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Autore: Marta Sole    13/09/2008    4 recensioni
Questo è l'inizio di una storia, una storia che vede protagonosta una coppia insolita, ma estremamente interessante. Draco e Ginny si incontrano per caso sull'Espresso di Hogwarts e avranno l'occasione di ri-conoscersi e conoscersi per la prima volta in modo diverso. Nella vita non mancano mai i momenti di difficoltà e di dolore, basta avere il coraggio di rialzarsi sempre dopo una caduta. Buona lettura! Ps: la storia inizia con la fine del sesto libro.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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PREFAZIONE PREFAZIONE

L'espresso di Hogwarts come al solito viaggiava sbuffante sui binari di campagna. Il tempo non era dei migliori, ma c'erano stati anni in cui davvero era un miracolo essere al caldo ed essere riparati sotto il neutro tettuccio di uno scompartimento. Questo era il mio sesto anno nella Scuola, e per la prima volta nella mia vita mi ritrovai sul treno senza Harry, Ron ed Hermione. Erano partiti alla volta di Godric's Hollow per ripercorrere le tappe della primissima infanzia di Harry e riuscire a fare luce sui misteri del suo passato. Io non potevo seguirli, avrei dato un dispiacere troppo immenso alla mamma; dopo Fred e George, ora anche Ron lasciava la scuola. Io non potevo davvero seguire il mio istinto. Io non potevo rischiare di innamorarmi ancora una volta di una persona splendida, che alla fine ti aveva amato troppo da lasciarti andare. Tutte frottole. Tutte scuse. Tutte inutili parole sprecate per troppo tempo. Ora si doveva ricominciare. Quell'anno sarebbe stato diverso, lo sapevo, anzi lo sentivo. Percepivo di essere diversa, capivo di essere maturata veramente, forse. Non ero più la sciocca ragazzina che si lasciava intrappolare da un misterioso diario, che arrossiva nel vedere il ragazzo dei suoi sogni, che scoppiava in lacrime se qualcuno tentava di offenderla o la riprendeva per un suo atteggiamento. Ero grande, mi sentivo grande. Forse per tutti ero ancora la "sorellina", la creaturina fragile da proteggere, ma non era questo quello che pensavo di me al momento. Ed era una bellissima sensazione. A distanza di tempo credo di riuscire a capire chi devo ringraziare. Sembrerà strano ma è stato proprio Harry, con le sue difficoltà, le sue sofferenze, i suoi sforzi continui di amarmi. Mi ha fatto capire che la vita è quel piccolo fiore che sboccia nel terreno nonostante la scenografia della sua schiusa sia solo dolore, morte, disperazione, guerra, pianto e pioggia. Ed è semplice. Ed è colorato. Ed è meravigliosamente felice.

Grazie al cielo la Scuola stava per terminare. L'ultimo anno. Un desiderio che sarebbe diventato realtà: lasciare alle spalle tutti gli stupidi mocciosi che avevano condizionato la mia vita. Padre, madre, Oscuro Signore, insegnanti, amici di sempre. Certo non volevo dare un addio, erano pur sempre stati la mia famiglia fino ad allora. Non rinnegavo nulla di quello che mi avevano insegnato, grazie a loro ero diventato quello che mi ritenevo di essere, un ragazzo forte, sprezzante, insensibile, indifferente, fighissimo, altezzoso, intelligente, scaltro e furbo al punto giusto e estremamente opportunista. E mi piaceva. Mi piaceva moltissimo. Era l'immagine del cattivo ragazzo. Era la mia custodia. Era la mia protezione. Solo così ero me stesso fino in fondo. Stronzo e maledettamente attraente.
Quello sarebbe stato il mio ultimo viaggio verso Hogwarts. Non avrei più voluto sentire quel nome. Mai più. Mi avrebbe ricordato fin troppe volte quegli occhi. Mi avrebbe ricordato fin troppe volte lo sguardo tragicamente fiero che non ero riuscito a spegnere. Mi avrebbe ricordato lo sbaglio che avevo commesso nei riguardi di Voldemort. Mi avrebbe ricordato l'unica cosa giusta che avevo fatto nella mia vita. Mi avrebbe ricordato di aver risparmiato una vita. Mi avrebbe ricordato che non era una qualunque, ma quella di un uomo che aveva creduto fino all'ultimo in me, Draco Malfoy, figlio di Maghi Oscuri da generazioni. Ora solo me stesso.


Stavo riflettendo e considerando le differenze che ci sarebbero state in quel mio sesto anno e intanto distrattamente tentavo di cercare uno scompartimento. Non speravo certo di trovarne uno vuoto, sarebbe stato il massimo! Ma mi potevo accontentare di compagni di viaggio silenziosi, noiosi o addormentati. Sarebbe stato molto più facile riflettere. Ma soprattutto distendere le gambe sul sedile di fronte. L'ultima cabina dell'undicesima carrozza, quella accanto al bagno dei ragazzi, ospitava solo due piccoletti, primini presupponevo, a cui le mamme premurose avevano dato tanti di quei soldi che già i dolci che dovevano aver mangiato avevano fatto effetto, ed entrambi erano completamente addormentati. Perfetto! Sistemai tutte le mie cose e comincia noiosamente a giocare a Spara-Schiocco solitario, avrei salutato amici e amiche in un secondo momento. Il gioco doveva essere davvero emozionante perchè credo che mi addormentai con la bocca aperta.

Io Me Medesimo Stesso, Draco Malfoy, stavo cercando il bagno. Lo scompartimento che occupavo con i compagni di Quidditch di Serpeverde era distante chilometri dall'unico bagno dei maschi funzionante, situato nell'undicesima carrozza. Probabilmente gli addetti alla manutenzione avevano creduto che per noi uomini i problemi fisiologici si potessero risolvere in altri modi che andando in bagno, prerogativa assolutamente irrinunciabile per le donne. Probabilmente però non avevano fatto i conti con i Miei bisogni, per niente paragonabili a quelli del gentil sesso (chissà poi perchè lo chiamino così, di gentile non ha proprio niente!), ma ugualmente importanti. Finalmente, dopo aver calpestato almeno una decina di nanerottoli, raggiunsi la meta. Nelle vicinanze si udiva distintamente il russare di qualcuno. Cavoli, doveva essere davvero malato quel moccioso che osava disturbare la quiete del treno così spudoratamente! Avvicinandomi al suo scompartimento intravidi anche che aveva i capelli lunghi e rossicci, legati in una codina un pò instabile. Un Weasley, anzi una Weasley, per l'esattezza l'unica Weasley rimasta.


Dormivo. Ronf, ronf. Dormivo e sognavo. Ronf, ronf. Dormivo e sognavo che qualcuno stava sbirciando il mio sonno da dietro la porta della cabina. Ronf, ronf. Dormivo.

Aprii la porticina evitando di fare troppo rumore, volevo godermi lo "spettacolo Weasley" comodamente indisturbato. Appena la fessura si dilatò giusto lo spazio per intravedere la sua figura, notai che l'allettante compagnia che quell'anno si era scelta per rimpiazzare il trietto adorato era veramente oscena: due pupi e nemmeno un secchione. Squallido.


Dormivo. Ronf, ronf. Dormivo, ma il sogno era talmente realistico che percepivo addirittura la presenza di un osservatore. E dormivo.

Scrutai la scena dilatando le pupille. Poi mi decisi a rivolgere lo sguardo alla Weasley. Un raggio di luce illuminava il suo viso. Gli occhi socchiusi, ma ancora addormentati. Il naso piccoletto e dritto. Le labbra rosse spalancate. Riuscivo a vederle i reni attraverso la gola. Roba da rabbrividire, eppure ebbi come un tremolio. Piccolo, sia chiaro. La vedevo per la prima volta, e per la prima volta mi appariva diversa.


Mi decisi a svegliarmi, il sogno stava diventando troppo fastidioso. Lentamente cercai di aprire le palpebre.

Avvertii un fremito sui suoi occhi. La fissai.


Cominciai a fatica a sollevare le ciglia stanche, le une dopo la altre.

I suoi occhi si stavano aprendo a fatica.


E poi lo vidi.

E allora la vidi.


*Due pezzi di puzzle. Fatti l'uno per l'altro. Da qualche parte del cielo un vecchio Signore, in quell'istante, li aveva finalmente ritrovati.
- Diavolo! Lo dicevo io che non potevano essere scomparsi.


E lo amai.

E credo che l'avrei amata, Io Me Medesimo Stesso Draco Malfoy amare una Weasley.





*Frase tratta da "Oceano Mare" di Alessandro Baricco.


Ciao a tutti. E' la prima volta che pubblico questa storia, alla quale sono legata da tempo. Spero posso attirare la vostra attenzione! Grazie in anticipo a tutti i lettori e le lettrici! Un bacio, Marta


  
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