Hisoka si sentiva frustrato.
Non riusciva a esprimere quello
che aveva in mente, come avrebbe voluto. Sentiva solo che se le avesse
fatto
del male, avrebbe perso il controllo su sé stesso e qualcuno
sicuro finiva in
un bagno di sangue, inclusa Amu. Ma non si poteva trattenere, la voglia
di
uccidere continuava a crescere ogni volta che rivolgeva lo sguardo a
quel
ragazzo che se ne stava immobile per tutto il tempo in un unico posto.
Forse quest’ultimo
aveva capito con chi aveva a che fare. Oppure no?
-Io non mi faccio da parte.
Toccala di nuovo e ti mozzo la
testa.- gli disse Hisoka con una voce dura come l’acciaio,
allungando la mano
per afferrare Amu.
Jack gli restituì lo
sguardo, con la stessa intensa, furiosa
attenzione con cui
lo guardò il rosso.
Però sentì qualcosa. Percepì
un’ondata di potere sovrumano insorgere dentro di
lui e questo lo fece un po’ spaventare, ma si ricompose,
sentiva di potercela
fare.
-Nessuno ha chiesto il tuo
parere, pagliaccio. Io e lei
abbiamo un conto da saldare. –urlò contro la
ragazza.
-Se io sono un
pagliaccio… tu sei un troll, viste le
cicatrici che hai. -rise il rosso con una calma micidiale che fece
irritare
l’altro.
Il ragazzo dai capelli viola
indicò la rosa. La
guardava con odio e voglia di vendetta,
facendo capire sempre meno al rosso. Hisoka la guardò con
aria interrogativa,
nella speranza che lei gli dicesse di più a riguardo.
Amu si ricompose, sospirando.
Ricordarsi quei brutti momenti
per lei non era certo una buona cosa. Non riusciva a dimenticare quei
ricordi,
e tantomeno lui. Dopo tutto, era
stata tutta colpa sua. -Quando eravamo piccoli, ho combattuto contro di
lui, ma
non sapendo controllare i miei poteri, ho finito per trasformarmi in
dea ,
ferendolo gravemente al volto. E’ servito l'intervento di mio
fratello per
salvarci...e soprattutto fermarmi . -spiegò lei, con un
espressione di dolore.
Stringeva forte la mano all’altezza del cuore, cercando di
non ripensare troppo
al passato.
-Cos’è
lui? -domandò il rosso guardandola serio. Non le
piaceva il tono che aveva usato, sembrava quasi che lei avesse provato
dei
sentimenti per lui in passato.
-Lui
è...è un dio…un dio degli
elementi…- gli sussurrò
tremante la
ragazza.
Fu un fragile sussurro, debole
come il fruscio di un pezzo
di carta trascinato via dal vento lungo un marciapiede. Aveva paura che
Hisoka
lo sfidasse, ma preferì tacere e non continuare ad andare
avanti col racconto.
Se l’avesse sfidato, sarebbe
stata lì
accanto a lui per fermarlo a ogni costo. Non avrebbe permesso a nessuno
di
fargli del male, anche se si trattava di lui.
Avrebbe ucciso chiunque le intralciasse la strada, soltanto per Hisoka.
Anche
se era il classico cattivo, lei sentiva in lui qualcosa di buono.
Qualcosa che
solo lui poteva trasmetterle… emozioni mai provate prima.
-Ah... capisco -si
leccò le labbra -Però non sembri tanto
forte.
Hisoka, con un sorriso da folle
di osceno piacere e con gli
occhi spalancati voleva avanzare. Il suo sorriso era sempre
più ampio con le
labbra socchiuse. E c’era qualcosa che lo soddisfaceva, che
lo elettrizzava.
Uccidere. Le ciglia aggrottate, gli occhi minuscoli color oro puntavano
sul
ragazzo. Gli occhi inchiodati esclusivamente su di lui. Amu sarebbe
fuggita di
fronte a quell’espressione spaventosa, se i suoi muscoli non
l’avessero
bloccata. Non aveva mai visto un simile sguardo, carico di minaccia a
stento
contenuta. Jack avvertì quella presenza ma non si
tirò indietro. Sembrò
solo infastidito dalle sue parole e in
men che non si dica, si coprì di fuoco. Era pronto a
lottare, se necessario.
-Vuoi
forse sfidarmi?
La cosa si fa interessante...- ridacchiò Hisoka con aria di
sfida, facendolo
arrabbiare sempre di più.
-NON CI PENSARE!-
tagliò corto Amu. - Lui è molto più forte di quanto tu possa
immaginare! Io stessa
non ho speranze a meno che non diventi una divinità!
L'ultima
cosa che
voleva, era vedere quei due lottare. Ed era certa che uno ci avrebbe
rimesso la
vita, e in quel momento era sicura che a perdere sarebbe stato il
rosso. Anche
perché lui non conosceva affatto le vere capacità
dell’avversario. Era pronta
anche ad attaccarlo pur di fermare le sue intenzioni. Gli fece
l’occhiolino,
rassicurandolo, anche se di poco. Era
una faccenda sua e doveva risolverla senza l’aiuto di
nessuno. Non poteva
essere sempre protetta dagli altri ogni volta che si trovava in
difficoltà,
ormai era cresciuta.
-Ce ne hai messo! Ma alla fine
hai deciso...preparati!
Un
ghigno perfido
apparve sul volto del dio che venne avvolto totalmente dal fuoco prima
di
trasformarsi. I suoi occhi divennero carboni ardenti pieni di odio, i
capelli
lava fumante, che solo a guardarli facevano sentire la sensazione di
essersi
bruciati.
-Il fuoco? E’ sempre
stato l'elemento più adatto a te...
–disse.
Un sorriso malinconico le
apparve sulle labbra, mentre
l'acqua l'avvolgeva a
sua volta. Non era
mai stata brava a controllare l’acqua e il fuoco, ma col
tempo era migliorata e
riusciva a controllarli decentemente. L'altro non sembrò
minimamente
preoccupato e senza esitare, in un solo attimo, le
lanciò contro delle lame infuocate. Lei non
ebbe problemi ad evitarle, seppur lottare contro di lui le faceva molto
male,
in quanto da piccoli lei lo amava.
*Flashback*
-Jack, jack!!
Vieni a
giocare con me??- chiese la piccola Amulet che correva verso il suo
amico, con
un sorriso immenso, puro e innocente.
Jack si girò e la
guardò. Non aveva la minima voglia di
giocare… la parola giocare
non suscitava
più nulla in lui. Voleva allenarsi, diventare più
forte. Il più forte in
assoluto delle divinità. -Ti va se invece ci alleniamo? Ora
so controllare il
fuoco!- annunciò lui fiero di sé, mentre la sua
mano prendeva fuoco.
-WOW!- gli occhi della bambina
brillarono entusiasti -Non è
giusto però! Io so controllare solo il vento… -
piagnucolò, ma il sorriso non voleva
abbandonare le sue labbra e un’idea le balenò
velocemente nella mente -Me lo
insegni?- chiese saltellando sul posto entusiasta.
-Certo, se tu mi fai vedere il
drago di tuo fratello-
ridacchiò l'altro. Il suo volto era di pura gioia e
dolcezza, a dimostrare a
pieno tutta la bontà del suo animo e la purezza bambinesca.
-Va beneee!- l'urlo stridulo e
felice della bimba si udì
fino in lontananza, e il sorriso, sempre compagno sul suo volto. Non
l'abbandonò
nemmeno per un istante, portando tutti
a
pensare che essa rappresentasse la gioia pura.
*Fine
flashback*
"Perché sei
cambiato??" quel pensiero l'addolorò,
si ricordava ancora il sorriso dolce che le rivolgeva quando erano
piccoli. “Ma
penso che tutti alla fine diventiamo quelle persone che abbiamo giurato
di non
diventare. Come lui era un angelo prima, adesso è il
diavolo. Le persone
cambiano in base a come le tratti!”
-Perderai nuovamente, come
quando eravamo piccoli- ghignò
Jack. La perfidia nel suo sguardo le fece gelare il sangue nelle vene.
Amu scattò,
istintivamente.
-Ti sbagli! Ora sono più forte! Non sono
più una mocciosa e sono
diventata una persona migliore. Successivamente evocò
l'acqua e il vento
contemporaneamente e non avrebbe perso, a costo della sua vita. "Mi
dispiace Jack.... so che sei arrabbiato, ma non ha senso sfogarti su di
me per
una cosa di cui non ho colpa." pensò mentre si preparava
all’eminente
scontro, ormai era pronta a tutto.
*Flashback*
-Mamma! Mamma! Guarda che mi ha
dato Amu!- urlò Jack
correndo verso una donna dai lunghi capelli neri e bellissimi
occhi blu, con riflesso in essi il
mare.
-Che bello! Questo cristallo
è veramente puro, come la sua
anima. Sta diventando così brava a farli. -sorrise la donna
accarezzando la
testa al figlio.
-Ma lei dice che non lo sa
ancora usare!- commentò lui
stringendo le braccia al petto convinto.
La donna si guardò
freneticamente intorno e vide Amu. Sbuffò
e le fece segno di avvicinarsi. -Sono sicura che diventerai un ottima
divinità-
commentò la donna sorridendole. Un dolce sorriso luminoso
come il sole e dolce
come il miele.
La rosa esplose in un urlo di
genuina esultanza. -Graz...
S’interruppe di
colpo, le parole le morirono in gola. -ATTENTA!!-
gridò poi.
La piccola corse velocemente
verso la donna, nel disperato
tentativo di salvarla, ma fu inutile, ormai era tardi.
-MAMMAA!!
L'urlo
del piccolo
Jack si sentì chiaramente fino a chilometri di distanza, ma
ormai la freccia
scoccata dal cacciatore di taglie la prese in pieno, senza lasciarle
scampo,
lasciandola in un bagno di sangue.
*Fine
flashback*
"Io non ho colpa, non ho visto
la freccia fino all’ultimo...non
c'era modo per salvarla." pensò addolorata, voleva bene a
quella donna e
non lo avrebbe mai negato. -Jack ascoltami! Te ne prego!
–prese a rivolgergli
parola. Era inutile, ogni suo tentativo andava sprecato, il ragazzo non
era
intenzionato ad ascoltarla. -TI PREGO!! ASCOLTAMI!!
Ogni tentativo era vano. Jack
non faceva altro che
attaccarla, lanciandole contro migliaia di frecce senza sosta,
provocandole non
pochi tagli anche se non profondi.
-NO! TU HAI TRADITO LA MIA
FIDUCIA E QUELLA DI MIA MADRE! Per
questo è morta.
Le lacrime presero a scorrere
veloci come cascate sulle
guance del dio che la fissava con puro odio.
-BUGIARDO! IO NON HO COLPA! HO
PROVATO A SALVARLA E POI NON
SAPEVO SAREBBE SUCCESSO! ALTRIMENTI SAREI INTERVENUTA PRIMA!! E poi....
SAI
BENE CIO’ CHE PROVAVO PER TE!! Non avrei potuto MAI tradirti!
Le lacrime presero a scorrerle
sulle guance. Non ce
l'avrebbe fatta a lungo, il dolore era troppo.
"Tradirti?"
le disse a Hisoka. Si sentiva chiaramente una punta di gelosia, seppur
poca.
"E...ecco... io da piccola gli
volevo terribilmente
bene.... diciamo.... più che a un amico...- pensò
diventando un po’ rossa, ma
non era quello il momento di pensarci.
"Capisco"
fece lui seccamente incrociando le braccia.
Jack in quel momento
urlò e le lanciò contro una freccia
più
potente, che mirava dritto al cuore. Amulet stava sbiancando. Ma ormai
era
tardi, stava per essere colpita, così, all’ultimo,
attivò una barriera di
vento, circondata da cristalli che galleggiavano in aria come farfalle,
ma
attaccarono il nemico come un serpente velenoso che lo trafissero
uccidendolo.
-Mi...mi dispiace-
sussurrò lei con le lacrime guardando
quello che un tempo era il suo migliore amico, avvolta da mille sensi
di colpa.
-lo.... sapevo che ...non era
colpa....tua- fece lui mentre
il sangue macchiava il pavimento creando un’immensa pozza
rossa -Ma...avevo
bisogno...di scaricare la colpa....- sussurrò prima di
chiudere gli occhi per
l'eternità, mentre le sue labbra erano curvate in un sorriso
stanco dolce e
sereno. Finalmente sereno.
“Lo
so…riposa in pace.” pensò la rosa. Si
alzò dolorante e
cercò di ignorare tutti i tagli che le coprivano il corpo,
il vestito lacerato
in più punti. Poi si girò verso il rosso
–Hisoka… andia....-
Le parole le morirono in gola,
mentre un espressione dolorante
prendeva ad affiorarle sul volto. Migliaia di disegni cominciarono a
fare
capolinea sul suo corpo e in breve la obbligarono a cadere sul suolo
freddo di
cemento, in preda ad atroci dolori. Appena il rosso vide Amu
s’irrigidì. Non
riusciva a compiere nessun movimento. Uno spasmo di dolore
attraversò il corpo
di Hisoka e il grido che lanciò fu il suono più
addolorante in assoluto.
-AMUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
–disse, raggiungendola, tenendola
per mano. –Tutto ok?
-N-no…- ammise
cercando di trattenere una smorfia di dolore
-Ho...usato...troppo i miei poteri..-provò a rialzarsi e
tossì sangue in preda
a feroci spasmi.
-E allora non dovevi usare i
tuoi poteri, ci pensavo io. -la
rimproverò e la strinse di slancio. Odiava vederla in
difficoltà.
-Non potevo...era una questione
personale! E non posso
sempre affidarmi a te...-replicò lei, respirando
affannosamente.
Sapeva bene che ciò
che stava dicendo era una menzogna. Lei
aveva e avrebbe sempre avuto bisogno di lui, ma preferì
tacere e si strinse a
lui in un abbraccio delicato, ma bisognoso d'affetto. Ma al rosso
balenò in
testa un’idea. Si staccò da lei e si
graffiò leggermente il collo con le
unghie. Del sangue cominciò a colare.
Amu sgranò gli occhi
spaventata. -Che…fai?!
“Avvicinati…”
fu
tutto quel che disse.
Non riusciva a capire cosa
passasse per la mente del rosso.
Inizialmente guardò con disgusto il sangue… ma
divenne preda di un incantesimo.
Era controllata dalla forza mentale del vampiro. Era sicuro che non
avrebbe
assunto il suo sangue, ma grazie a quest’ultimo, poteva
guarire più in fretta
del normale. Una luce tenue risplendeva negli occhi blu della ragazza.
Più
guardava il sangue più veniva attratta. Poi si
avvicinò furtiva, pronta a dare
una leccata, ma si fermò. Che cosa stava facendo? Hisoka
sgranò gli occhi,
stupefatto. Possibile che la volontà di Amu fosse
così potente da impedire il
suo controllo mentale?
-Cretino!- urlò,
rossa, provando ad allontanarsi. Ma non ci riuscì,
era inutile. Quel sangue che scorreva lungo il suo collo sembrava
suscitarle
interesse.
Il rosso scoppiò a
ridere. -Muori dalla curiosità di
assaggiarlo? Che ragazzina impaziente…
Amu distolse lo sguardo, ma non
resistette a lungo. Si sentì
debole sotto il suo controllo, non poteva fare nulla. Sentì
il suo corpo
cedere. Tornò a guardarlo e annuì. E alla fine si
buttò. Leccò un po’ di
sangue, assaporandone il retrogusto metallico.
"Bene,
brava.
Presto ti sentirai meglio e i dolori spariranno…” le
disse.
"Il tuo sangue è
cosi buono…" pensò leccandosi le
labbra per poi continuare ad assaporare quello che ancora usciva dal
piccolo
taglio.
"Continua...
il
tuo sigillo sta per sciogliersi e le ferite guariranno più
in fretta avendo in
circolo nel tuo organismo il mio sangue. "
Amu cancellò le
ultime tracce di sangue rimaste sulle
labbra, guarendo così da tutte le sue ferite. Ma poi
cominciò a ricordare. Ha
bevuto il suo sangue. Il sangue di un vampiro. La razza nemica che le
dava la
caccia ogni singolo momento della sua vita, che odiava. Poi
guardò intensamente
Hisoka.
-Non riesco a odiarti....io ti
amo, nonostante tu sia un
vampiro. Non mi interessa cosa sei, perchè ti amo.
–sussurrò lei. Gli occhi
brillavano di lacrime, le tremavano le labbra.
-E io amo te.
–replicò lui, dolcemente, sostenendo il suo
sguardo.
Hisoka attirò a
sé quella bocca dolcissima e le regalò tutta
la tenerezza possibile. Lei pensò solo a lui, non alle cose
brutte che erano
successe in passato a causa dei vampiri. Pensò a questo, e
baciò quella bocca
da predatore che le aveva regalato l’elisir della vita.
-Però non ti ho
ancora perdonato! –sussurrò la
rosa quando si staccarono. Non era certo cosi
sciocca da dargliela vinta senza prima lottare.
-Ma come no?
-No! Ehm....perché
ero arrabbiata??-ridacchiò grattandosi la
testa imbarazzata
-Ahahaha meglio se non te lo
ricordi allora... –rise.
-Stronzo. - commentò
lei, senza negare. Distolse lo sguardo
imbarazzata, sapeva che aveva ragione, ma non lo avrebbe mai ammesso.
–Andiamocene.
– aggiunse poi,
alzandosi e
spolverandosi gli abiti velocemente.
S’incamminarono di
nuovo, passando da una stanza a un'altra.
Però Amu si fermò e di conseguenza anche Hisoka.
Lo guardò, sospirò poi riprese
a parlare. -Comunque…sai...ti avrei perdonato molto prima se
mi avessi detto TU
che eri un vampiro, e non tuo fratello.
Il suo sguardo era cupo, pieno
di dolore. Quel fuoco che
prima le aveva scaldato l’animo era ormai ridotto in cenere.
-In questo momento non posso
far altro che scusarmi con te.
Avevo paura che tu mi odiassi... tutto qui.
–mormorò Hisoka.
-Guarda che ti ho
perdonato....-gli sussurrò col capo
chino -Ma...mi ha
fato molto male.-
trattene a stento una lacrima mentre sussurrava tutto ciò
-Però sono parecchio
incazzata con te. - aggiunse cercando di non scoppiare a ridere, e per
fortuna
ci riuscì.
"Ottimo allora."
pensò lui sospirando, guardandola
con interesse . -Mi farò perdonare... –rise,
sognante.
-Come, scusa?- Nel suo sguardo
si notava un’immensa
curiosità.
-Non te lo dico…
L'altra non ci badò,
si girò, dandogli le spalle.
Ma siccome le sue risate erano troppo
rumorose, non poteva semplicemente passare inosservato. Si
voltò e rimase sbalordita.
Hisoka le rivolse un’occhiata degna di un pervertito, il
sorriso largo di un
psicopatico. Lei tacque senza dargli una risposta.
-Chi tace acconsente, eh?
Ahahaah –disse con voce profonda,
esaltata.
-Cretino pervertito!
-commentò abbastanza frustrata .
Gli occhi di Giovia
cominciarono ad accendersi sempre di più
per la rabbia, mostrando infine i suoi bianchissimi canini. Si
avviò verso
Raksha a una velocità incredibile, rendendola completamente
invisibile e
impossibile da seguire.
Raksha si guardò
intorno, nella speranza di trovare la sua
avversaria, ma senza risultati. L'altra, furtivamente, la sorprese da
dietro
uscendo da un buco nero e fece per colpirla, ma schivò
l'attacco senza
problemi. Raksha contrattaccò subito dopo e Giovia, con la
sua spadona, parò
l'attacco. Le due spade si scontrarono, toccandosi a vicenda emettendo
un suono
molto particolare, simile al dolore che provavano le due sorelle
combattendo
tra di loro.
"Ma... che cosa sto facendo?"
si disse Raksha
guardando Giovia; era cambiata, non l'aveva mai vista in quello stato
di rabbia
prima d’ora, e vederla così rese
la
ragazza ancor più triste "Hideki...
sei pessimo... ora smettila, ti prego!" si lamentò
lei, facendo
perfino fatica a respirare.
"Voglio
giocare
ancora un po'."
"No,
ti
scongiuro... basta ora!!!! Mi stai usando fino al limite..."
Giovia guardando la sorella si
fermò di colpo. La sua
espressione era diversa...
"I-il...
mio
corpo non reggerà a lungo...ti prego smettila...AAAAAAAHH! "
trattenne
un urlo e un bruciore terribile percorse la sua schiena
"Vuoi
forse
impedirmi di fare ciò che voglio? Taci."
L’albina con cautela,
tentò di avvicinarsi, ma Raksha
riprese ad attaccare senza sosta come una furia. Uno sguardo pieno di
infinita
tristezza attraversò il viso della giovane; non si aspettava
minimamente di
combattere contro sua sorella, la persona a cui teneva di
più al mondo fin da
piccola.
Dopo un po' Raksha si
fermò e cominciò a ridere. -Sei una
debole. Non lo vuoi proprio capire? I deboli come te non meritano di
esistere.
Giovia rimase esterrefatta sentendo quelle parole,
erano le stesse che
aveva detto lei a inizio combattimento su sua sorella. Raksha
cominciò a
riattaccarla, però Giovia continuò a schivare gli
attacchi e a contrastarli,
con l’eleganza di una ballerina.
Leorio guardò con
interesse Giovia -Certo che ci sa fare,
però, non capisco perché non contrattacca!
Kurapika, tu che dici?
-Credo sia pericoloso
avvicinarsi a lei, oppure è ancora
sconvolta di vederla... chi lo sa. -rispose sistemandosi una ciocca per
poi
riprendere a parlare guardando quelle due -Tutte e due danno segni di
cedimento, soprattutto Giovia che sta usando più forza del
dovuto.
-Una delle due deve pur morire
per vincere e spero non sia
la Signorina Giovia! Lei è una bravissima persona! -disse
alla fine Gon
agitando la canna da pesca che aveva in mano.
-Ehi tu, stai fermo con quella
canna, potresti far del male
a qualcuno! -intervenì anche Tompa, che si
svegliò d'impatto essendo appoggiato
con la schiena contro un muro.
Cominciarono tutti a
incoraggiarla dandole sempre più forza.
-Forza Gio siamo tutti con te!
"Amici... ho degli amici... ho
degli amici che mi
vogliono bene e che mi aiutano a superare i miei limiti. Ce la devo
fare per
loro." pensò Giovia contrastando un altro attacco di Raksha.
La forza bruta delle due spade
fecero allontanare quelle due
una dall'altra. Appena toccarono terra si fermarono. Raksha era ancora
intera,
ovviamente per la sua razza superiore essendo un vampiro puro, mentre
Giovia
giusto qualche graffio. Quest’ultima guardò in
giù e vide la sua spada
conficcata nel terreno. "Non posso controllare questa forza che ho
dentro... non posso... perderò il controllo di me stessa da
un momento
all'altro." si disse. I segni sulla Oxedus cominciarono a lampeggiare a
tratti,
di un rosso sempre più acceso.
Raksha sbalordita per la scena
non esitò a commentare. -Non
vorrai mica...
-E' quello che avevo in mente
di fare fin dal principio, ma
sai… per un momento ho avuto pietà di te. Ma
siccome tu stai facendo sul serio
e l’unica cosa che intralcia la mia strada per essere un
Hunter sei tu… beh le
cose cambieranno. –replicò
con un
sorriso, mentre impugnò la spada e un vortice nero la
circondò. Tutta
l’eleganza di Gio, la sua calma da distaccata osservatrice
erano svaniti.
Questa era la vera e propria Giovia, la guerriera Giovia, e anche se
stava
sorridendo, era furiosa.
Kurapika da quella distanza
cominciò leggermente a sudare,
l'aura che emetteva Giovia era troppo potente.
Troppo maligna. Troppo spaventosa da sentire.
-Mi sento soffocare... -si
lamentò Leorio cadendo a terra
"Spero solo non perda il
controllo...anche perché con
questa forma esaurirà ogni sua energia" pensò il
biondino guardandola con
occhio critico.
Giovia mosse un passo vero
Raksha, poi un altro; agili passi
felpati, degni di un predatore notturno, mossi da una micidiale
determinazione.
La assalì e fece per colpirla, ma quest'ultima
bloccò quel potentissimo
attacco. L'impatto delle due spade fece alzare la polvere presente sul
terreno
da combattimento. Quella potenza bruta, creatasi dalle due spade,
spedirono
quelle due in direzioni opposte; Giovia fu mandata contro un muro
insieme alla
sua spada vicino a Kurapika e gli altri,
mentre l'altra semplicemente crollò al limite
delle sue forze. La spada
atterrò vicino a Leorio facendolo spaventare a morte.
-I-ih... la-la spada di Gio!
–gridò.
Kurapika guardando quella scena
si avviò verso Giovia e la
chiamò ma non ricevette risposta. La ragazza dai capelli
bianchi si rialzò,
barcollando, raggiungendo Leorio solo per riprendersi la sua adorata
spada.
Appena raggiunta la toccò, la fece sparire. Andò
un passo più in là, ma
collassò per
le pochissime energie
rimaste. Il biondino fece in tempo e la prese al volo, al sicuro, fra
le sue
braccia.
-Perché ti sei
spinta fino a questo punto? Non c'era
bisogno. Sapevi che ti saresti fatta del male! -la
rimproverò lui anche se
ormai era inutile, il danno era già stato fatto e non si
poteva più tornare
indietro.
- Se non si combatte duramente
nelle battaglie non si
diventa mai forti... me lo diceva sempre papà. Mi disse
anche che amo farmi del
male ogni volta che combatto contro qualcuno... Oppure che dovevo stare
più
attenta a quello che facevo... ma io facevo sempre di testa mia e non
gli ho
mai dato ascolto nemmeno una volta. E questa sono io... una testarda di
primissima categoria. Sai, non c’è niente di buono
in me… gli altri sono buoni,
mentre io sono la cattiva. Uccido per diventare più forte.
Giovia fece una pausa e
annusò il profumo del biondino. Il
suo profumo era buonissimo... il più buono che c'era. Si
lasciò abbracciare da
lui e gli accarezzò i capelli color grano soffici e setosi.
Kurapika gradì le
coccole di Gio -Eh. A quanto pare lo sei
eccome... sei peggio di me certe volte! Come ti senti?
-Insomma... non lo so nemmeno
io... mi sento... leggera...
Poi uno spasmo di dolore
contrasse il suo volto; lei aveva
bisogno urgentemente di cure. Kurapika , rapido e deciso come un colpo
di
pugnale la portò dagli altri.
"Certo che è ridotta
male" pensò Leorio
guardandola. Non aveva mai visto qualcuno ferito in quel modo ed era
piena di
graffi profondi su tutto il corpo.
Kurapika si mise seduto sul
pavimento e la poggiò distesa
sulle sue ginocchia. Lui prese la sua spada e fece per farsi un graffio
ma
Giovia gli tolse la katana dalle mani e avvicinò la mano del
ragazzo alle sue
labbra pallide.
"Mi servirò da sola,
non farti del male per me. Farò
piano... promesso." gli disse lei cominciando a leccargli il polso e
mordendolo delicatamente
Sentì i denti.
Provò un dolore pungente e
poi in fin dei conti non era terribile come
aveva temuto. Era come donare, nutrire. Lui sentiva la gioia che lei
provava
nel bere da lui, quel sangue caldo che per lei era fondamentale, era
vita. E
lei sentiva la sua felicità nell’offrire. Giovia
smise e lo ringraziò.
-Signorina Giovia, sta bene?
-chiese Gon con aria
preoccupata
-Sì tutto ok. Mi
riprenderò, non ti preoccupare! Vedo un
attimo di riposarmi mentre voi combattete... –rispose. Se ne
andò da lì e si
appoggiò a un muro, mettendosi poi seduta. -Io
resterò qui a riposare, sono
stanca. Quando avete finito fatemi uno fischio.- Giovia si
addormentò subito ma
fu svegliata improvvisamente dall'urlo del carcerato pelato.
-Signorina, guardi
che la battaglia ancora non è finita.
Lei spalancò gli
occhi, era impossibile che Raksha fosse
ancora viva dopo quel attacco.
-E' ancora viva? -chiese Leorio
Kurapika non esitò
rispondere -Da quel che ci ha appena
detto sembrerebbe di sì. Giovia però non
è in grado di combattere ancora, è
troppo stanca e ha perso tanto sangue!
La voce della ragazza da dietro
di loro si fece sentire
-Finisco io, ma non garantisco nulla.
-Non se ne parla signorina
tutto fare, ti farai ancor più
male! -le strillò Leorio contro
-Voglio semplicemente che gli
altri non s’immischino nei
miei affari, punto.
Leorio insistette guardandola
arrivare -E dai... – ma Giovia
non gli dava minimamente ascolto.
-Giovia! -la chiamò,
visto che se ne stava ritornando sul
campo di battaglia
-Che cosa c'è?
-rispose
-Non combattere, ascolta me,
sei stanca e hai riposato a
malapena!
-Non me ne frega, la devo
finire. Non ti immischiare anche
tu nei miei affari!
–si rivoltò
inferocita con un tono che non aveva mai usato prima.
Giovia rivolse loro uno sguardo
infuocato, girò sui tacchi e
se ne andò. Ma poi Kurapika la raggiunse in tempo e le prese
la mano. -Basta
per oggi, hai fatto abbastanza. Hai dato prova delle tue straordinarie
capacità, ma ora stop.
-Secondo me Raksha sta per
morire!!! -strillò Leorio da
laggiù
"Brutto
idiota...perché l'hai fatto? Ora se ne andrà a
forza di combattere!" rimase deluso Kurapika del comportamento di
Leorio.
-Che cosa?!?! -chiese allarmata
non credendo alle parole dell’occhialuto.
-Esattamente, controlla tu
stessa!
La sua tristezza in volto
cominciò ad aumentare -N-non... è
possibile... ho fatto io tutto questo? A-ancora non ci credo...
Lasciami andare
Kurapika, ti prego!
Kurapika non trovando altra
alternativa riprese a parlare
-Raksha è stata controllata per tutto questo tempo da
Hideki, dico bene?
Giovia sgranò gli
occhi guardandolo; tutto quello che aveva
detto poteva rivelarsi la pura verità.
-Lei non ti attaccherebbe mai,
vero?
-Io... non l'ho mai conosciuta
veramente, anche se è mia sorella.
Siamo state separate all'età di 10 anni... Durante questi 10
anni è stata
rinchiusa nella nostra casa per tutto il tempo senza mai uscire...
-E perché?
Giovia fece fatica a rispondere
a tutte queste domande... la
tristezza dell'accaduto l'aveva sopraffatta fino
all'estremità.
-Perché lei era
già potente di suo... e con l'apprendimento
speciale sarebbe stata perfino in grado di spazzare con una sola mossa
un'unità
intera di soldati...poteva perfino diventare un pericolo pubblico...
ecco il
motivo per cui è stata rinchiusa lì. Tante volte
ha provato a uccidermi, anche
se non ho mai capito il motivo... intatti i miei genitori mi stavano
sempre
dietro ovunque andavo , così non correvo rischi.
"Una peggio dell'altra... due
furie della natura"
pensò il biondino guardando Giovia che stava quasi per
piangere -E-ehi Gio...
c-calma... –le sussurrò.
Gio si asciugò gli
occhi bagnati con la manica della
maglietta -In ogni caso qualche lieve cambiamento di
personalità l'ho
notato...ma non sono sicura di ciò. Potrebbe esser stata
solo una mia
impressione.
-No, non è una tua
impressione. Perché poco fa ha smesso di
attaccarti? Hideki potrebbe averla controllata per tutto questo tempo!
Su,
dimmi, era debole di carattere?
-Diciamo... "Ma che
è questo, un interrogatorio per
caso?" pensò lei sconvolta.
-E allora si sarà
preso gioco della sua mente essendo lei
debole di carattere.
"H-ha ragione..." -Lasciami
andare per favore da
Raksha. Voglio provare la questione sulla mia pelle!
Giovia fece per andarsene ma fu
interrotta da Leorio -Gio,
potrebbe essere una trappola!!!
Lei rimase di stucco... quello
che aveva detto Leorio poteva
rivelarsi vero.
Giovia guardò
Kurapika -Mi avvicinerò a lei con cautela,
promesso.
-Mi raccomando -la
avvisò il biondino
Leorio guardando quei due si
rattristò ancora di più, anche
perché era stato lui a dirle della trappola e non Kurapika.
-Uffaaa! -sbuffò
poi
-Leorio, ci stai per caso
provando con la Signorina Giovia?
-commentò anche Gon l'accaduto
-No, ahahahahah! Ma dai,
potrebbe mai piacermi una tavola da
surf? –scoppiò in una risatina nervosa, senza
riuscire a fermarsi.
"Tavola da surf?"
pensò Kurapika aggrottando la
fronte e poi
sbuffare -Pessima battuta
Leorio...
Leorio non la smetteva
più di ridere -Ma dai, stavo solo
scherzando!! E poi
lei non è qui... dico
bene?
-E-ehm... guardati alle spalle
e capirai... -si ritirò
Kurapika piano piano come se volesse scappare.
Giovia incavolata nera, in un
secondo era dietro Leorio con
una faccia arrabbiatissima. La sua risatina si spense. -Io sono ancora
qui,
Leorio. Non mi sono mossa.
-E-ehm... ciao? -la
salutò lui in modo amichevole
-Leorio...
-S-sì?
La ragazza dai capelli bianchi
cominciò a scrocchiare le
dita delle mani -Io ti ammazzo, altro che Menchi. Non ti permettere di
criticare il mio seno, pervertito!!!!
-Ma esageri Gio...
-No, affatto. Ora vedo come sta
Raksha poi vedo come posso
fartela pagare.
L'espressione di Leorio
cambiò radicalmente; da Leorio tutto
gentile a Leorio pervertito. "Oh che bello, non vedo l'ora"
-Ma mi sa che non ne vale la
pena di sprecare tempo
inutilmente con te. -gli
disse lei
alzando le spalle e raggiungendo Raksha
"Leorio non cambierà
mai e poi mai..."pensò
Kurapika
“Ma perché
sempre io…” si lamentò Leorio mentre
Gon
scoppiava a ridere vedendo la sua espressione depressa
Raksha era a terra priva di
sensi; non si muoveva. Giovia si
avvicinò di più a lei e la guardò.
Aveva i vestiti rovinati, la sua carnagione
cominciò poco a poco a impallidire sempre di più
e tante ferite sul suo corpo.
Giovia rimase immobile accanto
a lei e non sapendo cosa fare
le prese la mano fredda come il ghiaccio “Perché
ti sei spinta fino a questo
punto, sorellona?” una lacrima le solcò la
guancia, versandola sulla mano della
ragazza “Io ancora non ci credo che
abbiamo combattuto… mi rifiuto di credere!!!” le disse lei
“Giovia…”
la
riprese l’altra, aprendo piano piano gli occhi
“Dimmi… un po’… tu stai
bene?”
la sua voce era rauca, debole e non si capiva molto bene cosa stava
dicendo.
L’altra era sorpresa
vedendola ancora viva dopo
quell’impatto, ma non evitò affatto parlarle
–Sì… tu invece stai messa
male…
-E’ tutta colpa
mia… sorellina. –sussurrò debolmente
alzando
la sua mano bianca raggiungendo il viso di Gio, accarezzandolo
–Mi dispiace…
Un brivido di paura
attraversò Il corpo di Giovia in quel
momento quando la sorella le aveva accarezzato il viso.
C’era qualcosa che non quadrava in
Raksha… e
lei lo sapeva bene. Giovia, toccando la mano della ragazza poteva
sentire la
presenza di due anime nel suo corpo che stavano lottando costantemente
tra di
loro.
“E così
è una trappola senza via d’uscita”
pensò lei
guardando la sorella sofferente
“Giocherò al suo gioco,
così sarò sicura di non aver torto”
–La colpa è
anche mia… -disse infine Gio
“Tranquilla”
fece Raksha cercando di sorridere ma
improvvisamente il suo sguardo cambiò radicalmente; la pelle
sotto i suoi occhi
si contrasse di
poco, i canini le erano
cresciuti e aveva gli occhi arrossati -E’ TUTTA COLPA
TUA!!!!!! –urlò cercando
la gola di Giovia
Giovia contrastò la
mano della ragazza “Non mi sono
sbagliata alla fine, ha anche l’anima di Hideki dentro. Quel
bastardo si è
impossessato del suo corpo… e per non parlare della voce,
è un mix tra loro
due”
-G-giovia…
io… non … ce la faccio più…
ti prego… salvami!
–fece Raksha dolorante ritornando alla normalità
anche se per un momento.
L’altra si distrae
non poco, ma confusa dalla voce della
sorella –Eh?
-Stupida. –Raksha
sorrise maliziosamente mettendole la mano
sotto la gola, alzandosi in piedi e sospendendola in aria per mostrarla
davanti
a tutti –Complimenti… credi a tutto quel che ti
dico. Meriti un premio per la
tua stupidità!
-Signorina Giovia!!
–urlò Gon
-Che fai Gio, scappa!
–continuò Leorio
Invece Kurapika se ne stava
tranquillo, sapeva che Giovia
aveva qualcosa in mente… non era affatto stupida.
La stretta della sorella sotto
la sua gola cominciò ad
aumentare sempre di più, ma Giovia fece in tempo a tirare
fuori il suo pugnale
argentato, graffiandole così il braccio. L’altra
emise un urlo di dolore e
Giovia si liberò dalla mano. Situata a terra si
toccò subito la gola; faceva
molto male “Sicuramente c’è
qualcos’altro dietro questo attacco, forse aveva
intenzione di corrodere le mie ossa e, infine, uccidermi.”
“QUEL PUGNALE NO,
DANNATA!!!! AHHHHHHHHHHHH!!!
“
Quella voce tremenda
tormentò la mente di Giovia. Quel
pugnale non era affatto uno qualunque, ma presentava una
particolarità: era
anti vampiro.
-Stupida bamboccia…
come ti permetti di interrompere il mio
processo di corrosione? Ti avrei ridotta non male… -fece
Raksha tirando fuori
le sue unghie, avviandosi verso Giovia per attaccarla
“Bingo, voleva
corrodere le mie ossa… non male come
idea…” pensò
Giovia andandole contro,
anticipando l’attacco e colpendola al cuore col pugnale.
Raksha cadde a terra,
ma l’altra non ne uscì interamente vincitrice; le
unghie della sorella
penetrarono il suo corpo. Strappò un urlo. Gli altri non
avevano bisogno che
qualcuno spiegasse che genere di dolore provasse in quel momento.
Giovia a una
velocità sovrumana, si allontanò subito da lei.
Notò subito il sangue che macchiò i suoi vestiti
e cercò di fermare l'emorragia
che le provocò dei dolori pazzeschi allo stomaco.
-Giovia... grazie di aver messo
fine al mio tormento... non
... ce la facevo veramente più... -Delle lacrime iniziarono
a scivolare dai
suoi occhi -Hideki... permettimi di dirtelo... sei una persona senza
cuore...
"Fammi capire... lui
è uscito dal suo corpo... ma
adesso dov'è? Avrà allucinazioni?"
pensò Giovia guardando la sorella che
sembrava parlare da sola -Dov'è Hideki? -chiese a Raksha
-Proprio dietr... -fece per
rispondere, ma d’un tratto venne
messa a tacere.
"Che diavolo sta succedendo???"
la guardò disperata
Giovia facendo un passo indietro, ma si scontrò contro
qualcuno...
Giovia non fece in tempo a
girarsi che in quel preciso
instante una mano le coprì gli occhi e un'altra mano la
prese per la vita avvicinandola
di più al corpo dello sconosciuto.
"Q-questo profumo...m-mi
è familiare..." pensò lei
mentre il suo cuore martellava nel petto.
"Sei
così ingenua
certe volte..."
"Q-questa
voce..."
-Kurapika, chi è
quello laggiù? -chiese Leorio
L'atmosfera di
tranquillità di Kurapika crollò
improvvisamente per la scena che aveva davanti agli occhi;
deglutì senza
volerlo e rispose abbattuto -E' suo cugino.
-Che ci fa qui?
-Non saprei... -rispose il
biondino senza distogliere lo
sguardo dalla scena
"Giovia...
sono
venuto a prenderti..." le sussurrò lui leccandole
il collo
Quel gesto la fece trasalire
emettendo un gemito. "H-hideki...
s-smettila..." gli
disse la ragazza cercando in tutti i modi di divincolarsi dalla sua
stretta che
le impediva di fare qualsiasi movimento. Ma lui era molto
più forte di lei. Molto
più forte e non poteva fare altrimenti.
-A quando pare la mia compagnia
non ti piace... molto bene.
In ogni caso... io non me ne andrò da qui senza una ricarica
di energia.
"Ha
intenzione
di mordermi.. e i-io non riesco a muovermi..."
Un sibilo selvaggio le fece
rizzare i peli del collo. Aveva
i denti bianchi scoperti, i canini incredibilmente lunghi e affilati
proprio
come quelli delle tigri dai denti a sciabola. -Quelle pallide vene
azzurre
sottopelle della tua gola... mi mandano letteralmente ai pazzi. -disse
annusando il profumo sul collo della ragazza
Lei cercò di opporsi
ma senza risultati. Sentì le sue labbra
sfiorarle la pelle, il suo respiro freddo; poi una fitta acuta, che le
fece
trattenere il fiato. Quel sangue rosso acceso come le bacche di
agrifoglio
cominciò a scorrere lungo il suo collo. Quella sensazione
sgradevole la faceva
sentire debole e stordita, i suoi occhi stavano per chiudersi e la sua
testa si
piegò all'indietro abbandonata.
-Certo che Raksha ha fatto un
bel lavoro fino adesso,
eliminando la barriera che avevi intorno al collo...
*Flashback*
-Cuginetta, posso morderti? Dal
tuo profumo il sangue sembra
troppo buono!
Giovia fece spostandolo -No.
Ora vattene, mi intralci la
strada.
-Ma... ma... perché?
-Il mio collo è
protetto da un barriera, che impedisce i
morsi dei vampiri. -indicò lei la gola
-E come si fa a togliere quella
barriera? -chiese lui
-Non lo so e non mi interessa.
*Fine
flashback*
-Alla fine te l'ho tolta.
Bastava solo esaurire ogni tua
energia. E quel che dicevo in passato era vero... il tuo sangue
è di ottima
qualità. Stupida Hana… è inutile
quanto te! Quella vecchiaccia impertinente non
sa fare le barriere… -le disse con un sorriso malvagio,
oltremodo malvagio. -Non
so spiegarmi perché tu e tua madre vi siete fidate di quella
strega buona a
nulla. Voi non conoscete il vero Potere!
Lui le tolse le mani dal corpo
facendola cadere per terra,
priva di sensi.
-Bastardo!!! -urlò
Kurapika
Hideki si girò verso
dove proveniva la voce -Kurutariano...
ci incontriamo di nuovo. Stai tranquillo, le farai compagnia anche tu
fra poco.
–sorrise
malvagiamente. Il ragazzo dai
capelli neri si girò poi verso Giovia "Sei molto
più bella tutta
sanguinante… e molto più attraente..."
-Sarà la fine per
Gio? Anche perché è ridotta
male…–fece
Leorio a Kurapika
–Non si
arrenderà, lotterà fino alla fine.
–rispose – Ne
sono più che sicuro che sarà così.
“Almeno penso sia così… essere positivi
in
un momento come questo non mi è affatto possibile”
pensò.
-Dici che è il caso
di intervenire?
-Ah, esaminandi, volevo
precisare una cosa… gli altri nei
combattimenti altrui non possono intervenire affinché non
è il loro turno. –si
sentì udire.
Un uomo di bassa statura, magro
si avvicinò a loro; non era
completamente pelato ma aveva un ciuffo nero al centro e aveva un paio
di
occhiali grossi rossi enormi.
-Lei è
l’esaminatore di questa prova, giusto?
-chiese Kurapika guardandolo arrivare
Lui fece cenno di sì
–Ottima osservazione, Kurapika.
Il biondino guardava ancora la
ragazza che giaceva a terra,
priva di sensi, mentre Hideki guardava quelli laggiù con
interesse,
specialmente Kurapika. -L’avversario di Giovia è
morto, perché non interrompe
la battaglia? Non ha senso continuarla! –disse lui cercando
di mantenere la
calma
-Decido io quando finire la
battaglia… e poi… perché
interromperla sul punto più interessante?
-Ma non vale!!!
–urlarono Leorio e Kurapika, ma senza
speranze, lui li ignorò minimamente… troppo preso
dal combattimento e si mise a
sgranocchiare un biscotto al cioccolato.
Hideki aveva
un’espressione piuttosto annoiata, tutti
parlavano tra di loro e solo lui no. Guardò un'altra volta
Giovia “Che cosa
avrà trovato lei di così interessante in sto
ragazzo… io proprio non la
capisco.” e poi sposò il suo sguardo verso
Kurapika –Quindi non hai intenzione
di affrontarmi? Che peccato… sai, in Giovia freme il
desiderio che tu la
raggiunga al più presto per salvarla… ma per
salvarla tu prima dovrai passare
sul mio corpo.
Kurapika in cambio non rispose.
Il suo sguardo era
completamente concentrato su Giovia. L’albina
sgranò gli occhi di colpo
sentendo quelle parole e si rialzò piano in
piedi.“Non credo proprio che lei
necessiti aiuto”
pensò lui.
La ragazza sollevò
da terra in modo impeccabile il pugnale
con attenzione e se lo infilò nella tasca dei pantaloni.
Raggiunse Hideki e lo
abbracciò calorosamente da dietro. Lui, sorpreso, non capiva,
abbassò lo sguardo e guardò le sue
mani bianche situate nella zona del petto. “Hideki…”
gli disse Giovia appoggiando l’orecchio sulla sua schiena
–Non sai quanto ti amo…
-continuò a voce alta,
stringendolo più forte a sé
“Che
cosa?!” rimase sconvolto Kurapika, quella frase
stordì
la sua anima “Mi avrà ingannato per tutto questo
tempo? Oppure…sta
semplicemente recitando? Hideki sì, è
stupido… però cadere in un semplice
tranello come questo… Spero solo che il suo metodo
funzioni” Il biondino sentì
nella mente solo i suoi battiti cardiaci aumentare, senza sosta. Non si
aspettava che Giovia confessasse i suoi sentimenti verso il cugino in
un
momento pieno di tensione. Invece l’esaminatore se ne stava
tutto tranquillo
vicino agli altri e sgranocchiava un altro biscotto.
-A-anche io ti amo
Gio… -mormorò il ragazzo dai capelli neri
–Sapevo che saresti tornata da me… sapevo anche
che Kurapika non era il tuo
ragazzo giusto…
Lei tolse
una mano dal suo petto e la poggiò sulla schiena
del ragazzo -Sì… hai ragione. Sai…
sono sempre stata attratta da te e non ho
mai avuto occhi per nessun altro –fece.
Giovia: Pffff… tu sei sempre in ritardo! Vergognati. u.u
Ahahaha Gio, ma dai, quanto sei cattiva. T.T Ma in ogni caso ha ragione, chiedo venia per la mia inattività. Ultimamente son molto occupata con i disegni, quindi è questo il motivo del perché sono settimane che non metto un capitolo. ^^’
Giovia: Come la prendi alla leggera… Per farti perdonare… cosa hai deciso?
E-eheh. ^^’ Cercherò di essere più attiva, pubblicando come alla release della storia, un capitolo a settimana! E per farmi perdonare ho deciso di allungare questo capitolo! Spero vi piaccia e alla prossima. ^_^
Giovia: Spero vivamente che tu ti faccia perdonare, poveri lettori... -_-