Incroceró il tuo sguardo nella
Tempesta e la siderea luna
Dall’alto siederà sul suo torno di
Solitudine.
Il cinereo uomo e il glabro albero
Sussurreranno parole gioconde di
Deserti illuni imperituri, dove mete
Incalcolabili si incrociano nella psiche
Delle carni e fulgido iperione nel convesso piedistallo arde imponente.
Misero uomo che sono, che Delle mie
Illune mura rifugio non me fo, impotente dinanzi all’orrizzonte degli eventi, dinanzi a lui siamo zero e la materia al nulla volge.