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Autore: Giovia    14/08/2014    0 recensioni
Salve a tutti! Come vedrete, la fanfiction è scritta a quattro mani! Ringrazio a due amiche di avermi aiutata a scriverla.
La storia segue l'ordine cronologico dei fatti di HunterxHunter ma... con delle piccole modifiche! Due ragazze partono all'avventura per ottenere la licenza di Hunter con una vendetta e un obiettivo ben preciso, ma si imbattono in dei strani tipi... Chi sono loro? Nascerà qualcosa tra di loro? Avventura e romanticismo vi aspettano!
AVVISO: Storia momentaneamente sospesa.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genei Ryodan, Hisoka, Kurapika, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hisoka si sentiva frustrato. Non riusciva a esprimere quello che aveva in mente, come avrebbe voluto. Sentiva solo che se le avesse fatto del male, avrebbe perso il controllo su sé stesso e qualcuno sicuro finiva in un bagno di sangue, inclusa Amu. Ma non si poteva trattenere, la voglia di uccidere continuava a crescere ogni volta che rivolgeva lo sguardo a quel ragazzo che se ne stava immobile per tutto il tempo in un unico posto. Forse quest’ultimo aveva capito con chi aveva a che fare. Oppure no?

-Io non mi faccio da parte. Toccala di nuovo e ti mozzo la testa.- gli disse Hisoka con una voce dura come l’acciaio, allungando la mano per afferrare Amu.

Jack gli restituì lo sguardo, con la stessa intensa, furiosa attenzione  con cui lo guardò il rosso. Però sentì qualcosa. Percepì un’ondata di potere sovrumano insorgere dentro di lui e questo lo fece un po’ spaventare, ma si ricompose, sentiva di potercela fare.

-Nessuno ha chiesto il tuo parere, pagliaccio. Io e lei abbiamo un conto da saldare. –urlò contro la ragazza.

-Se io sono un pagliaccio… tu sei un troll, viste le cicatrici che hai. -rise il rosso con una calma micidiale che fece irritare l’altro.

Il ragazzo dai capelli viola indicò la rosa.  La guardava con odio e voglia di vendetta, facendo capire sempre meno al rosso. Hisoka la guardò con aria interrogativa, nella speranza che lei gli dicesse di più a riguardo.

Amu si ricompose, sospirando. Ricordarsi quei brutti momenti per lei non era certo una buona cosa. Non riusciva a dimenticare quei ricordi, e tantomeno lui. Dopo tutto, era stata tutta colpa sua. -Quando eravamo piccoli, ho combattuto contro di lui, ma non sapendo controllare i miei poteri, ho finito per trasformarmi in dea , ferendolo gravemente al volto. E’ servito l'intervento di mio fratello per salvarci...e soprattutto fermarmi . -spiegò lei, con un espressione di dolore. Stringeva forte la mano all’altezza del cuore, cercando di non ripensare troppo al passato.

-Cos’è lui? -domandò il rosso guardandola serio. Non le piaceva il tono che aveva usato, sembrava quasi che lei avesse provato dei sentimenti per lui in passato.

-Lui è...è un dio…un dio degli elementi…- gli sussurrò tremante  la ragazza.

Fu un fragile sussurro, debole come il fruscio di un pezzo di carta trascinato via dal vento lungo un marciapiede. Aveva paura che Hisoka lo sfidasse, ma preferì tacere e non continuare ad andare avanti col racconto. Se l’avesse sfidato, sarebbe  stata lì accanto a lui per fermarlo a ogni costo. Non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male, anche se si trattava di lui. Avrebbe ucciso chiunque le intralciasse la strada, soltanto per Hisoka. Anche se era il classico cattivo, lei sentiva in lui qualcosa di buono. Qualcosa che solo lui poteva trasmetterle… emozioni mai provate prima.

-Ah... capisco -si leccò le labbra -Però non sembri tanto forte.

Hisoka, con un sorriso da folle di osceno piacere e con gli occhi spalancati voleva avanzare. Il suo sorriso era sempre più ampio con le labbra socchiuse. E c’era qualcosa che lo soddisfaceva, che lo elettrizzava. Uccidere. Le ciglia aggrottate, gli occhi minuscoli color oro puntavano sul ragazzo. Gli occhi inchiodati esclusivamente su di lui. Amu sarebbe fuggita di fronte a quell’espressione spaventosa, se i suoi muscoli non l’avessero bloccata. Non aveva mai visto un simile sguardo, carico di minaccia a stento contenuta. Jack avvertì quella presenza ma non si tirò indietro.  Sembrò solo infastidito dalle sue parole e in men che non si dica, si coprì di fuoco. Era pronto a lottare, se necessario.

 -Vuoi forse sfidarmi? La cosa si fa interessante...- ridacchiò Hisoka con aria di sfida, facendolo arrabbiare sempre di più.

-NON CI PENSARE!- tagliò corto Amu. - Lui è molto più  forte di quanto tu possa immaginare! Io stessa non ho speranze a meno che non diventi una divinità!

 L'ultima cosa che voleva, era vedere quei due lottare. Ed era certa che uno ci avrebbe rimesso la vita, e in quel momento era sicura che a perdere sarebbe stato il rosso. Anche perché lui non conosceva affatto le vere capacità dell’avversario. Era pronta anche ad attaccarlo pur di fermare le sue intenzioni. Gli fece l’occhiolino, rassicurandolo, anche se di poco.  Era una faccenda sua e doveva risolverla senza l’aiuto di nessuno. Non poteva essere sempre protetta dagli altri ogni volta che si trovava in difficoltà, ormai era cresciuta.

-Ce ne hai messo! Ma alla fine hai deciso...preparati!

 Un ghigno perfido apparve sul volto del dio che venne avvolto totalmente dal fuoco prima di trasformarsi. I suoi occhi divennero carboni ardenti pieni di odio, i capelli lava fumante, che solo a guardarli facevano sentire la sensazione di essersi bruciati.

-Il fuoco? E’ sempre stato l'elemento più adatto a te... –disse.

Un sorriso malinconico le apparve sulle labbra, mentre l'acqua l'avvolgeva  a sua volta. Non era mai stata brava a controllare l’acqua e il fuoco, ma col tempo era migliorata e riusciva a controllarli decentemente. L'altro non sembrò minimamente preoccupato e senza esitare, in un solo attimo,  le lanciò contro delle lame infuocate. Lei non ebbe problemi ad evitarle, seppur lottare contro di lui le faceva molto male, in quanto da piccoli lei lo amava.

*Flashback*

-Jack, jack!!  Vieni a giocare con me??- chiese la piccola Amulet che correva verso il suo amico, con un sorriso immenso, puro e innocente.

Jack si girò e la guardò. Non aveva la minima voglia di giocare… la parola  giocare non suscitava più nulla in lui. Voleva allenarsi, diventare più forte. Il più forte in assoluto delle divinità. -Ti va se invece ci alleniamo? Ora so controllare il fuoco!- annunciò lui fiero di sé, mentre la sua mano prendeva fuoco.

-WOW!- gli occhi della bambina brillarono entusiasti -Non è giusto però! Io so controllare solo il vento… - piagnucolò, ma il sorriso non voleva abbandonare le sue labbra e un’idea le balenò velocemente nella mente -Me lo insegni?- chiese saltellando sul posto entusiasta.

-Certo, se tu mi fai vedere il drago di tuo fratello- ridacchiò l'altro. Il suo volto era di pura gioia e dolcezza, a dimostrare a pieno tutta la bontà del suo animo e la purezza bambinesca.

-Va beneee!- l'urlo stridulo e felice della bimba si udì fino in lontananza, e il sorriso, sempre compagno sul suo volto. Non l'abbandonò nemmeno per un istante, portando  tutti a pensare che essa rappresentasse la gioia pura.

*Fine flashback*

"Perché sei cambiato??" quel pensiero l'addolorò, si ricordava ancora il sorriso dolce che le rivolgeva quando erano piccoli. “Ma penso che tutti alla fine diventiamo quelle persone che abbiamo giurato di non diventare. Come lui era un angelo prima, adesso è il diavolo. Le persone cambiano in base a come le tratti!”

-Perderai nuovamente, come quando eravamo piccoli- ghignò Jack. La perfidia nel suo sguardo le fece gelare il sangue nelle vene.

Amu scattò, istintivamente.  -Ti sbagli! Ora sono più forte! Non sono più una mocciosa e sono diventata una persona migliore. Successivamente evocò l'acqua e il vento contemporaneamente e non avrebbe perso, a costo della sua vita. "Mi dispiace Jack.... so che sei arrabbiato, ma non ha senso sfogarti su di me per una cosa di cui non ho colpa." pensò mentre si preparava all’eminente scontro, ormai era pronta a tutto.

*Flashback*

-Mamma! Mamma! Guarda che mi ha dato Amu!- urlò Jack correndo verso una donna dai lunghi capelli neri e  bellissimi occhi blu, con riflesso in essi il mare.

-Che bello! Questo cristallo è veramente puro, come la sua anima. Sta diventando così brava a farli. -sorrise la donna accarezzando la testa al figlio.

-Ma lei dice che non lo sa ancora usare!- commentò lui stringendo le braccia al petto convinto. 

La donna si guardò freneticamente intorno e vide Amu. Sbuffò e le fece segno di avvicinarsi. -Sono sicura che diventerai un ottima divinità- commentò la donna sorridendole. Un dolce sorriso luminoso come il sole e dolce come il miele.

La rosa esplose in un urlo di genuina esultanza. -Graz...

S’interruppe di colpo, le parole le morirono in gola. -ATTENTA!!- gridò poi.

La piccola corse velocemente verso la donna, nel disperato tentativo di salvarla, ma fu inutile, ormai era tardi. 

-MAMMAA!!

 L'urlo del piccolo Jack si sentì chiaramente fino a chilometri di distanza, ma ormai la freccia scoccata dal cacciatore di taglie la prese in pieno, senza lasciarle scampo, lasciandola in un bagno di sangue.  

*Fine flashback*

"Io non ho colpa, non ho visto la freccia fino all’ultimo...non c'era modo per salvarla." pensò addolorata, voleva bene a quella donna e non lo avrebbe mai negato. -Jack ascoltami! Te ne prego! –prese a rivolgergli parola. Era inutile, ogni suo tentativo andava sprecato, il ragazzo non era intenzionato ad ascoltarla. -TI PREGO!! ASCOLTAMI!!

Ogni tentativo era vano. Jack non faceva altro che attaccarla, lanciandole contro migliaia di frecce senza sosta, provocandole non pochi tagli anche se non profondi.

-NO! TU HAI TRADITO LA MIA FIDUCIA E QUELLA DI MIA MADRE! Per questo è morta.

Le lacrime presero a scorrere veloci come cascate sulle guance del dio che la fissava con puro odio. 

-BUGIARDO! IO NON HO COLPA! HO PROVATO A SALVARLA E POI NON SAPEVO SAREBBE SUCCESSO! ALTRIMENTI SAREI INTERVENUTA PRIMA!! E poi.... SAI BENE CIO’ CHE PROVAVO PER TE!! Non avrei potuto MAI tradirti!

Le lacrime presero a scorrerle sulle guance. Non ce l'avrebbe fatta a lungo, il dolore era troppo.

"Tradirti?" le disse a Hisoka. Si sentiva chiaramente una punta di gelosia, seppur poca.

"E...ecco... io da piccola gli volevo terribilmente bene.... diciamo.... più che a un amico...- pensò diventando un po’ rossa, ma non era quello il momento di pensarci.

"Capisco" fece lui seccamente incrociando le braccia.

Jack in quel momento urlò e le lanciò contro una freccia più potente, che mirava dritto al cuore. Amulet stava sbiancando. Ma ormai era tardi, stava per essere colpita, così, all’ultimo, attivò una barriera di vento, circondata da cristalli che galleggiavano in aria come farfalle, ma attaccarono il nemico come un serpente velenoso che lo trafissero uccidendolo.

-Mi...mi dispiace- sussurrò lei con le lacrime guardando quello che un tempo era il suo migliore amico, avvolta da mille sensi di colpa.

-lo.... sapevo che ...non era colpa....tua- fece lui mentre il sangue macchiava il pavimento creando un’immensa pozza rossa -Ma...avevo bisogno...di scaricare la colpa....- sussurrò prima di chiudere gli occhi per l'eternità, mentre le sue labbra erano curvate in un sorriso stanco dolce e sereno. Finalmente sereno.

“Lo so…riposa in pace.” pensò la rosa. Si alzò dolorante e cercò di ignorare tutti i tagli che le coprivano il corpo, il vestito lacerato in più punti. Poi si girò verso il rosso –Hisoka… andia....-

Le parole le morirono in gola, mentre un espressione dolorante prendeva ad affiorarle sul volto. Migliaia di disegni cominciarono a fare capolinea sul suo corpo e in breve la obbligarono a cadere sul suolo freddo di cemento, in preda ad atroci dolori. Appena il rosso vide Amu s’irrigidì. Non riusciva a compiere nessun movimento. Uno spasmo di dolore attraversò il corpo di Hisoka e il grido che lanciò fu il suono più addolorante in assoluto.

-AMUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU! –disse, raggiungendola, tenendola per mano. –Tutto ok?

-N-no…- ammise cercando di trattenere una smorfia di dolore -Ho...usato...troppo i miei poteri..-provò a rialzarsi e tossì sangue in preda a feroci spasmi.

-E allora non dovevi usare i tuoi poteri, ci pensavo io. -la rimproverò e la strinse di slancio. Odiava vederla in difficoltà.  

-Non potevo...era una questione personale! E non posso sempre affidarmi a te...-replicò lei, respirando affannosamente.

Sapeva bene che ciò che stava dicendo era una menzogna. Lei aveva e avrebbe sempre avuto bisogno di lui, ma preferì tacere e si strinse a lui in un abbraccio delicato, ma bisognoso d'affetto. Ma al rosso balenò in testa un’idea. Si staccò da lei e si graffiò leggermente il collo con le unghie. Del sangue cominciò a colare.

Amu sgranò gli occhi spaventata. -Che…fai?!

“Avvicinati…” fu tutto quel che disse.

Non riusciva a capire cosa passasse per la mente del rosso. Inizialmente guardò con disgusto il sangue… ma divenne preda di un incantesimo. Era controllata dalla forza mentale del vampiro. Era sicuro che non avrebbe assunto il suo sangue, ma grazie a quest’ultimo, poteva guarire più in fretta del normale. Una luce tenue risplendeva negli occhi blu della ragazza. Più guardava il sangue più veniva attratta. Poi si avvicinò furtiva, pronta a dare una leccata, ma si fermò. Che cosa stava facendo? Hisoka sgranò gli occhi, stupefatto. Possibile che la volontà di Amu fosse così potente da impedire il suo controllo mentale?

-Cretino!- urlò, rossa, provando ad allontanarsi. Ma non ci riuscì, era inutile. Quel sangue che scorreva lungo il suo collo sembrava suscitarle interesse.

Il rosso scoppiò a ridere. -Muori dalla curiosità di assaggiarlo? Che ragazzina impaziente…

Amu distolse lo sguardo, ma non resistette a lungo. Si sentì debole sotto il suo controllo, non poteva fare nulla. Sentì il suo corpo cedere. Tornò a guardarlo e annuì. E alla fine si buttò. Leccò un po’ di sangue, assaporandone il retrogusto metallico.  

"Bene, brava. Presto ti sentirai meglio e i dolori spariranno…” le disse.

"Il tuo sangue è cosi buono…" pensò leccandosi le labbra per poi continuare ad assaporare quello che ancora usciva dal piccolo taglio.

"Continua... il tuo sigillo sta per sciogliersi e le ferite guariranno più in fretta avendo in circolo nel tuo organismo il mio sangue. "

Amu cancellò le ultime tracce di sangue rimaste sulle labbra, guarendo così da tutte le sue ferite. Ma poi cominciò a ricordare. Ha bevuto il suo sangue. Il sangue di un vampiro. La razza nemica che le dava la caccia ogni singolo momento della sua vita, che odiava. Poi guardò intensamente Hisoka.

-Non riesco a odiarti....io ti amo, nonostante tu sia un vampiro. Non mi interessa cosa sei, perchè ti amo. –sussurrò lei. Gli occhi brillavano di lacrime, le tremavano le labbra.

-E io amo te. –replicò lui, dolcemente, sostenendo il suo sguardo.

Hisoka attirò a sé quella bocca dolcissima e le regalò tutta la tenerezza possibile. Lei pensò solo a lui, non alle cose brutte che erano successe in passato a causa dei vampiri. Pensò a questo, e baciò quella bocca da predatore che le aveva regalato l’elisir della vita.

-Però non ti ho ancora perdonato! –sussurrò la  rosa quando si staccarono. Non era certo cosi sciocca da dargliela vinta senza prima lottare.

-Ma come no?

-No! Ehm....perché ero arrabbiata??-ridacchiò grattandosi la testa imbarazzata

-Ahahaha meglio se non te lo ricordi allora... –rise.

-Stronzo. - commentò lei, senza negare. Distolse lo sguardo imbarazzata, sapeva che aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso. –Andiamocene. – aggiunse  poi, alzandosi e spolverandosi gli abiti velocemente.

S’incamminarono di nuovo, passando da una stanza a un'altra. Però Amu si fermò e di conseguenza anche Hisoka. Lo guardò, sospirò poi riprese a parlare. -Comunque…sai...ti avrei perdonato molto prima se mi avessi detto TU che eri un vampiro, e non tuo fratello.

Il suo sguardo era cupo, pieno di dolore. Quel fuoco che prima le aveva scaldato l’animo era ormai ridotto in cenere.

-In questo momento non posso far altro che scusarmi con te. Avevo paura che tu mi odiassi... tutto qui. –mormorò Hisoka.

-Guarda che ti ho perdonato....-gli sussurrò col capo chino  -Ma...mi ha fato molto male.- trattene a stento una lacrima mentre sussurrava tutto ciò -Però sono parecchio incazzata con te. - aggiunse cercando di non scoppiare a ridere, e per fortuna ci riuscì.

"Ottimo allora." pensò lui sospirando, guardandola con interesse . -Mi farò perdonare... –rise, sognante.

-Come, scusa?- Nel suo sguardo si notava un’immensa curiosità.

-Non te lo dico…

L'altra non ci badò, si girò, dandogli le spalle.  Ma siccome le sue risate erano troppo rumorose, non poteva semplicemente passare inosservato. Si voltò e rimase sbalordita. Hisoka le rivolse un’occhiata degna di un pervertito, il sorriso largo di un psicopatico. Lei tacque senza dargli una risposta.

-Chi tace acconsente, eh? Ahahaah –disse con voce profonda, esaltata.

-Cretino pervertito! -commentò abbastanza frustrata .

Gli occhi di Giovia cominciarono ad accendersi sempre di più per la rabbia, mostrando infine i suoi bianchissimi canini. Si avviò verso Raksha a una velocità incredibile, rendendola completamente invisibile e impossibile da seguire.

Raksha si guardò intorno, nella speranza di trovare la sua avversaria, ma senza risultati. L'altra, furtivamente, la sorprese da dietro uscendo da un buco nero e fece per colpirla, ma schivò l'attacco senza problemi. Raksha contrattaccò subito dopo e Giovia, con la sua spadona, parò l'attacco. Le due spade si scontrarono, toccandosi a vicenda emettendo un suono molto particolare, simile al dolore che provavano le due sorelle combattendo tra di loro. 

"Ma... che cosa sto facendo?" si disse Raksha guardando Giovia; era cambiata, non l'aveva mai vista in quello stato di rabbia prima d’ora, e vederla così  rese la ragazza ancor più triste "Hideki... sei pessimo... ora smettila, ti prego!" si lamentò lei, facendo perfino fatica a respirare.

"Voglio giocare ancora un po'."

"No, ti scongiuro... basta ora!!!! Mi stai usando fino al limite..."

Giovia guardando la sorella si fermò di colpo. La sua espressione era diversa...

"I-il... mio corpo non reggerà a lungo...ti prego smettila...AAAAAAAHH! " trattenne un urlo e un bruciore terribile percorse la sua schiena

"Vuoi forse impedirmi di fare ciò che voglio? Taci."

L’albina con cautela, tentò di avvicinarsi, ma Raksha riprese ad attaccare senza sosta come una furia. Uno sguardo pieno di infinita tristezza attraversò il viso della giovane; non si aspettava minimamente di combattere contro sua sorella, la persona a cui teneva di più al mondo fin da piccola.

Dopo un po' Raksha si fermò e cominciò a ridere. -Sei una debole. Non lo vuoi proprio capire? I deboli come te non meritano di esistere.

Giovia rimase esterrefatta  sentendo quelle parole, erano le stesse che aveva detto lei a inizio combattimento su sua sorella. Raksha cominciò a riattaccarla, però Giovia continuò a schivare gli attacchi e a contrastarli, con l’eleganza di una ballerina.

Leorio guardò con interesse Giovia -Certo che ci sa fare, però, non capisco perché non contrattacca! Kurapika, tu che dici?

-Credo sia pericoloso avvicinarsi a lei, oppure è ancora sconvolta di vederla... chi lo sa. -rispose sistemandosi una ciocca per poi riprendere a parlare guardando quelle due -Tutte e due danno segni di cedimento, soprattutto Giovia che sta usando più forza del dovuto.

-Una delle due deve pur morire per vincere e spero non sia la Signorina Giovia! Lei è una bravissima persona! -disse alla fine Gon agitando la canna da pesca che aveva in mano.

-Ehi tu, stai fermo con quella canna, potresti far del male a qualcuno! -intervenì anche Tompa, che si svegliò d'impatto essendo appoggiato con la schiena contro un muro.

Cominciarono tutti a incoraggiarla dandole sempre più forza. -Forza Gio siamo tutti con te!

"Amici... ho degli amici... ho degli amici che mi vogliono bene e che mi aiutano a superare i miei limiti. Ce la devo fare per loro." pensò Giovia contrastando un altro attacco di Raksha.

La forza bruta delle due spade fecero allontanare quelle due una dall'altra. Appena toccarono terra si fermarono. Raksha era ancora intera, ovviamente per la sua razza superiore essendo un vampiro puro, mentre Giovia giusto qualche graffio. Quest’ultima guardò in giù e vide la sua spada conficcata nel terreno. "Non posso controllare questa forza che ho dentro... non posso... perderò il controllo di me stessa da un momento all'altro." si disse. I segni sulla Oxedus cominciarono a lampeggiare a tratti, di un rosso sempre più acceso.

Raksha sbalordita per la scena non esitò a commentare. -Non vorrai mica...

-E' quello che avevo in mente di fare fin dal principio, ma sai… per un momento ho avuto pietà di te. Ma siccome tu stai facendo sul serio e l’unica cosa che intralcia la mia strada per essere un Hunter sei tu… beh le cose cambieranno.  –replicò con un sorriso, mentre impugnò la spada e un vortice nero la circondò. Tutta l’eleganza di Gio, la sua calma da distaccata osservatrice erano svaniti. Questa era la vera e propria Giovia, la guerriera Giovia, e anche se stava sorridendo, era furiosa.

Kurapika da quella distanza cominciò leggermente a sudare, l'aura che emetteva Giovia era troppo potente.  Troppo maligna. Troppo spaventosa da sentire.

-Mi sento soffocare... -si lamentò Leorio cadendo a terra

"Spero solo non perda il controllo...anche perché con questa forma esaurirà ogni sua energia" pensò il biondino guardandola con occhio critico.

Giovia mosse un passo vero Raksha, poi un altro; agili passi felpati, degni di un predatore notturno, mossi da una micidiale determinazione. La assalì e fece per colpirla, ma quest'ultima bloccò quel potentissimo attacco. L'impatto delle due spade fece alzare la polvere presente sul terreno da combattimento. Quella potenza bruta, creatasi dalle due spade, spedirono quelle due in direzioni opposte; Giovia fu mandata contro un muro insieme alla sua spada vicino a Kurapika e gli altri,  mentre l'altra semplicemente crollò al limite delle sue forze. La spada atterrò vicino a Leorio facendolo spaventare a morte.

-I-ih... la-la spada di Gio! –gridò.

Kurapika guardando quella scena si avviò verso Giovia e la chiamò ma non ricevette risposta. La ragazza dai capelli bianchi si rialzò, barcollando, raggiungendo Leorio solo per riprendersi la sua adorata spada. Appena raggiunta la toccò, la fece sparire. Andò un passo più in là, ma collassò  per le pochissime energie rimaste. Il biondino fece in tempo e la prese al volo, al sicuro, fra le sue braccia.

-Perché ti sei spinta fino a questo punto? Non c'era bisogno. Sapevi che ti saresti fatta del male! -la rimproverò lui anche se ormai era inutile, il danno era già stato fatto e non si poteva più tornare indietro.

- Se non si combatte duramente nelle battaglie non si diventa mai forti... me lo diceva sempre papà. Mi disse anche che amo farmi del male ogni volta che combatto contro qualcuno... Oppure che dovevo stare più attenta a quello che facevo... ma io facevo sempre di testa mia e non gli ho mai dato ascolto nemmeno una volta. E questa sono io... una testarda di primissima categoria. Sai, non c’è niente di buono in me… gli altri sono buoni, mentre io sono la cattiva. Uccido per diventare più forte.

Giovia fece una pausa e annusò il profumo del biondino. Il suo profumo era buonissimo... il più buono che c'era. Si lasciò abbracciare da lui e gli accarezzò i capelli color grano soffici e setosi.

Kurapika gradì le coccole di Gio -Eh. A quanto pare lo sei eccome... sei peggio di me certe volte! Come ti senti?

-Insomma... non lo so nemmeno io... mi sento... leggera...

Poi uno spasmo di dolore contrasse il suo volto; lei aveva bisogno urgentemente di cure. Kurapika , rapido e deciso come un colpo di pugnale la portò dagli altri.

"Certo che è ridotta male" pensò Leorio guardandola. Non aveva mai visto qualcuno ferito in quel modo ed era piena di graffi profondi su tutto il corpo.

Kurapika si mise seduto sul pavimento e la poggiò distesa sulle sue ginocchia. Lui prese la sua spada e fece per farsi un graffio ma Giovia gli tolse la katana dalle mani e avvicinò la mano del ragazzo alle sue labbra pallide.

"Mi servirò da sola, non farti del male per me. Farò piano... promesso." gli disse lei cominciando a leccargli il polso e mordendolo delicatamente

Sentì i denti. Provò un dolore pungente  e poi in fin dei conti non era terribile come aveva temuto. Era come donare, nutrire. Lui sentiva la gioia che lei provava nel bere da lui, quel sangue caldo che per lei era fondamentale, era vita. E lei sentiva la sua felicità nell’offrire. Giovia smise e lo ringraziò.

-Signorina Giovia, sta bene? -chiese Gon con aria preoccupata

-Sì tutto ok. Mi riprenderò, non ti preoccupare! Vedo un attimo di riposarmi mentre voi combattete... –rispose. Se ne andò da lì e si appoggiò a un muro, mettendosi poi seduta. -Io resterò qui a riposare, sono stanca. Quando avete finito fatemi uno fischio.- Giovia si addormentò subito ma fu svegliata improvvisamente dall'urlo del carcerato pelato. -Signorina, guardi che la battaglia ancora non è finita.

Lei spalancò gli occhi, era impossibile che Raksha fosse ancora viva dopo quel attacco.

-E' ancora viva? -chiese Leorio

Kurapika non esitò rispondere -Da quel che ci ha appena detto sembrerebbe di sì. Giovia però non è in grado di combattere ancora, è troppo stanca e ha perso tanto sangue!

La voce della ragazza da dietro di loro si fece sentire -Finisco io, ma non garantisco nulla.

-Non se ne parla signorina tutto fare, ti farai ancor più male! -le strillò Leorio contro

-Voglio semplicemente che gli altri non s’immischino nei miei affari, punto.

Leorio insistette guardandola arrivare -E dai... – ma Giovia non gli dava minimamente ascolto.

-Giovia! -la chiamò, visto che se ne stava ritornando sul campo di battaglia

-Che cosa c'è? -rispose

-Non combattere, ascolta me, sei stanca e hai riposato a malapena!

-Non me ne frega, la devo finire. Non ti immischiare anche tu nei  miei affari! –si rivoltò inferocita con un tono che non aveva mai usato prima.

Giovia rivolse loro uno sguardo infuocato, girò sui tacchi e se ne andò. Ma poi Kurapika la raggiunse in tempo e le prese la mano. -Basta per oggi, hai fatto abbastanza. Hai dato prova delle tue straordinarie capacità, ma ora stop.

-Secondo me Raksha sta per morire!!! -strillò Leorio da laggiù

"Brutto idiota...perché l'hai fatto? Ora se ne andrà a forza di combattere!" rimase deluso Kurapika del comportamento di Leorio.

-Che cosa?!?! -chiese allarmata non credendo alle parole dell’occhialuto.

-Esattamente, controlla tu stessa!

La sua tristezza in volto cominciò ad aumentare -N-non... è possibile... ho fatto io tutto questo? A-ancora non ci credo... Lasciami andare Kurapika, ti prego!

Kurapika non trovando altra alternativa riprese a parlare -Raksha è stata controllata per tutto questo tempo da Hideki, dico bene?

Giovia sgranò gli occhi guardandolo; tutto quello che aveva detto poteva rivelarsi la pura verità.

-Lei non ti attaccherebbe mai, vero?

-Io... non l'ho mai conosciuta veramente, anche se è mia sorella. Siamo state separate all'età di 10 anni... Durante questi 10 anni è stata rinchiusa nella nostra casa per tutto il tempo senza mai uscire...

-E perché?

Giovia fece fatica a rispondere a tutte queste domande... la tristezza dell'accaduto l'aveva sopraffatta fino all'estremità.

-Perché lei era già potente di suo... e con l'apprendimento speciale sarebbe stata perfino in grado di spazzare con una sola mossa un'unità intera di soldati...poteva perfino diventare un pericolo pubblico... ecco il motivo per cui è stata rinchiusa lì. Tante volte ha provato a uccidermi, anche se non ho mai capito il motivo... intatti i miei genitori mi stavano sempre dietro ovunque andavo , così non correvo rischi.

"Una peggio dell'altra... due furie della natura" pensò il biondino guardando Giovia che stava quasi per piangere -E-ehi Gio... c-calma... –le sussurrò.

Gio si asciugò gli occhi bagnati con la manica della maglietta -In ogni caso qualche lieve cambiamento di personalità l'ho notato...ma non sono sicura di ciò. Potrebbe esser stata solo una mia impressione.

-No, non è una tua impressione. Perché poco fa ha smesso di attaccarti? Hideki potrebbe averla controllata per tutto questo tempo! Su, dimmi, era debole di carattere?

-Diciamo... "Ma che è questo, un interrogatorio per caso?" pensò lei sconvolta.

-E allora si sarà preso gioco della sua mente essendo lei debole di carattere.

"H-ha ragione..." -Lasciami andare per favore da Raksha. Voglio provare la questione sulla mia pelle!

Giovia fece per andarsene ma fu interrotta da Leorio -Gio, potrebbe essere una trappola!!!

Lei rimase di stucco... quello che aveva detto Leorio poteva rivelarsi vero.

Giovia guardò Kurapika -Mi avvicinerò a lei con cautela, promesso.

-Mi raccomando -la avvisò il biondino

Leorio guardando quei due si rattristò ancora di più, anche perché era stato lui a dirle della trappola e non Kurapika. -Uffaaa! -sbuffò poi

-Leorio, ci stai per caso provando con la Signorina Giovia? -commentò anche Gon l'accaduto

-No, ahahahahah! Ma dai, potrebbe mai piacermi una tavola da surf? –scoppiò in una risatina nervosa, senza riuscire a fermarsi.

"Tavola da surf?" pensò Kurapika aggrottando la fronte e  poi sbuffare -Pessima battuta Leorio...

Leorio non la smetteva più di ridere -Ma dai, stavo solo scherzando!!  E poi lei non è qui... dico bene?

-E-ehm... guardati alle spalle e capirai... -si ritirò Kurapika piano piano come se volesse scappare.

Giovia incavolata nera, in un secondo era dietro Leorio con una faccia arrabbiatissima. La sua risatina si spense. -Io sono ancora qui, Leorio. Non mi sono mossa.

-E-ehm... ciao? -la salutò lui in modo amichevole

-Leorio...

-S-sì?

La ragazza dai capelli bianchi cominciò a scrocchiare le dita delle mani -Io ti ammazzo, altro che Menchi. Non ti permettere di criticare il mio seno, pervertito!!!!

-Ma esageri Gio...

-No, affatto. Ora vedo come sta Raksha poi vedo come posso fartela pagare.

L'espressione di Leorio cambiò radicalmente; da Leorio tutto gentile a Leorio pervertito. "Oh che bello, non vedo l'ora"

-Ma mi sa che non ne vale la pena di sprecare tempo inutilmente con te.  -gli disse lei alzando le spalle e raggiungendo Raksha

"Leorio non cambierà mai e poi mai..."pensò Kurapika

“Ma perché sempre io…” si lamentò Leorio mentre Gon scoppiava a ridere vedendo la sua espressione depressa

Raksha era a terra priva di sensi; non si muoveva. Giovia si avvicinò di più a lei e la guardò. Aveva i vestiti rovinati, la sua carnagione cominciò poco a poco a impallidire sempre di più e tante ferite sul suo corpo.

Giovia rimase immobile accanto a lei e non sapendo cosa fare le prese la mano fredda come il ghiaccio “Perché ti sei spinta fino a questo punto, sorellona?” una lacrima le solcò la guancia, versandola sulla mano della ragazza “Io ancora non ci credo che abbiamo combattuto… mi rifiuto di credere!!!  le disse lei

Giovia…” la riprese l’altra, aprendo piano piano gli occhi “Dimmi… un po’… tu stai bene?” la sua voce era rauca, debole e non si capiva molto bene cosa stava dicendo.

L’altra era sorpresa vedendola ancora viva dopo quell’impatto, ma non evitò affatto parlarle –Sì… tu invece stai messa male…

-E’ tutta colpa mia… sorellina. –sussurrò debolmente alzando la sua mano bianca raggiungendo il viso di Gio, accarezzandolo –Mi dispiace…

Un brivido di paura attraversò Il corpo di Giovia in quel momento quando la sorella le aveva accarezzato il viso.  C’era qualcosa che non quadrava in Raksha… e lei lo sapeva bene. Giovia, toccando la mano della ragazza poteva sentire la presenza di due anime nel suo corpo che stavano lottando costantemente tra di loro.

“E così è una trappola senza via d’uscita” pensò lei guardando la sorella sofferente  “Giocherò al suo gioco, così sarò sicura di non aver torto” –La colpa è anche mia… -disse infine Gio

“Tranquilla” fece Raksha cercando di sorridere ma improvvisamente il suo sguardo cambiò radicalmente; la pelle sotto i suoi occhi si contrasse  di poco, i canini le erano cresciuti e aveva gli occhi arrossati -E’ TUTTA COLPA TUA!!!!!! –urlò cercando la gola di Giovia

Giovia contrastò la mano della ragazza “Non mi sono sbagliata alla fine, ha anche l’anima di Hideki dentro. Quel bastardo si è impossessato del suo corpo… e per non parlare della voce, è un mix tra loro due”

-G-giovia… io… non … ce la faccio più… ti prego… salvami! –fece Raksha dolorante ritornando alla normalità anche se per un momento.

L’altra si distrae non poco, ma confusa dalla voce della sorella –Eh?

-Stupida. –Raksha sorrise maliziosamente mettendole la mano sotto la gola, alzandosi in piedi e sospendendola in aria per mostrarla davanti a tutti –Complimenti… credi a tutto quel che ti dico. Meriti un premio per la tua stupidità!

-Signorina Giovia!! –urlò Gon

-Che fai Gio, scappa! –continuò Leorio

Invece Kurapika se ne stava tranquillo, sapeva che Giovia aveva qualcosa in mente… non era affatto stupida.

La stretta della sorella sotto la sua gola cominciò ad aumentare sempre di più, ma Giovia fece in tempo a tirare fuori il suo pugnale argentato, graffiandole così il braccio. L’altra emise un urlo di dolore e Giovia si liberò dalla mano. Situata a terra si toccò subito la gola; faceva molto male “Sicuramente c’è qualcos’altro dietro questo attacco, forse aveva intenzione di corrodere le mie ossa e, infine, uccidermi.”

“QUEL PUGNALE NO, DANNATA!!!!  AHHHHHHHHHHHH!!! “

Quella voce tremenda tormentò la mente di Giovia. Quel pugnale non era affatto uno qualunque, ma presentava una particolarità: era anti vampiro.

-Stupida bamboccia… come ti permetti di interrompere il mio processo di corrosione? Ti avrei ridotta non male… -fece Raksha tirando fuori le sue unghie, avviandosi verso Giovia per attaccarla

“Bingo, voleva corrodere le mie ossa… non male come idea…”  pensò Giovia andandole contro, anticipando l’attacco e colpendola al cuore col pugnale. Raksha cadde a terra, ma l’altra non ne uscì interamente vincitrice; le unghie della sorella penetrarono il suo corpo. Strappò un urlo. Gli altri non avevano bisogno che qualcuno spiegasse che genere di dolore provasse in quel momento.

Giovia a una velocità sovrumana, si allontanò subito da lei. Notò subito il sangue che macchiò i suoi vestiti e cercò di fermare l'emorragia che le provocò dei dolori pazzeschi allo stomaco.

-Giovia... grazie di aver messo fine al mio tormento... non ... ce la facevo veramente più... -Delle lacrime iniziarono a scivolare dai suoi occhi -Hideki... permettimi di dirtelo... sei una persona senza cuore...

"Fammi capire... lui è uscito dal suo corpo... ma adesso dov'è? Avrà allucinazioni?" pensò Giovia guardando la sorella che sembrava parlare da sola -Dov'è Hideki? -chiese a Raksha

-Proprio dietr... -fece per rispondere, ma d’un tratto venne messa a tacere.

"Che diavolo sta succedendo???" la guardò disperata Giovia facendo un passo indietro, ma si scontrò contro qualcuno...

Giovia non fece in tempo a girarsi che in quel preciso instante una mano le coprì gli occhi e un'altra mano la prese per la vita avvicinandola di più al corpo dello sconosciuto.

"Q-questo profumo...m-mi è familiare..." pensò lei mentre il suo cuore martellava nel petto.  

"Sei così ingenua certe volte..."

"Q-questa voce..."

-Kurapika, chi è quello laggiù? -chiese Leorio

L'atmosfera di tranquillità di Kurapika crollò improvvisamente per la scena che aveva davanti agli occhi; deglutì senza volerlo e rispose abbattuto -E' suo cugino.

-Che ci fa qui?

-Non saprei... -rispose il biondino senza distogliere lo sguardo dalla scena

"Giovia... sono venuto a prenderti..." le sussurrò lui leccandole il collo

Quel gesto la fece trasalire emettendo un gemito. "H-hideki... s-smettila..." gli disse la ragazza cercando in tutti i modi di divincolarsi dalla sua stretta che le impediva di fare qualsiasi movimento. Ma lui era molto più forte di lei. Molto più forte e non poteva fare altrimenti.

-A quando pare la mia compagnia non ti piace... molto bene. In ogni caso... io non me ne andrò da qui senza una ricarica di energia.

"Ha  intenzione di mordermi.. e i-io non riesco a muovermi..."

Un sibilo selvaggio le fece rizzare i peli del collo. Aveva i denti bianchi scoperti, i canini incredibilmente lunghi e affilati proprio come quelli delle tigri dai denti a sciabola. -Quelle pallide vene azzurre sottopelle della tua gola... mi mandano letteralmente ai pazzi. -disse annusando il profumo sul collo della ragazza

Lei cercò di opporsi ma senza risultati. Sentì le sue labbra sfiorarle la pelle, il suo respiro freddo; poi una fitta acuta, che le fece trattenere il fiato. Quel sangue rosso acceso come le bacche di agrifoglio cominciò a scorrere lungo il suo collo. Quella sensazione sgradevole la faceva sentire debole e stordita, i suoi occhi stavano per chiudersi e la sua testa si piegò all'indietro abbandonata.

-Certo che Raksha ha fatto un bel lavoro fino adesso, eliminando la barriera che avevi intorno al collo...

*Flashback*

-Cuginetta, posso morderti? Dal tuo profumo il sangue sembra troppo buono!

Giovia fece spostandolo -No. Ora vattene, mi intralci la strada.

-Ma... ma... perché?

-Il mio collo è protetto da un barriera, che impedisce i morsi dei vampiri. -indicò lei la gola

-E come si fa a togliere quella barriera? -chiese lui

-Non lo so e non mi interessa.

*Fine flashback*

-Alla fine te l'ho tolta. Bastava solo esaurire ogni tua energia. E quel che dicevo in passato era vero... il tuo sangue è di ottima qualità. Stupida Hana… è inutile quanto te! Quella vecchiaccia impertinente non sa fare le barriere… -le disse con un sorriso malvagio, oltremodo malvagio. -Non so spiegarmi perché tu e tua madre vi siete fidate di quella strega buona a nulla. Voi non conoscete il vero Potere!

Lui le tolse le mani dal corpo facendola cadere per terra, priva di sensi.

-Bastardo!!! -urlò Kurapika

Hideki si girò verso dove proveniva la voce -Kurutariano... ci incontriamo di nuovo. Stai tranquillo, le farai compagnia anche tu fra poco.  –sorrise malvagiamente. Il ragazzo dai capelli neri si girò poi verso Giovia "Sei molto più bella tutta sanguinante… e molto più attraente..."

-Sarà la fine per Gio? Anche perché è ridotta male…–fece Leorio a Kurapika

–Non si arrenderà, lotterà fino alla fine. –rispose – Ne sono più che sicuro che sarà così. “Almeno penso sia così… essere positivi in un momento come questo non mi è affatto possibile” pensò.

-Dici che è il caso di intervenire?  

-Ah, esaminandi, volevo precisare una cosa… gli altri nei combattimenti altrui non possono intervenire affinché non è il loro turno. –si sentì udire.

Un uomo di bassa statura, magro si avvicinò a loro; non era completamente pelato ma aveva un ciuffo nero al centro e aveva un paio di occhiali grossi rossi enormi.

-Lei è l’esaminatore di questa prova, giusto?  -chiese Kurapika guardandolo arrivare

Lui fece cenno di sì –Ottima osservazione, Kurapika.

Il biondino guardava ancora la ragazza che giaceva a terra, priva di sensi, mentre Hideki guardava quelli laggiù con interesse, specialmente Kurapika. -L’avversario di Giovia è morto, perché non interrompe la battaglia? Non ha senso continuarla! –disse lui cercando di mantenere la calma

-Decido io quando finire la battaglia… e poi… perché interromperla sul punto più interessante?

-Ma non vale!!! –urlarono Leorio e Kurapika, ma senza speranze, lui li ignorò minimamente… troppo preso dal combattimento e si mise a sgranocchiare un biscotto al cioccolato.

Hideki aveva un’espressione piuttosto annoiata, tutti parlavano tra di loro e solo lui no. Guardò un'altra volta Giovia “Che cosa avrà trovato lei di così interessante in sto ragazzo… io proprio non la capisco.” e poi sposò il suo sguardo verso Kurapika –Quindi non hai intenzione di affrontarmi? Che peccato… sai, in Giovia freme il desiderio che tu la raggiunga al più presto per salvarla… ma per salvarla tu prima dovrai passare sul mio corpo.

Kurapika in cambio non rispose. Il suo sguardo era completamente concentrato su Giovia. L’albina sgranò gli occhi di colpo sentendo quelle parole e si rialzò piano in piedi.“Non credo proprio che lei necessiti aiuto”   pensò lui.

La ragazza sollevò da terra in modo impeccabile il pugnale con attenzione e se lo infilò nella tasca dei pantaloni. Raggiunse Hideki e lo abbracciò calorosamente da dietro. Lui, sorpreso,  non capiva, abbassò lo sguardo e guardò le sue mani bianche situate nella zona del petto. “Hideki…” gli disse Giovia appoggiando l’orecchio sulla sua schiena –Non sai quanto ti amo… -continuò a voce alta, stringendolo più forte a sé

“Che cosa?!” rimase sconvolto Kurapika, quella frase stordì la sua anima “Mi avrà ingannato per tutto questo tempo? Oppure…sta semplicemente recitando? Hideki sì, è stupido… però cadere in un semplice tranello come questo… Spero solo che il suo metodo funzioni” Il biondino sentì nella mente solo i suoi battiti cardiaci aumentare, senza sosta. Non si aspettava che Giovia confessasse i suoi sentimenti verso il cugino in un momento pieno di tensione. Invece l’esaminatore se ne stava tutto tranquillo vicino agli altri e sgranocchiava un altro biscotto.

-A-anche io ti amo Gio… -mormorò il ragazzo dai capelli neri –Sapevo che saresti tornata da me… sapevo anche che Kurapika non era il tuo ragazzo giusto…

Lei tolse una mano dal suo petto e la poggiò sulla schiena del ragazzo -Sì… hai ragione. Sai… sono sempre stata attratta da te e non ho mai avuto occhi per nessun altro –fece.

Angolo dell’autrice
Giovia: Pffff… tu sei sempre in ritardo! Vergognati. u.u
Ahahaha Gio, ma dai, quanto sei cattiva. T.T Ma in ogni caso ha ragione, chiedo venia per la mia inattività. Ultimamente son molto occupata con i disegni, quindi è questo il motivo del perché sono settimane che non metto un capitolo. ^^’
Giovia: Come la prendi alla leggera… Per farti perdonare… cosa hai deciso?
E-eheh. ^^’ Cercherò di essere più attiva, pubblicando come alla release della storia, un capitolo a settimana! E per farmi perdonare ho deciso di allungare questo capitolo! Spero vi piaccia e alla prossima. ^_^
Giovia: Spero vivamente che tu ti faccia perdonare, poveri lettori...  -_-
  
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