò i capelli, cosa che Roxas odiava, e strizzò un occhio, compiaciuto.

“Vedremo, cucciolo. La notte è imprevedibile, non credi?”

“Cosa?!” esclamò Roxas, facendo voltare Naminè e Kairi, e guardando Axel con il terrore stampato sul volto.

Ma Axel se n’era già andato da Marluxia e Zexyon, con quell’insopportabile ghigno sulla faccia.

Note dell’autrice:

Oddio, ci ho messo un’infinità ad aggiornare! Beh, spero di non avervi delusi…allora, questo capitolo è stato faticoso, ma sono soddisfatta del risultato finale, anche se credo di aver fatto un po’ confusione nella parte in cui Kairi e Naminè discutono dei sentimenti di Roxas, ma vabbè xD.

Per quanto riguarda Roxas…in questo capitolo comincia ad intuirsi qualcosa di ciò che è avvenuto nel suo passato, ma ci vorrà un po’ prima che se ne parli chiaramente.

Ora metto le note per le spiegazioni!

*: sì sì, avete letto bene, Sora beve del succo di castagna xDxD A dire il vero non sapevo che esistessero bibite simili lì, ma in un numero di Host Club e comprano delle lattine, e mi è piaciuta abbastanza come cosa, perché era un gusto particolare, così l’ho messo. Evviva il succo di castagna! Yeah!

** : Roxas qui si riferisce agli shojo-manga, ovvero ai manga per ragazze ^___^. Il perché lui li legga, visto che è un maschietto, è un mistero xDxD forse glieli presta Kairi! Ahah

***: loose-sock: sono una specie di scaldamuscoli che coprono anche il piede e ricadono lungo tutto il polpaccio, arrotolati sopra le scarpe. Le studentesse giapponesi li usano spessissimo sotto la divisa scolastica.

**** : gli Alice Nine sono un gruppo rock giapponese molto famoso in madre patria, composto da ragazzi giovani ^___^

***** : Tidus qui chiama Axel Aku-senpai. Il suffisso ‘senpai’ viene spesso rivolto a chi è più grande in ambiente sia scolastico che lavorativo. Ad esempio, gli studenti del secondo anno chiamano ‘senpai’ quelli del terzo, come forma di rispetto e ammirazione. Tidus poi invece di Axel dice Aku, che è un diminutivo, per mostrare che, nonostante provi rispetto per lui, ha anche una certa confidenza.

****** : la soba è un tipico piatto giapponese, composto principalemten da tagliatelle di grano cotte e servite in vari modi. In questo caso non ho specificato gli altri guarnimenti, quindi si deduce che Sora stia mangiando il tipo di soba più generico e semplice, ovvero in brodo.

Spero di esservi stata d’aiuto! Queste note sono utili, vero?

Adesso rispondo alle recensioni…7!!! ODDIO RAGAZZI POTREI MORIRE DALLA FELICITA’ ç___ç sniff *me si commuove*

honeysenpai: sono felice che tu abbia letto la mia storia! Io adoro By The Way! Già, anche io ogni volta che vedo che il pairing è il SoKai mi tengo alla larga, ma mi fa piacere che la storia ti piaccia! E ovviamente sono contenta di essere riuscita ad esprimere il rapporto delicato tra Axel e Demyx…e anche per quanto riguarad il carattere di Roxas, anche a me piace molto! E’ particolare, e anche un po’ complicato, ma ce la metterò tutta per cercare di caprilo fino in fondo! …EEEEH, le tifose di Riku aumentano a vista d’occhio, eheh xD!

SoraRoxas: ma figurati, le recensioni lunghe non mi infastidiscono, al contrario! Eheh, felicissima di averti fatta ridere! In effetti ho puntato molto sulla comicità, in quella parte del capitolo (quella della doccia di Sora)…embè, perché Sora è mooooolto mascolino XDXDXD! Uaaaah, incredibile, la scena di Axel che si confessa ha riscosso un successone, non me lìaspettavo! Speroi che continuerai a seguirmi con tutta la tua simpatia…e spero davvero di non deludere né te né nessun altro!! P.s. la sigla di Host Club è stupenda, io la amo! Quell’anime conquisterà il mondo, un giorno u__u

Piccola_Stella: no no nessuna esperienza, il rapporto tra Demyx e Axel l’ho inventato di sana pianta XD Anche perché il tipo di amicizia che io instauro di solito è completamente diverso da quello tra loro due…riguardo a Sora…chi gli ha fatto la valigia? La sua adorata mamma xDxD E meno male che non era un bambino! Eheh! Riku, mentre Sora si disperava, stava con gli occhi di fuori XDXD! Anche se poi non ha visto niente e ci è rimasto male ^__- (ma non è vero 0__0 nd Riku) (…taci tu! Nd autrice *lo chiude nel solito sgabuzzino…che ormai è super affollato ahahah) …a proposito del punto in sospeso…EEEEEEEh, in questo capitolo è chiaro che prima non mi ero dimenticata di scrivere niente…semplicemente, Roxas ha vissuto una brutta esperienza con una donna…e ormai è evidente…ma nei prossimi capitoli approfondierò, non è ancora il momento! Continua a seguirmi caVa ^____- bacioni

CrAzYtTeN: ahahahah, la tua recensione è caotica ma super simpatica! Già già, Axel e Roxas dentro quello sgabuzzino sono pericolosi…più che altro Axel…Rokuchan mi sa che è una vittima e basta XD! Roxas, anche se non lo ammette, comincia a perderci la testa, per quell’istrice…chissà come finirà? Glassie mille per il commento, spero continuerai a lasciarmi una traccia del tuo passaggio! ^____-

Coco Bandicoot: felicissima che anche questo capitolo ti sia paiucto e ti abbia divertita! Bè, anche se non sei fan dello yaoi, spero che continuerai a leggere la mia storia…per quanto riguarda lo yuri puoo stare tranquilla, è un genere che mi è indifferente, perciò non lo uso. Grazie milole per i complimenti! P.s. sai che quando giocavo a Crash usavo sempre Coco? Leggere il tuo nick mi fa ricordare interi pomeriggi davanti alla playstation uno…ahahahah bei tempi XD!

Nancy92: figurati, anche io spessissimo non riesco a commentare le mie fanfiction preferite XD! Ma sono super happy di risentirti! Sono contenta che il mio modo di scrivere ti piaccia ^^ faccio del mio meglio, e quindi sentire i vostri complimenti mi dà una grandissima soddisfazione! GIà, Sora e Riku che si stringono la mano sono pucciosi, vero? *___* Anche se chissà, magari non era un gesto malizioso…in fondo Sora è molto infantile, perciò potrebbe averla presa come una dimostrazione d’affetto e nient’altro…spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, anche perché parla molto di Axel e Roxas…ahahahah che pervertita che sono! Un abbraccio

Sapphire93: addirittura geniale? Grazieeeeee! Anche se io mi sento più pazza che geniale, ma i complimenti li accetto sempre e comunque XD! Uah, un’altra fan dello yaoi? Ma benvenutissima, cara! Con me troverai pane per i tuoi denti,, te lo assicuro!! Se ti piacciono le AkuRoku, ho scritto diverse one-shot! Magari non sono il massimo, ma sicuramente sazieranno almeno in parte la tua sete yaoiosa! Infine…benvenutissima qui su EFP!

E INFINE, UN ABBRACCIO ANCHE A CHI LEGGE SENZA RECENSIRE E A CHI HA INSERITO LA STORIA TRA I PREFERITI!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! AL prossimo! Grazie per aver lettooooooo *inchino*

MagikaMemy

   
 
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