Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: FairySweet    14/08/2014    1 recensioni
... La sua colpa era semplicemente quella di amare troppo, amava sé stessa, amava quell'uomo ostinato e testardo che la sfiorava con la delicatezza di un angelo, amava sua figlia, la sua vita, semplicemente ... amava troppo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non mi piace” “Non deve piacere a te” “Non è quello giusto per lei” “È il primo amore” sussurrò divertita chiudendo il libro “Non c'è niente di male nel primo amore. Sono parole innocenti, sorrisi e sguardi” “Anna …” si sedette di fronte a lei sospirando “ … posso assicurarti che il primo amore è vissuto in modo completamente diverso da uomini e donne” “Davvero?” domandò divertita socchiudendo gli occhi “E in cosa è diverso?” “Davvero vuoi che te lo dica?” Amelia posò sul tavolino un vassoio pieno di biscotti e dolcetti colorati “Ti dispiace passare in camera di Edoardo? Vorrei solo essere sicura che non stia smontando le tende per cercare il tesoro che vi dovrebbe essere nascosto dietro” “Ehi” puntualizzò divertito “Io gli ho solo raccontato una favola amore mio” ma Amelia sorrise scuotendo leggermente la testa “L'ho lasciato due minuti fa duchessa, dormiva sereno” “D'accordo” la donna si congedò rispettosamente da loro lasciandoli soli per l'ennesima volta “Quando dovrebbe incontrarlo?” “L'ha già incontrato. Ieri alla festa per …” “Lo so” mormorò ironico sorseggiando il té “Non riesci ad accettarlo?” “Non ho potuto impedirlo Anna” “Vuoi chiuderla a chiave in camera sua fino a quando non diventerà vecchia?” “Posso farlo?” ma lei sorrise “Non ammetto che giovani galletti giochino con mia figlia amore mio. Lei è così giovane e pura e bella, cosa accadrebbe se uno di loro la insozzasse con stupidi pensieri?” “Stupidi pensieri?” “Sono stato uno di quei galletti Anna, e la prima cosa a cui pensavo quando guardavo una giovane non era la profondità della sua anima” scoppiò a ridere divertita da quell'affetto così paterno che usciva fuori ogni volta che parlavano di Emilia.
Lui non era suo padre, non l'aveva costruita dal nulla ma era il suo papà, la persona da cui andava quando lei non poteva rispondere a quel battito di cuore troppo forte.
Quando l'amore acerbo si era preso ogni loro sospiro l'unica paura che costringeva la mente a lavorare giorno e notte era Emila.
Per giorni si era chiesta: E se lui non è quello giusto? Se non decidesse di amarla come una figlia?.
Domande che per notti intere si erano insinuate nei pensieri ma che subito, erano state cancellate da quel sorriso venuto dal nulla.
Gregorio amava la sua bambina più di quanto Alvise non avesse mai fatto. Era un padre meraviglioso, un marito così perfetto da sembrare quasi irreale eppure era vero, era lì, accanto a lei che sorseggiava il suo té preoccupandosi di quei ragazzi un po' troppo estroversi.
Perfino durante le lunghe notti invernali, quando gli affari della sua imponente famiglia richiedevano lo strappavano al calore di casa era lì assieme a lei.
Lo sentiva accanto, sentiva il suo sorriso, i suoi baci, i suoi passi nel corridoio.
Lui era il suo futuro, l'uomo che libero da ideali folli e inutili le permetteva di vivere la vita come più le piaceva.
Assieme a lui aveva imparato ad amare di nuovo e il frutto di quell'amore riposava sereno nella camera lì accanto.
“Facciamo un accordo amore mio …” tremò leggermente riportata alla realtà dalla voce dell'uomo
“ … io le concedo di vedere quel giovane ma si incontreranno a casa nostra, dove posso controllarlo” “Si sentirà oppressa” “Protetta” puntualizzò sollevando appena un dito “Protetta Anna, perché se pensa di girovagare per il mondo tornando a casa un giorno dicendo “Padre, ti presento mio marito” ha sbagliato i suoi calcoli ” la porta si aprì dolcemente e il viso di Elisa apparve radioso tra loro “La mia contessa preferita” esclamò divertito alzandosi, la mano dolcemente tesa verso di lei e un bacio leggero sulla pelle fresca “Come stai? Com'è stato il tuo viaggio?” “Ho perso la festa di mio nipote” mormorò indispettita sedendosi accanto a lei “Ma sono contenta che abbiate usato il parco della tenuta. Fabrizio ne sarebbe stato molto contento” “Spero davvero che sia così” “Allora ...” sussurrò divertita stringendo le mani della cognata “ … che notivà ci sono?” “Mio marito sta studiando il modo di rinchiudere Emilia in casa fino a quando non sarà vecchia” “Si sentirà oppressa e scapperà” “Perché pensate tutte la stessa cosa?” “Perché siamo state anche noi giovani ragazzine innamorate” “Oh no Elisa, lui crede che la parola più giusta sia: protetta” l'uomo al suo fianco annuì orgoglioso camminando avanti a indietro per il salotto “Anna, lo so di chiederti molto ma potreste fermarvi qui per qualche giorno ancora?” “È successo qualcosa?” “Putroppo i miei mezzadri hanno qualche problema di salute. Il dottor Raimondi li cura in modo eccellente ma devo andare a Torino per chiedere udienza dal re. Abbiamo bisogno di più tempo per il raccolto e …” “Quanti soldi ti occorrono?” domandò Gregorio tornando a sedersi davanti a lei “Non posso accettare niente da …” “Sei o non sei la moglie di Fabrizio? Questo ti rende parte della famiglia di Anna e per estensione sei la mia famiglia Elisa. Credi davvero che un nome importante come il mio serva solo a fare bella figura a corte?” le sorrise annuendo leggermente “Non preoccuparti del denaro, a quello ci penso io e quando sarai a Torino, usa il mio nome per farti ammettere alla presenza del re e se non funzionerà, partirò per Torino domani stesso” “Sei sempre così buono con noi” Anna sorrise sfiorandogli il viso “Non preoccuparti per Rivombrosa, resteremo qui tutto il tempo che ti occorre” fece un bel respiro appoggiandosi dolcemente allo schienale del divanetto.
Gli occhi di Gregorio incollati ai suoi nel tentativo di capire se quell'attimo di debolezza fosse legato alla stanchezza o a qualcosa che non gli aveva detto “Anna?” lo sguardo si concentrò dolcemente su di lui “Va tutto bene?” “Stavo pensando” “Pensando?” “Pensavo che Emilia dovrà incontrare qui il giovane Fermi” ma l'altro sospirò alzando gli occhi al cielo “E il mio bellissimo nipotino come sta?” “Dorme, o almeno, è quello che crede Amelia perché sono abbastanza certa che tra qualche minuto me lo troverò qui davanti” Gregorio annuì appena alzandosi in piedi.
Un passo, un altro ancora fino alla porta chiusa “Sai Anna …” sussurrò divertito posando una mano sulla maniglia
“ … se provi a contare fino a tre apparirà un bambino davanti a noi” Elisa sorrise portandosi una mano alle labbra “Uno … due …” spinse dolcemente la porta, Edoardo scoppiò a ridere mentre le braccia del padre lo sollevavano da terra “Piccola peste, cosa ci fai fuori dal letto?” “Voglio la mamma” “Se non riposi mai come puoi giocare?” “Vuole vedere la zia non è vero?” esclamò divertita Elisa tendendo le mani verso di lui, il piccolo sorrise lasciandosi cullare da quell'abbraccio che conosceva bene e che tanto amava “Lo sai che sei diventato più grande?” Gregorio sorrise orgoglioso sedendosi accanto alla moglie, la mano stretta alla sua e gli occhi inchiodati a lei “Grazie” “Per cosa?” “Per avermi regalato il suo sorriso” le sfiorò le labbra sorridendo mentre quel legame che dentro di loro era fuoco vivo diventava sempre più forte.
  
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