12/08/2014
1 recensioniThe annoying owl
Akaashi guardò per l'ennesima volta la lista della spesa, doveva davvero comprare un sacco di cose e si augurava di avere con sé abbastanza soldi per pagare tutto.La convivenza con un animale simile si era dimostrata uno strazio, uno strazio costoso però.
Il suo nuovo coinquilino era un tipo dai gusti difficili che sembravano cambiare da una settimana all'altra: quello che era stato un pasto apprezzatissimo il lunedì, sette giorni dopo si tramutava nel cibo più disgustoso di questa terra.
Akaashi era un ragazzo piuttosto paziente ed amava provare ad acquistare cose nuove -ormai era diventata una massaia provetta, ma non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso- quindi decise di vedere il lato positivo del dover continuamente cercare nuove qualità di cibo per il suo animale domestico, se così lo si poteva definire.
I problemi della convivenza con un animale simile però non si limitavano al cibo: quella creatura era dannatamente pigra e sporca. Da quando Akaashi non viveva più da solo la casa era diventata un macello e si era trovato a ripetersi centinaia di volte che sarebbe dovuto andare all'anagrafe a farsi cambiare il nome in “Consuelo la domestica”. Aveva provato ad addestrarlo, a farlo stare nei suoi spazi, a non farlo svolazzare in camera, ma nulla.
A nulla erano servite le grida, le minacce di sbatterlo fuori casa, le serate passate a lamentarsi di quanta fatica stesse facendo per cercare di mantenere la casa pulita. Se solo non fosse stato un ragazzo di buon cuore, sarebbe andato in autostrada con quell'animale al seguito e lo avrebbe abbandonato quanto più lontano possibile dalla sua abitazione.
Finite le commissioni, Akaashi tornò a casa. Si trascinò stancamente lungo il corridoio che portava al suo appartamento portando con sé le buste della spesa che si era ripetutamente sbattuto contro le gambe mentre faceva le scale.
Una parte di sé aveva voglia di rientrare a casa per coccolare la creaturina che aveva deciso di far abitare nella sua preziosa dimora, ma un'altra parte era fin troppo consapevole del fatto che tutte quelle piccole cose fastidiose che gli davano tanto sui nervi si sarebbero immancabilmente ripetute anche durante quella giornata.
Inserì la chiave nella serratura della porta, la aprì e lentamente fece il suo ingresso urlando: «Sono a casa!»
In risposta sentì un flebile bubolare che proveniva dal salotto. Non era corso ad accoglierlo, ma almeno non se n'era andato senza dire nulla.
«Oh! Uh! Uh! Hai bisogno di aiuto?» Bokuto, rigorosamente in pigiama nonostante fosse quasi mezzogiorno, corse verso l'ingresso stringendo in mano il telecomando della TV come se ormai non potesse più vivere senza.
«Tu che mi aiuti? Hai la febbre? Ti senti male?»
Il ragazzo rise, prese uno dei sacchetti che Akaashi teneva in mano e se ne andò verso la cucina blaterando qualcosa sul fatto che in televisione stavano trasmettendo una partita di pallavolo della nazionale giapponese.
Akaashi sorrise. Nonostante la convivenza con quel gufo malefico avesse una quantità di difetti incommensurabile non poteva neanche lamentarsi troppo. Gli voleva bene, gli teneva compagnia e pagava metà dell'affitto. Tutte quelle piccole cose negative, erano solo parte del gioco.
[HeyHeyHeyHoot: Come da descrizione, questa scemenza è stata scritta per il tema "animale domestico" proposto su twitter da @/Spokon_69minITA. Non ero intenzionata a postarla qui, ma la coerenza non è il mio forte. Alla prossima.]