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Autore: Linda1990    13/08/2014    2 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La Principessa Guerriera si ergeva in tutta la sua bellezza e fierezza di fronte alla sua compagna che a stento riusciva a credere a quello che stava vedendo, indecisa se stesse vivendo un sogno o se quella fosse davvero la realtà.
Da quando lo spirito della mora era svanito e in quei rari momenti in cui la stanchezza aveva avuto la meglio anche sulla sua disperazione, Gabrielle aveva sognato costantemente di poterla rivedere e stringere a sè, sentendo di nuovo quelle braccia forti ma allo stesso tempo amorevoli, avvolgerla come tante volte avevano già fatto.
Molto spesso durante uno dei loro abbracci, si era ritrovata a pensare a come fosse ironico che Xena, una persona potenzialmente letale e temuta da oriente ad occidente, rappresentasse invece per lei il luogo più sicuro in cui rifugiarsi nonché il suo piccolo angolo di Campi Elisi sulla Terra che ora, a lune di distanza, sembrava di nuovo ad un passo da lei.
<< Xena... sei proprio tu? >>
Ancora incredula, iniziò ad avvicinarsi lentamente e con cautela alla sua amata, il solo vederla le aveva fatto tremare le gambe e ora la voglia e il bisogno di lei erano impellenti come il dover respirare dopo una lunga apnea.
<< Sali! Dobbiamo andarcene! >> ripetè nuovamente Sharif.
<< Non andrò via senza di lei! >> urlò l'amazzone, ormai talmente vicina alla trace da riuscire a vederne il volto nonostante l'oscurità.
<< Sorpresa di vedermi, Gabby? >> chiese sorridendo la guerriera di Amphipolis, accentuandone volutamente il nome.
Come folgorata da quelle parole, la poetessa sentì che qualcosa non andava. Non c'era emozione negli occhi della donna che tanto amava e quel sorriso non le trasmetteva gioia o amore, era diverso; lei poi non la chiamava mai così, nemmeno nei loro momenti di gioco o d'intimità.
<< Non riesco nemmeno ad immaginare come tu ti possa sentire, ciò che hai dovuto affrontare è stato terribile ma è finita. Non permetterò più a niente e a nessuno di portarti via da me >>
Cercando di allontanare quelle sensazioni negative, la bionda colmò l'ormai inesistente distanza tra di loro e le accarezzò il viso come per volersi accertare della sua reale presenza.
In quel semplice ma familiare tocco, c'era tutto l'amore e la fede che aveva tenuto per sé da quando la mora se n'era andata ed ora, il poter risentire il calore e la morbidezza della sua pelle sotto le dita, la faceva andare in estasi.
Xena rimase immobile, con quegli occhi cerulei capaci di brillare anche al buio puntati sull'aedo finché ad un tratto, successe ciò che nessuno avrebbe mai potuto prevedere.
Con un rapido movimento, la trace le prese il polso e le girò l'arto dietro la schiena, bloccandola per il collo ed immobilizzandola contro di sé.
<< Gabrielle! >>
Vedendola in difficoltà, il capo delle guardie egizie scese immediatamente da cavallo, pronto a scagliarsi in sua difesa ma tutte le sue buone intenzioni vennero meno quando un violento pugno lo atterrò e i nemici gli furono addosso impedendogli così di muoversi.
<< Quanto ardore! Mi sa che qualcuno si è innamorato di te >> sussurrò la guerriera all'orecchio del bardo, aumentando la forza impressa sulla stretta.
<< Ma che stai facendo? Non ti ricordi di me? Di noi? Xena, sono io! >>
Cercando di far leva sul braccio che la stava quasi soffocando, quest'ultima provò a liberarsi ma i suoi sentimenti e la confusione causata dall'atteggiamento a dir poco ostile della mora non l'aiutavano a restare lucida. Per quanto si sforzasse infatti, ogni tentativo di opporsi risultava vano perché nonostante la stranezza e la pericolosità di quella situazione, l'impulso di reagire veniva meno se questo significava dover colpire colei che amava.
<< Certo che mi ricordo te! Come avrei mai potuto dimenticare la persona che ha causato la morte di mio figlio Solan, che mi ha quasi fatto uccidere per salvare Ming Tien e che ha indebolito così tanto la mia volontà da farmi arrivare al punto di sacrificare la mia vita, la mia preziosa vita, per salvare le anime di perfetti sconosciuti? Dimmelo Gabrielle, come avrei potuto scordarmi di tutto questo eh? Rispondi! >> le ringhiò contro Xena, serrando ancora di più la morsa in cui la teneva rinchiusa.
Più che domande, le sue erano vere e proprie accuse. C'era rabbia nel suo tono di voce e un rancore profondo, le cui radici erano antiche quasi quanto il loro rapporto.
<< Nemmeno la morte avrebbe potuto cancellare il ricordo di ciò che mi hai fatto >> continuò. << Mi aspettavo di trovarti affranta ed in lacrime per la mia dipartita ed invece non hai neppure aspettato che il tuo giaciglio si raffreddasse per sostituirmi >>
<< Non è vero! Non è come pensi! >>
<< Risparmia pure il fiato, sei una pessima bugiarda! Con i tuoi discorsi hai già fatto abbastanza danni ed ora che mi è stata rivelata la verità, non perderò nemmeno più un istante della mia esistenza ad ascoltarti >>
Gabrielle era sconvolta, incredula di fronte alle parole che le erano appena state rivolte dalla sua compagna.
Non era in sé, la Xena che conosceva e di cui si era innamorata non le avrebbe mai detto quel genere di cose e soprattutto non avrebbe compiuto quel bagno di sangue.
Attorno a loro infatti, giacevano i corpi orrendamente mutilati e feriti mortalmente dei contadini che si erano avventurati con l'amazzone al di fuori delle mura del regno in quell'infida spedizione.
<< Che ne facciamo di loro? >> chiese Matarius, puntando la spada contro la schiena del capo delle guardie egizie.
<< Potremmo ucciderli come abbiamo fatto con gli altri, Lucifer ne sarebbe felice >> suggerì Abdul, un combattente dalla forza straordinaria proveniente dalla Tracia proprio come il loro comandante.
<< No, li porteremo al campo e poi deciderò che farne >> ribattè subito lei. << E che nessuno si azzardi a toccarli se non vuole finire dissanguato in mezzo a questo deserto proprio come quegli uomini >>
Obbedendo agli ordini appena impartiti dalla donna, lui colpì con l'elsa della spada la testa dell'egiziano che svenne all'istante.
<< Ora mia adorata farai una bella dormita ma non temere, al tuo risveglio sarò lì ad aspettarti >> bisbigliò la guerriera alla bionda.
<< Xena, non... >>
Ma prima che quest'ultima potesse dire o fare qualsiasi cosa, perse conoscenza per mezzo di una delle prese della warlord.
Le cose non erano andate come previsto e Gabrielle era passata dall'essere un'eroina portatrice di speranza a bambola di pezza in mano ai suoi aguzzini.
Questo però, sarebbe stato solo l'inizio di uno scontro non sono tra bene e male ma tra due amanti la cui unica colpa era quella di voler stare insieme.

   
 
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