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Autore: grety95    11/08/2014    1 recensioni
Una ragazza nobile, che potrebbe avere tutto nella vita, cerca rifugio proprio nella Brughiera: il luogo più ostile all'Uomo. Cosa l'ha spinta a tanto? E la Signora di ogni male crederà alla sua storia? Accetterà che un nuovo essere umano valichi i confini del regno incantato dopo il tradimento subito? Mentre gli anni passano e la piccola Aurora cresce al sicuro, una nuova anima cerca la libertà... ed un nuovo amore inizia a sbocciare.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fosco, Malefica, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~~Ann sentì qualcosa di ruvido, caldo ed umido bagnarle la faccia; aprì gli occhi e trovò il vecchio Twingo impegnato a svegliarla con affettuosi “bacetti”. “Ehi!” esclamò ridendo, poi affondò le mani nella pelliccia dell’animale per coccolarlo “Mi fai il solletico!”. I due si rotolarono per un po’, finché il segugio iniziò a sentire il peso degli anni e si accucciò sfinito ai piedi della sua nuova padroncina. Solo allora Ann si ricordò dove fosse, perché e soprattutto… che c’era un enorme ostacolo che la separava dalla sua libertà. Arrabbiata, umiliata ed euforica all’idea della fuga, la ragazza si era infatti dimenticata dell’impenetrabile barriera di rovi eretta anni prima da Malefica per separare la Brughiera dal mondo umano. Ora quelle spine soprannaturalmente enormi si stagliavano a pochi metri da lei e le impedivano di arrivare alla meta, dove nessuno, neppure suo padre od il marchese, avrebbe mai potuto trovarla, perché non l’avrebbero mai cercata in un simile posto.  Un brontolio nello stomaco le ricordò inoltre la sua imprudenza: sicurissima di riuscire nell’impresa e troppo occupata a non farsi beccare durante la fuga dal castello, non aveva pensato a portare con sé acqua e viveri. Sapeva che nella lussureggiante Brughiera dovevano esserci laghi e fiumi per alimentare la vegetazione e dissetare le creature che vi dimoravano, ma mai aveva riflettuto sulla possibilità che qualcosa le impedisse di arrivare sulle sponde di quegli specchi d’acqua. Gettò uno sguardo al povero Twingo ancora ansimante e il cuore le si strinse in una morsa: senza acqua sarebbero sicuramente morti entrambi! Cosa poteva fare ora? Di certo non sarebbe mai tornata da dove era venuta e men che meno al palazzo di suo padre! Si guardò attorno e scorse una piccola fattoria al limitare della “terra di nessuno”. Se non fosse stata figlia di un nobile, avrebbe certamente chiesto asilo laggiù; non le sarebbe infatti dispiaciuto guadagnarsi da vivere con le proprie forze, con quella stessa dignità che dimostravano le serve al suo palazzo. Ann però conosceva suo padre, sapeva che non avrebbe mai mollato, che avrebbe perquisito ogni singola abitazione del regno pur di trovarla. Anche per questo aveva scelto proprio la Brughiera… In ogni caso non poteva lasciarsi morire di stenti, né riservare una simile sorte al suo amico a quattro zampe! Così, dopo aver lanciato una fugace occhiata ai minacciosi rovi, chiamò il cane e si diressero entrambi verso la casupola all’orizzonte.

“Non sarà difficile” pensava Ann “Busserò, spiegherò la mia situazione e chiederò qualcosa da mangiare in cambio di qualche lavoretto. Se mi dimostro gentile non avranno motivo di cacciarmi via!” Mentre faceva questi discorsi tra sé era ormai giunta alla fattoria “Ci siamo, Twingo! Ora devi stare buono, promettimelo!”. Il segugio abbaiò in segno di assenso e la ragazza si preparò a bussare. Le sue nocche avevano appena sfiorato il legno, quando un nuovo timore l’assalì: e se l’avessero riconosciuta?  Era pur vero che non passava le giornate a scorrazzare per il regno, ma che era figlia di Broadway lo si capiva solo guardandola e se non altro tutti avrebbero notato la somiglianza con le ben più note sorelle maggiori. Inoltre… anche ammesso che non la riconoscessero all’istante, un’eventuale insistenza da parte di suo padre li avrebbe indotti a pensare a lei, qualora le cose fossero andate come temeva. Approfittando del fatto che nessuno fosse venuto ad aprirle, Ann corse sul retro, dove il recinto dei maiali le suggerì un camuffamento. La ragazzina infilò quindi una mano sotto il muso di una grassa scrofa che allattava i suoi piccoli e raccolse una manciata del fango in cui gli animali si rotolavano. Si sporcò quindi il viso, le braccia ed il mantello, poi, calatoselo quanto più poté sugli occhi scuri, tornò a bussare alla porta. Ad aprire venne una giovane donna dal viso segnato dalle tribolazioni. Portava un neonato tra le braccia ed un secondo bambino, più grandicello, fece capolino da dietro la tunica della madre. Ann si inchinò all’istante e si presentò come aveva stabilito. La signora le sorrise benevola e le disse di aspettarla lì fuori. Dopo poco tornò con un secchio d’acqua e dei panni puliti e, con grande stupore della giovane ospite, le disse di lavarsi e cambiarsi d’abito, poi sarebbe potuta entrare e rifocillarsi assieme al suo cane. Ann non poté fare nulla. Così, dopo essersi pulita la faccia cercò di tenere più capelli possibili sul viso, affinché rimanesse per lo più nascosto. Il pasto fu semplice come la casa e chi vi abitava, ma Ann mangiò tutto di buon grado e ringraziò più volte la padrona di casa ed offrì il suo aiuto per sdebitarsi. Dal canto suo la donna fu felice di tale proposta ed affidò alla piccola forestiera il compito di badare ai suoi due figli mentre lei finiva le faccende domestiche.

Era ormai pomeriggio, Ann sapeva di non potersi trattenere a lungo. A quell’ora, si diceva, suo padre aveva già sicuramente setacciato mezzo regno per trovarla e tra non molto, il giorno seguente al massimo, sarebbe passato di là. Riuscire ad attraversare la barriera di rovi era dunque la sua sola speranza! Improvvisamente il figlio maggiore della contadina corse esultando verso di lei e svegliò il fratellino che dormiva sereno tra le sue braccia. Persino il vecchio Twingo fu strappato al suo sonno ed iniziò a latrare ed agitarsi non appena il ragazzino mostrò il motivo della sua contentezza. Non appena Ann capì di cosa si trattasse, balzò in piedi tanto rapidamente che per poco il neonato non le sfuggì di mano. Il piccolo monello infatti reggeva, tenendolo per le zampe, uno dei corvi più grossi e più neri che la ragazza avesse mai visto. La povera bestia era terrorizzata, tanto che non si arrendeva e continuava a sbattere le ali, beccare e gracchiare nella speranza di liberarsi. Guardandolo la paura di Ann si trasformò rapidamente in pena. “Tienilo!” annunciò il bambino “Ci verrà un bello stufato con questo! Vado ad avvertire la mamma!”. Ann era sbiancata difronte a tale richiesta. Un conto era sopportare la vista di un corvo che stava per diventare il piatto forte della sera, ma doverlo tenere con le proprie mani era decisamente troppo dopo ciò che le era successo in quella terribile notte di alcuni anni prima! In ogni caso Ann non voleva essere sgarbata con chi si era dimostrato tanto gentile con lei e di certo non voleva fare la figura della sciocca ragazzina di città. Così depose il bimbo nella cesta e, dopo aver respinto un agitatissimo Twingo, allungò la mano per prendere il volatile. Non osava guardarlo per paura di non riuscire ed il ragazzino, accortosene, le chiese se le facesse impressione. L’orgoglio di Ann la spinse a negare e, fissando l’animale, chiuse le dita tremanti attorno a quelle zampe ruvide. “Ecco fatto!” esclamò il figlio della contadina “Mi raccomando, non farlo scappare! Mamma è a rammendare laggiù, la informo e torno subito!”. Se aveste visto la giovane Ann in quella situazione, avreste riso certamente a crepapelle! Dopotutto… non è sempre facile nascondere e superare le proprie paure. Ad ogni modo, nel tempo necessario al ragazzino per raggiungere la madre, Ann ebbe occasione di osservare meglio ciò che aveva per le mani e, dopo la repulsione e la pena, iniziò a notare la straordinaria bellezza dell’animale. Era senza dubbio regale, con quel piumaggio nero e lucente che pareva carbone puro. Inoltre le penne erano lunghe e soffici, tanto da ricordarle una giacca da uomo. Istintivamente il suo indice si mosse in direzione del capo del corvo, per accarezzarlo. “Non sei tanto male…” gli disse “Forse potresti addirittura piacermi!”. Improvvisamente Twingo le saltò addosso facendole mollare la presa, per poi gettarsi sul malcapitato volatile. La scena durò pochi istanti, ma fu terribile. Il povero corvo sarebbe certamente morto se Ann non si fosse lanciata tra lui ed il cane, fermando quest’ultimo e recuperando il primo. “Ne hai passate tante per oggi!” esclamò poi, ancora con il fiatone, rivolta al volatile. Si voltò e vide che madre e figlio erano ormai abbastanza vicini per decretare definitivamente la morte del pennuto. La ragazza ed il corvo si guardarono quindi e per la prima volta sembrò scoccare una scintilla tra i loro occhi scuri. Come al solito, Ann prese la decisione senza pensarci. “Scappa!” sussurrò fingendo di inciampare e liberando così l’uccello nero che, senza farselo ripetere, spiccò il volo della salvezza e sparì oltre la barriera di spine, al sicuro nella Brughiera.

   
 
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