Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi
Segui la storia  |       
Autore: titty_93    11/08/2014    1 recensioni
Leonardo Abate, salvato miracolosamente da De Silva è stato cresciuto nella fredda città russa di San Pietroburgo. All'età di 21 anni è pronto per ritornare nella sua città d'origine e pianificare così la sua vendetta...(questa storia è il continuo di squadra antimafia 5 e ha come protagonista Leo,ma verrà approfondito anche il rapporto tra Rosy e Domenico e altri vecchi personaggi della fiction).
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Domenico Calcaterra, Leonardo Abate, Rosalia/Rosy Abate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
28. Incapace di amare?

Leonardo respirò faticosamente, portandosi una mano al petto. Stava veramente arrivando? Stava riuscendo finalmente a compiere la sua vendetta? Eppure perchè non riusciva a compiacersi di questo? Perchè restava in silenzio, appoggiato con la testa al muro, e con una sensazione strana nel petto?. 
Riuscì a chiedere solamente a De Silva di lasciarlo da solo, anche se solo non era. Con lei c'era sua madre. Rosy lo stava osservando, suo figlio era strano, troppo strano.
Decise di avvicinarsi a lui e mentre tentava un contatto con lui egli la respinse - "tu non toccarmi" - disse alzando l'indice, ma non c'era nessun tono minaccioso nella sua voce.
"Grazie" - ribadì Rosy. E si riferiva a quando poco fa lui era riuscito a difenderla. Ad evitare una strage - "se non fosse stato per te".
"ZITTA!ZITTA! DEVI STARE ZITTA" - Rosy non terminò la frase. Leonardo adesso aveva cambiato atteggiamento, era arrabbiato - "parlavi con Mimmo vero?Che cosa gli hai detto?Che cosa sa?".
"Niente. Non gli ho detto niente, altrimenti sarebbe già venuto qui a prenderti".
"Mi spieghi perchè lo hai fatto?".
"Per proteggerti. Calcaterra era l'unico modo che avevo per proteggerti".
"Io non ho bisogno di essere protetto, non voglio essere protetto".
"E invece si tesoro".
Rosy tentò nuovamente un approccio, ma Leonardo glielo negò di nuovo.
"Sono stato uno stupido. Ti ho addirittura suggerito di andare da lui perchè ero convinto che avessi bisogno di lui e invece voi chissà da quanto di vedevate di nascosto".
"Questo non è vero Leo. Devi credermi".
"E come faccio a crederti adesso? Spiegamelo!".
"Non l'ho fatto solo per questo" - Rosy avrebbe voluto dire di avere bisogno di lui, ma quelle parole non arrivarono alla sua bocca.
"Dammi il cellulare dai" - Leo allungò le braccia e con difficoltà sua madre glielo ripose tra le mani. Avrebbe distrutto quel cellulare , almeno questo era quello che pensava Rosy, e sbagliò. Leonardo aprì un cassetto del comodino, estrapolò un carica batteria probabilmente era uno dei due ragazzi, lo mise in corrente e attaccò il cavo usb al telefono. Poi lo accese.
"Che stai facendo?"  - chiese Rosy stranita.
"Ti do l'oppurtunità di dirgli addio" - dopodiché Leo uscì fuori con un pacchetto di sigarette in mano. Era triste, e chissà per cosa. Rosy lo guardò dalla finestra. Lo vide sedersi su una panchina poco distante dalla loro abitazione dopodiché scalciò via alcuni sassi mentre fumava e intrecciava le sue mani tra i capelli. Avrebbe voluto capirci di più, ma si mise nei suoi panni : magari voleva starsene da solo. Lei era così, esattamente come lui. Quando si parlava di sentimenti, di emozioni, doveva tenerle per se.
Chiamò Domenico, egli rispose al secondo squillo - "Rosy! Finalmente! Sono rimasto in pena per tutto questo tempo".
Calcaterra sembrò tirare un sospiro di sollievo.
"Non dobbiamo più sentirci sbirro".
"E perchè? E' successo qualcosa?".
"De Silva ha scoperto tutto".
"Come? Cazzo!!! Ma quindi....".
"Leonardo si è intromesso intentando una storiella, a quanto pare quel minchione se le bevuta".
"Ti ha protetto, Rosy" - sentì un accenno di sorriso da parte di Domenico - " e ti ha anche permesso di telefonarmi! Tuo figlio sta cambiando".
Lei ne era convinta di questo, anzi veramente era sempre stata convinta che Leo non fosse la sua fotocopia di una volta, era solamente giovane e impulsivo. Non era un mafioso. Non era come quelle brutte persone con cui Rosy aveva avuto a che fare anni prima. E con questi piccoli, piccolissimi gesti lui lo stava dimostrando. E magari non se ne rendeva conto.
"Mio figlio è stato sempre quello che è. Quello che vuole far vedere al mondo, è solamente una facciata".
"Dov'è adesso?".
"E' fuori. Lo vedo da qui".
"Devi convincerlo a non fare cazzate".
"Tu saresti stato l'unica persona  in grado di fermarlo".
"Non dire cazzate Rosy".
"Senti Domenico" - Leonardo era ancora fuori, seduto sulla panchina e lei poteva ancora parlare - "non ho molto tempo. Leo a breve sarà qui. Devi assolutamente rafforzare le guardie a casa della Colombo. Leo vuole agire e poi un altra cosa, quella li deve avere un asso nella manica forse...".
Rosy smise di parlare perchè suo figlio era ad un passo da lei, sconvolto, forse arrabbiato. Le strappò il cellulare e circondò l'aggeggio in una mano per non far sentire nulla a Domenico.
"Mi sono fidato di nuovo di te! Che sciocco!".
Leonardo avvicinò il telefonino all'orecchio. Senti dall'altra parte Mimmo urlare il nome di Rosy.
"No, Leonardo!" - rispose Leo.
Dall'altra parte ci fu un silenzio. Un silenzio che quasi faceva rumore da entrambi le parti. Silenzi che pesavano più di mille parole. Silenzi ai quali non si poteva e non si voleva rispondere. Silenzi così pieni di parole che nessuno mai ascolterà...
"Leonardino ascoltami" - Domenico ebbe il coraggio di spezzare quel silenzio, e la sua voce era quasi tremolante, insicura, lui non era mai stato così.
Leo bloccò la frase sul nascere - "Leonardino non esiste più. Addio Mimmo" - chiuse la telefonata. I suoi occhi che prima lanciavo grida di odio adesso sembravano essere incupiti, tristi. Erano lucidi. Ruppe il cellulare in mille pezzi, facendo volare per terra il carica batteria e spezzò la scheda. Il cellulare si stava graffiando sotto al suo piede sinistro, ma questo non bastava. Continuò a calciarlo, sempre più forte.
"Leo basta. Si è rotto, fermati" - Rosy lo prese per le spalle, ma non riuscì a fermarlo.
"Sei arrabbiato? Smettila!!".
"Arrabbiato?" - Leo si fermò un istante e incrociò gli occhi della madre - "No!!Io sono incazzato, furioso. E vuoi sapere il perchè? Perchè la mia mamma mi mente. Perchè io non riesco più a mentire. Perchè la possibilità di vedere compiere la mia vendetta sembra essere sempre più lontano da me".
"Non è vero" - Rosy gli andò vicino e gli prese il viso tra le mani - "sei arrabbiato. Incazzato. Furioso, perchè stai soffrendo. E chi soffre ama. Tu stai amando, Leo".
"Ma che minchia dici? Io non sono capace di amare!".
"Ma che minchia dici tu? Lo fai. Oggi giorno. Senza rendertene conto. Ami tua madre, ami Calcaterra che anche se non dai a vedere, lo reputi come un padre e soprattutto ami quella ragazza, Carmen".
"Non è vero! Non è vero!" - Leo si liberò dalla stretta di sua madre dandogli le spalle e si passò una mano tra i capelli - "io non amo. Io non so amare".
"Hai finalmente capito che la vendetta non è l'unica cosa fondamentale nella tua vita. Che ci sono altre piorità prima".
"Io non posso permettermi distrazioni, non posso".
"Leo" - Rosy andò nuovamente di fronte a lui -" devi dirmi cosa minchia è successo stanotte, perchè sei strano".
"Nente".
"Non dire minchiate".
"Zitta! Devi stare zitta!!".
"Cosa vuoi fare adesso?".
"Ammazzare Veronica Colombo e scappare da questo posto, devo andarmene da qui. Non posso più vivere a Catania!".
"Che cazzo dici? Tu non vai da nessuna parte".
"E invece si mammina".
Rosy lo vide prendere il cellulare e chiamare qualcuno - "devi procurarmi una divisa da sbirro... si si ... hai capito bene.... non te ne deve fottere a tia di che minchia devo farci..... non m'interessa!! Se proprio devi ammazza qualcuno, ma devi procurarmi 'sta minchia di divisa" - dopodiché riagganciò.
"Dai Leo, è sbagliato tutto questo".
"Proprio tu non puoi dirmi cos'è giusto o sbagliato".
"E invece si. Parlo con esperienza, io mi rivedo in te. Ma solo quando ero giovane e ingenua. Non entrare in questo giro, ti prego, non diventare un mafioso". Leonardo sorrise appena prendendo una sigaretta - " perchè la mafia mi ha derubato della cosa più importante della mia vita : l'amore di mio figlio! Non voglio che accada questo anche a te".
Rosy urlò, ma Leo sembrava non ascoltare. Prese il giubbotto, scomparì in quel covo e chiuse la porta.... a chiave.
"Non puoi rinchiudermi qua dentro!!!" - diceva mentre dava piccoli pugni alla porta. Si precipitò alla finestra, era chiusa. E a quanto pare era rotta perchè si apriva solo dall'esterno - "LEOOOO!!! Non fare cazzate, ti prego" - continuava a dire urlando. Suo figlio attraversava il perimetro della campagnia, e sembrava non prestare minimante attenzione alle sue parole.

Ahi, ahi, ahi Leonardo è troppo impulsivo!!Non riesce ad accettare il suo cambiamento. Che cosa farà adesso? Andrà da Veronica? Cosa le fara? Lo scopriremo nel prossimo capitolo ;).
Passate nella mia pagina fb dedicata a squadra antimafia : con tante anticipazioni sulla nuova serie -> https://www.facebook.com/squadraantimafiamania?ref=hl&ref_type=bookmark
p.s credo di aggiornare tra due settimane! Mi dispiace, ma c'è di mezzo il ferragosto, il mare, le uscite, e non ho proprio tempo >.< . E poi volevo agevolare anche alcune persone che sono in vacanza e che non possono seguire la mia storia, così al ritorno non avranno molto da recuperare!!! Buon ferragosto a tutte/i =P.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra antimafia - Palermo oggi / Vai alla pagina dell'autore: titty_93