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Autore: JacobStark    13/08/2014    3 recensioni
Una minaccia.
Un potere così antico che nemmeno gli dei lo ricordano. 
Il creatore di tutto, ritiratosi da tempo immemore, ha lasciato dietro di sé molti mondi a parte quello governato dagli dei. Ora, altri nemici stanno per arrivare sulla terra, per conquistare e depredare il Terzo regno. Nessuno potrà interferire, tranne… loro. Undici prescelti, il cui sangue impuro salverà o distruggerà tutto. La sola speranza è che si schierino dalla parte giusta prima che sia troppo tardi.
(Storia Interattiva, mi servite in dieci, quindi accorrete)
Iscrizioni chiuse.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Scontro tra semidee arrabbiate, viaggio all'Eden e un serpente che ha creato il male nel mondo. Che bella giornata



Le due semidee si stavano affrontando, una davanti all'altra. La totale passività del l'una  contro la furia omicida dell'altra. Angel attaccò, roteando la falce, ma Miranda si limitò a muovere lo scettro, lanciando una sfera di energia sanguigna, che Angel deviò con la velocità di un fulmine. Ma le tremarono le mani, data la potenza con cui le arrivò addosso. la assalì ancora, ma l'altra ragazza si difendeva senza neanche farci caso, senza neanche mostrare emozioni. La battaglia continuò, mentre gli spalti si riempivano di demoni urlanti. Facevano il tifo, ma non inneggiavano alla loro campionessa, ma al sangue e al dolore. Non volevano la morte di una, ma quella ti entrambe. 

Miranda continuava ha tirare sfere di energia, e ha creare scariche, mentre Angel poteva solo limitarsi a difendersi. La potenza dei colpi la stava sopraffacendo. Sapeva di avere una sola possibilità di vittoria, e se non avesse deciso lei di usarlo a breve si sarebbe attivato da sola. Perdere il controllo significava cedere alla maledizione. E questo avrebbe messo in pericolo tutti. 

Poi una scarica la sorprese, mandandola a sbattere contro la parete di roccia, a poco meno di un metro dall'Araldo. Vedere il corpo dell'amico martoriato le fece montare la rabbia, ma, mentre tentava di rialzarsi, venne trattenuta. "Non puoi vincere..." La voce dell'Araldo era impastata e roca, mentre il labbro era rosso vivo per il sangue versato. "Forse, ma ti posso assicurare che non mi arrenderò." "Hai una sola possibilità. E ne hai paura. Liberare il demone che mia madre ha legato a te è pericoloso, ma devi lasciarlo andare. Io posso fare in modo che il demone ti sia succube, ma tu devi liberarlo. Ti devi fidare di me. Ti prego" Lei lo guardò, stupita. Non tanto per il fatto che fosse stata la madre di lui a maledirla, ma per il fatto che lui sapesse. Lo aveva nascono tutta la vita, e aveva fatto del suo meglio per sembrare normale. Lo guardò, sconvolta. Lo sguardo dell’Araldo, nonostante cercasse di nasconderlo, trasmetteva tutto il dolore che provava, ma in mezzo a quel dolore poté vedere la semplice richiesta, che e stava facendo. Fidati di me. Lui si sarebbe sacrificato senza battere ciglio per loro. Meritava la sua fiducia. Si rialzò a fatica, Poi fece una cosa di cui si pentì quasi subito. Perse il controllo. La sua mente cedette, lasciando emergere una belva demoniaca. Gli occhi cambiarono colore, rossi come il sangue, e i canini si allungarono e acuirono. Due piccole ali nere le sbucarono dalla schiena, e partì una risata malefica degna di Lilith. Che infatti si mise ad applaudire entusiasta, dopo che non aveva detto nulla dal leggero commento quando il figlio aveva ucciso il campione dell'arena.

 Invece l'Araldo, con uno sforzo mostruoso, ignorando il dolore, iscrisse un simbolo circolare nella roccia, poi cominciò una muta preghiera, mentre con il suo sangue riempiva i solchi che aveva scavato. Dopo poco dal simbolo sorse una figura coperta di sangue, che rivolse uno sguardo gelido all'Araldo "Cosa cerchi?" "Il tuo aiuto fratello." nella voce dell'Araldo c'era disperazione pura. "Aiuta la ragazza a controllare il demone che c'è in lei. Salvala dal demone che ha dentro. Dalle il controllo." "Tu sai che i debiti si pagano?" "Assolutamente. Ma ti prego fratello, aiuta la figlia di Thanatos a vincere questa battaglia." "E sia. La figlia della morte greca sarà aiutata." La figura,che ora era pulita, si rivelò un uomo enorme, con la pelle grigiastra e una maschera da teschio che copriva il viso. Si avvicinò alla ragazza da dietro, e dal nulla estrasse un enorme falce. Questa era rossa come l'inferno, e con quella colpì Angel al collo. Ma non fu la testa della ragazza a cadere. Infatti la lama trapassò lei come un illusione ottica, mentre pochi secondi dopo un ologramma rossastro si staccò dal suo corpo, sanguinate e decapitato. Gli occhi della ragazza, prima coperti da una patina di follia, si spalancarono, ancora rossi come il sangue, ma con dentro Angel. Ora aveva il potere. L'essere dietro di lei svanì in un volo di corvi, mentre l'Araldo sveniva di nuovo. 

Angel poteva sentire il controllo. La sua forza moltiplicata infinite volte, così come la sua mente pensava ad una velocità mai vista. Poteva prevedere una alla volta tutte le mosse di Miranda. Era come se la forza che prima faceva di tutto per dilaniarla ora fosse parte di lei. Si sentiva potente. Attaccò.

Miranda sembrava ora in difficoltà. La forza e la velocità di Angel la rendevano una macchia sfocata, impossibile da prendere di mira, e anche attacchi che prevedevano campi di energia o esplosioni ad ampio raggio sembravano assolutamente inutili, spazzati via dai fendenti e colpite dalle rasoiate di Angel. Non c'era scampo. La figlia della morte a breve sarebbe stata a distanza di combattimento, e questo costrinse Miranda ad estrarre il pugnale, unico ricordo di quando era una normale mezzosangue. Se il demone sopito dentro Angel non avrebbe esitato a falcidiarla, Angel decise che avrebbe vinto in modo onesto. Estrasse Psychi, il suo pugnale, ad affrontò l'avversaria. Le magie che Miranda continuava a lanciare rimbalzavano addosso ad Angel, e i fendenti con il pugnale non andavano mai a segno, per quanto lei fosse abile. 

Angel era esaltata. La velocità a cui pensava, a cui si muoveva, era così innaturale da stupirla. Aveva certamente "visto" quello che faceva la sua altra personalità, ma era come vedere un film. Ora era lei ad avere il controllo. Menò fendenti veloci e potenti con il coltello, senza colpire a morte l'avversaria, ma ferendola e indebolendola. Il pugnale fischiava, andando ad infrangersi contro le barriere magiche di Miranda, che scintillavano sempre più debolmente. La figlia della morte stava per avere la meglio. Ma proprio in quel momento Miranda  fece una cosa imprevista. Si alzò in volo. Ma anche Angel aveva questo asso nella manica. Le piccole ali si mossero come quelle di un colibrì, facendola alzare il volo con leggiadria. Lo scontro aereo fu, se possibile, ancora più spettacolare del precedente. Sfere di energia e onde d'urto provocate dalla falce si scontravano, causando esplosioni a mezz'aria. "Non hai speranze di battermi. Ora che il mio demone è morto io posso usare il mio vero potere. E tu non farai del male hai miei amici." Un fendente particolarmente violento tagliò la sfera di energia in due e colpì Miranda, facendola precipitare. Angel tornò a terra, dove ripose Kolasì e riprese in mano il coltello.

Poi, dopo appena due minuti di combattimento, con un calcio particolarmente potente mandò a terra Miranda. Con un gesto automatico impugnò una falce di pura energia, che conficcò con forza nel petto d    i Miranda. Ma invece di ucciderla la lama trapassò la ragazza, estraendo dal suo corpo un'ombra, e facendola a pezzi con numerosi colpi. Miranda svenne, per risvegliarsi pochi secondi dopo, lo sguardo angosciato di chi sa di aver peccato.

 Dagli spalti venivano le grida di gioia dei ragazzi e quelle deluse dei demoni, mentre Samael, stizzito per quel fallimento, lasciava l'arena.

Miranda, con un solo gesto, distrusse le barriere intorno all'arena, lasciando liberi i ragazzi. Che si misero subito a massacrare demoni come se fossero nati per quello. Anche i poteri angelici dell'Araldo tornarono, curandolo quasi all'istante. Nuova furia si riversò nei suoi occhi, e corse verso il palco principale. Con un saltò si portò all'altezza di Straga, che venne scaraventato via con un solo pugno, ma non lo avrebbe lascito libero facilmente. Lo avrebbe ucciso. Un altro salto e raggiunse il demone, la sinistra ancora una volt trasumana in lama, e la piantò nel petto del demone. Poi tirò verso l’alto, squartandolo dallo stomaco in sù.Poi, con un rapido fendente, gli staccò la testa di netto. I due lati del volto volarono in direzioni diverse. Con un altro raggiunse la madre. Mutò ancora la mano in artiglio, e con quello le strappò il cuore. Lilith non sembrò provare né dolore né rammarico. Si limitò a svanire, il buco nel petto ancora sanguinante. Il ragazzo si rivolse alle sue compagne, indicando con un cenno il portale che aveva appena aperto da Miranda.  La ragazza stava piuttosto bene, considerando che si era appena scontrata con il demone Angel. Intanto lei era tornata normale, e, sfinita dallo sforzo, era svenuta. Vitani se la caricò in spalla, e si buttò nel portale, insieme a tutti gli altri. In ultimo saltò l'Araldo, il cuore pulsante di Lilith nelle mani. 

"Ricorda madre, io ti ucciderò. Non importa quante volte svanirai, ma io ti troverò, e ti ucciderò!" Poi si gettò nel portale, una nota di rimpianto nello sguardo. Non era riuscito a vendicarsi di sua madre. 

Il portale era stato aperto sul pavimento, ma la sensazione era di salire.  Poco dopo si ritrovò in un paesaggio molto diverso. Era verdeggiante, con un immenso lago ed un altrettanto immenso albero. La luce che filtrava dalla chioma dell'albero era così abbagliante che dovette proteggersi gli occhi con una mano. "Dove ci hai portato, serva di Samael?"  "Non sono più la sua serva. Comunque siamo nel giardino dell'Eden." Miranda aveva la morte negli occhi. La sua tristezza era infinita, la si percepiva solo guardandola. "E tu ci avresti aiutato? Non so se sia peggio stare qui o all'inferno." Il tono era furibondo, doro come la pietra e tagliante come una lama. L'occhio rosso ardeva d'ira, quello azzurro scintillava di frustrazione. Alyssa, che a contatto con l'acqua di quel luogo si era ripresa in pochi secondi, prese le difese di Miranda. "Perché? Perché ha sbagliato? CI ha portato in un luogo tranquillo e pulito, e tu ti arrabbi con lei. Perché?" " Ci ha portati nel giardino dell'Eden. Il luogo più sacro fra tutti per angeli, demoni e nephilim. Questo luogo è sorvegliato da Azrael,l'angelo della mote. Se dovesse capire che siamo qui non esiterebbe ad ucciderci. E nemmeno io e lei potremmo fermarlo." disse, accennando con la testa a Miranda. "Non verrà. Azrael e scomparso sei giorni fà. Io qualche tempo prima avevo scovato le rune necessarie per usare il portale, ed ho approfittato. Ora potremo riposarci un po'. Il luogo è sicuro." Miranda ora era meno triste di prima, e sembrava avere un po' più di sicurezza. 

"Bene, allora spiegami, spiegaci, cosa ci facevi al servizio di Samael. Perché non credo che sia stata una tua idea." " Io... è successo anni fa. Io avevo solo 12 anni. Ero diretta al campo Mezzosangue, quando incontrai un essere che non avevo mai visto. Era Straga, il mostro che tu, Araldo, hai ucciso. Mi rapì e mi portò a Dite, dove fui costretta a stringere un patto con Samael. L'avrei servito in cambio della vita. Ebbi un istruzione perfetta alla magia demoniaca da Lilith in persona. Ma, secondo Samael, non ero abbastanza crudele, e inserì nel mio corpo uno dei suoi spiriti di demoni. Credo che con me sia successo lo stesso che tuo fratello Morte ha fatto alla ragazza. Ha ucciso lo spirito del demone. Lo ha ucciso, e per questo la ringrazio." "Capisco." L'Araldo sembrava aver capito tutto, mentre Angel sembrava un po' interdetta. "Sono stata posseduta da un demone per tutto questo tempo?" "Per metà. Probabilmente Lilith si era divertita a dare solo la metà del controllo al demone. Quando ti arrabbiavi il demone veniva liberato, altrimenti era bloccato da un sigillo di sangue. Un lavoro che solo la regina dell'inferno avrebbe potuto concepire." "Concordo. Ma ora non avrà più il potere di prima. Non ora che ho con me il suo cuore." Infatti il cuore pulsante di Lilith era ancora nelle sue mani, e tutti gli rivolsero un occhiata di terrore. "Come puoi aver strappato il cuore a tua madre?" Rabella era sotto shock. "Non importa. Il cuore di un demone è il centro dei suoi poteri, non del suo corpo. Possono strapparselo e aspettare che ricresca. Sono molto resistenti. Per ucciderli bisogna staccargli la testa, oppure si distrugge in un qualunque modo il cervello. Quindi l'Araldo non ha fatto nulla di sbagliato. So del suo progetto, e quel cuore gli serviva. Vero?" "Si. Il cuore della Madre. Il primo degli elementi necessari per costruire il talismano che ci serve." "Scusate, ma non sto capendo nulla di quello che state dicendo, ed è frustrante. Parecchio." Jennifer era leggermente alterata. Non gli piaceva non sapere le cose. E quella storia era piena di misteri, stranezze e assurde maledizioni, cose che a lei nessuno si era degnato di spiegare. Le figlie di Atena odiavano non sapere le cose. Le rendeva nervose. "Voglio che mi spieghiate cosa succede, nei dettagli." "Purtroppo non possiamo. Almeno, io so solo che deve costruire un talismano. Non conosco né lo scopo né gli ingredienti, ma un cuore di demone superiore significa potere. E guai.” 

Tutti annuirono. Si sistemarono per la notte, che ormai scendeva anche sull’Eden celeste. Il fuoco venne acceso, e si preparò da mangiare. Un aria di festa, come negli ultimi giorni non si era vista, si levò dall’accampamento. Mangiarono e bevvero, felici che anche quella brutta avventura si fosse conclusa senza che nessuno si fosse fatto davvero male, anzi, avevano guadagnato un alleata e un amica. L’atmosfera festosa contribuì all’allegria, e tutti si misero a parlare. Alyssa parlò del suo amore per il mare, Jennifer sorrise, cosa che succedeva davvero di rado e Annalisa si mise a ballare, insieme alla sorella minore. Una scena esilarante, specie dopo che Alec si mise in mezzo, cercando di imitarle. ma con poco successo. 

Poi un tremendo ruggito raffreddò gli entusiasmi. Era un verso a metà tra il sibilo di un serpente e il ruggito di un drago. Un essere gigantesco si stagliò nella notte, mentre con un gesto l’Araldo spense il fuoco. La sagoma di un essere serpentiforme si parò davanti alla luna. “Lui. Il serpente. Tutti giù, e in silenzio.” “ Dì un po’ Araldo, sei tu ad attirare i guai?” “Forse.” Il mostro si gettò in mezzo alla boscaglia, facendo fremere la terra. Potevano udire il gigantesco corpo strisciare nella notte. “”Mi spiegate cosa diavolo è quello?” Jennifer aveva i nervi a fior di pelle. “Il serpente del male. Colui che causò il peccato originale. O almeno così si mormora. Deve essersi svegliato quando Azrael è scomparso.” Disse Miranda. “Esatto. Ora però forse, e dico forse, ho un idea. Quella bestia custodisce la gemma del caos, una fonte di energia enorme, esattamente quello che mi serve per attivare il talismano Mi servono tre volontari. In forma, in forze, e pronti a sfidare la morte. Perché l’essere che dovremmo affrontare è antico come il tempo stesso, e non ha intenzione di dover fare da balia a qualcuno. ”Vengo io” disse Jennifer, sperando di capire meglio quella faccenda. “E io” disse Alyssa. Si era sentita inutile durante tutto il viaggio, era il momento di far vedere a tutti cosa sapeva fare. “Ed io.” Chi aveva parlato era Annalisa. “Quel serpente cattivissimo rovina la reputazione di George e Martha” disse, facendo partire le risate di tutti.

“Andiamo, non c’è molto tempo” Disse l’Araldo, con la sua solita aria seria. 

 

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La rubrica di Poseidonson97

Scusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusascusa.

Chiedo scusa a tutti voi che seguite la storia, che la ricordate o che anche solo la leggete. Ma in particolare le undici scuse che ho scritto qui sopra sono per quelle persone che hanno creato i personaggi e che me li hanno dati. Che mi hanno regalato le loro meravigliose idee. Quindi chiedo scusa a tutti e tutte. Spero che il capitolo vi possa, in minima parte, ripagare di tutto il tempo che vi ho fatto aspettare (Illuso. Non importa niente a nessuno. Tappa quella fogna Medesimo)

Lasciate una recensione, spero che vi piaccia. Il prossimo capitolo non so quando lo potrò mettere, anche perché ho fatto la stupidaggine di mettermi a scrivere un’altra storia, più o meno, molto più breve, e quindi darò la precedenza a quella. e devo rimettermi a giocare a Darksiders per avere delle idee davvero folli, che in questo momento mancano. Ciao a tutti, vostro

Poseidonson97

  
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