Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: GiuUndergroundNOH8    12/08/2014    0 recensioni
E tu cosa faresti se dovessi scappare dal tuo paese, abbandonare tutte le persone a te care senza nemmeno poter dire loro addio? Questa storia parla di Chen e di come ha reagito di fronte a questa terribile disgrazia.
"Condannato e auto-esiliato. Sono innocente.
Sono 7 anni che vago per il mondo. Ho conosciuto tantissime culture diverse fra di loro, tutte mi sono rimaste nel cuore. Niente è come casa, ma non posso tornarci. Ho cercato di farmi una seconda vita.
Non me ne sono fatta solo una seconda. Ma decine."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chen, Chen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando si chiude una porta..


Le cose andarono così.
So-yon era una stilista sudcoreana che in breve tempo riuscì a distinguersi tra il panorama della moda di Seoul e a diffondere in città il proprio marchio.
Era riuscita ad unire qualità e prezzi abbordabili. Si rifaceva all’alta moda italiana e dal momento che a Seoul tutti i borghesi apprezzano i capi del Bel Paese, la donna procedette assai rapidamente nella sua scalata verso la vetta del successo.
La SM aveva deciso di acquistare i capi di So-yon, sia per aiutare una nuova imprenditrice, sia perché quegli abiti ci avrebbero dato un aspetto molto più occidentale che fa impazzire le teenager asiatiche e non.
Insomma, in poco tempo, So-yon avrebbe creato un impero della moda dalle ceneri. La mafia sudcoreana annusando ghiotti affari, decise di acquistare delle azioni del marchio. Per di più arrivò a patti con la donna, ossia che i proprio imprenditori (sottopagati, in nero) sarebbero riusciti a produrre 2 capi a 25 euro l’uno al mese, contro gli altri piccoli sarti che al massimo potevano arrivare a 2 capi al mese a 40 euro ciascuno. A So-yon sarebbe dovuto venire il dubbio. Fatto sta che accettò.
Poi la polizia scoprì tutto. Venne a galla che quei sarti erano in realtà al soldo della mafia. Vennero arrestati quei poveri lavoratori in nero e qualche amministratore che aveva coordinato le relazioni per i capi mafiosi tra So-yon e i sarti.
I giornali il giorno successivo avevano titoli come: Fermati i giochi sporchi della mafia o Duro colpo alle organizzazioni criminali.
I boss erano ancora là fuori. Si erano messi in testa di ottenere il marchio di So-yon, ad ogni costo. La poverina era molto turbata dopo lo scandalo. Aveva paura che adesso il suo brand subisse un calo delle vendite, ma fortunatamente non andò proprio così.
La mafia le chiese il pizzo, ma lei dignitosamente denunciò. I boss vedevano nel marchio di So-yon un espediente per arrivare ad infiltrarsi nei commerci dell’abbigliamento occidentali. Le dichiararono morte.
Mi stava cucendo l’abito addosso, ero insieme a LuHan quando dei sicari arrivarono. Avevano il passamontagna, ma erano dei ragazzi. Almeno questa è l’impressione che ho avuto. Le spararono, ma non a morte. Erano inesperti, per copiare i boss mafiosi del cinema impugnarono in modo scorretto la pistola, di modo che quando spararono i colpi non la uccisero ma la ferirono dolorosamente (questo è quello che ho letto sui giornali.)
Lei mi cadde addosso. Io non seppi cosa fare, LuHan mi gridò di correre, di non starmene lì impalato e la gettai a terra. I killer intanto erano spariti, impauriti come me.
Nella frenesia feci cadere del disinfettante. Vidi la bottiglia mezza piena, pensai di prenderla e di correre da So-yon per aiutarla, ma non lo feci. Non sapevo ancora che fosse morta, per me c’era ancora un ultimo tentativo che si poteva fare.
Uscii dall’edificio insieme a LuHan. Denunciammo il fatto, arrivò la polizia.
Ci furono indagini, perquisizioni.
Il mandato di arresto cadde sulla testa mia e di LuHan. Non so come, sicuramente le mafia si sarà infiltrata tra gli alti livelli della politica.
Decidemmo di scappare.
Non so perché, ma questa storia me la dimenticai e se non fosse stato per quel medico sarebbe rimasta sepolta nei recessi della mia mente.
Il resto della storia la sapete.
Dopo essere scappato dal San Francesco, decisi che era giunto il momento di riscattarmi, di raccontare la mia storia. Incontrai una giornalista scapestrata ed in erba. Lei mi riconobbe, riconobbe il Chen cantante degli EXO. Il report fece il giro del mondo, le accuse a mio carico decaddero.
 
Posso ritornare in Corea, ma non credo che lo farò. La mia vita di prima è morta e non c’è modo di riprendersela. Ho deciso di continuare questa mia nuova vita. Cammino per le cittadine europee da solo, cantando di tanto in tanto quando mi invitano a degli show televisivi o a feste di paese.
Ogni mattina però mi alzo molto presto per vedere l’alba, perché lì, da dove sorge il sole, io sento il profumo di casa.

Angolo Autrice: finisce così questa storia! Non sono brava a tirarle troppo per le lunghe, più che altro è che mi stanco! AHAH Ho troppe idee per la testa e per seguirle tutte finisce che non concludo mai niente! Così ho deciso di mettermi giù (per una buona volta) e di completare questa storia anche se significava tagliare diversi capitoli. Va be', alla fine non mi sarebbe piaciuto scrivere, scrivere, scrivere e non raccontare niente...
Spero la storia vi sia piaciuta! Recensite garzie!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: GiuUndergroundNOH8