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Autore: Okami_chan    14/08/2014    8 recensioni
Eccomi con la mia primissima fanfiction! Ovviamente sulla mia coppia preferita! GaLe!
Jet e Droy sono spariti e Levy decide di fare una missione da sola. Incapperà in una particolare richiesta d'aiuto e in strane sfide dove dovrà mettere a dura prova la sua forza e il suo ingegno. Ma cosa succederebbe se come avversario avesse LUI?
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Nuovo personaggio, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Scusatemi per la mia interminabile assenza, l'università mi sta tenendo molto impegnata. Solo adesso sono riuscita a riprendere in mano la storia.
Comunque ora sono di nuovo e qua e . . . . . Ecco la prima sfida del martedì! 
Quale prova dovranno affrontare? Quale suggerimento avrò preso in considerazione stavolta?
Leggetelo per scoprirlo! 
Preparatevi perché sono ritornata con un altro capitolo chilometrico! 
Ci vediamo nelle note d'autore ;-)

Buona lettura! XD






 
Capitolo 11. Fate pennute (prima parte)






Che era carina era inutile negarlo. Un viso angelico, occhi grandi e vivaci nei quali poteva specchiarvisi, i capelli color del cielo più limpido.
Erano dettagli a cui non aveva dato molto peso, nelle occasioni in cui l’aveva al suo fianco, non in maniera consapevole almeno.
Ora, invece, che si trovava davanti a lei, non poté fare a meno di notare tutti quei particolari, che fino ad allora li aveva dati quasi per scontati.
«Gajeel» disse, con la sua solita aria serena.
«Ti chiedo scusa. Per quello che ti ho detto al ballo» le disse tutto d’un fiato, sconvolto anche lui per averle chiesto apertamente perdono e per la facilità con la quale pronunciò quelle parole.
Levy gli sorrise. Un sorriso dolce, capace di placare perfino il suo animo tormentato.
«Gajeel» disse ancora, avvicinandosi a lui di qualche passo.
Di slancio azzerò la già ridotta distanza che li divideva e lo abbracciò.
Il moro restò spiazzato da quell’azione tanto gentile, quanto troppo affettuosa per una persona timida come lei. Lo interpretò come il suo modo di dirgli che lo aveva perdonato e, accertatosi che non vi fosse nessuno a guardare, seppur titubante, ricambiò il gesto.

Era una strana sensazione quella di averla tra le braccia, ma per nulla spiacevole. Ci avrebbe potuto fare l’abitudine. Con la loro differenza d’altezza, le sue muscolose braccia restavano al livello delle sue spalle e della sua testa. Sentire la morbidezza di quella soffice seta cerulea sugli avambracci, gli dava una sensazione di pace e di benessere. Si, ci avrebbe fatto sicuramente l’abitudine.
L’azzurra alzò lo sguardo immergendolo negli occhi color cremisi di lui, poggiando la guancia destra sul suo ampio torace.
«Gajeel»
«Gamb . . . » si bloccò lui, aumentando seppur di poco la stretta. «Le. . v. . .»

«GAJEEEEEEEEELLLLLL!!!!!!» una voce dal timbro basso, potente ed autoritaria percosse il dragon slayer, con la conseguente apertura degli occhi e la caduta dal letto.

«Che diavolo . . . ?» cominciò a chiedersi il mago del ferro, completamente spaesato.
«Gajeel» la stessa voce di prima, più minacciosa, attirò la sua attenzione verso il suo stesso petto, identificando un piccolo Exceed marrone attanagliato dal potente e rinomato abbraccio spaccaossa del ragazzo.
«Sarà la quinta volta che ti chiamo» disse Lily, con voce sempre più strozzata a causa delle possenti braccia del moro attorno al suo collo, cercando invano di liberarsi da quella morsa.
«Ti spiacerebbe lasciarmi andare prima che smetta di respirare?»

Tutto quel trambusto svegliò anche l’ultimo concamerato, il quale, afferrati i suoi occhiali, con lo sguardo assonnato e la voce impastata disse:
«Che succede? Il Duca ci ha già dato la prossima sfida?»

 
*****


I tre componenti della squadra DeTurdot, dopo quel movimentato risveglio, stavano percorrendo i grandi corridoi della villa, diretti verso la sala da pranzo per la colazione. 
«Non so se è per via della missione o per i letti della villa, ma a casa non dormi così, Gajeel»
Ma qualcuno non aveva ancora buttato alle spalle l’abbraccio mattutino.
«E io cosa ne so?» rispose secco il moro. «E poi, tu hai il tuo letto. Perché eri nel mio?»
«Ho sentito che ti rigiravi nel letto e mi sono svegliato pensando che lo fossi anche tu. Ma quando mi sono avvicinato avevi gli occhi chiusi e mugugnavi qualcosa . . .» spiegò l’Exceed 
«Ho cominciato a chiamarti un paio di volte ed a scuoterti, prima che tu mi avvinghiassi. A quel punto ho cominciato a chiamarti più forte finché non ti sei svegliato . . . e da qui in poi il resto lo sai» terminò il suo racconto Lily.
«Spesso i sogni che facciamo . . .» cominciò Percival «riescono a coinvolgerci così tanto da mettere in azione i nostri muscoli e compiere le stesse azioni che svolgiamo nel sogno»
«Dunque Gajeel stava stringendo qualcosa . . . Gajeel che cosa hai sognato?» chiese curioso Lily.
Il dragon slayer dovette tirare fuori alla svelta una scusa che si allontanasse il più possibile dalla verità.
«Stavo stritolando Salamander»
«Dalla forza che ci hai messo presumo che lo stavi soffocando» asserì Lily.

Il discorso finì lì e il mago poté tirare un sospiro di sollievo.
Quel sogno l’aveva lasciato perplesso. Come poteva la sua mente inventare una scena simile?
Era forse per ricordargli che doveva, in qualche modo, scusarsi per le offese lanciate al ballo?
Lo sapeva benissimo, senza l’aiuto del suo fantasioso subconscio.

Arrivati in sala da pranzo, trovarono solo Eva, intenta a spalmare della marmellata su una fetta biscottata.
Gajeel chiese, saltando i convenevoli: «Dov’è il Gamberetto?»
Temeva che ce l’avesse ancora con lui e per questo avesse deciso di non presentarsi.
«Buongiorno anche a te, Gajeel. Dormito bene? La tua faccia sembra dire di no»
«Taglia corto» disse burbero, non voleva cominciare con i suoi giochetti.
Eva era piuttosto seccata da quel comportamento. Cosa aveva da essere così nervoso? Era lei quella che doveva essere di cattivo umore, vista la gara di ieri sera.
Vedendo la sua espressione, sembrava ad essere lui quello seccato. Decise di non tastare i suoi nervi; Levy l’aveva messa in guardia dalla sua non-pazienza e non voleva certo inimicarsi il dragon slayer poco prima della sfida.
«Levy ha fatto colazione prima di me. Adesso è in giardino» gli disse pacata, tornando alla sua operazione di spalmatura.
Con un grugnito come ringraziamento, Gajeel  attraversò la sala dirigendosi verso la portafinestra che dava sul giardino, passando dietro la sedia di Eva e strappandole di mano la fetta di biscottata da lei preparata e che si accingeva a mangiare.

Eva, stizzita, era pronta a protestare, ma il moro uscì rapidamente e non le diede tempo.
«Ma che gli prende?» chiese la ragazzina dai capelli neri.
«Non ne ho idea» disse DeTurdot, accomodandosi insieme a Lily «Dovrebbe essere felice, dato che ieri sera la nostra performance è stata eccellente, al contrario della tua O’Neil» le disse sarcastico.
Da quel momento cominciarono a lanciarsi le solite, noiose, fastidiose frecciatine.
Lily cercava in tutti i modi di sedare i bollenti spiriti dei due sfidanti; pregando, non sapeva neanche lui chi, che le prossime mattine fossero più tranquille.

 
*****


Gajeel arrivò al porticato che circondava l’intera villa.
La mocciosa aveva detto che Levy era in giardino, ma in quale parte del giardino? Lui stesso, nella gara di ieri, aveva constatato che quello che il Duca definiva come “giardino” era più simile ad un parco nazionale.
Fortunatamente, soffiava un leggero venticello che gli portò alle narici l’odore inconfondibile della maga, conducendolo da lei. Non si era addentrata nella fitta vegetazione, come temeva, ma si stava godendo i raggi solari mattutini, seduta su di una panchina in mezzo ai roseti, a leggere un libro.

Dovette ricorrere a tutto l’autocontrollo che disponeva per non permettere alla sua fantasia di ritornare sul sogno di quella mattina, rammentando il motivo per cui la stava cercando: sistemare il casino da lui combinato.
Fece un respiro profondo e le si avvicinò.
«Oi Nana!» disse per attirare la sua attenzione.
A quella voce, Levy venne strappata via dal suo mondo fatto di carta ed inchiostro. Ritrovarsi il mago del ferro a qualche metro da dove era seduta, le riportò alla mente gli eventi della sera precedente: si era detta che “doveva” restare arrabbiata con lui per fargli pentire le sue azioni. Ma dopo il suo piccolo atto di spionaggio, il suo piano andò in fumo e decise di non pensarci più.
Dopotutto Gajeel restava sempre Gajeel.  
Perciò mostrò al suo interlocutore un’espressione calma e serena come il suo tono di voce:
«Buongiorno Gajeel»

Il ragazzo si sedette al suo fianco senza dire una parola e guardando un punto indefinito davanti a sé. Levy abbozzò un piccolo sorriso e ritornò alla sua lettura.
Quello che non sapeva era che il dragon slayer, con la coda dell’occhio, ripetutamente, le volgeva la sua attenzione. 
Era molto teso: non aveva idea di come iniziare un discorso; di solito era lei quella che parlava, lui si limitava a qualche piccolo intervento. Era lei quella abile a girare il discorso a suo piacimento, non lui. Lui era schietto, brusco e diretto, anche con le parole. 
Era inutile continuare a farsi tanti problemi. Doveva dire qualcosa, qualcosa che non fosse la parola “Scusa”. Aveva ancora il suo orgoglio, dopotutto.

«Non sei debole»
«Eh?» Levy tornò a guardarlo.
«Sei un mago molto forte. Se quel tizio avesse cercato di farti del male, gli avresti fatto passare un brutto quarto d’ora» concluse lui, continuando a guardare dritto davanti a sé.

Levy capì l’argomento del discorso e rimase molto sorpresa.
Non poteva credere alle sue orecchie: il burbero, inflessibile a distaccato dragon slayer di ferro, le aveva appena fatto un piccolo monologo di gentili complimenti, che nella sua lingua si traduceva in un messaggio di scuse.

Non si era resa conto di starlo fissando in silenzio da interminabili istanti; silenzio che il moro non sapeva come interpretare. Sempre con la coda dell’occhio, cercò di guardare l’espressione della maga, nel tentativo di capire il suo stato d’animo. Ma la sua attenzione venne calamitata ai suoi occhi , così grandi e luminosi, fissi su di lui.
Appena li vide, la sua mente gli riportò alla luce il suo precedente sogno, dove quegli stessi occhi lo guardavano allo stesso, identico modo, mentre la loro proprietaria stava tra le sue braccia.
Gajeel dovette nascondere l’improvviso rossore che stava affiorando in faccia, girando la testa dalla parte opposta alla maga. Rossore che non sfuggì all’attenzione della scripter, ma che attribuì alla situazione in cui il mago si trovava.

«Grazie Gajeel» fu tutto quello che disse, perché dopotutto non c’era da dire molto altro.
Ripreso il controllo su di sé, e riuscito ad attenuare il colore rosso delle sue guance, si voltò di nuovo.
«Non sei più arrabbiata?» chiese conferma.
Levy si fece scappare una risata. Le sembrava un bambino che chiedeva alla mamma se era ancora furente per un pasticcio da lui combinato.
«Non lo sono più» disse lei sinceramente «Non sono un tipo rancoroso, specie per una cosa del genere»
Gajeel sentì di aver riacquistato la serenità. Era davvero fortunato ad avere una nakama come lei; per non parlare di Lily, lui che anche questa volta aveva avuto ragione sul conto della maga dai capelli celesti.

«Dopotutto . . .» continuò lei, risvegliandolo dai suoi pensieri «Sono un mago di Fairy Tail! Non mi sono mai fatta influenzare da nessun tipo di insulto e mai lo farò! Nemmeno se lanciato da un mio compagno di Gilda» concluse lei, guardandolo con aria pregna di determinazione.
«Gi hi hi! Ben detto!» disse, posando la sua mano sulla testa di lei e scompigliandole i capelli con tocco gentile.
Credeva di essere ancora nel letto e di stare sognando. Prima le scuse ed ora quella che sembrava una “dolce” carezza da parte di Gajeel Redfox: doveva essere per forza un sogno, no?
Levy scoprì di non stare dormendo, perché in un istante, sopra di loro, piombò tra i due maghi Lily, teso come una corda di violino.
Gajeel ritirò subito la mano, nella speranza di non essere stato colto in flagrante, piuttosto seccato da quella intrusione.
Per sua fortuna Lily era troppo agitato per aver notato quel particolare. Agitazione che preoccupò Levy. 
«Lily, che succede?»
«Levy, Gajeel. Io su Edolas ero un Generale. E come tale, sono stato addestrato per affrontare qualsiasi tipo di situazione e di condizione sia in campo strategico, che non. Detto questo . . . .» disse con aria seria, alimentando la confusione nei sue due nakama.
Lily posò le sue zampine sulle gambe di Gajeel e strinse più che poteva la stoffa dei suoi spessi pantaloni. 
«. . . vi prego, non lasciatemi più da solo con quei due, soprattutto durante i pasti!» concluse, mentre il suo musetto assunse un’espressione da cucciolo abbandonato, con tanto di stelline luccicanti attorno ad i suoi occhi.

Ed infatti arrivarono, con passo rapido, i due ragazzini ancora intenti a lanciarsi frecciatine anche piuttosto pesanti, fermandosi davanti ai loro rispettivi accompagnatori.
«Levy!!!!!!» disse Eva, voltandosi di schiena «Guarda le cuciture. Ti sembrano sfilacciate                                                                                                                                                 e di scarsa fattura?»
«Redfox!» disse DeTurdot «Guardami i capelli! Ti sembra che abbia le doppie punte?»
«Le cosa?» domandò basito lui.
«La piccola infante qui accanto, si vanta di avere dei capelli perfetti e voluminosi, ma sceglie degli abiti adatti ad una barista di in un pub di bassa categoria» disse DeTurdot, commentando la camicetta ed i pantaloni sportivi della ragazzina.
«Ha parlato quello che sembra essere stato leccato da una mucca! Con quel caschetto piatto che hai al posto dei capelli, dovresti solo stare zitto!»

E da qui partì un altro dei loro soliti litigi, del quale l’autrice si rifiuta di descrivere perché lo considera una perdita di tempo ed è sicura che i lettori non soffriranno per questa omissione, anche perché è convinta che il capitolo sia già abbastanza lungo così com’è!

Perfino Levy considerava le scazzottate della gilda più fantasiose dei loro insulti, sebbene non ci sia molto di fantasioso nel dare pugni e riceverne.
Ma quello più preoccupante era il mago del ferro, rimasto in silenzio con la testa china, segno che di lì a poco sarebbe esploso. Levy e Lily lo capirono subito appena si accorsero del suo mutismo: quella era la posizione che assumeva quando passava al contrattacco e temevano che la sua reazione sarebbe stata troppo poco adatta ai due ragazzini.

Gajeel era stanco: tra il sogno, la sfida che si sarebbe svolta a breve ed il fatto che fosse ancora a stomaco vuoto, quel continuo battibecco si era trasformato in una vera e propria tortura per la sua precaria sanità mentale.
Così decise di prendere la situazione in mano e di porre fine a quel supplizio . . . letteralmente!
I due litiganti erano troppo concentrati a creare nuovi insulti, per notare che il mago in questione si stava lentamente alzando. Solo quando, completamente in piedi, facendo calare su di loro la sua ombra, ebbero dei sospetti. Ma non fecero in tempo a girarsi che due forti mani li afferrarono per la collottola dei vestiti, sollevandoli da terra come fossero due piume, in modo che il loro sguardo fosse allo stesso livello di quello del dragon slayer.
Forse era per la facilità con la quale vennero sollevati, forse era per i suoi occhi, molto simili a quelli di un drago feroce, che sembravano aver preso una tonalità molto più accesa di rosso per via della sua rabbia, o forse per la semplice sorpresa di quell'azione, ma nessuno dei due bambini riuscì più a dire una parola.
«Adesso ascoltatemi bene, mocciosi . . .» cominciò a dire il mago, con un tono di voce basso e intimidatorio «Siamo solo al secondo giorno e sono già stanco di sentire i vostri stupidi battibecchi. Mi sembrava di essere stato chiaro ieri mattina: se non stiamo facendo alcuna sfida, non voglio più vedere questa pagliacciata. Altrimenti vi legherò come due salami e vi userò come miei personali bersagli per gli allenamenti! Sono stato chiaro?» concluse il moro senza staccare la presa e lo sguardo da loro due.

Levy era rimasta sconvolta come i loro clienti: sapeva che aveva una scarsa pazienza, ma si aspettava che di fronte a due bambini ci sarebbe andato più leggero.
Si stava per alzare e farlo ragionare quando Lily le diede un' importante informazione:
«Levy! Gajeel non ha fatto colazione, ecco perché è così irritabile»
La scripter non aveva bisogno di sapere altro: si alzò dalla panchina e creò la parola IRON davanti a sé delle stesse dimensioni di quella fatta su Tenroujima.
Il suono che si creò quando questa toccò terra, attirò l'attenzione dell'affamato.
«Vieni qui a mangiare, Gajeel» lo chiamò l'azzurra.
Non le se lo fece ripetere due volte: mollò la presa dai due ragazzini, gli voltò le spalle andando a prendere la sua colazione.
Eva e Percival rimasero per terra, ancora piuttosto scossi, mentre davanti a loro il moro tornava a sedersi sulla panchina e divorava la grossa lastra di ferro.
Eva e Percival non si erano mossi di un solo millimetro: seduti sull'erba leggermente inumidita dalla rugiada mattutina e con lo sguardo paralizzato sul dragon slayer. Se l'ammonimento di prima li aveva spaventati, vedere ora lo stesso individuo che mordeva, masticava e ingoiava ferro con la stessa facilità con la quale si mangia un biscotto, era per loro una scena tanto incredibile quanto sconcertante.
Forse era meglio fare come diceva. 
«O'Neil?» chiamò la ragazzina al suo fianco, con tono scosso.
«Si?» disse lei altrettanto agitata.
«Che ne dici se riduciamo i nostri scontri linguistici nei soli svolgimenti delle sfide? E stipulare una tregua durante il resto delle giornate?»
«Dico che è un'ottima idea»

E così, di comune accordo, stipularono il patto che vietava loro di litigare in presenza del Dragon slayer, specie se affamato.

 
*****


Dopo una decina di minuti, arrivò un domestico che avvertì i concorrenti di seguirlo; li avrebbe condotti dal Duca ed al prossimo gioco.
Seguirono un sentiero che attraversava tutto il giardino, o bosco date le dimensioni, dove il mattino precedente i ragazzi si erano dati alla caccia degli scarabei albini.
Per tutta la traversata, Gajeel ed Eva erano stati quelli più tesi e in allerta; uno per l’ovvia ragione di non voler ripetere la stessa scena di ventiquattro ore fa, l’altra per sua paura più recondita.
Quando uscirono da quella fitta vegetazione, i due tirarono un sospiro di sollievo.
Come aveva detto il Duca, oltre il suo “giardino” alberato si apriva una distesa erbosa. Al solo vederla si veniva inondati da un senso di pace e di tranquillità.
«Buongiorno ragazzi!»
Tranquillità subito interrotta dalla squillante ed autoritaria voce del Duca.

Moragorn Wolf, comparve dinnanzi al quintetto con un’aria tutta allegra, la stessa faccia che ha un bambino quando si trova al Luna Park.
In quel caso erano loro cinque il Luna Park.
«Spero che abbiate dormito bene e recuperato le energie, perché oggi ci sarà da divertirsi!» disse tutto contento.
-Qui, quello che si sta divertendo sei tu!- fu il pensiero generale dei partecipanti.

«Quindi, senza ulteriori indugi . . . ecco a voi la sfida di questa mattina. Ta dan!» detto questo, si scansò di lato e con un gesto teatrale delle braccia, mostrò cosa aveva in serbo per i ragazzi.

In un primo istante quello che videro fu solo una distesa erbosa, non dando grande peso alle piastrelle che, con un andamento ad S, creavano una linea biancastra in mezzo a quel verde campo.
Guardando quelle più vicine a loro, però, si accorsero che queste erano delle dimensioni di 2 metri per 2 e numerate in ordine crescente.
Percival, fece un’ipotesi «Gioco da tavolo in versione gigante?»
«Ottima intuizione signorino DeTurdot!» si congratulò Moragorn «Per essere più precisi, il gioco da tavolo in questione è . . . Il gioco dell’oca!»
«Non l’ho mai fatto!» disse allarmato Gajeel, temendo di partire svantaggiato.
«Tranquillo Gajeel, devi solo lanciare un dado e muovere la tua pedina sulle caselle in relazione al risultato del tuo lancio» lo informò Levy.
«Esattamente» continuò il Duca «ma c’è un particolare: sarete voi stessi le vostre pedine. Passerete sulle caselle senza uscire sul prato circostante o tentare di imbrogliare avvicinandosi di qualche casella, chi lo fa verrà squalificato»
«Regole: non potete spingere il vostro avversario fuori dal gioco, né usare la magia su di lui. Il primo che arriva sulla casella vince.
Come anche nel gioco tradizionale, ogni casella possiede delle “condizioni” per poter restare su di essa, se non verranno soddisfatte si torna indietro di un certo numero di riquadri.
Solo le mattonelle numerate 10 e 20 sono zone neutre, il traguardo è la casella numero 30, ogni dieci di queste sono presenti una casella denominata “zona danger”,  caratterizzata da prove fisiche, ed una “zona enigma” con prove di intelligenza»

«Ma basta con le spiegazioni, il miglior modo per imparare un gioco è giocandoci quindi . . . cominciamo!»

Il Duca mostrò loro il dado per il gioco, delle dimensioni di due palloni da basket, ma leggero come una piuma.
«Per prima cosa decidiamo l’ordine di partenza» disse «Quello con il numero più alto inizia per primo»
(N.d.a. voglio solo precisare che tutti i lanci sono stati eseguiti con un dado vero, notate la casualità dei numeri e soprattutto a chi sono usciti :-P )
«Molto bene! Comincio io, gi hi» si avvicinò Gajeel, facendo schioccare le nocche.
Lily, conoscendolo, lo intimò «Non metterci troppa forza! Devi solo farlo rotolare per terra»
«Si, si ho capito» rispose lui seccato, mentre prendeva il dado tra le mani.
Con un ghigno inquietante, si mise in posa per il lancio: con il dado in una mano, caricò il peso all’indietro e lo lanciò. Non sapeva come si lanciava un dado (e nemmeno un dado gigante), di conseguenza la posizione assunta per eseguire tale azione fu imitando il lancio del disco. Lily, però, lo aveva avvertito di farlo rotolare per terra, così invece di farlo “volare”, lo indirizzò al suolo.
Sfortunatamente l’energia impiegata non lo fece rotolare, ma “scavare” una striscia di terra profonda circa 30 cm e lunga parecchi metri.
Il risultato: il dado non aveva compiuto alcuna rotazione, in compenso però i giardinieri alle dipendenze del Duca potevano piantare una coloratissima scia di azalee, senza dover rivoltare la terra.

Il silenzio regnava sovrano mentre uno dei domestici, adibito a giudice, andava a guardare e ad annunciare il risultato del “lancio”
«Il numero uscito è: 1!»
«Che cosa?!?!?!» disse incredulo il dragon slayer.
«Te l’avevo detto di non metterci troppa forza!» gli disse Lily.
«Ma l’ho fatto rotolare per terra!» si giustificò lui, credendo che quello fosse il segreto per ottenere un numero alto.
-Ma io che parlo a fare?- si chiese Lily.
«Gajeel, non è necessario far rotolare il dado per metri e metri» disse Levy, mentre il giudice riportava il dado.
«Basta un tiro leggero, guarda . . .»
Levy prese il cubo, che nelle sue mani sembrava ancora più grande, e lo lanciò come se lanciasse una palla ad un bambino imaginario davanti a sé. Esso rimbalzò un paio di volte, vorticando velocemente, e poi si fermò.
«4!» disse il giudice.
«Hai visto? Con delicatezza»
«Tsk» disse il moro, andando a posizionarsi sulla casella START tutto stizzito.
I risultati degli altri furono: Lily 2, Percival 3, Eva 6.
«Molto bene» disse il Duca «L'ordine è il seguente: Evangeline O'Neil, Levy McGarden, Percival DeTurdot, Pantherlily e per ultimo Gajeel Redfox»
Inutile dire che l’ultimo in questione, a sentire l'ordine di partenza, divenne ancora più seccato.

Tutti si erano posizionati sulla casella di partenza; da quella posizione era ben delineata la scia di mattonelle colorate e numerate che serpeggiavano per la distesa erbosa.

Eva prese il dado e lo tirò dinnanzi a sé: 3.
Passò sulle gigantesche caselle fino a posizionarsi sulla numero tre, quando vi si fermò sopra questa brillò ed una voce sconosciuta, che sembrava provenire dalla stessa pedana annunciò: Fai un salto.
La ragazzina, sebbene perplessa, fece come chiesto, un piccolo salto in verticale, e subito dopo si sentì la stessa voce: Condizione soddisfatta.

«Tutto qui?» si stupì Gajeel.
«Credo che le prove più difficili siano quelle delle caselle con il teschio ed il punto interrogativo» intuì Percival.
«Anche stavolta hai indovinato» disse Moragorn «Il teschio indica la casella danger e il punto interrogativo la casella enigma. Esse nascondono sono prove più difficili, rispetto a quelle attorno; così come la difficolta di tutte le caselle aumenterà man mano vi avvicinerete al traguardo» 

Le regole erano state elencate, non restava altro che giocare e guadagnare più punti possibili per vincere il premio finale.

«Bene, ora tocca a me!» e detto questo, Levy prese il dado e lo lanciò.
«5!»
Mentre l’azzurra passava sulle caselle, contandole mentalmente, sperava di aver calcolato male e di non fermarsi proprio su quella con il minaccioso teschio.
Levy, difficilmente fa ma male i suoi conti, e sfortunatamente per lei, dovette fermare i piedi proprio sopra quella minacciosa raffigurazione scheletrica.
Era preoccupata. Pensava che non sarebbe mai riuscita a superarla, temendo in una prova del tipo sollevamento pesi da 100 kg. Opposta fu la reazione di Gajeel che, con il suo solito ghigno, non vedeva l’ora di vederla cimentarsi in una prova per lei impossibile.
Levy non fece in tempo ad emettere un sospiro di rassegnazione, che il contorno del teschio e le sue cavità oculari si accesero di rosso, spaventandola a morte.
Dinnanzi alla maga, ma rimanendo all’interno del quadrato, si innalzò un muro alto circa cinque metri, con tanto di appigli colorati, molto simile ai muri usati per esercitarsi nelle scalate.
Raggiungi la cima. Fu la richiesta.
Levy fu sollevata. Era una prova fattibile; più volte con lo Shadow Gear aveva dovuto scalare pareti rocciose per completare alcune missioni; poteva farcela.
Si avvicinò al muro e iniziò ad arrampicarsi, stando bene attenta a dove mettere piedi e mani.
«Forza Levy!» la incitava la sua compagna di squadra «Metticela tutta!»
«Oi Gamberetto! Sicura di farcela? Mi sembri un tantino in difficoltà. Gi hi!» disse ironico il dragon slayer.
«Non ascoltarlo! Stai andando benissimo, continua così!» ribatté Evangeline.

Ed aveva ragione, ormai la maga era arrivata ben oltre la metà della muraglia, senza neanche troppa difficoltà.
Gajeel, dal canto suo si stava divertendo a vedere la piccola maga intenta nell’impresa. Sapeva che avrebbe superato la prova, ma l’immagine del suo corpo minuto che scalava una grossa parete rocciosa, lo faceva comunque ridere. 
Ma quell’innocente divertimento morì nell’istante in cui il moro realizzò due fatti: Levy indossava il suo solito corto abito arancione e che lei stava salendo sempre più in alto.

E’ risaputo che i maghi di Fairy Tail non sono immuni al fascino femminile, specie se le femmine in questione sono le loro nakama, e in più di un occasione i maghi hanno tentato di sbirciare codeste ragazze in momenti molto intimi (come durante i bagni termali, ecc) . Occasioni in cui si è notato il burbero e solitario dragon slayer di ferro, unirsi al gruppo di “spionaggio”.
Di conseguenza, nemmeno quella . . . scena poteva sfuggire al ragazzo. Il vestito di Levy non era cortissimo, ma in quel momento, per Gajeel, era diventato striminzito. Inutile dire dove si fosse focalizzata la sua attenzione.

La scripter era arrivata fino in cima e si apprestava ad issarsi sopra la parete di roccia per porre fine alla prova. Tutti quanti stavano aspettando quel momento, ma solamente Gajeel aveva un motivo diverso da quello puramente sportivo, dove di puro c’era ben poco.
La maga delle parole era giunta alla sporgenza e, con un movimento coordinato di braccia e di gambe, si stava tirando su.
Gajeel aveva cominciato a sudare freddo, ancora pochi istanti e . . . improvvisamente la sua visuale fu oscurata da un grosso oggetto che gli finì stampato in faccia.
Condizione soddisfatta.
Il muro si riabbassò fino a scomparire, riportando la maga a terra. 
Gajeel tornò a vedere e si rese conto di cosa gli aveva bloccato la visuale: il dado.
«Potevi darcelo con più gentilezza O'Neil» disse Percival, che aveva visto la ragazza in questione lanciargli il dado per il loro turno.
«Volevo solo farvi un favore» disse con un finto sorriso.
Gajeel semplicemente sbuffò, facendo credere di non aver dato molto peso alla cosa «Devi correggere la mira! Tocca al Secchione tirare»
«Ti ringrazio Redfox per questo tuo spiccato senso di protezione nei miei confronti» disse ironicamente Percival.
«Prego Percy!» disse il mago non avendo prestato molta attenzione alla frase del biondo.

Quest'ultimo lanciò il dado: 6. Recita uno sciogli-lingua.
Inutile dire che superò facilmente la prova. Così come anche il suo compagno di squadra Lily, il quale si andò a posizionare sulla stessa casella di Eva, sempre eseguendo il balzo.
Arrivò il turno del dragon slayer: il suo lancio si era ammorbidito di parecchio, ma non quanto il risultato. 2: Torna indietro di una casella.
«Che cosa?!?!?!» disse sconcertato, ma eseguendo la richiesta.
Condizione soddisfatta.
«Non è possibile» borbottò.

2° turno

Eva: 2. Raggiunse Levy sulla casella danger e come prima si creò lo stesso muro, ma abbreviò i tempi: la condizione prevedeva raggiungere la cima e non come, così potenziando le gambe con la sua magia arrivò sulla sommità del muro con un solo balzo, attirando non poche occhiatacce da parte di DeTurdot.

Levy fu fortunata: 2. Arrivando sulla casella numero 7 
Lancia ancora il dado: 3.  Raggiunse così la cassela neutra numero 10, saltando per quel turno qualsiasi prova. Come lei, anche DeTurdot finì sulla medesima casella, ritardanto le possibili prove che lo avrebbero messo in difficoltà e soprattutto le possibili derisioni da parte di O'Neil.

Anche in questo turno Lily fece lo stesso numero di Eva. Inutile dire che per lui fu ancora più facile arrivare in cima al muro grazie alle sue ali.
Se per i primi quattro il secondo turno fu una passeggiata, per Gajeel fu tutto il contrario:1, voleva dire ritornare sulla casella 2, di conseguenza ritornare nuovamente indietro.

«Ma che diavolo????? ADESSO BASTA!!!!!!!»
L'urlo rabbioso del mago coprì la leggera risata della sua nakama. Come altri loro nakama fate, non sopportava perdere, nè in un combattimento nè in un gioco da tavolo.













NOTE DELL'AUTRICE

Salve a tutti!!! ^_^

E come avete notato ho scelto il gioco dell'oca! Il titolo che ho scelto mi sembrava calzare a pennello! XD

Questa volta ho voluto seguire il suggerimento di felpy! Ammetto che è stato molto difficile trovare delle prove adatte ai nostri cinque protagonisti e trovare qualche cavia amico disposto a tirare il dado per ottenere un po' di numeri! :-P

Quanti di voi sono caduti dalla sedia quando avete letto il sogno di Gajeel???? Eheheheh come fanno a venirmi in mente certe cose! XD
Questa è solo la prima parte, ma non temete! Come vi avevo promesso caricherò la seconda parte tra qualche giorno, giusto il tempo di raccogliere i vostri pareri su questa parte e per concludere quella seguente.

Fatemi sapere cosa ve ne pare e se sarete fotunati potrete leggere la continuazione già da domani!
Quali altre penitenze questo insidioso gioco ha in serbo per i nostri amici? Gajeel riuscirà mai ad andare oltre la prima casella? E soprattutto chi vincerà questa sfida? Vediamo se lo indovinate :-P

Ciao! 

Alla prossima ;-)



 
  
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