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Autore: Gio_Snower    12/08/2014    3 recensioni
[NaLu - Spin Off de "La Principessa Ed Il Dragone - OS comprensibile anche senza aver letto la FF principale]
Lucy è la Principessina Erede al Trono degli Heartphilia, da poco ha perso la madre ed il padre, che ricordava come un uomo gentile sebbene severo, è diventato un mostro ai suoi occhi.
Così, marinando una lezione, scappa nel giardino Reale dove incontrerà un bambino con cui giocherà e con cui stringerà una promessa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jude, Heartphilia, Layla, Heartphilia, Lucy, Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Promessa D'Infanzia

Un enorme castello, moltitudini di servitori, un bel giardino e sconfinati tesori. La famiglia Reale Hearphilia era conosciuta proprio per il suo enorme tesoro, ma si mormorava che il migliore tesoro che il Re possedesse fosse sua moglie, la Regina Layla.
La Regina era una donna bellissima, dai biondi capelli dorati ed il viso più dolce di tutto il regno oltre ad occhi di un marrone così bello da ricordare la liquirizia sciolta, ma ella non era conosciuta solo per la sua bellezza, quanto più per la sua saggezza e per la bontà del suo animo.
Quando Re Jude seppe della ormai prossima nascita di un figlio ordinò una festa in onore del nascituro che sarebbe diventato l'Erede al Trono degli Heartphilia.
Si mormora che quel giorno Re Jude regalò alla Regina sua moglie molti gioielli, ma che lei li rifiutò protestando affinché essi venissero venduti e dati ai poveri. Il Re all'iniziò non volle sentir ragioni, ma quando la Regina volle arrivare ad un compromesso finì per arrendersi; la Regina avrebbe accettato tre gioielli, ma i restanti sarebbero stati venduti ed il ricavato sarebbe andato nelle casse del regno, così da essere utilizzato per i cittadini comuni e più poveri. 
Infine, nacque Lucy, un'adorabile Principessina.
Il Re aspettava con ansia un maschietto e quindi si sentì deluso alla nascita della Principessina, ma la moglie insistette e gliela porse ancora in fasce. 
«Guardala, Jude.» gli disse mentre gli riponeva in braccio il fagottino che era la loro bambina.
«Layla, non è un maschio.» protestò il Re. Amava molto la moglie, ma era stato cresciuto per diventare un uomo di potere e non cedeva a quei sentimenti che reputava inutili molto facilmente, anzi, probabilmente era quel tipo di uomo incapace di dimostrare i sentimenti d'amore e di gratitudine verso gli altri per paura di una qualche debolezza insita in essi.
«Guardala.» insistette Layla, fissando il marito negli occhi con uno sguardo deciso e dolce. «Guarda la nostra bambina, Jude. Te ne prego.» 
Il Re cedette, come sempre debole davanti alle richieste della moglie tanto amata, un amore che ai suoi occhi appariva come una debolezza sgradita eppure piacevole; guardò il fagottino e quello che vide lo sconvolse.
Un viso tondo e fragile, due occhi marroni che lo osservavano con interesse, una bocca sdentata aperta in un sorriso felice ed una massa di riccioli biondi, il biondo della sua Regina, il biondo che tanto amava.
Le toccò il visetto leggermente, donandogli una piccola carezza, e quando la bimba emise un versetto di felicità, si sentì immediatamente intenerito e pieno d'affetto per quell'esserino piccino fra le sue braccia: sua figlia Lucy.
«Crescerà e diventerà bellissima, proprio come te, Layla.» mormorò.
«Lo so, Jude. E ne saremo fieri.» rispose la Regina. «Te lo prometto.»
Re Jude si abbassò per posare un bacio sulle labbra della moglie, la figlioletta ancora fra le braccia che sorrideva sentendo l'affetto che legava sua madre e suo padre. 

****
 
La Principessina Lucy crebbe sana e forte e fin dalla tenera età fu istruita come Erede del Trono degli Hearphilia. 
Lucy sarebbe diventata la Regina raggiunta una certa età ed avrebbe regnato sul Trono degli Heartphilia con onore e grazia, con saggezza e bontà.
In quella bambina, di appena sei anni, si riponevano grandi speranze ed aspettative. Sarebbe diventata saggia come la madre? Sarebbe diventata un buon sovrano come il padre? 
Tutti lo speravano, riponendo una gran fiducia nei regnanti che li governavano.
Ma Lucy a quell'età era una monella piena di energia, sempre curiosa, sempre attiva, sempre con mille e più domande in testa e che, sopratutto, non stava mai ferma un secondo, così si cacciava spesso in guai e veniva severamente rimproverata; però, ogni volta che Lucy sorrideva leggermente, arricciando quelle labbra rosee, anche la domestica più severa non poteva far altro che addolcirsi, lasciandola andare dopo poco per quella bricconeria già perdonata. 
La Principessina era una bellezza già alla sua giovane età; i boccoli biondi, il viso pulito, gli occhi simili alla liquirizia ereditati dalla madre, il sorriso aperto e sincero, facevano si che in molti rimanessero rapiti ad osservare quella piccola monella che sembrava un angioletto giocare fra i fiori, specialmente se al suo fianco appariva sua madre, la Regina Layla.
Le guardie stesse giuravano di aver visto due angeli nel giardino Reale e non una madre ed una figlia perché tale era la loro bellezza che nemmeno le rose più rigogliose e belle, più colorate ed alte potevano competere con la loro beltà. 
Perfino Re Jude, conosciuto per la sua compostezza e severità, sorrideva di fronte allo spettacolo di sua moglie, la Regina, che giocava con la loro piccola Principessina.
La famiglia Reale era così felice da apparire benedetta da Dio stesso, ma poi successe: la catastrofe si abbatté su di loro.
La tanto amata Regina, la ragione di vita di sua Maestà e l'adorata madre della Principessina, si ammalò gravemente.
«Papà, dov'è Mamma?» domandò Lucy con le lacrime agli occhi al padre che guardava fuori dalla finestra. Gli appariva così distante quella figura che prima gli era parsa sempre così vicina e rassicurante, gli sembrava fredda e triste. «Voglio vederla, Papà!» singhiozzò fra una lacrima e l'altra.
«No.» rispose una voce che non aveva mai sentito prima. Era la voce di suo padre, ne era sicura, ma era pervasa da un odio, da un livore, da... un gelo che mai prima d'ora aveva ascoltato. 
«Ma...» protestò. Voleva solo vedere la sua amata Madre.
Il dolore arrivò improvviso, come lo schiaffo che lo causò. La piccola Principessa si portò una mano alla guancia ed osservò la mano del padre, testa ancora vicino alla sua faccia, la stessa mano che per anni l'aveva accarezzata con gentilezza, così non poté far altro che scoppiare a piangere, un pianto di sfogo per quell'inaspettato dolore alla guancia che già s'arrossava. 
«Non mi ripeterò ancora, Lucy.» l'informò suo padre, fissandola con occhi scuri, uno sguardo che non apparteneva al padre che conosceva, e con voce grave. «Non puoi vedere tua madre. Ed ora vai in camera tua e non uscire da lì finché non ti sarà dato  il permesso.» ordinò, e se ne andò, voltandosi, lasciandola sola lì, spaesata e piangente. 
La Principessina Lucy vide la schiena rigida ed ampia del padre andarsene e la odiò, odiò quella schiena che non conosceva, odiò quel padre che ai suoi occhi appariva come un estraneo, una persona completamente diversa da quello che precedentemente aveva conosciuto e che l'aveva sempre trattata con gentilezza.
Corse in camera sua e pianse, pianse per molto tempo e per molti giorni, pianse di rabbia, di solitudine, pianse fino a sfinirsi, fino a diventare un guscio vuoto, sola nella sua stanza che un tempo era stata piena d'amore ed ora era vuota e lugubre.
Qualche giorno dopo, la Regina Layla morì.

****

Lucy stava andando a giocare nel giardino Reale dopo essere scappata da una lezione. La Regina, sua madre, era morta da appena qualche mese e suo padre, o almeno l'uomo che suo padre era diventato, aveva iniziato a tenerla sempre segregata nelle sue stanze o nella biblioteca ed a farla seguire da mille e più precettori, molto più severi di quelli che l'avevano seguita tempo prima.
Era così soffocante essere rinchiusa dentro quel grigio e triste castello dove la mancanza della Regina Layla la perseguitava come un incubo, come un grosso peso sulle spalle troppo difficile da portare per una bambina della sua età.
Così, era scappata al precettore ed era corsa nel giardino in un luogo che solo sua madre e lei conoscevano. 
Stava lì, a guardare i fiori e sorrideva ricordando le parole della madre.
«Perché piangi?» domandò una voce dietro di lei.
Lucy si girò, sorpresa. Davanti a lei un bambino vestito con uno strano abito che non aveva mai visto e sporco. Aveva una grossa sciarpa bianca che riluceva alla luce del sole, dei capelli color rosa, un rosa simile a quello delle pesche, e due occhi neri sottili e piccoli, gli occhi più diretti che avessi mai visto prima.
«Ti sei fatta male?» continuò il bambino.
Lucy scosse la testa e si strofinò le lacrime che le rigavano il dolce volte. Non si era nemmeno accorta di star piangendo finché lui non glielo aveva fatto notare.
«Chi sei?» gli chiese timorosa. 
Il bambino sorrise, un sorriso aperto e brillante. Gli tese la manina sporca e con voce tonante disse: «Natsu. Tu?»
Quel «Tu?» la sorprese, ma scosse la testa decidendo di non dargli molta importanza.
«Lucy.» rispose con un sorriso.
Natsu, vedendo quel sorriso così bello, arrossì leggermente.
«Vuoi...» chiese timorosa Lucy «giocare insieme?»
Natsu annuì.
Per tutto il pomeriggio giocarono insieme, schiamazzando e ridendo. Passarono delle ore spensierate in quel giardino bellissimo e rigoglioso, ore che per un po' tolsero quel senso di oppressione dalle spalle di Lucy che si sentì meglio, si sentì come quando era con la sua mamma.
«Ora devo andare.» disse Natsu guardando il sole che tramontava tingendo il cielo di un lieve arancione.
«Tornerai domani?» gli domandò Lucy, speranzosa di avere un amico.
Natsu scosse la testa.
«Non posso, devo stare con papà Igneel.» rispose il bimbo guardando il tramonto.
«Ma io voglio stare sempre con te.» mormorò Lucy. Stare con Natsu, giocare con lui... la faceva sentire protetta e felice, come quando c'era sua madre.
Ed ora, Natsu se ne sarebbe andato, come sua madre, lasciandola sola in quel castello freddo e triste.
«Anch'io, ma...» rispose Natsu sorprendendola.
«Facciamo una promessa!» propose, speranzosa. Con sua madre non aveva potuto stringere una promessa, così lei se ne era andata, ma con Natsu sarebbe stato diverso.
«Sì!» acconsentì lui. «Allora ascolta: quando sarò grande ti troverò e ti verrò a prendere.» le promise porgendogli il mignolo.
«O lo farò io.» disse lei stringendo il mignolo di lui con il suo.
«In ogni caso, ci rivedremo e staremo insieme per sempre.» le promise lui fissandola e sorridendo.
«È una promessa.» gli ricordò lei.
«Sì, è una promessa.» ripeté lui.
Poi Natsu se ne andò salutandola e dicendole che avrebbe fatto di tutto per non scordarsi della loro promessa.
Lei rispose che si sarebbe impegnata.
Natsu si trasformò in un Draghetto rosa e volò via, lasciandola stupefatta. 
Lucy svenne e, quando le domestiche la ritrovarono, non ricordava niente di quella giornata, ma si sentiva alleggerita. 
Quella promessa fu dimenticata, ma il destino avrebbe giocato a loro favore.
All'ombra del gazebo, una donna dai biondi capelli osservava con dolcezza sua figlia, ma la luce non la colpiva, bensì l'attraversava., però la donna sapeva che quello tra sua figlia e Natsu non sarebbe stato l'ultimo incontro e che la loro promessa sarebbe stata in qualche modo mantenuta.




Spazio dell'Autrice
Salve a tutti! ~ 
Questa fan fic è uno spin off dedicato alla fan fic "La Principessa Ed il Dragone".
Spero che vi sia piaciuta e se volete, lasciatemi una recensione!
Ho sofferto molto nel scrivere della morte di Layla e delle azioni di Jude, il padre di Lucy, che purtroppo appare
molto ignobile e questo non credo si possa smentire del tutto...
Bé, non ho molto da dire, ripeto : spero che vi sia piaciuta.
Detto tutto quello che mi sentivo di dire, alla prossima,
xx Giò 
 
   
 
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