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Autore: zinzuleddha    15/08/2014    3 recensioni
Una lacrima scivolò sul suo pallido viso- era la fine.
"Non ci prenderanno mai vivi" esclamò a denti stretti, ripetendolo tante volte quante le lacrime che in quel momento solcavano il suo viso; riuscivo quasi a sentire il rumore quando, cadendo sullo sterzo, finivano in mille pezzi, esattamente come lo stava finendo la mia speranza.
"Mi dispiace di averti messo in tutto questo" ammise, cercando con tutta la forza del mondo di trattenere i singhiozzi.
E l'avevo visto sotto innumerevoli aspetti, ma questo mi era decisamente sconosciuto.
"Ti amo" si lasciò sfuggire.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi decisi, finalmente, di mettermi a studiare quando qualcuno suonò al campanello. Imprecai, alzandomi goffamente e dirigendomi verso la porta.
Aprii, ritrovandomi difronte Gerard, di nuovo.
Si precipitò in casa senza nemmeno salutare, per poi stiracchiarsi e posare la sua attenzione sugli oggettini posti sul mobile del corridoio.
Ne prese uno, osservandolo più da vicino e, prontamente glielo strappai dalle mani, rimettendolo al suo posto nella speranza che mia madre non si accorgesse che era stato sposato; non avevo voglia di subirmi un'altra ramanzina, mi sarebbe bastata quella che mi avrebbe fatto per il bel due che mi ero beccato a scuola, visto che, scosso da tutto ciò che era successo, il giorno prima tutto feci tranne che studiare.
"Sei solo in casa?" domandò, guardandosi intorno.
"Si, ma.. sono ancora le 5 e mezzo, Gerard, perché sei già qui? Devo studiare"
Non ricevetti alcuna risposta.
"Che stai studiando?", mi chiese; se solitamente si comportava in modo strano, oggi si stava comportando da perfetto idiota.
"Anatomia" risposi, dirigendomi nuovamente in cucina e prendendo posto al tavolo.
Mi seguì e tirò una sedia, mettendosi seduto e osservandomi attentamente "A me faceva schifo l'anatomia" disse poi, prendendo una mela dal cesto della frutta posto difronte a noi e portandola alla bocca, prendendone un morso.
"Ne vuoi?" disse sputacchiando e quasi strozzandosi.
"No" dissi ridacchiando, cercando di riportare la mia attenzione sui libri, "Fai bene, fa schifo, dove posso buttarla?" continuò poi, ingoiando.
Gli strappai anch'essa dalle mani, lanciandogli un occhiataccia e dirigendomi verso il cestino della spazzatura, gettandola, "Perché sei qui?" chiesi poi, nuovamente.
"Volevo assicurarmi stessi bene" disse, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi; annuii, perché avrei dovuto star male?
"Sei pronto?", lo osservai, confuso, "A cosa?"
Mi lanciò un occhiataccia, "Stasera, ricordi, vero?" sputò acido, mettendosi in piedi e facendo quasi finire la sedia per terra; annuii nuovamente, "Ma ancora.. non è presto?" dissi indicandogli con un cenno della testa l'orologio sulla parete difronte a noi.
"No, anzi, se andiamo adesso è meglio. Ray ha già disattivato tutte le telecamere del posto, comprese quelle della strada e, contro ogni aspettativa Bert e Mikey hanno già fatto fuori il vero BlackVenom. Dobbiamo ripassare il piano e prepararti, perciò, meglio anticipare e non arrivare in ritardo. Sai, due minuti di ritardo potrebbero mandare tutto a puttane."
"Okay" mi limitai a rispondere, infondo, non avevo voglia di continuare a studiare, perciò chiusi i libri e afferrai la giacca, seguendo Gerard verso la macchina.
"Sai, Gerard, non capisco una cosa", sospirai, "perché mai MM dovrebbe ingelosirsi? Voglio dire, io non lo conosco e, lui non conosce me, non ha alcun motivo per provare gelosia nei miei confronti, credo dovreste apportare qualche modifica al piano" ammisi, maledicendomi poi per averlo fatto.
"MM è il proprietario del locale e, di conseguenza, è convinto di essere il proprietario di tutti i Drag Queen che fanno gli show. Se ne fa uno ogni sera e, beh, non sopporta di essere rifiutato e di non avere tutta l'attenzione su di lui, soprattutto se chi a rifiutarlo è un ragazzo carino", fece una pausa, mettendo su un sorriso sghembo, "E' un fottuto pedofilo" continuò, cominciando a picchiettare nervosamente le dita sullo sterzo.
"Come fai a saperlo?" gli chiesi confuso, "Esperienze personali" rispose, rivolgendomi un sorriso.
Tutt'un tratto sembrava triste, non l'avevo mai visto sotto questo aspetto, sembrava.. debole.
"Per cosa sta MM?" me l'ero chiesto per tutta la giornata.
"Marky Monroe, o meglio ancora, Mangia Merda" disse, scoppiando a ridere mentre, io, non ci trovavo niente di divertente; l'idea che avrei dovuto assistere al tutto mi terrificava.
"Comunque, alla destra del palco c'è un uscita d'emergenza che porta ad un parcheggio sotterraneo, un parcheggio privato, per precisione. Finita la missione, li ci aspetterà Mikey, saliremo in macchina e, come la volta scorsa, cambieremo vestiti e scarpe, gettandoli come sempre nel sedile dell'auto, per evitare eventuali intralci, capisci? ..Ricordi, vero?"
Annuii, il ricordo di quella sera mi fece contorcere lo stomaco.
"Da li, usciremo in una strada privata e, Bert conosce una scorciatoia che porta ad una campagna, allora saremo al sicuro e torneremo al capannone. Non credo avremo la polizia tra i piedi. Le persone che frequentano quel locale son tutti pieni di merda, perciò nessuno sarà tanto idiota da chiamare la polizia e, la polizia solitamente si tiene lontana da quel locale. L'unico intralcio saranno perciò le guardie."
"Okay" mi limitai a rispondere, posando lo sguardo fuori dal finestrino.
"Sai, Frank, non capisco una cosa" disse poi, voltandosi, "Perché hai paura di me?" continuò, fissandomi.
Abbassai lo sguardo, "Io non-" venni interrotto, il suo viso nell'incavo del mio collo "Non devi aver paura di me. Devi essere terrorizzato".
Riportò la sua attenzione sulla strada, persi un battito a quell'affermazione, "Perché dovrei?"  dissi, rischiai l'infarto non appena svoltò di colpo verso il guardrail, per poi sgommare e rimettersi in carreggiata, frenando di colpo.
"Perché io posso fare questo e, nel giro di un secondo farci fuori tutti e due" un enorme ghigno si fece nuovamente spazio sul suo volto, il suo sguardo mi faceva raggelare il sangue, "..Ma non credo lo farò, non adesso" continuò poi, partendo nuovamente.
Il mio respiro affannato risuonava nell'aria, strinsi gli occhi, stringendo le spalle nel sedile.
La sua risata mi distolse dai miei pensieri, notai solo allora che eravamo già difronte al capannone.
Scesi dalla macchina, Mikey, Ray e Bert ci aspettavano sulla porta.
"Era ora!" esclamò Bert, roteando gli occhi e afferrandomi per un braccio, "Dai piccoletto, adesso arriva il bello" disse entusiasta, trascinandomi dentro il capannone. Notai poi dei vestiti e una trousse sul tavolo.
"Allora, vediamo che abbiamo.." disse tra se e se, osservando i vestiti e aprendo la trousse. "Ho trovato solo quella" disse poi Ray, indicandola.
Bert annuì, "Mettiti questi" disse, lanciandomi dei vestiti che, essendo distratto dalla risata di Gerard, non afferrai, facendoli finire a terra.
Mi chinai, osservandoli, notai solo allora che erano semplicemente un paio di boxer neri con cucite sotto della calze a rete.
"Allora, che aspetti? Non abbiamo tutto il tempo del mondo, sai? Va li dietro e cambiati" sputò Bert, indicandomi una lamiera poggiata al muro infondo al capannone.
Non avevo la minima voglia di indossarli, ma mi diressi comunque dietro la lamiera e mi cambiai; non osai immaginare quanto orrendo potessi essere.
Terribilmente imbarazzato, uscì, dirigendomi verso il tavolo, tutti cercarono invano di trattenere le risate.
"Dai siediti" disse Gerard, piegandosi poi in due dalle risate, seguito a ruota da tutti gli altri. Mi sentivo terribilmente a disagio e.. umiliato.
Mi sedetti, Gerard mi osservò attentamente il viso e, dopo avermi squadrato per quelli che sembrarono anni, prese in mano la trousse. Osservò per un attimo i colori, afferrando poi uno dei pennellini dal tavolo.
Dopo dieci minuti, annunciò di aver finito, mettendomi infine il rossetto nero sulle labbra.
"Okay, guardati" disse poi, girando la trousse, notai che aveva uno specchietto e, quasi mi stappai la faccia non appena vidi com'ero conciato.
Ero truccato davvero molto bene ma, cristo, sembravo una ragazza ed ero a dir poco orrendo. Il rossetto nero, l'ombretto blu notte, l'eyeliner e quintali di cipria; mi resi conto solo allora che le ragazze indossavano ogni giorno tutta quella roba, come diavolo facevano a sopportarla? E, soprattutto, come aveva fatto, Gerard, a mettermi tutta quella roba in faccia, d'altronde anche bene, in soli dieci minuti?
Notai infine sullo zigomo destro un cuoricino nero disegnato con l'eyeliner, "Adesso ti sistemo i capelli" affermò poi, prendendo delle piume che, qualche secondo prima, Mikey aveva tirato dalla sua borsa in cuoio.
Vidi che teneva in una mano un pugno di forcine e, nel giro di due minuti, mi ritrovai la testa piena di piume.
"Okay, sei perfetto" disse, infine, ridendo e porgendomi un paio di stivali glitterati, dal tacco altissimo.
"Sono ancora le sei e mezza, che facciamo?" disse Ray, osservando l'orologio.
"Aspettiamo" disse Bert stiracchiandosi e sedendosi pesantemente sul materasso, per poi sdraiarsi. Lo seguì anche Mikey mentre Ray prese posto al tavolo, poggiandoci la testa sopra e Gerard cominciò a sgranocchiare dei crackers del giorno prima che aveva trovato per terra.
Arrivarono, fin troppo presto, le otto e, nel giro di un secondo ci ritrovammo davanti al locale. Scendemmo dalla macchina solo io, Ray e Gerard che, dopo essersi scambiati svariati sguardi, mi tirarono per un braccio verso loro, quasi facendomi precipitare a terra; stare in equilibrio, su quei trampoli, mi risultava più che impossibile.
"Allora, io sono il tuo manager, okay? Ti accompagno fino alla reception, parlerò io con il tizio che si occupa degli show. Dopodiché, ti dovrò lasciare solo e, sai già cosa devi fare". Annuii, seguendo Ray.
Lanciai un ultima occhiata a Gerard, che mi osservava dalla testa ai piedi, questa volta serio, aveva un aria piuttosto pensierosa.
Entrammo nel locale, Ray si avvicinò al grande bancone sulla destra, cominciando a parlare con il tizio della reception. Lo raggiunsi, tenendomi miracolosamente in equilibrio, i piedi mi facevano un male cane.
Il tizio mi lanciò un occhiata, poi annuì, "Vieni" mi disse, indicandomi una porta. Guardai Ray, "Ci vediamo dopo" mi disse, dandomi una pacca sulla spalla, per poi, lasciare il locale.
L'ansia s'impossessò del mio corpo, i palmi delle mani cominciarono a sudarmi terribilmente, il cuore in gola.
"Bene, tra cinque minuti in scena" disse, indicandomi la via d'uscita verso il palco.
Passarono, fin troppo in fretta, anche quei cinque minuti, "Muoviti, che aspetti!" mi sentì urlare alle spalle, mi voltai, era nuovamente il tizio della reception, era il momento. Annuii e mi precipitai sul palco.
Scostai il sipario, le luci quasi mi accecarono. Goffamente, mi avvicinai al palo posto al centro del palco, cercando di fare il punto della situazione.
Notai Gerard, esattamente in prima fila nel secondo tavolo a destra, come mi era stato detto, poi, notai MM, era esattamente come in fotografia.
Udì in sottofondo della musica soul, cominciai allora ad atteggiarmi, strusciandomi contro il palo, cercando di risultare convincente, per poi dirigermi, meno goffamente possibile, verso MM.
Mi era stato detto di ammiccargli, ma come?
Feci una giravolta, per poi sdraiarmi a terra, mi voltai, vidi che mi stava fissando con un enorme ghigno sul viso.
Mantenni il contatto visivo, per poi passarmi una mano sul petto e fargli l'occhiolino.
Mi mandò un bacio, giurai stessi arrossendo.
Mi diressi poi verso Gerard, sentii il cuore scoppiarmi.
Era li, seduto, con un enorme ghigno sul volto; indossava degli occhiali neri e una giacca grigia a righe rosse, esattamente come i pantaloni.
Deglutii, scendendo dal palco e dirigendomi verso di lui.
Lanciai un'occhiata all'orologio, erano le otto e cinque minuti, dovevo sbrigarmi.
Feci un giro intorno al tavolo, poggiandogli una mano sulla spalla.
Mi chinai alle sue spalle, poggiando il viso nell'incavo del suo collo; il suo profumo mi inebriava.
"Sbrigati, Frank" disse a denti stretti, poggiandomi una mano sul viso.
Gli presi la mano, poggiandomela sul petto, per poi mettermi difronte a lui; ero in tilt, non sapevo come agire.
Mi gettai fra le sue braccia, "Che devo fare?" gli sussurrai all'orecchio.
"Baciami" sussurrò a sua volta, poggiandomi una mano sul fianco.
Indietreggiai, fissandolo dritto negli occhi.
Poggiò anche l'altra mano, quest'ultima sul mio fianco sinistro, facendomi inginocchiare fra le sue gambe, "Sii sensuale, devi distrarlo, abbiamo poco tempo", mi sussurrò all'orecchio, chinandosi.
Annuii, totalmente nel panico, poggiando le mani sul suo petto e rialzandomi, strusciando poi nuovamente il viso nell'incavo del suo collo. Mi afferrò poi per la nuca, mi precipitai sulle sue labbra.
Persi un battito non appena percepii la sua lingua dentro la mia bocca; volevo staccarmi, ma non lo feci, almeno finché un rumore assordante mi fece sobbalzare.
Ray e Bert si precipitarono nella stanza, cominciando a sparare in piena testa a chiunque incontrassero lungo il cammino.
Gerard sobbalzò dalla sedia, tirando fuori dalla giacca dei guanti che si affrettò ad indossare, poi una pistola, cominciando a sparare alle guardie che, adesso erano dappertutto.
Nel giro di mezzo secondo mi ritrovai con le spalle al muro, difronte a una strage.
Ogni tre secondi morivano cinque persone, le loro urla mi mandavano fuori testa e, alla vista del sangue non resistetti. Finì per terra, sul punto di vomitare.
Una mano guantata mi tappo la bocca, facendomi quasi soffocare visto che stavo per rimettere.
"Non adesso" riconobbi quella voce, era Gerard.
Mi mollò, correndo verso le ultime persone rimaste vive che cercavano di sbloccare le porte e scappare, facendomi finire nuovamente a terra.
Abbassai lo sguardo, fui sconcertato da quello che vidi.
Sangue. Enormi pozze di sangue ovunque e gente in fin di vita.
C'era chi sanguinava dalla bocca, chi con un enorme buco in piena fronte e, restai ancora più sconcertato non appena Ray correre verso di me, crollandomi d'un tratto addosso.
La giacca inzuppata di sangue, un enorme buco sulla gola.
Lo mollai, facendolo finire a terra, un rumore terribile di ossa rotte risuonò nella stanza, "corri" mi aveva detto, prima che lo scaraventassi a terra.
Un enorme pozza di sangue si fece spazio tra i suoi ricci, urlai.
Urlai come mai feci prima d'ora.
Urlai fino a perdere il fiato, fino a farmi schizzare gli occhi fuori dalle orbite.
Urlai talmente forte che mi si contorse lo stomaco, finendo poi a terra, in totale stato di shock.
"E' andato" mi sentii sussurrare all'orecchio, era nuovamente Gerard; realizzai solo allora di essere tra le sue braccia, nel parcheggio. Per un attimo ero stato totalmente fuori dal mondo, avevo perso la cognizione del tempo, ero totalmente in trance.
Realizzai solo allora che avevano lasciato il suo corpo li.
Come avevano potuto? Era un loro amico, era anche causa loro se era morto e, che facevano? Lo lasciavano li, a terra, scappando a gambe levate, come se non fosse stato nessuno per loro, come fosse stato un fottuto animale.
Mi poggiò sul sedile posteriore della macchina, realizzai che di stare piangendo.
"Frank, cambiati, cazzo" imprecò Gerard, ma non reagii minimamente, non riuscivo a muovermi.
Ero totalmente immobilizzato, con il cuore sul punto di esplodere, nuovamente.
Rendendosi conto che non avrei reagito ancora per molto, si fece avanti, cominciando a svestirmi. Realizzai solo allora di essere completamente nudo, ma non importava. In quel momento non mi importava più nulla, esattamente come mi importava tutto; tremila pensieri mi passarono per mente, ma non riuscì a focalizzarne nemmeno mezzo.
Ero in panico, in tilt, non riuscivo a ragionare.
Mi resi conto che Gerard mi stava struccando, mi stava anche parlando, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo.
Volevo urlare, urlare a squarciagola, ma non riuscivo, ne avevo le forze per farlo. Mi sentivo debole, terribilmente debole. Non riuscivo a smettere di singhiozzare, mi sentivo strozzato, facevo fatica a respirare.
Sentivo le forze pian piano abbandonarmi.
Mi sentivo così vuoto che persino i vestiti risultavano pesanti.
Come se mi avessero strappato anima e cuore, quell'orrenda sensazione di vuoto si impossessò nuovamente di me e, questa volta, sapevo che non me ne sarei liberato così facilmente.






- Ed ecco l'ottavo capitolo, in cui vediamo Frank nei panni di un Drag Queen!
Che ve ne pare? E, sopratutto, che ne pensate del comportamento di Gerard e Bert dopo la morte di Ray? Sono stati tanto insensibili come pensa Frank, o forse è Frank ad essersela presa fin troppo?
Vi aspetto tra le recensioni!
Spero non ci siano molti errori :)
Dal prossimo capitolo in poi la storia prenderà una svolta ben precisa e, molte, molte cose, cambieranno definitivamente. -

A presto!
- Danny x <3

P.S. Domani ho molti impegni, perciò non potrò aggiornare. Posterò quindi il prossimo capitolo il 17 :)
   
 
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