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Autore: Alzheimer    13/08/2014    1 recensioni
"Si avvicinò a me e toccò con il dito indice il mio naso, come se fossi un gatto e volesse farmi un dispetto. Ridemmo. Tom sapeva farmi ridere, anche David lo sapeva fare,ma con Tom era tutto diverso."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20
 
“Se avessi tempo ti regalerei i miei denti per lasciarti comporre i miei sorrisi migliori”
 


La sedia scricchiola e mi da sui nervi così cerco una 
posizione comoda, ma nessuna va bene.
Sebastian fa avanti e indietro nel corridoio color avorio dell'ospedale riuscendo solamente ad aumentare la mia ansia.
Ho scoperto che siamo qui perchè mamma ha accusato dei forti dolori alla pancia e delle perdite di sangue, ora è in sala parto. 
Fra pochi minuti diventerò sorella maggiore. 
Fisso un punto vuoto davanti a me mentre Tom mi stringe la mano e gioca con essa. 
Seb ha detto che mamma è dentro da un bel po' e che è strano.
Sto morendo di paura. E se la mamma ha avuto delle complicazioni? Se il bambino non ce l'ha fatta ? Oppure, se è stata lei a... 
Io ... io non ce la faccio ancora a rimanere senza di lei. Non voglio nemmeno finire quel pensiero.
- Ehi... - mi giro verso Tom che mi guarda preoccupato, mi fa un piccolo sorriso e passa un braccio intorno al mio collo per avvicinarmi a lui.
- Andrà tutto bene, tranquilla. - mi accarezza piano piano il viso mentre sento gli occhi pizzicarmi.
Ho pianto troppo in queste ultime settimane, non ne ho più voglia.
Non voglio più perdere le persone che mi fanno del bene, mi fanno sorridere e dimenticare quanto la vita a volte possa essere dura.
Mamma non se ne può andare, mi deve ancora aiutare: a mettermi a posto, a dirmi quando faccio qualcosa di sbagliato, ad insegnarmi come si fa la lavatrice. Ad aiutarmi a vivere.
Mi deve insegnare com'è andare a convivere con la persona che si ama, com'è stare con qualcuno che si ama veramente.
Abbraccio Tom, lui ricambia stringendomi piú forte contro il suo petto. Vedo Sebastian mangiarsi le unghie, è nervoso. Chi non lo sarebbe in questi casi?
La persona con cui vivi da ormai cinque anni è fra la vita e la morte e tu non puoi fare niente perché potresti compromettere il lavoro per via delle emozioni che provi.
Brutta storia il lavoro di medico in questi casi.
Mi asciugo le lacrime con le mani, mi alzo e vado incontro a Sebastian, che non ha mai smesso di staccare gli occhi dal portone verde di fronte a noi. 
- Andrà tutto bene.- gli dico - E' riuscita a combattere un cancro, non può lasciarci per .... questo. - , con la coda dell' occhio vedo l'uomo di fianco a me fissarmi - Elen .. - mi giro e gli faccio un enorme sorriso, - Mamma è una persona forte, lo sai benissimo ! - lo abbraccio e mi lascio coccolare.
In questo momento avevo bisogno di sentirlo vicino a me e un abbraccio è la cosa più rassicurante.
- Non può andarsene, non per questa cosa. - lo sento dire sottovoce. Lo stringo più forte a me accarezzandogli la schiena per calmarlo.
Mi stacco da lui e gli sorrido, - Vado a prendermi un caffè tu lo vuoi ? - fa cenno di sí con la testa - Poco zuccherato grazie e tieni ! - mi passa una chiavetta blu e mi fa l'occhiolino.
Mi giro verso Tom che stava seduto poco distante, - Vieni con me ? - vedo che si guarda intorno - Dove ? - faccio un piccolo sorriso - Io e Seb abbiamo bisogno di caffeina, tu ? - , 
lui si guarda intorno - Oh... ehm... sì ! Anche io. Ti accompagno.-. 
Si alza velocemente, appoggia una mano sulla mia schiena e mi scorta fino al piano di sotto dove c'é la macchinetta del caffè.
Sospiro, Tom nota il mio disagio - Vedrai che ce la farà.- mentre premo il contatore dello zucchero, al massimo, gli faccio cenno di si.
- Credo in lei, semplicemente perché è riuscita a combattere il cancro e non sarà una gravidanza a portarmela via.- 
La macchina inizia a far scendere il caffè, mi giro verso Tom che è rimasto a fissarmi - Che c'è ? - lui fa cenno di no con la testa, si avvicina e mi da un bacio sulla fronte.
Mi aggrappo alla sua maglietta blu, - Grazie per essere qua Tom. - , sento che porta le sue mani a cingermi la vita - E' un mio dovere essere qua con te. Non ti lascerei mai sola.-.
Circondo il suo collo con le mie braccia e gli do un piccolo bacio sulla guancia. - Ti amo.- gli sussurro all'orecchio, sento che mi da un piccolo bacio vicino all'angolo della bocca. 
Prendo il caffè e ne faccio altri due con Tom che mi abbraccia da dietro e appoggia il viso nell'incavo del mio collo.
Sento la barba, che gli sta crescendo, pizzicarmi la pelle. Mi piace da matti questa sensazione. 
Penso a quando un'ora fa eravamo da soli a casa sua nel letto a fare l'amore, sorrido e lo stringo a me. 
Tom mi fa sentire bene, mi fa sentire in pace con me stessa, con il mondo, con tutto. 


I caffè delle macchinette non sono un granché, ma sempre meglio che niente. Vedo Tom storcere il naso e buttare via il bicchiere seguito da Sebastian. 
Ci fissiamo tutti e tre, Seb si siede e si mette la testa fra le mani, io invece mi avvicino alla finestra per guardare fuori.
Le luci notture di Londra la fanno sembrare un grande albero di Natale, faccio un piccolo sorriso e poi fisso l'enorme porta davanti a me. Sospiro e chiudo gli occhi; appoggio la testa contro il vetro della finestra.
Mia madre non sarà nemmeno la migliore del mondo, ma sapeva come rendermi felice, anche con mille mila battibecchi che si creavano fra di noi.
Sento il rumore di una porta che si apre, di scatto spalanco gli occhi e vedo un' infermiera con il camice sporco di sangue.
Fissava tutti e tre con un espressione indecifrabile.
- Lei è Sebastian Young ? - lui fa cenno di sì con la testa con un espressione preoccupate, l'infermiera da un colpo di tosse per schiarirsi la gola. 
- Complimenti è un maschio. 3 chili e cento. A sua moglie stanno mettendo i punti ma si riprenderà presto, se vuole vedere il bambino venga con me.- 
Mi porto le mani alla bocca e scoppio a piangere, Tom affianco a me mi stringe facendomi i complimenti. 

Sono diventata una sorella maggiore, corro incontro a Sebastian e lo abbraccio stretta a me - Ce l'ha fatta ! Ce l'ha fatta ! - Mi prende in braccio per farmi fare una piroetta, Sebastian mi fa scendere e mi precipito da Tom che mi stringe forte - Visto ?! Che ti ho detto ? - singhiozzo stringendo la maglia di lui - Sono così felice Tom. - 




 




 

 

La camera di ospedale di mia madre è piccola, bianca e puzza di disinfettante. 
È seduta sul piccolo letto con le lenzuola verdi, lascio la mano di Tom e mi precipito a sedermi vicino a mamma.
Dorme, vedo il petto alzarsi e abbassarsi velocemente, ha il viso rilassato cosí gli faccio una piccola carezza e lei apre piano gli occhi, sorridendomi.
- Non ... non volevo svegliarti.- fa cenno di no con la testa e prende la mia mano intrecciandola alla sua. - Il bambino ? - faccio un piccolo sorriso - Le infermiere lo stanno lavando, fra poco te lo porteranno. - le stringo la mano - Hai bisogno di qualcosa ? Cibo, bere, libri ? - la sento ridere, - Una doccia ma ancora non posso, sai i punti. - e la vedo indicarsi la pancia - Ti .... ti hanno fatto il taglio cesareo ?- le chiedo fissando la sua pancia, con la coda dell'occhio la vedo fare di sì con la testa.
- Ha fatto male ? - le chiedo, la vedo sospirare - Un pochino, sai non è bello avere le doglie - mi dice ridendo, faccio un piccolo sorriso e mi giro verso Tom che è stato per tutto il tempo zitto immobile dietro di me.
- Ciao Tom.- gli dice mia madre, - Salve signora Young - Tom le sorride.
Sento il rumore di un carrello, mi giro verso la porta e Sebastin entra in stanza con la piccola culla termica. - Oddio - mi alzo immediatamente per andargli incontro.
Guardo dentro la culla e davanti a me c'è un bambino piccolo con il nasino all'insù - Oddio .... ma è bellissmo ! - mi porto le mani al viso, mi giro verso Seb - Po... posso prenderlo ? - ; - Sì, sì prendilo. - Sebastian tremava dall'emozione. 
Mi sporgo sulla culla piano e cerco di prendere il bambino nel modo migliore, appoggio la testolina sul mio braccio e poi prendo la sua manina che a differenza della mia è minuscola - Ehi piccolo Young sei bellissimo. - gli faccio un piccolo sorriso, lui ha gli occhietti piccoli. Tom si mette affianco a me e con il suo iphone fa una foto al bambino, alzo la testa verso mia madre, - Avete scelto il nome ? – . 
Mamma prima guarda Sebastian che si è seduto sul fondo del letto – Sì ! – mi dice con un enorme sorriso, mi avvicino a lei e le do in braccio mio fratello. – Si chiamerà Robert David Young. -.
Rimango a fissare mia madre, mi porto una mano sulla bocca e comincio a piangere – Mamma, ma … - vedo che inclina la bocca come a formare un piccolo sorriso – Dovevo farlo, dopo tutto per te David era come un fratello.-.
Sento Tom che appoggia una mano sulla mia spalla, mi giro verso di lui e lo abbraccio dalla felicità – Dovrai prenderti cura di lui, come facevi con David e tenerlo sempre lontano dai pericoli – mi dice mamma, faccio cenno di sì con la testa e corro ad abbracciare Sebastian – Ti voglio bene Seb e anche a te mamma. E anche a te piccola ranocchia ! - 
scoppiamo tutti a ridere, mentre con una mano sfioro la piccola guancia paffutella. 









2 settimane dopo.






Mi sveglio con il fiato corto, Robert è affianco a me nel letto che dorme con le braccia verso l' alto, mi guardo attorno, sembra tutto tranquillo.
Scendo dal letto piano, cercando di non svegliare il piccolo, metto intorno a lui due cuscini per evitare che caschi.
Tom è sdraiato nel divano con una mano a mò di cuscino e un piccolo ricciolo biondo che gli ricade in fronte.
Faccio un piccolo sorriso, prendo la macchina fotografica e scatto qualche foto.
- Smettila di fotografarmi mentre dormo ! – rido, - Buongiorno amore. - 
gli dico piano mentre mi siedo accanto a lui.
Lui si mette a sedere e stende le braccia – Dorme ? – mi dice indicando con il mento la stanza con la porta aperta – Sì, finalmente ! – dico ridendo. 
Appoggio la testa sul poggia braccia del divano, chiudo per qualche istante e penso al sogno che ho fatto prima.
Ero insieme a David su un altalena, quella che è in giardino di casa sua, mi spingeva per far si che volassi più in alto possibile, mi sentivo felice, - Promettimi che ti prenderai cura di lui. – mi disse a un certo punto, smise di spingermi e io mi fermai facendo aderenza con i piedi sull’ erba.
Mi avvicino a lui e gli faccio una piccola carezza – Mi manchi. – sentivo le lacrime agli occhi – Anche tu, ma sono felice qua. Tua nonna mi prepara degli ottimi biscotti e poi posso skaetare senza farmi male. – faccio un piccolo sorriso e rido – Ti voglio bene.- gli dico con la voce incrinata – Anche io, sono sempre con te e lo sai. -.
Apro gli occhi e mi accorgo che mi è scesa una piccola lacrima sulla guancia – Ehi ! Elen tutto okay ? – faccio cenno di sì a Tom. 
- Alla grande, ho solo bisogno di un abbraccio. - 
Lo vedo avvicinarsi e apre le braccia, mi accoccolo nel suo petto, sento il suo cuore battere veloce. – Ti amo.- sento che mi bacia la testa, - Anche io, piccola. - 
Alzo la testa e mi avvicino al suo viso, avvolgo con le braccia il suo collo e gli do un piccolo bacio a stampo.
Le mani di Tom navigano sui miei fianchi fino al mio seno, le sento indugiare. 
Tocca il pizzo del mio reggiseno mi scappa un gemito strozzato sulle labbra di Tom. 
- Ehehe – faccio un piccolo sorriso – Tom non si può, c’è mio fratello a pochi metri da noi. Non mi pare il caso. – lo vedo ridere e darmi un bacio – Mi preoccupo più per tua madre che entri da un momento all’altro con un’accetta in mano e guardandoci dica : “ Tesoro ! Sono casa. “ 
Scoppio a ridere e lo bacio a stampo. Ho già detto che amo quest'uomo?







ANGOLO AUTRICE.
faccio schifo, aggiorno dopo un mese con un 
misero capitolo.
lo so so, vi capisco mi picchierei da sola.


- titolo del capitolo  è la citazione del libro " Cercando Alaska" di  John Green
( correte a leggerlo se non l'avete fatto.)
- citazione a inizio capitolo:  Lo stato sociale. - " tesoro sono a casa ! " davvero vi devo dire da che Film/ Libro ho preso la citazione ? (!) - Un grazie immenso a DOC__ la mia beta. <3
un bacio Elen.


 
   
 
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