NB: fa tutto parte della mia testolina malata. Eccetto i fatti avvenuti nel videogioco "Assassin's Creed: Brotherhood", con qualche piccola modifica da parte mia. E' la prima volta su questo fandom, siate clementi. :)
La ragazza del futuro.
«Voi state cercando di dirmi che arrivate direttamente dal... Futuro?!» L'uomo che l'aveva trovata su un mucchio di fieno stava per afferrare un coltellino.
Prese un lungo respiro, prima che un altro attacco di panico prese il sopravvento. Fino a tre ora fa era una normale studentessa svogliata ma incuriosita -oltre che assonnata- e ad un tratto la realtà le era crollata e la follia aveva preso il sopravvento.
Sospirò ancora, per calmarsi. L'avevano portata in una stanza, arredata da casse di legno, candele e tanti, tanti libri.
«Che scherzo è mai questo?! Chi vi manda? DITEMELO.» Il cappuccio verde era calato e rivelava l'aspetto di un uomo alto, con i capelli che ricordavano il manto di una volpe, occhi verdi e vispi, pronti a catturare ogni mio minimo movimento o indulgenza.
«Ve lo giuro, io non so cosa sia successo: stavo studiando nella mia camera quando voi mi avete svegliato!» Tentò di affermare le sue teorie, perché onestamente, neanche lei sapeva cosa fosse successo davvero.
«Ho imputato che questo non è un sogno, il sangue che ho versato poco fa grazie alla spada di un suo segugio ha fatto male, davvero male. E non ho mai fatto abuso di droghe o... Oppio?!» Aggiunse. Stava succedendo davvero?
"Chiara Rinaldi, in cosa ti sei cacciata?"
Lo sguardo dell'uomo sembrò placarsi, fino a quando non arrivò uno dei suoi seguagi o forse scagnozzi.
Chiara era sicura che la sua professoressa saprebbe esattamente chi erano questi tizi, e molto probabilmente la psicologa di sua cugina avrebbe saputo di certo dirle che cosa fosse andato storto.
«Volpe, Machiavelli richiede la vostra presenza nel Covo.» Bisbigliò quello. L'uomo annuì, facendogli cenno di uscire, così da rimanere soltanto la ragazza e lui in quella stanza spoglia.
«Devo andare e sicché non posso lasciarvi da sola, verrete con me. Solo Dio sa chi siete e cosa volete ma, dato che nella mia esistenza di cose bizarre ne ho viste...» Disse, con un ché di malinconico, «vi troverò un posto dove restare fino a che non sapremo cosa fare di voi; vi spaccerete per una mia nipote lontana, in cerca di rifugio.» Finì la sua frase.
Chiara annuì, grata della sua comprensione iniziale, ma allo stesso impaurita per cosa sarebbe potuto accadere con il passare del tempo, dato che non è mai stata brava a dire bugie né tantomeno a recitare. Si alzò dalla sedia e l'uomo l'afferrò per un braccio: «Ma sappi che ti terrò d'occhio.»
* * * * * *
L'uomo, Volpe il suo nome, si preoccupò di darle dei vestiti da donna, trasandati e di due taglie più grandi. Chiara lo seguì sommessamente, senza fiatare.
Stava davvero camminando per le strade di Roma, la Roma antica e possente che sempre aveva studiato. E quelli che le passavano vicino non erano avvocati o borsisti, ma mercanti, semplici mercanti.
Era davvero surreale, pensò la ragazza, inciampò nuovamente nell'abito, decisamente troppo grande per lei, mentre qualche scagnozzo di Volpe rise sotto i baffi.
Arrivarono in una piazzetta, e scesero le scale, trovandosi difronte ad una grande porta che l'uomo aprì: entrando tutto era decisamente più lussuoso, niente a che vedere con la tana di Volpe.
I libri c'erano comunque, ma a reggerli vi erano delle librerie. Rimase imbambolata a guardare quei libri, da grande appassionata -ma pigra che era- che neanche si accorse delle persone difronte a loro.
«Volpe, non sapevo aveste ospiti.» Un signore dai corti capelli e un abito molto formale, tipo quelli che vedeva solitamente nei libri di storia, fece un mezzo inchino educato.
«Ser Niccolò Machiavelli.»
"Oh. Mio. Dio." Aveva udito bene?! Niccolò Machiavelli in persona?
«Quante riverenze, è solo mia nipote.» Ribattè Volpe, facendo qualche passo verso di lei, dandole una piccola gomitata, in segno di applicare quello che lui le aveva insegnato poco fa: ovvero salutare come una donna del tempo.
Così fece, sentendosi un'idiota.
«Chiara Rinaldi, vostra signorìa.»
«Un nome da favola, per una ragazza altrettanto da favola.» Rispose Machiavelli. Le sembrava davvero surreale. Chiara arrossì evidentemente, nascondendosi dietro al suo fantomatico zio.
«A cosa dobbiamo la sua visita, signorina?» Una voce, che aveva marcato quel 'signorina' in modo dispregiativo, arrivava da un altro personaggio vicino a Machiavelli, quasi inosservato dato il suo cappuccio, che sovrastava gran parte del suo viso.
«Mia nipote è venuta in cerca di rifugio, la sua famiglia è stata assassinata, -quanto ho pianto mio fratello!- e lei è riuscita a fuggire, è innocua, per questo l'ho portata qui, ma non appena finito l'affiderò alla Rose in Fiore, vostra sorella, Claudia Auditore, saprà cosa farne.»
Cosa? Questo particolare lo aveva decisamente omesso!
"Attacco di panico, attacco di panico. Respira Chiara."
Il suo sguardò saettò verso Volpe, e poi verso l'uomo con il cappuccio sul capo, pronto a toglierselo, rivelando uno spettacolo molto piacevole decisamente in antitesi con il modo in cui l'aveva, in un certo senso derisa.
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Salve a tutti! Chiedo scusa per essere stata una desaparicida!
Sono abbastanza famosa per lasciare i miei manoscritti -forse sarebbe meglio piedoscritti- incompleti, dato che a volte vengo presa da lampi di genio! XD
Ad ogni modo, spero che vi piaccia, ci ho messo pochissimo per riscrivere e decidere di postare, altrimenti non l'avrei più fatto.
Dato per come vi dicevo vengo presa da attacchi di genio, il prologo che scrissi un po' di tempo fa non mi piaceva, così l'ho riscritto. Mi farebbe piacere se ci date un'occhiata, altrimente fa niente, ci sentiamo alla prossima, sempre se vorrete!
Fatemi sapere cosa ne pensate e vi ringrazio per le seguite/ricordate/preferite/!
Un bacione <3