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Autore: Minawa Asuka    15/08/2014    8 recensioni
I Volturi hanno rapito Bella per ristabilire l'ordine tra umani e vampiri. Alla ragazza rimane poco tempo prima di essere trasformata in un mostro assetato di sangue. Nel frattempo Caius, offeso nel profondo del suo orgoglio, è determinato a portare a termine la sua spietata vendetta contro Bella.
Dal testo: "Il mio cuore da umana era troppo fragile per poter amare contemporaneamente due vampiri e voler dannatamente bene ad un licantropo.
Uno dei tre doveva lasciare il suo posto nel mio cuore.
E non era Jacob.
Non mi ero soffermata sul fatto che, ora che ero sicura dei mie sentimenti per Caius, mi trovavo di fronte ad una scelta."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caius, Isabella Swan, Un po' tutti, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Salve, cari lettori! Dopo tanto tempo ripropongo questa storia, rivisionata e già pronta per essere pubblicata. I Volturi mi hanno sempre affascinata e spero che non me vogliate perché, questa volta, l'amore di Bella sarà rivolto ad uno di loro.
Qualche commento fa sempre piacere! Al prossimo capitolo! Buona lettura!
M.A.

 


Proibito


Alla maggior parte di noi è più gradito vedere qualcuno morire che essere fatto oggetto di scortesie sotto il nostro tetto. (da "Intervista col Vampiro)


Capitolo 1:

Preludio di una vendetta


Lei non sa di essere portata via
Da un vento che ama
Crede di essere libera ma
La distanza che la separa da sé
Rende invisibile ogni realtà.
(Litfiba - Pioggia di luce)


Aro sedeva al centro del salone lussuoso ed immenso.
I suoi occhi scarlatti erano freddi, ma terribilmente espressivi, mentre le sue labbra erano contratte in una smorfia melliflua.
Dolce crudeltà, la sua, di una mente calcolatrice e temibile, di un cuore diaccio pietrificato nel petto, disposto ad ogni sorta di atrocità pur di raggiungere i propri obbiettivi.
Non si disobbedisce ad Aro.
Pena: la vita. O anche peggio.
Alla sinistra dell’immortale leader dei Volturi, sedeva Marcus dall’imperitura espressione annoiata e neutrale, lo sguardo di cenere perennemente perso in ricordi lontani.
San Marco celebrato dalla città di Volterra come cacciatore di vampiri e vampiro a sua volta.
Accanto a lui c’era Alec, una delle guardie dei Volturi. Il suo volto suggeriva gentilezza, ma i suoi occhi sanguigni tradivano una certa indole sadica.
Alla destra di Aro, sedeva invece Caius dai capelli luminosi. Spietato come pochi, aveva le fattezze di un angelo bellissimo e dannato. Nessuno sembrava resistere alla sua bellezza.
In un angolo più lontano c’era infine Jane, sorella di Alec e a sua volta guardia dei Volturi. I suoi occhi grandi e color rubino erano sintomi di un’affezione devota nei confronti del loro leader.
Tutti e cinque i vampiri continuavano a fissarmi con curiosità e soddisfazione.
Meschini e spietati, erano riusciti a trattenermi con loro con un sporco ricatto.
Mi avevano strappata da Forks la notte prima del mio matrimonio e mi avevano costretta a diventare una di loro.
“Non essere così triste, Bella! Ti dimenticherai presto di lui” disse Aro con voce calma e falsamente comprensiva.
I suoi occhi erano così espressivi, indecifrabili e oscuri da farmi vacillare. Mi sentivo come se mi leggessero l’anima.
“Non mi dimenticherò mai di lui!” riuscii comunque ad esclamare, con decisione, ma anche con terrore. Avevo paura che i Volturi riuscissero davvero a farmi dimenticare Edward. Edward che in quel momento mi stava aspettando all’altare. Invano.
Aro contrasse le labbra in una smorfia dolce e spietata ad un tempo, un sorriso sadico da predatore esperto.
“Oh, invece lo dimenticherai, piccola Bella” sussurrò mellifluo, poi si voltò verso Caius e gli sorrise con complicità.
“Caius, se non sbaglio ci tieni particolarmente ad avere tu l’onore di trasformarla”.
Il vampiro dai capelli luminosi mi fissò famelico e si alzò con eleganza dal trono sul quale era seduto.
Non volevo essere trasformata in una vampira da mostri come loro, così diversi da Edward e dalla sua famiglia.
Non volevo diventare anche io un mostro assetato di sangue. Perché sapevo che, se fossero stati loro a trasformarmi, non mi avrebbero permesso di nutrirmi di cervi e non di esseri umani.
“Provvedo subito” disse Caius con voce crudele e sadica.
Indietreggiai di qualche passo, mentre lui si avvicinava divertito.
Sapevo di essere in trappola, ma tentai comunque di fuggire.
Com’era presumibile, Caius fu subito di fronte a me.
“Dove credevi di andare, piccola sciocca umana?”
I suoi occhi cremisi mi osservavano sprezzanti e le sue mani corsero sulle mie braccia, immobilizzandomi all’istante.
“Povera ingenua, il tuo pseudo-vampiro non ti salverà questa volta, e neanche il suo padre da strapazzo! Quello stupido era davvero convinto che una stirpe potente e antica come la nostra potesse nutrirsi di animali!”.
Scoppiò in una risata agghiacciante che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Non poteva permettersi di insultare i Cullen. Nessuno poteva!
“E’ strano che il compito di trasformarmi sia stato affidato all’unico membro di questa stirpe potente e antica che non possiede alcun potere!”.
I suoi occhi polverosi si accesero d’ira a causa delle mie parole.
Non avevo scampo.
La morsa delle sue mani si fece più violenta e lucidi canini comparvero tra le sue labbra.
“Fermo!” gridò Marcus, un momento prima che Caius affondasse nel mio collo.
Il vampiro si voltò verso di lui con sguardo irato, tuttavia rimase in silenzio, improvvisamente docile.
“Piccola umana, non era tuo volere essere trasformata in una di noi?” mi domandò con calma Marcus, fissandomi con i suoi occhi annoiati.
Annuii terrorizzata.
“Sì, ma voglio che sia Edward a trasformarmi. Lui e nessun altro”.
Le labbra di Aro si distesero in un sorriso divertito.
“Non credo che questo sia possibile”.
Deglutii.
Caius era tornato a fissarmi con i suoi occhi desiderosi di vendetta. Avevo offeso il suo orgoglio e non me l’avrebbe fatta passare liscia.
“Concedetemi almeno del tempo”.
Aro valutò la mia proposta. Era impossibile comprendere cosa stesse pensando o, per meglio dire, tramando.
“D’accordo, mia piccola Bella. Ti concedo un mese, non un secondo di più. Allo scoccare della mezzanotte dell’ultimo giorno del tempo stabilito, Caius ti trasformerà in una di noi”.
Il cuore mi batteva impazzito nel petto, tanto da farmi temere che schizzasse fuori da un momento all’altro.
Improvvisamente compresi il piano di Aro. Avrebbe atteso un mese l’arrivo dei Cullen e, se questi fossero giunti realmente a salvarmi, avrebbe costretto anche loro ad unirsi ai Volturi.
Nessuno può salvarsi da Aro e questa era la sola certezza che avevo.


In seguito al nostro piccolo accordo, Aro ordinò a Jane di condurmi in una delle tante stanze del loro palazzo, sibilando in tono ironico e falsamente cordiale: "Sii gentile con lei, Jane. Bella è un ospite molto speciale".
Odiavo la sua dolcezza ipocrita e crudele.
Jane camminava con eleganza davanti a me. I suoi passi erano così leggeri che avrebbe potuto camminare su un pavimento di cristallo senza rischiare di romperlo. Era davvero una figurina incantevole. Un mostro assetato di sangue rinchiuso in involucro di innocenza e purezza.
"Spero che tu sia consapevole di aver appena firmato la tua condanna a morte" disse ad un tratto, continuando a camminare senza voltarsi.
Attesi qualche istante prima di rispondere.
"Mi avrebbero trasformata comunque".
Jane scosse la testa.
"Non mi riferivo a questo, ma a ciò che hai detto a Caius".
Mi fermai, pietrificata da una terribile consapevolezza.
E’ strano che il compito di trasformarmi sia stato affidato all’unico membro di questa stirpe potente e antica senza poteri!
Erano state queste le mie parole. Un errore che avrei pagato a caro prezzo.
"Tu hai offeso il suo orgoglio e lui non esiterà neanche un secondo per vendicarsi".
Deglutii. Tra i Volturi, Caius era quello che temevo di più. Anche più di Aro.
"Non può uccidermi. Aro ha detto…".
Jane mi interruppe, scoppiando in una sonora e tuttavia elegante risata.
"Ucciderti non sarebbe abbastanza soddisfacente per lui. Vedi, Caius giocherà con te come il gatto con il topo e non puoi farci assolutamente nulla. Chiedere del tempo è stato il peggiore errore che potessi commettere".
Si voltò verso di me e mi sorrise in modo sadico.
Il mio corpo fu scosso da brividi di terrore.
Che cosa mi avrebbe fatto Caius?
"Oh, Bella, hai voluto giocare all’amore proibito ed ora eccoti qui" cantilenò Jane con pungente ironia, poi mi diede nuovamente le spalle e riprese a camminare.
Avevo valutato più volte la possibilità di essere uccisa, ma non avrei mai immaginato che potesse esistere qualcosa di peggiore della morte.
Pregai qualunque forza sovrannaturale di avvisare Edward della mia situazione, così che lui potesse salvarmi, ma subito il pensiero che così facendo anche i Cullen sarebbero stati costretti a diventare dei mostri senza cuore mi fece gelare il sangue nelle vene.
Non avevo scampo.
Caius aveva ragione.
Questa volta Edward non mi avrebbe salvata.
Ero sola nelle mani di un sadico vampiro a cui avevo ferito l’orgoglio. A lui non importava di spezzarmi il cuore, però io dovevo pagare per una tale sciocchezza. Non era giusto e non potevo farci niente. Era questo ad uccidermi.
Lungo il buio corridoio incrociammo la strada di Heidi e delle sue vittime.
Un orribile senso di nausea mi salì dallo stomaco alla gola. I Volturi si sarebbero cibati di quei turisti ignari ed io non potevo salvarli. Ancora una volta pensai che avrei fatto qualunque cosa pur di non diventare come loro. Volevo essere un vampiro, ma uno come Edward, non come i Volturi. Non un mostro assetato di sangue umano.
Jane si fermò di fronte ad una stanza, aprì la porta e mi invitò ad entrare.
Era la camera più lussuosa che avessi mai visto. Le pareti erano coperte da velluto rosso e al centro, tra mobili antichi e raffinati, si trovava un letto a baldacchino dalle lenzuola candide e mai utilizzate, di quelli che di solito si vedono nei libri di storia, appartenuti chissà a quale regina.
"Il maestro desidera che tu sia trattata come un ospite, ma ti sconsiglio vivamente di muoverti da qui" disse Jane con quel suo tono gelido che non ammette repliche. Attese invano una mia riposta, poi lasciò la stanza e chiuse la porta a chiave.
Era la camera più lussuosa che avessi mai visto, ma ai miei occhi, in quel momento, non sembrava altro che una prigione.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
Immaginavo il volto di Edward, le sue mani su di me, il suo sguardo vigile che ogni notte mi proteggeva dalle tenebre.
Cosa ne sarebbe stato di me?
Senza accorgermene, caddi in un sonno profondo.
Quando mi svegliai, il mio incubo peggiore si era materializzato di fronte a me.
"Buongiorno, piccola umana".
Caius era in piedi vicino ad una piccola finestra. La sua pelle adamantina, molto più chiara di quella di Edward, risplendeva alla luce del sole come se fosse stata coperta di tante piccole stelle. In un’altra occasione, avrei pensato di trovarmi in paradiso, tanto era bello Caius.
Dannatamente bello e dannatamente spietato.
"Cosa vuoi da me?".
Lui si avvicinò lentamente e mi prese il viso tra le mani, fingendosi amichevole.
"Volevo solo accettarmi che la nostra preziosa ospite fosse felice del suo alloggio".
Deglutii.
Ucciderti non sarebbe abbastanza soddisfacente per lui. Vedi, Caius giocherà con te come il gatto con il topo e non puoi farci assolutamente niente. Chiedere del tempo è stato il peggiore errore che potessi commettere.
Le parole di Jane mi risuonarono nella mente, provocandomi un brivido di terrore lungo la schiena.
"Hai paura? Fai bene, piccola sciocca. Nessuno può permettersi di insultarmi!".
Le mani esili di Caius corsero sul mio collo, poi si spostarono più in basso, a pochi centimetri dal mio seno.
"Oh, che maleducati! Ti abbiamo privata della tua notte di nozze. Non è affatto un gesto da gentiluomini! Bisogna che rimedi al più presto".
Tremai.
Il mio primo pensiero fu quello di urlare, ma nessuno sarebbe venuto in mio soccorso.
Non potevo neanche tentare di fuggire, perché Caius era un vampiro e dai vampiri non si fugge.
Mi sentii persa.
Chiusi gli occhi, mentre le mani di Caius scendevano sul mio seno, delicate ed esili. Sentii le sue labbra sulle palpebre, poi sul collo e infine sulle labbra.
Mi sentivo strana, desiderosa di un contatto più intenso.
All’improvviso lui scoppiò in una sonora risata.
"Non riesci a resistermi, non è vero?".
Aprii gli occhi, come se mi stessi risvegliando da una sorta di trance.
"Allora, cosa si prova ad avere a che fare con un vero vampiro?".
Mi sentivo smarrita, incapace di rispondere.
"Neanche i tuoi sentimenti per Edward, quelli che dici essere così forti e immortali, sono riusciti a resistermi. Eri disposta a farti possedere senza neanche tentare di opporti. Non puoi fare niente contro di me, Bella, ed io avrò la mia vendetta".
Cercai di scendere dal letto, ma Caius mi trattenne per un braccio e mi riportò sotto di sé.
"Cosa penserebbe Edward se la sua amata Bella lo tradisse con me? Cosa penserebbe a sapere che non sei riuscita a resistermi? Sei così fragile, piccola, sciocca umana!" mi sussurrò all’orecchio con voce tremendamente seducente. Poi si alzò e raggiunse la porta con passo elegante e composto.
"Non ho intenzione di usare violenza contro di te. Non sarebbe divertente. Sarai tu a chiedermi di giacere con te, a supplicarmi di concederti pochi attimi di passione. Quale vendetta migliore di questa? Tradirai il tuo amato Cullen per tuo stesso volere" disse divertito, prima di lasciare la stanza.
Mi rannicchiai sul letto.
Perché le parole di Caius suonavano in modo così terribilmente profetico?
Non volevo tradire Edward, ma come potevo sperare di resistere al fascino di Caius? Di lui che era così dannatamente bello e dannatamente spietato?

  
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