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Autore: Stilistire    13/08/2014    4 recensioni
Dopo un sabato sera di sballo, Arianna Villa si risveglia ubriaca e non ricorda più nulla della serata precedente. E' sudata, accaldata e seminuda sul suo letto. Questo significa solo una cosa: SESSO. Ma con chi?
"...- Quindi tu ti sei approfittato di me quando ero in uno stato di convalescenza! Non ci posso credere!- sbotto arrabbiata dandogli un pugno sul torace - peccato non aver mai fatto boxe - che afferra con la sua mano potente, al contrario della mia. - Villa non ti conviene giocare con il fuoco - ."
-Tratto dal capitolo 1
Una storia tutta da gustare!
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Capitolo 9. The Others



Qualcuno ha detto che non è il caso, ma le nostre scelte a decidere il destino. 

E ora il destino mi stava trasportando, come la corrente che trasporta i corpi che galleggiano, ma non avevo né salvagente, né bagnino. Così sei in balia del vento, l'acqua nelle orecchie e la canzone del mare in testa. 

Piccolo problema: non c'era nessun mare. La mia corrente era una persona con un nome, un profilo e una vita precisa. Ma c'era lo stesso il pericolo di annegare. Annegare per sempre.

Il suo sorriso era maledettamente bello. Ma ancor più bello è il sorriso di chi lo fa solo per te, di chi sorride per te, e non per uno dei tanti. Di chi si gira, ti guarda, e sulle sue labbra si disegna una linea tonda, gli angoli della bocca in sù. Così capisci che quel semplice sorriso non è solo un sorriso buttato al vento, ma è proprio lo stesso vento che te lo porta, e fa sorridere anche te. 


Le vacanze di Natale sono finite da un po'. Così si ritorna alla solita noiosissima vita di sempre, con i libri in mano cercando di ricordare qualcosa che in vita tua non ti servirà ad un bel nulla. Tipo la matematica e i suoi 300'000 poemi. O le vergognosissime ore di educazione fisica. 

Ecco, proprio educazione fisica. Quella che stavo facendo in quel momento. 
Mi sentivo in imbarazzo, come al solito. La mia classe doveva dividere la palestra con un'altra. Quindi il doppio degli studenti. Il doppio dell'imbarazzo. 
Stavo in piedi di fronte a Miriam a chiacchierare del più e del meno cercando di scacciare via il rossore, visto gli occhi puntati di Emanuele della quarta B. Ogni volta che eravamo in palestra mi torturava con le sue occhiate e i suoi sorrisi, l'unica cosa che mi piaceva. 
Perché per il resto, mi stava proprio sul cavolo.
Poi quella era la prima volta dell'anno che indossavo i pantaloncini corti. Quindi mi sentivo anche più a disagio. 

Dopo una stressante - sotto tutti i punti di vista - partita a pallamano (unico sport a piacermi, visto che odio questa materia del cavolo) chiesi alla prof di poter andare a bere, visto tutti i giri su e giù di campo che mi ero fatta. Anche gli altri volevano abbeverarsi come sceicchi nel deserto in cerca di una fonte.
Corsi negli spogliatoi e mi dissetai. Fui la prima ad uscirne. Camminavo tranquillamente verso la palestra, quando mi sentii afferrare la mano. Mi girai di scatto e mi trovai quel sorriso.
- Ehi ciao! - era quel maniaco di Emanuele. Per un attimo prima di voltarmi credevo fosse Davide, ma impossibile: non mi aveva degnato nemmeno di uno sguardo. 
Ricambio il saluto, disegnando un piccolo sorriso per non sembrare del tutto indifferente. 
- È da un po' che ci penso...ti andrebbe di uscire una sera? - mi chiede speranzoso. Avrei voluto dirgli di no, ma un po' mi dispiaceva. Aveva sempre cercato di stingere amicizia con me, e gliel'avevo sempre negato. 

In quel momento esce dallo spogliatoio Davide, mi guarda, lo guarda, fa una faccia strana ed incomprensibile (una che non promette nulla di buono) e se ne ritorna in palestra. 
Così mi ritrovo ad annuire su una cosa che avrei escluso categoricamente. Allora perchè in fondo ne ero felice? Per vendetta? Per cercare l'attenzione di una persona specifica? Per cercare l'attenzione di Davide? 

E la risposta era SÌ. Sì a tutto.

Rientrai anche io in palestra e appena fui tra il gruppo, Davide mi fulminò con lo sguardo, poi ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano casualmente, lui cambiava espressione e diventava cupo. 
L'ora di educazione fisica finì nel peggiore dei modi. Mi beccai anche un calcio su uno stinco probabilmente non intenzionato di Camilla. Ero davvero esausta. Ma almeno sarei ritornata a casa. 

Sarei ritornata a casa non prima di aver discusso con Davide! Ma certo. Mi sembrava strano. 
Davide mi ferma prima di uscire, quando tutti stavano già alla fermata. 

- Ma che ti salta in mente? - mi chiede esasperato.
- Cosa avrei fatto? - chiedo arrabbiata.
- Hai intenzione di uscire con quel degradato della quarta B? Ma che sei scema? - 
- Ma come ti permetti? Sarai tu lo scemo. Non mi degni di un saluto o di un semplice sguardo poi vieni a farmi la predica? Non mi ha chiesto di sposarlo, mi ha solo chiesto se volevamo fare un giro, da amici.- 
- Sì, certo, da amici. Come no. Ti spoglia con gli occhi, immaginati che amico maniaco potrebbe essere. -
- Lo stesso che sei tu. Sei un maniaco anche tu con me. E con altre 300 troiette in giro. Quindi ora vattene e non venire a farmi la predica da fidanzatino. Sei tu che hai detto che non vuoi nessuna storia seria.- e così me ne giro l'angolo, lasciandolo lì. 
Cosa si aspettava? Lo aveva voluto chiarire lui. Noi non eravamo niente. Ed eccolo accontentato.
Lui non mi aveva guardato per tutta la mattina e si aspettava pure che non provassi a diventare amica con un altro ragazzo? Non sono di sua proprietà. Vorrei che lo capisse.


Presi il bus che passava sempre 10 minuti dopo, era quasi sempre vuoto e più tranquillo. Quello che mi ci voleva oggi era un grande dose di sana tranquillità. 
Infatti il bus era desolato. Solo io ed un altro ragazzo. Mi stesi su due sedili e abbandonai la testa sul vetro. 

- Giornata storta? - fa ad un tratto questo ragazzo misterioso, che non avevo mai visto. Ma c'é da dire che quel bus lo prendevo ogni morte di Papa.
- Di merda, direi. -
- Hai avuto dei problemi con il tuo ragazzo eh? - 
- No, macchè. Sarebbe stato tutto più facile a quel punto.- 
- Se ti va di raccontare la tua giornata di merda ad uno sconosciuto io sono qui. Tanto è più semplice esprimersi con una persona che probabilmente non vedrai più!- disse lui sorridendo. Era un bel ragazzo. Minimo un metro e settantacinque, capelli marrone scuro, carnagione olivastra, occhi verdi. Occhi particolarmente verdi. 
- Scusa, ma non ci tengo a raccontare la mia vita ad uno sconosciuto. - dissi con un pizzico di acidità. Che non si meritava. 
- Ok.- disse girandosi dall'altra parte. Forse si era offeso. Ma di solito non parlavo della mia vita ad una persona mai vista, sono sempre stata abbastanza chiusa e riservata. Ma in fondo aveva ragione, probabilmente non lo avrei più rivisto. 

- Ok, ok. Ma sei sicuro di voler sapere la mia situazionedi merda? È abbastanza merdosa. - dissi alzandomi e mettendomi a sedere su un posto di fronte al suo. 
- Non credo che superi la mia..- commentò lui abbassando gli occhi.
- Allora vediamo...da dove inizio? Ah, praticamente da dicembre ho uno scopamico. È il mio vicino di casa e compagno di classe con cui non avevo mai scambiato una parola prima di quel giorno. Sembrava andasse bene, ma credo di aver capito che mi piace..e tra noi non è solo sesso...ma solo da parte mia. Lui certe volte nemmeno mi considera. Un po' di giorni fa mi ha chiesto tranquillamente se per me fosse un problema rimanere nascosti. Come potevo dirgli di sì?- 

Il ragazzo non sembrava essere sconvolto e questo mi fece piacere. Non vedevo aria di giudizio nei suoi occhi. Mi stava solo ascoltando, come un buon amico dovrebbe fare. 

- Oggi a ginnastica un ragazzo di un'altra classe mi ha chiesto di uscire. Gli ho detto di sì perchè mi dispiaceva dirgli di no..ma non mi piace e non vorrei illuderlo. Ma quella situazione ha fatto esasperare il mio scopamico, che mi ha fatto una predica. Ma che voleva? Non mi aveva considerato tutta la mattina!- 
- Quindi hai accettato anche per vendetta? - chiede cercando di analizzare la situazione.
- Può darsi. E non è finita! Mia madre mi spinge a fare l'adolescente! Quando in realtà sono moooolto più matura. Tipo la madre di 'Una nerd Superstar'...non so se hai presente! E mi sono beccata un calcio in uno stinco! - concludo.
- È il mio turno. - dice lui.  - Ho appena mollato la mia ragazza sorprendendola con un altro: il mio migliore amico, a cui tirerò come minimo un bel pugno. Una settimana fa dovevo fare un provino per il Brescia calcio. Due giorni prima mi sono rotto un legamento. Provino saltato. Era da due anni che aspettavo quel momento, pensa quanto sia arrabbiato. I miei stanno anche per divorziare, perché pensano che uno tradisca l'altro con persone differenti. Come vedi, nemmeno io sono messo così bene..- 

- É arrivata la mia fermata che palle! - dissi guardando fuori dal finestrino. 
Gli porsi la mano. - Comunque sono Arianna! -
La afferrò e la strinse. - Gabriele - sorrise.
- Ci vediamo! - disse un momento prima che scendessi. 

Probabilmente non ci saremmo rivisti tanto facilmente, e magari ognuno avrebbe dimenticato l'altro. Eppure in quel momento avrei voluto mi stesse accanto. Come un vero amico. E niente più. Davide arrabbiato Davide arrabbiato. Gabriele (il ragazzo del pulman) Gabriele, il ragazzo del'autobus. Emanuele (quarta B)
Emanuele del quarto B.
  
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