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Autore: Arianna18    12/08/2014    1 recensioni
Il quarto anno a Hogwarts stava per ricominciare, nell’aria si respirava un certo senso di impazienza e, allo stesso tempo, di irrequietezza: dopotutto il marchio nero era apparso alla coppa del mondo di quidditch.
Come ogni anno Harry Ron ed Hermione erano assieme in una delle cabine dell’espresso per Hogwarts e discutevano.
- Credi che sia tornato, Harry?- domandò Hermione tentando di mascherare una certa dose di preoccupazione.
- Non lo so Hermione, ma sicuramente la presenza dei mangiamorte e del suo segno non promette nulla di positivo- Harry era agitato, non tanto dall’apparizione del marchio e dei seguaci di Voldemort, piuttosto dai continui incubi che l’avevano perseguitato durante tutta l’estate. Se ne stava seduto sul sedile del treno cercando di trovare una spiegazione logica o un qualsiasi nesso tra i suoi sogni e gli avvenimenti di qualche tempo prima.
- Dovresti avvertire Sirius- commentò Ron. Harry scrisse subito una lettera al suo padrino spiegando dettagliatamente l’accaduto e, una volta conclusa, la affidò ad Edvige che, con un rapido battito d’ali partì dal treno in corsa e diretta chissà dove per consegnare il messaggio.
Quell'anno avrebbe segnato per sempre le vite di ognuno di loro.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Dopo l’annuncio del torneo Tremaghi la scuola era in continuo fermento, ogni angolo, ogni aula, ogni passaggio era pieno di novità. Gli studenti di Hogwarts stavano sperimentando per la prima volta cosa volesse dire venire in contatto con un altro genere di maghi e un altro genere di magia.
Naturalmente i ragazzi erano affascinati da qualsiasi studentessa di Beauxbatons, quasi come se quest’ultime avessero esercitato su di loro un incantesimo, tanto erano magnetiche. Non da meno erano i maghi di Durmstrang, con quei modi un po’ rozzi e bruschi suscitavano nelle ragazze un’inspiegabile, ma forte attrazione.
Harry, Ron ed Hermione naturalmente non erano immuni al fascino dei nuovi arrivati, ma nessuno dei tre voleva darlo a vedere. Se ne stavano seduti sulle rive del Lago Nero approfittando delle ultime giornate abbastanza calde per passare un po’ di tempo all’aria aperta e chiacchierare, almeno finché lo studio glielo avesse permesso.
- Affascinanti! – esclamò Hermione tutto d’un tratto facendo sobbalzare Harry.
- Già… - rispose Ron con un filo di voce e la vista annebbiata, esageratamente distratto dalla presenza di una studentessa di Beauxbaton.
- Parli di Krum e dei suoi amici? –
- Non dire sciocchezze Harry! Sto dando un’occhiata a questi incantesimi di trasfigurazione e sono… affascinanti! – Hermione, dicendo questo, alzò la testa e, guardando nella direzione del gruppo di Durmstrang, non potè fare a meno di notare che, proprio Viktor Krum, la stava osservando.
Lui era un ragazzo alto e massiccio dai lineamenti duri e uno sguardo di sfida che riusciva ad intimorire quasi tutti gli altri ragazzi e a stregare tutte le ragazze. Hermione, probabilmente era tra queste, tuttavia la sua razionalità e i suoi nervi saldi non le avrebbero mai permesso di ammetterlo. Non appena fu certa che Krum la stesse fissando intensamente, abbassò lo sguardo imbarazzata ed Harry vide, inaspettatamente, le guance di lei tingersi di una leggera sfumatura di rosso. Sorrise tra se e se.
- Ti godi lo spettacolo Weasley? – una voce troppo familiare giunse alle orecchie dei tre, che, di scatto, si voltarono e videro avvicinarsi, secondo ogni previsione, la sagoma pallida di Malfoy.
- Cosa vuoi Malfoy? – esordì Ron, ma, mentre gli parlava non riuscì a fare a meno di notare che l’attenzione del ragazzo si era spostata da lui a Hermione in meno di un secondo. Draco la stava guardando come un leone guardava la preda. La ragazza incrociò per un attimo il suo sguardo e Ron ne fu infastidito a tal punto da richiamare su di sé l’attenzione.
- Allora? Cosa vuoi? – ma Malfoy non fece in tempo a rispondere che Hermione, con un filo di voce, si rivolse all’amico.
– Lascia perdere Ron –
- Hai sentito Weasley? Devi lasciar perdere. – Sbraitò il Serpeverde e dopo una breve pausa aggiunse - Non ti devi immischiare mezzosangue –
La ragazza, sentendosi chiamare in quel modo, non riuscì a mascherare l’imbarazzo: aveva imparato ad ostentare indifferenza verso certe provocazioni, ma non poteva negare che la abbattessero come nient’altro al mondo. Si morse le labbra e non rispose, riuscì a malapena ad alzare lo sguardo verso Malfoy e vide che nella sua espressione non c'era la solita smorfia di disgusto. Distolse l'attenzione dai due occhi che la fissavano attentamente ma, appena volle dirgli qualcosa per difendersi dall'insulto, Draco se n'era già andato.
- Tutto bene? - chiese Harry preoccupato.
- Sto bene, è solo... Malfoy. Scusate devo tornare a prendere... Dei libri. Ci vediamo a cena - Hermione mentì, voleva solo rimanere sola a smaltire le offese, nemmeno i libri l'avrebbero consolata. Camminò velocemente fin quando non vide più né Ron né Harry, a quel punto decise di sedersi e starsene tranquilla con i suoi pensieri. Ma quando finalmente riuscì a calmarsi, improvvisamente, una voce ruppe il silenzio.
- Granger.. - per la seconda volta nel giro di pochi minuti aveva sentito quella voce e questo le fece perdere tutta la calma che aveva ripreso.
- Cosa vuoi ancora da me Malfoy? Me l'hai già ricordato che sono una "mezzosangue" quindi perché sei ancora qui? - odiò pronunciare la parola "mezzosangue".
- Volevo chiederti scusa... In realtà...- si sbrigò a dire Draco prima che lei potesse aggiungere qualsiasi cosa. Hermione era paralizzata, un brivido le percorse la schiena e rimase ferma, con gli occhi spalancati fissava il ragazzo senza emettere un suono e lui vedendo che aveva il via libera per parlare continuò.
- Granger.. Io.. - ma non riuscì a finire perché vide avvicinarsi Tiger e Goyle: erano stupidi, ma l'avrebbero riempito di domande se l'avessero sentito porgere le proprie scuse ad una Gridondoro, a maggior ragione se si trattava dell'amica mezzosangue di Potter.
- Granger, io devo andare! - La ragazza rimase ferma, immobile, Draco le passo così vicino che le loro mani quasi si sfiorarono ed un altro brivido le percorse la schiena.

••• 

Quel Giorno Hogwarts era pervasa da un’atmosfera di trepidazione ed euforia: presto sarebbero stati annunciati i tre campioni del torneo. Tutti gli studenti, dopo pranzo, si riunirono nella Sala Grande impazienti , chi di scoprire il proprio futuro idolo chi di prepararsi ad affrontare le tre prove del torneo.
Harry e Ron raggiunsero Hermione al tavolo dei Grifondoro, non si sarebbero mai persi la scelta del Calice di Fuoco in cui, nei giorni precedenti, decine e decine di studenti avevano gettato una pergamena con il loro nome scritto sopra. “Eterna gloria” aveva detto Silente: questo sarebbe spettato a chi avesse vinto. Tuttavia Harry non era particolarmente attirato dal torneo, dalla gloria e da tutto ciò che ne potesse derivare, in realtà voleva solamente sapere chi avrebbe gareggiato per Hogwarts.
Ron, al contrario, era invidioso degli studenti dell’ultimo anno e rimpiangeva di non essere ancora maggiorenne. Voleva dimostrare ai suoi genitori, ai suoi fratelli e alla scuola di cosa fosse capace, ma non avrebbe avuto questa occasione, date le circostanze.
I due si sedettero di fronte ad Hermione la quale era assorta nella lettura di un libro tutt’altro che leggero. Aveva l’aria stanca, come se non avesse chiuso occhio e probabilmente era così: non riusciva a smettere di pensare a cos’era accaduto il giorno precedente. Le scuse di Malfoy, la sua espressione mortificata, l’avevano scossa a tal punto da non riuscire a concentrarsi su nient’altro. Voleva dirlo a qualcuno, ma non sapeva a cosa sarebbe andata incontro spiegando i fatti ai suoi due amici. Finalmente si decise a parlare dell’episodio del pomeriggio passato. Intanto la cerimonia dell’annuncio dei campioni stava per avere inizio.
- Ragazzi ho bisogno di raccontarvi una cosa, ma dovete promettermi che ne rimarrete fuori. Qualsiasi cosa io vi dica. –
- Racconta, spero per Malfoy che non c’entri. – Disse Harry e a sentire quel nome Hermione si sentì stringere alla bocca dello stomaco.
- In realtà è di lui che vi dovevo raccontare. – Ammise con un filo di voce.
Né Ron né Harry fecero in tempo a parlare che il primo campione venne selezionato: Fleur Delacour si alzò dalla sua postazione applaudita non solo dalle ragazze di Beauxbatons, ma da tutti i ragazzi presenti nella sala. Tuttavia l’attenzione dei due tornò ben presto su Hermione.
- Cos’ha fatto Malfoy? – chiese Ron in tono di rimprovero.
- Ieri, mi ha chiamata “mezzosangue”… - cominciò la ragazza.
- Sì, lo sappiamo, eravamo lì anche noi – esclamò Ron perplesso.
- Lo so che eravate lì, Ronald! – protestò Hermione indispettita.
– Comunque – proseguì. – Me ne sono andata, sono rimasta seduta a metabolizzare l’umiliazione quando è riapparso Malfoy e.. –
- Ti ha fatto del male? – Ron stava quasi per urlare, ma di nuovo un applauso li interruppe per annunciare il secondo campione: Viktor Krum, il favorito di Durmstrang.
- Non mi ha fatto del male, non dire sciocchezze – ammise Hermione.
- Allora cosa ti ha fatto? Sei sconvolta… - chiese Harry. La ragazza non riuscì di nuovo a rispondere poiché l’ultimo campione venne annunciato. Cedric Diggory, un ragazzo alto, dalla carnagione chiara e i capelli castani si alzò silenzioso e raggiunse gli altri due campioni del torneo Tremaghi.
- Si è scusato con me! – la voce di Hermione era così forte che stranamente non raggiunse anche il tavolo dei Serpeverde, nella parte opposta della Sala Grande. I due la guardarono come se avesse appena pronunciato una maledizione senza perdono. In quel momento nella testa di Harry passò un pensiero che gli impedì di pronunciare qualsiasi parola: “e se il giorno del banchetto Malfoy stesse cercando Hermione?”. Ron, invece, esplose: - Ti ha chiesto scusa e magari l’hai anche perdonato! Hermione come puoi essere così ingenua? – Hermione era così imbarazzata che non riusciva nemmeno a ribattere, lei non l’aveva perdonato, in realtà non aveva detto proprio nulla, ma Ron continuò: - E’ un Serpeverde, miseriaccia! Harry dille qualcosa! – ma Harry fu colto alla sprovvista sia dalle parole dell’amico sia dalla voce che inaspettatamente l’aveva chiamato. “Harry Potter!”. Non capiva cosa stesse succedendo finché Ron non lo guardò con disprezzo: - Non solo non dici nulla su quello che ha fatto Hermione, ma hai anche barato… Meno male che “l’eterna gloria” non ti interessava! -
“HARRY POTTER!” La voce di Silente dapprima dubbiosa era diventata decisa e allo stesso tempo preoccupata. Harry si alzò senza ancora capire bene cosa stesse succedendo, ma appena gli fecero segno di sedersi insieme ai tre campioni del torneo comprese. Quell’anno il Torneo Tremaghi avrebbe avuto quattro partecipanti.
La rabbia e la gelosia di Ron, nel frattempo, erano cresciute ancora di più, forse non avrebbe più rivolto la parola al suo migliore amico: lo stesso amico che gli aveva mentito riguardo al torneo e che non l’aveva sostenuto mentre parlava ad Hermione.

•••

Draco non aveva mai provato insicurezza nella sua vita, ma ora, quello che aveva fatto lo tormentava, la vista di Hermione ovunque lo intimoriva, non era un’ossessione, non si sentiva morbosamente attratto da lei, ma la sua presenza lo destabilizzava. Forse si era stancato di fare quello a cui un Serpeverde, o meglio, ad un Malfoy, riesce meglio: detestare i mezzosangue.
Solo, nel suo dormitorio, si guardò allo specchio e non si riconobbe. Quello che per lui poteva essere un momento di lucidità gli attraversò la mente e decise di dimenticare ciò che aveva fatto: non era nella sua natura chiedere scusa, a maggior ragione ad Hermione. Aveva altro di cui preoccuparsi: Harry Potter uno dei campioni del torneo. Questo lo infastidiva, come se non fosse già abbastanza famoso.
Scese nella Sala Grande senza Tiger e Goyle troppo preso dai suoi ragionamenti per notare che qualcosa era cambiato. Si sedette al suo tavolo e cominciò a mangiare sebbene non avesse fame, ma ecco che appena alzò lo sguardo la vide: Hermione, intenta a leggere uno dei suoi libri. Draco ripeté nella sua testa, almeno un milione di volte, di smetterla di guardare verso i Grifondoro, ma qualcosa di estremamente interessante, a quel tavolo, catturò la sua attenzione. Hermione era seduta insieme ad Harry, senza Ron e senza nessun altro dei loro compagni. Quella vista riaccese in lui la scintilla che ogni Serpeverde probabilmente aveva e si sentì quasi in dovere di complicare ulteriormente le cose ad Harry: forse era l’unico modo per non pensare alle sue debolezze.
Harry, per la prima volta, dopo che tutti avevano pensato che avesse aperto la Camera dei Segreti, si sentiva solo. Ron era arrabbiato, tutti i suoi compagni erano delusi, solo Hermione era rimasta con lui anche se sospettava fosse solo per abitudine e perché Ron le aveva fatto una sfuriata.
- Hermione? – Iniziò il ragazzo, ma poi si accorse di essere osservato, di nuovo. Draco stava diventando sempre più strano e dopo quello che era successo al lago ne aveva avuto la conferma.
- Sì, Harry? – Rispose lei osservando l’amico con aria apprensiva.
- Credi che il fatto che Malfoy ti abbia chiesto scusa sia collegato a quello che vi avevo raccontato la sera del banchetto? – Non voleva parlare di quello, ma tutti quegli avvenimenti l’avevano scosso così tanto che aveva solo bisogno di sfogarsi.
- Ammetto che è stato strano, ma, Harry… è Malfoy! Di sicuro se mi ha chiesto scusa c’era un secondo fine e credo tu abbia ragione a collegare questo al fatto che quella sera stesse fissando il nostro tavolo – Hermione, parlando, aveva inconsciamente abbassato la voce, come se temesse un’altra reazione negativa di Ron.
Harry non rispose, non le disse che Draco stava fissando lei e per un attimo fu d’accordo con Ron: Hermione, forse inconsapevolmente forse no, era ingenua.
I due ragazzi uscirono dalla Sala Grande in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri e, dopo pochi passi, le loro strade si separarono. Draco che li stava seguendo con lo sguardo, colse l’occasione per sferrare l’attacco. Si assicurò che Hermione fosse bel lontana e raggiunse Harry.
- Solo Potter? – esclamò facendo sussultare il ragazzo.
- Non so che cosa tu voglia, Malfoy, ma ti consiglio di lasciar perdere ora – fece Harry seccato mentre cercava di allontanarsi.
- Strano che la tua amica mezzosangue non ti abbia raccontato tutto! – Draco aveva deciso di rischiare.
- Cosa stai dicendo? – Harry aveva abboccato, nemmeno Malfoy si era aspettato che fosse così semplice. Ghignò, più soddisfatto che mai mentre Harry si voltava e lo raggiungeva.
-  Non ti sembra strano, Potter, lei non ha fatto una piega, vero… quando vi ha raccontato quello che è successo al lago! – Harry stava per chiedere come lo sapesse, ma lui lo precedette e colse l’occasione per buttare benzina sul fuoco.
– Io so tutto Potter –
A quel punto Harry era fuori di sé, Hermione non era ingenua, gli aveva semplicemente mentito: tutto tornava, ecco perché era così stranamente taciturna, così insicura quando si era toccato l’argomento “Malfoy”.
- Vattene Malfoy – Non riuscì a dire altro. Non voleva credere alle parole del Serpeverde, ma in quel momento era tutto così ovvio per Harry che dimenticò chi avesse davanti.
Draco girò i tacchi compiaciuto, se avesse potuto avrebbe riso, non avrebbe mai pensato che sarebbe stato così facile e nemmeno che Harry Potter fosse così stupido come aveva sempre creduto. L’aveva fatto infuriare questa volta, ma infuriare sul serio, di sicuro avrebbe detto qualcosa ad Hermione.
Subito, però, un pensiero gli attraversò la mente: aveva parlato con Harry per privarlo della sua ultima amica o per avere una sorta di “via libera” con Hermione? Represse immediatamente questa seconda ipotesi, ma si sentiva come il giorno in cui le aveva chiesto scusa per averla chiamata “mezzosangue”. Decise di non farne parola con nessuno della sua chiacchierata con Harry e far finta che non fosse accaduto, dopotutto aveva ottenuto ciò che voleva, eppure perché sentiva di aver lasciato una questione in sospeso? Tornò nella sala comune di Serpeverde più in fretta che poté cercando di non dar retta ai sui pensieri: era sempre più sicuro di non sapere chi fosse, o chi fosse diventato.
Hermione era tutto ciò che non avrebbe mai voluto per sé: nata da genitori babbani, Grifondoro, odiosa “so tutto io”, fastidiosamente intelligente, non aveva un minimo di quel fascino che Draco cercava in una ragazza, ma improvvisamente pensando a tutti i motivi per cui lei non potesse andare bene si accorse che la questione non era che non l’avrebbe mai voluta per sé, ma che non l’avrebbe mai avuta per sé e questo lasciò a Draco l’amaro in bocca.
Per la prima volta nella vita si sentì sconfitto.

••• 

Il giorno della prima prova era vicino, ma Harry non riusciva a concentrarsi sul torneo quando, giorni prima Malfoy gli aveva rivelato la verità su Hermione, o almeno, quella che lui aveva accettato come verità. Inizialmente aveva deciso di non parlarne con lei, ma alla fine non era una buona idea così l’aveva fermata dopo la lezione di erbologia.
- Perché non ci hai detto la verità? –
- Di cosa stai parlando Harry? –  Hermione era a dir poco sorpresa.
- Parlo di Malfoy, del lago… lo sai di cosa sto parlando! –
- Vi ho detto tutto quello che è successo, a te e a Ron, senza tralasciare nulla! –
- Cosa sta succedendo con Malfoy? Parla, Hermione, so che eri consapevole del fatto che ti cercava, fin dal primo giorno e so che al lago l’hai incontrato volontariamente, quindi ora voglio delle spiegazioni – Harry era furioso e deluso, ma Hermione, sempre più allibita, era fuori di sé.
- Mi cercava! Harry ma cosa stai dicendo? Al lago non l’ho incontrato volontariamente, anzi stavo cercando di sfuggirgli dato che mi aveva appena chiamata mezzosangue! E questo tu lo sai! – Non le sembrava vero di doversi giustificare con il suo migliore amico.
- Se non lo sapevi che ti stava cercando, perché eri così calma quando te l’ho accennato? –
- Perché ero confusa, visto che si era comportato in modo strano con me! E spaventata, Harry! Non era calma quella… - Non sapeva più cosa dire.
Harry la guardava con aria severa, voleva crederle, ma le parole di Draco lo avevano convinto del fatto che lei sapesse cosa stava facendo. Aveva bisogno di riflettere da solo, aveva bisogno di parlare con Ron, ma lui era arrabbiato per via del torneo e ancora una volta, quell’anno si sentì solo.
- Devo andare… - Lasciò Hermione da sola davanti alla porta della serra di erbologia che aveva quasi le lacrime agli occhi e tornò alla sala comune di Grifondoro.
La ragazza, intanto, era rimasta paralizzata chiedendosi perché il suo migliore amico preferisse credere che lei avesse incontrato di proposito Malfoy per un motivo a lei sconosciuto piuttosto che prestare attenzione alla sua versione dei fatti. E poi perché all’improvviso tutti quei sospetti nei suoi confronti? Non capiva.
- Ciao! – una voce che non riconosceva la salutò. Si voltò e vide niente meno che Viktor Krum: il Cercatore migliore del mondo era davanti a lei e le sorrideva come se fossero amici da una vita. Hermione sentì uno strano calore arrivare fino alle guance, era visibilmente imbarazzata.
- Scusami forse non è un buon momento – riprese lui con il suo pronunciato accento dell’est e l’espressione corrucciata.
- No scusami, io… non volevo dare questa impressione… - Si affrettò a dire Hermione, sempre più a disagio.
- Viktor… tu sei Hermione Granger, non è vero? –
La ragazza, in un misto di sorpresa e difficoltà, si limitò ad annuire per poi sorridere appena sentendo quel ragazzo sbagliare la pronuncia del suo nome.
- Ti ho vista spesso studiare… con Harry Potter – proseguì lui facendo finta di non notare l’imbarazzo di lei. Forse sapeva di scatenare nelle ragazze quella reazione.
- Sì, Harry è un mio amico… - Spiegò lei non completamente sicura che ciò che aveva detto corrispondesse a verità.
- Sei preoccupata per lui allora? – chiese lui vedendo l’aria cupa di Hermione .
- Preoccupata? No, io… dovrei esserlo? – Fece lei perplessa.
- Domani c’è la prima prova del torneo, pensavo fossi preoccupata per il tuo amico –
La prima prova, l’aveva completamente rimossa. Ora tutta la preoccupazione che poteva derivarne uscì fuori e lei si sentì terribilmente in colpa per non aver augurato ad Harry buona fortuna. Guardò Krum e lui le sorrise mostrando una fila di denti così perfetti da sembrare quelli di un vampiro.
- Tu sei preoccupato immagino – La osservò divertito senza dire nulla, aveva un sorriso sghembo ed Hermione si sentì catturata da quel sorriso.
- Ehm, ho detto qualcosa di sbagliato? – anche la ragazza, in preda alla timidezza, sorrise e lui nel modo più educato e crcando di non sembrare presuntuoso disse:
- Non sono affatto preoccupato in realtà –
Hermione arrossì ancora, ma rimase in silenzio. Per qualche istante rimasero in silenzio, lei con lo sguardo basso, lui senza mai smettere di guardarla.
- Forse è bene che vada, è stato un piacere Hermione Granger – La salutò con un baciamano e sparì in uno dei giardini di Hogwarts.
Era incredula, Viktor Krum. Non avrebbe mai immaginato una situazione simile: indubbiamente le piaceva e poi quel baciamano l’aveva lasciata senza fiato, anche se cercò di convincere se stessa che fosse solo un’usanza dell’est Europa.
Tuttavia la sua attenzione fu catturata dall’imminente prova che Harry avrebbe dovuto affrontare il giorno seguente, aveva una paura terribile per lui anche perché sapeva che il suo amico non avrebbe avuto il sostegno di Ron. Hermione desiderò che quella giornata non finisse, ma ben presto il cielo diventò buio e Hogwarts si addormentò in preda all’eccitazione per l’imminente torneo.

   
 
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