Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: FairySweet    13/08/2014    1 recensioni
... La sua colpa era semplicemente quella di amare troppo, amava sé stessa, amava quell'uomo ostinato e testardo che la sfiorava con la delicatezza di un angelo, amava sua figlia, la sua vita, semplicemente ... amava troppo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                               Ricordi Lontani 





Quattro anni fa potevo perderti” glielo ripeteva sempre, ogni volta che quel velo di malinconia le colorava lo sguardo lui sorrideva e ripeteva “Potevo perderti e non sarei mai stato l'uomo che sono ora” ma l'uomo che era ora non era lo stesso che per anni aveva avuto al suo fianco.
Si era svegliata per lui, aveva costretto anima e cuore ad uno sforzo immenso e lui? Lui era scappato, se ne era andato terrorizzato dalla sua morte, terrorizzato da una vita senza di lei eppure lei era lì.
Ricordava quegli attimi, incisi a fuoco nel proprio cuore apparivano ogni volta che chiudeva gli occhi.
Aveva costretto il cuore a battere di nuovo, aveva aperto gli occhi e un dolore violento era salito fino al cervello costringendola a trattenere il fiato ma non c'era lui accanto al letto, erano di Elisa gli occhi pieni di lacrime che le sorridevano, erano di Amelia le mani che le sfioravano i capelli e di Angelo la voce che urlava “Chiamate il dottore”.
Era rimasta un giorno intero immobile in quel letto con lo sguardo perso sul cielo, sulla corsa delicata dei passeri mentre la voce di suo fratello le massacrava i sogni “Ti avevo detto che sarebbe accaduto di nuovo! Perché devi soffrire così sorellina? Perché diavolo non puoi semplicemene pensare a te stessa per una volta!” .
L'aveva fatto, per egoismo o per amore si era svegliata ma non c'era più lui accanto al suo letto, non c'era più il suo sorriso, il suo respiro.
Poteva comprenderlo e perdonarlo perché per quanto si sforzasse di odiarlo, dentro di lei la coscienza urlava: non è colpa sua, credeva di averti perso.
Giorni lunghi come anni interi per imparare a camminare di nuovo perché sei giorni di pura immobilità le avevano tolto ogni forza e poi mangiare di nuovo, respirare, costringere il cuore a battere nonostante quella ferita sanguinante che urlava di dolore.
Si era rialzata, per l'ennesima volta l'aveva fatto da sola e quella vita tanto lontana era diventata realtà.
A volte, c'è qualcosa di magico nel mondo, qualcosa che non aspetta la guarigione, qualcosa di potente e delicato assieme.
Quel qualcosa l'aveva portata ad incontrare due occhi azzurri come il cielo così diversi da quelli che per anni erano rimasti dentro di lei … “Scusatemi” sollevò lo sguardo dalle rose incontrando il viso di un uomo elegante, alto, molto più alto di lei con due occhi azzurri come il cielo e i capelli castani così chiari da sembrare oro “Cercavo la contessa Ristori” “Siete un suo amico?” “Sono interessato a comprare parte della vostra produzione di vino” ma il suo sguardo non si staccava un secondo da lei “Vi ha mai detto nessuno che avete due occhi meravigliosi?” “Sì, ma è successo tanto tempo fa” sussurrò abbassando qualche secondo lo sguardo “Io ve lo ripeterei ogni giorno della mia vita” un debole sorriso le colorò le labbra costirngendolo a trattenere il fiato “Posso chiedevi il vostro nome?” “Anna, solo Anna” prese la mano tra le sue baciandola dolcemente “È un piacere conoscervi “Solo Anna” potete chiamarmi “Solo Gregorio” se vi fa piacere” ma lei sorrise ritirando lentamente la mano mentre gli occhi restavano inchiodati ai suoi, così persi uno nell'altro da fare quasi male “Correte “solo Gregorio” perché ho idea che la contessa tra qualche ora uscirà a cavallo” “Vi troverò qui al mio ritorno?” “Il futuro è incerto, voi che dite?” staccò dal cespuglio una rosa bianca come il latte e sorridendo la posò tra i suoi capelli sfiorandole il viso “Credo che voi siate parte di quel futuro incerto … aveva imparato ad amare di nuovo, un amore giovane e fresco, diverso da quello violento che di notte le uccideva i sogni ma così puro da lenire la delusione e il male.
Tre mesi appena di sorrisi, giochi, parole sussurrate e poi un matrimonio che le aveva restituito la gioia, un nuovo titolo nobiliare, una famiglia antica quanto la monarchia stessa, una casa stupenda e un figlio nato dalla dolcezza di quel nuovo battito e poi d'improvviso, quella voglia folle di tornare ad essere la stessa donna di vent'anni prima.
Sorrise seguendo l'immagine che lo specchio rimandava.
Una donna sorridente, con la pelle di pesca e i capelli così lunghi da sfiorarle l'incavo della schiena, sciolti, incuranti del vento o del sole e tenuti assieme da un fermaglio d'argento che donava una luce preziosa a quel viso già di per sé luminoso.
Le spalle erano scoperte e il taglio del vestito copriva per metà il seno, rosa chiaro con sfumature di bianco, una stoffa meravigliosa che poche dame potevano permettersi ma che per lei, per il suo sorriso, suo marito faceva arrivare da molto lontano.
Scendeva sul suo corpo seguendone le linee delicate, niente corpetti troppo stretti, niente gonne piene e pesanti, solo una stoffa leggera che si divertitva a giocare con lei e nient'altro.
Sfiorò con le dita il collo scendendo fino alla spalla sinistra dove quella cicatrice leggera faceva ancora un male atroce ma le manine di suo figlio aggrappate alle sue gambe la costrinsero a sorridere distogliendo l'attenzione dai ricordi “Mamma” “Ciao angelo mio, ha dormito bene?” il piccolo si strofinò gli occhi stringendosi più forte a lei “Hai ancora sonno” sussurrò prendendolo in braccio “Vieni, andiamo a riposare in giardino” la testa del bambino si posò sulla sua spalla mentre le mani si stringevano a lei, così, stretta in un abbraccio che profumava di dolcezza.


“Sei sicura?” Emilia sorrise alzando divertita gli occhi al cielo “Perché se non ti senti …” “È mio fratello. Secondo voi è un ingombro per me?” “Quante volte ti ho detto che non voglio il voi da te?” “Padre se …” “Papà” puntualizzò stringendo più forte il bambino tra le braccia “Papà, non è un problema davvero. Avrà mia cugina Agnese per giocare e io sarò lì assieme a lui” “Solo per un giorno Emilia, te lo prometto” “Potrebbero essere anche settimane o mesi, non cambierebbe niente” le sorrise mentre dietro di loro la carrozza veniva preparata “Io e tua madre vi raggiungeremo domani sera” “D'accordo” mormorò divertita prendendo tra le braccia il fratellino “Io e te ci divertiremo un po' senza mamma e papà” un bel sorriso si colorò sul volto del bambino rivelando tre dentini bianchi come perle “È tutto pronto” sussurrò Anna sfiorando la schiena del figlio “Elisa vi aspetterà a Rivombrosa e io vi raggiungerò presto assieme a vostro padre” l'uomo annuì deciso aprendo la porta della carrozza “Ci vediamo presto angeli miei” sussurrò baciando la fronte di Emila “Se succede qualsiasi cosa scrivici e …” “Papà?” “Cosa?” “Smettila di preoccuparti” “Giusto” l'aiutò a salire sospirando.
“Come affronterai il suo matrimonio?” “Non si sposerà” “Davvero?” annuì deciso stringendola a sé “Non si sposerà mai perché altrimenti diventeri pazzo amore mio” “Beh, il duca Fermi è piuttosto interessato a lei” “Sono solo innocenti cotte di gioventù” restarono immobili a seguire la corsa della carrozza lungo il viale mentre due uomini a cavallo la seguivano “Resteranno innocenti cotte di gioventù” “Amore mio, sono stata giovane anche io e ho …” ma lui sorrise stringendola più forte “Se la tua frase termina con: mi sono innamorata di un uomo meraviglioso risparmiamelo” “Sei davvero permaloso” “Sono innamorato di mia figlia e non voglio che il primo fringuello venuto da lontano se la porti via perchè incendiato da amore innocente” le dita si strinsero attorno alla sua mano tirandolo leggermente in avanti “Andiamo duca, ha degli affari da discutere con il prefetto” “Ma non è …” “Ti aspetta nello studio da venti minuti” “E quando aspettavi a dirmelo?” si strinse dolcemente nelle spalle allontanandosi divertita da lui ma lui così innamorato, non poteva fare altro che sorridere perché quella donna volubile e bella era tutta la sua vita.
  
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