Caro Itachi,

Lo so è un inizio stupido ed è il classico inizio da lettera. Ma non avevo nient’altro in mente. Sai è stupido scrivere ad una persona che non c’è più ma io sento che devo altrimenti impazzirei. Da quando Tobi mi ha raccontato cosa avevi fatto per me, per il villaggio non riesco più a vivere in pace.

Itachi sei un eroe.

Non sono degno di essere tuo fratello.

Al tuo funerale c’era molta gente. Alcuni guardavano con disprezzo la tua tomba come per dire: “è quel bastardo che ha ucciso tutto il suo clan ed ha lasciato in vita solo il suo fratellino”

In verità il bastardo sono io.  

Io, quello che ti ucciso.

Io, il tuo fratellino che ti ammirava

Io,… un assassino.

Mi dispiace tanto, Itachi. Ma adesso non serve. È troppo tardi.

C’era anche quel Danzo. Avrei voluto ucciderlo. Era lì con quella sua aria strafottente che guardava la tua lapide. Come se fosse morto, che ne so, un pesce rosso. Che stronzo!!! Non il pesce rosso… Scusa, questa uscita non c’entra niente.

Lo sai, la tua tomba è splendida. Non ti hanno seppellito nel cimitero di famiglia. No, ti hanno messo al centro in una grande tomba di marmo bianco. Sopra c’è un angelo che reca una lastra di marmo con scritto: “Qui giace Itachi Uchiha, eroe di Konoha, che ha dato la sua vita per proteggere il villaggio.

Il villaggio lo ricorderà per sempre.”

“Anche il suo nee-chan”, avrei voluto aggiungere.

Una semplice tomba di marmo non basta per commemorarti, Itachi.

Sono uno stupido.

Beh Itachi questo è tutto quello che ho da dirti.

Riposa in pace, nii-san.

Sasuke

Sasuke chiuse la lettera e la sigillò con la ceralacca. Il simbolo degli Uchiha apparve sulla carta. Si alzò e si gettò il mantello sulle spalle. Raggiunse il cimitero e vi entrò. Di notte era un po’ inquietante ma il ragazzo si fece forza. Raggiunta la tomba del fratello vi posò la lettera e si inginocchiò. Senza che se aggorgesse, le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi e corsero giù dalle sue guance.

-I-Itachi m-m-mi dispiace…

Si accoccolò tra le braccia dell’angelo e si addormentò, incurante del volto di Itachi sulla lapide che lo fissava, quasi a volerlo proteggere.