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Autore: Starishadow    11/08/2014    0 recensioni
Che Ai e Syo siano come cane e gatto è una cosa risaputa, ma cosa può cambiare quando uno dei due esagera, e le sue parole vanno a colpire dritte dritte il fondo del cuore dell'altro? Quali saranno le conseguenze del loro ennesimo scontro? E mentre le ombre del passato iniziano ad allungarsi verso il presente, riusciranno quei due a proseguire per la loro strada, o verranno raggiunti da quel buio?
Se pensate che la storia possa piacervi, entrate pure e leggete! ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Something's strange
 
«Ai-ai, non credi di aver esagerato con Syo-kun oggi?» chiese pigramente Reiji, abbandonato sul divano mentre i piedi penzolavano a terra, poco distanti dalla testa di Ranmaru che stava strimpellando qualche nota sul suo preziosissimo basso, o sulla “sua ragazza” come lui preferiva chiamare lo strumento.
Ai alzò gli occhi dal suo computer su cui stava scrivendo chissà cosa e lo fissò apatico come al solito:
«Se vuole diventare un idol deve farlo» disse semplicemente, alzando le spalle «anche Camus fa lo stesso con Cecil» aggiunse come se questo lo giustificasse.
Reiji sospirò:
«Infatti credo che anche Myu-chan debba andarci piano… sono solo ragazzi!» esclamò, Camus lo fissò con aria glaciale dalla sua poltrona su cui leggeva un libro che teneva in una mano e sorseggiava vino da un calice che teneva nell’altra:
«Non chiamarmi Myu-chan, Kotobuki»
Reiji alzò gli occhi al cielo e giocherellò con i capelli di Ranmaru con i suoi piedi, l’altro idol li scansò disgustato.
«Tu che ne pensi Ran-ran?» chiese allora il più estroverso fra i Quartet Night, rigirandosi sul divano fino ad avere la testa dove prima aveva avuto i piedi e fissando Ranmaru incuriosito, l’idol sbuffò e smise di suonare:
«Ognuno fa quello che vuole con i suoi  kohai. Io a quello scansafatiche di Jinguji faccio fare il doppio delle cose che faccio fare a Hijirikawa»
Reiji sospirò:
«Otoyan e Toki sono perfetti, quindi devo fargli fare poche cose… e soprattutto so che se mi chiedono una pausa hanno un motivo» enfatizzò l’ultima frase e lanciò uno sguardo di biasimo ad Ai, che non sembrò notarlo, continuando a digitare sul computer «Syo-kun sembrava avere una pessima cera prima» notò innocentemente, e stavolta ci fu un rumore secco che sorprese anche Camus e Ranmaru, tutti si voltarono verso Ai che aveva chiuso di scatto il suo portatile e ora si fissava le mani con aria indecifrabile.
«Mikaze?» lo chiamò Camus, che sembrava avere un certo debole per il più piccolo del gruppo, l’unico che sembrava considerare suo pari.
Reiji si accigliò e rimase interdetto a fissare Ai che, senza dire una parola, si alzava e, con il computer sotto un braccio e il pugno dell’altra mano serrato, si allontanava dalla sala con postura rigida.
I tre idols rimasti indietro si fissarono sconcertati, facendo spallucce.
Qualcosa non tornava con Ai, non era da lui andarsene in quel modo…
 
«Kurusu»
Ai entrò nella camera, chiamando il cognome del kohai duramente e freddamente, ma fu accolto da Natsuki che gli faceva cenno di parlare piano con un dito sulle labbra:
«Si è addormentato» sussurrò.
«Non è ancora ora di dormire» notò gelidamente il senpai, lasciando il computer sulla scrivania e incrociando le braccia sul petto «non ha ancora finito il testo che gli avevo assegnato, e lo voglio entro domani mattina»
Natsuki parve essere sul punto di dirgli qualcosa, come se morisse dalla voglia di farlo, ma poi lanciò uno sguardo a Syo collassato sul letto, chinò le spalle e sospirò:
«Non potrebbe lasciarlo riposare solo per stasera, Mikaze-senpai? Non si sentiva molto bene» non era da Natsuki rivolgersi a lui in quella maniera cortese e  supplichevole, senza il suo solito allegro modo di chiamarlo “Ai-chan” e blaterare qualcosa su come anche lui, in fondo, fosse piccolo e carino.
«Cos’ha?» sospirò alla fine il senpai, lasciandosi cadere sul suo divano.
«Ehm… l-lui… ecco… mal di testa! Sì, ecco, un fortissimo mal di testa…»
“Perché sta mentendo?” si chiese Ai, aggrottando le sopracciglia e fissandolo come se cercasse di leggergli dentro. Natsuki deglutì, a disagio, e dopo una risatina nervosa bofonchiò qualcosa sul doversi fare una doccia dopo l’allenamento di quel giorno e si chiuse di fretta in bagno.
Lasciando Ai da solo con Syo.
L’idol più piccolo dei due si alzò silenziosamente e si accucciò davanti al letto del ragazzo biondo, osservandolo curiosamente.
Aveva la fronte imperlata di sudore e le sopracciglia leggermente aggrottate, sembrava non stesse dormendo bene.
“C-che cosa…?” Ai si allontanò quasi bruscamente, per i suoi standard, quando realizzò che il suo corpo stava reagendo alla vicinanza in maniera non regolare. Era già stato così vicino ad altri ragazzi - vivere con Reiji e Natsuki ed evitare il contatto fisico era pura fantascienza dopo tutto - e mai, mai, gli era successo qualcosa del genere.
Tentò di calmare il respiro e il battito cardiaco, mentre guardava ovunque tranne che verso il letto di Syo, e solo dopo diversi minuti passati a fissare gli occhietti inespressivi di Piyo-chan riuscì ad ottenere i risultati sperati.
“Maledetto Kurusu” si disse, mentre prendeva il suo portatile e lo accendeva, sprofondando nella sua beneamata sedia girevole.
   
 
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